p. Giovanni Nicoli – Commento al Vangelo del 11 Febbraio 2020

Basta con le convenzioni sociali, verrebbe da dire. Basta con le convenzioni religiose. Basta con la purità di leggi che sono sempre più disumane anche quando, all’apparenza, sono umane. Non se ne può più di leggi che dicono di proteggere la libertà della persona umana rendendola in contemporanea schiava di ogni cosa. Basta con cliniche specializzate del morire, non sono altro che simboli della disumanizzazione della casa che non deve essere toccata né dalla morte né dalla malattia. Come se ci fosse cosa più bella di potere morire nel proprio letto attorniati dai propri cari anziché da gente estranea, brava e gentile, ma estranea. Ma questo non è possibile, in un mondo moderno dove comanda il salutismo e l’attenzione non al cuore ma al corpo staccato da ogni sentimento e da ogni affetto: un bel letto con le “giuste medicine” è il massimo che la nostra cultura si costringe a realizzare.

Gesù ci invita a vedere le nostre mani sporche anche quando continuiamo a lavarle. Continuiamo a parlare del raffreddore cinese dimentichi delle vittime, che sono molte di più, della crudeltà nostra che muoiono e sono torturate al di là del Mediterraneo, soprattutto, ma non solo, in Egitto e in Libia.

I ritualismi religiosi e sociali e politici ed economici servono ad acquietare la nostra coscienza, meglio sarebbe dire ad addormentarla, con quella sicurezza che è la stessa con cui l’ubriacone si riempie di vino o di altre sostanze ubriacanti. L’osservanza di leggi e precetti non ha mai salvato nessuno e non ha mai umanizzato nulla, anche se all’apparenza noi diciamo che è un passo avanti dell’umanità. A me sembra molto solo del fumo negli occhi per tranquillizzarci e farci ingoiare bocconi ben più grossi e amari, disumani è il caso di dirlo.

Non ci interessa salvare la forma della libertà della persona che può scegliere come morire. Ci dovrebbe interessare la sostanza di come la gente può scegliere di vivere. Leggi che sono solo forme esteriori di illudere noi, gente formale, attenta a salvare le apparenze della gentilezza anche se il cuore e la vita è da tutt’altra parte. È tempo di ritornare a prendere in mano il fuoco della vita smettendola di lavarci le mani. È tempo di godere delle mani sporche, liberi dall’ipocrisia di chi loda Dio con le labbra, o l’idolo di turno, liberi dalle belle chiacchiere che sono fumo per coprire la vera realtà. Ci interessa lodare Dio con il cuore perché questa è vita, vita vera e bella.

Non mi interessa avere le carte in regola per morire come voglio, non lo potrei mai; non mi interessa che uno frequenti la messa e le liturgie di ogni genere e tipo senza una autentica adesione del cuore che mi chiede unità e non schizofrenia, vale a dire di potere vivere quello che dico col cuore. È questione di unità di persona anzichè una persona con cuore doppio e diviso.  “È meglio essere cristiano senza dirlo che proclamarlo senza esserlo”, dice Ignazio di Antiochia.

L’apologia delle mani sporche è umanizzazione, da parte di Gesù, della vera cura della vita che ci porta a liberarci dalla sozzura dell’osservare tradizione e leggi degli uomini, trascurando la bellezza del dono del comando di Dio. È in gioco l’autenticità della vita, qui! Non mi interessa osservare le leggi dello stato e della sanità, interessiamoci all’autenticità della vita del credente e al suo rapporto con Dio. Smettila di rincorrere il sacro a cui donare le tue ricchezze, la sanità a cui donare la tua vita, l’economia per cui buttare a mare la tua vita, la politica che non ha più nulla di polis, di bene comune, è tempo di ritornare ad onorare tuo padre e tua madre come datori della vita grazie a Dio: non sappiamo più nemmeno generare e ci fanno paura i popoli che generano, figuriamoci se possiamo onorare padre e madre. La vita moderna, ci diciamo, non ce lo permette, dobbiamo internarli in qualche bella struttura che ci guadagna sulla loro pelle. In nome delle nostre tradizioni o delle nostre nuove norme, noi annulliamo la Parola di Dio che è un buffetto di amore quotidiano alla nostra esistenza. Brandendo il vangelo con una mano e il rosario con l’altra, ci vogliamo fare paladini del cattolicesimo incoraggiando, poi nei fatti, comportamenti e leggi che negano la Buona Notizia e la vera umanità dell’umanità che è la carità verso tutti, soprattutto per chi è nel bisogno. Meglio essere atei che cattolici ipocriti, ci dice Papa Francesco! Meglio essere gente che si proclama non credente custodendo e garantendo la dignità di ogni essere umano, piuttosto che proclamarsi cattolici e difensori della famiglia a parole dimostrandosi disumani nei fatti. Non è possibile, sarebbe solo schizofrenia e non fede, essere umani quando si celebrano riti, mostrandosi da subito alle porte della chiesa disumani. È importante che oggi, ognuno di noi, cominci a cogliere quando annulla il Vangelo di Cristo con la tradizione che ho ricevuto o con le leggi che continuiamo a promulgare riempiendo scaffali inutili che non umanizzeranno mai la vita.

La vita accade mentre siamo tutti impegnati a guardare il festival!

Fonte

Commento a cura di p. Giovanni Nicoli.

LEGGI IL BRANO DEL VANGELO DI OGGI


Trascurando il comandamento di Dio, voi osservate la tradizione degli uomini
Dal Vangelo secondo Marco Mc 7, 1-13   In quel tempo, si riunirono attorno a Gesù i farisei e alcuni degli scribi, venuti da Gerusalemme. Avendo visto che alcuni dei suoi discepoli prendevano cibo con mani impure, cioè non lavate – i farisei infatti e tutti i Giudei non mangiano se non si sono lavati accuratamente le mani, attenendosi alla tradizione degli antichi e, tornando dal mercato, non mangiano senza aver fatto le abluzioni, e osservano molte altre cose per tradizione, come lavature di bicchieri, di stoviglie, di oggetti di rame e di letti ,quei farisei e scribi lo interrogarono: «Perché i tuoi discepoli non si comportano secondo la tradizione degli antichi, ma prendono cibo con mani impure?». Ed egli rispose loro: «Bene ha profetato Isaìa di voi, ipocriti, come sta scritto: “Questo popolo mi onora con le labbra, ma il suo cuore è lontano da me. Invano mi rendono culto, insegnando dottrine che sono precetti di uomini”. Trascurando il comandamento di Dio, voi osservate la tradizione degli uomini». E diceva loro: «Siete veramente abili nel rifiutare il comandamento di Dio per osservare la vostra tradizione. Mosè infatti disse: “Onora tuo padre e tua madre”, e: “Chi maledice il padre o la madre sia messo a morte”. Voi invece dite: “Se uno dichiara al padre o alla madre: Ciò con cui dovrei aiutarti è korbàn, cioè offerta a Dio”, non gli consentite di fare più nulla per il padre o la madre. Così annullate la parola di Dio con la tradizione che avete tramandato voi. E di cose simili ne fate molte».   Parola del Signore

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