p. Giovanni Nicoli โ€“ Commento al Vangelo del 10 Agosto 2020

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Riflettevo questa mattina su cosa significhi morire per portare frutto, per non rimanere soli. Dato e non concesso che questo morire chiede una capacitร  di amore non indifferente, rimane ancora oscuro cosa significhi morire nel nostro quotidiano.

            Forse uno non muore se salva i propri interessi, grande effetto della cultura anglosassone e statunitense, contro tutto e contro tutti, in qualsiasi parte del pianeta questi interessi siano. Uno non muore se per salvare uno della propria nazione fa una strage. Uno non muore se in mezzo a centinaia e migliaia di morti, si parla dellโ€™unico morto occidentale che cโ€™รจ stato. Il motivo รจ chiaro: se รจ uno dei nostri la vita ha valore, se รจ uno dei loro no, o poca.

            Noi non moriamo se riusciamo ad avere ragione e a sbugiardare lโ€™altro e gli effetti di questo modo di agire li vediamo in politica.

Oppure uno non muore se, magari imbrogliando le carte, riesce a fare schizzare alle stelle il proprio titolo in borsa mandando in malora quello dellโ€™avversario. Non possiamo dimenticare la legge che sottostร  alla dinamica della borsa: oggi a me domani a te; lโ€™importante รจ essere sempre il piรน grosso e il piรน potente. Di tutto il resto non ce ne deve importare.

            Cosรฌ il lavoro di un artigiano non รจ valido se รจ ben fatto ma se vende bene e se convince a comprare. La delusione di questo modo di agire รจ sotto gli occhi di tutti.

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            Ma allora morire per portare frutto cosa puรฒ significare?

Mi pare che una delle caratteristiche di questo morire sia lo scomparire. Hai fatto tanto, hai fatto bene: scompari nel silenzio. La cosa piรน difficile da fare รจ scomparire nel proprio cuore. Il cuore chiede gratitudine, il chicco chiede gratuitร . Hai fatto, hai dato, hai regalato: non ti appartiene. Lascia tutto nelle libere mani dellโ€™altro anche se molto di quanto hai fatto verrร  distrutto e si perderร .

Solo nel perdere tu salvi. Salvi la tua vita perdendola perchรฉ non vivi quellโ€™attaccamento che ricerca i propri interessi e non il bene. Solo ricercando il bene, di cuore, tu puoi amare e dunque diventare ciรฒ che sei. Il bene inoltre, il morire, porta con sรฉ una caratteristica importante: la gratuitร .

Guardare al Crocifisso non ha nulla di magico, รจ un riconoscere la via tracciata dal Maestro, รจ vederlo, รจ seguirlo come discepolo. Qui si ritrova il mistero di feconditร  e la vita del seme che muore. Non nella difensivitร  ma nelle porte aperte, nel lanciarci sulle strade, nellโ€™uscire e nel cadere per terra. Cosรฌ funziona la creazione, cosรฌ funziona la natura, cosรฌ funzioniamo noi, se abbiamo il coraggio di vivere in modo naturale non per il cibo, anche se vogliamo, ma soprattutto per una modalitร  dinamica che รจ insita nel nostro DNA, nel nostro essere e nel nostro divenire.

            รˆ una necessitร  la Croce, รจ una necessitร  il cadere in terra e il morire. Riuscire a cogliere e a intuire questa via cercando di viverla giorno per giorno e sapendo che giorno per giorno noi la tradiamo, รจ sapienza. Comunicare la vita, fecondare, รจ far crescere la vita. Donare la propria vita รจ far crescere la vita. Non donare e non fecondare รจ fonte di morte; รจ salvare noi stessi perdendoci, anzichรฉ perderci salvandoci perchรฉ nel perdersi si gioca il dono di amore gratuito.

            Attaccarsi alla propria vita significa ripiegarsi su di sรฉ, volersi salvare, giocare in difesa: questa รจ paura bella e buona assunta a idolo della nostra esistenza. Perdere la propria vita รจ vita di relazione e di amore. Chi vuole trattenere il respiro muore soffocato. Si vive perchรฉ si inspira e si espira: la vita circola in quanto ricevuta e data nellโ€™amore.

La vita infatti รจ amore e si realizza nel dono di sรฉ che รจ morire ai propri ritmi di sonno perchรฉ qualcuno ha bisogno di te; significa perdere i propri programmi perchรฉ qualcuno ha bisogno della tua attenzione e del tuo affetto. Il tutto con un cuore gratuito, diversamente rischia di essere una farsa che prima o poi presenta il conto delle rimostranze e del โ€œcon tutto quello che ho fatto per teโ€.

Odiare la propria vita significa metterci a servizio di, significa non credersi lโ€™ombelico del mondo, significa rinunciare a quel narcisismo che tanto ci piace ma che tanto รจ assassino e omicida, direi anche suicida. Se accettiamo questo โ€œodioโ€ salutare, noi vinciamo il maligno, padre della menzogna e omicida del fratello. Cosรฌ diveniamo figli del Padre della veritร  che dร  vita.


AUTORE: p. Giovanni Nicoli 
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