Siamo in casa di uno dei capi dei farisei. ร sabato. Gesรน vede un idropico e lo risana. Lโidropico viene guarito e rimandato a casa. I farisei, nonostante Gesรน abbia agito contro la legge del sabato, non dicono nulla. Lโidropico รจ colui che tramuta ogni cibo buono in gonfiore di morte: si gonfia di liquidi. Lโidropico รจ lo specchio dei farisei. Lโidropico viene guarito da Gesรน: noi farisei siamo ancora desiderosi di questa guarigione e desideriamo che questa guarigione avvenga? Lโinvito che il Signore Gesรน fa ai farisei, cioรจ a noi, รจ un invito a sgonfiarci di liquidi inutili accumulati in ogni dove. Il liquido di cui siamo invitati a sgonfiarci รจ il liquido dellโorgoglio. Solo desiderando tale guarigione, tale sgonfiamento, noi potremo camminare sulla via della sanitร e potremo, dopo esserci sgonfiati, passare attraverso la porta stretta della misericordia.
Il fariseo, cioรจ lโidropico, รจ la persona giusta che fa tutto bene ben cosciente che il bene che fa gli serve per gloriarsi davanti a Dio e davanti agli uomini. Lโidropico, cioรจ il fariseo, รจ colui che fa tutto bene ed รจ orgoglioso di questo fatto. Si gonfia di liquidi di orgoglio, per questo il bene che fa gli serve per fare il male e fa male a se stesso e al prossimo. Il fariseo idropico gonfio di orgoglio solitamente diventa prepotente. Infatti tutto ciรฒ che mangia invece di dargli energia e vita, lo gonfia di morte rendendolo inabile a potere entrare dalla porta stretta della misericordia del Padre. Il fariseo idropico si rende incapace, grazie ai liquidi dellโorgoglio, di accogliere il dono. Non ne ha bisogno, รจ troppo bravo per doverne avere bisogno.
Oramai ci รจ chiaro che la porta della salvezza รจ strettissima, nessuno ci passa, tantomeno ci passa il nostro fariseismo orgoglioso idropizzante. Dalla porta stretta ci entreranno tutti i peccatori che verranno da oriente e da occidente, da nord e da sud. I peccatori ci potranno entrare perchรฉ non idropici, non autoreferenziali, non malati di immagine, non orgogliosi della propria bravura e santitร , ma ci potranno entrare per misericordia del Padre. Il fariseo giusto se ha un problema, infatti, รจ che non vuole la misericordia del Padre ed usa la sua santitร per fare del male a se stesso e al prossimo. Il giusto dice a se stesso: io sono giusto, per questo รจ cieco incapace di vedere la porta stretta e di poterci entrare grazie a Dio.
Abbiamo bisogno di sgonfiarci dalla nostra idropisia, la nostra presunta giustizia, per potere entrare nella porta strettissima che รจ la larghezza della misericordia del Padre.
Il lievito dei farisei che รจ ipocrisia e protagonismo necessita di avere sempre piรน per potere essere primi, per avere potere sugli altri, per potere dominare. Questo รจ il lievito dei farisei, questo รจ il lievito del mondo, del buon senso, della sapienza umana che รจ stoltezza. Avere, potere e apparire: tre grandi malattie che avvolgono con braccia e gambe idropiche il nostro mondo.
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Il lievito del Regno รจ non avere ma dare; non dominare ma servire; non apparire ma scomparire lasciando i primi posti agli altri, sgonfiandosi della propria bravura.
Da qui nasce lโinvito di Gesรน agli invitati idropici a sgonfiarsi lasciando i primi posti: non servono a nulla, non danno vita, nutrono lโimmagine ma ci rendono incapaci di abbracci di misericordia, sono strumenti per fare male. Idropisia che mostra tutto il suo peso anche quando diventiamo matti a decidere chi invitare ai nostri banchetti: non possiamo dimenticare nessuno e, soprattutto, non possiamo dimenticare chi ci ha giร invitato. Una noia mortale che uccide il banchetto che non รจ piรน luogo di festa e di gioia, di condivisione, ma diventa luogo di ubriacatura. Lโinvito dovuto diventa una dipendenza per salvare le apparenze: come facciamo a non invitare quel tale o quel tal altro?
Lo stile con cui noi viviamo lo stare a tavola e lโinvitare a tavola fa la differenza. Quando parlo di stile mi sovvengo che una persona di stile รจ persona elegante che appare sempre bene. Ma parlare di stile, per me, รจ guardare allo stile di Gesรน, รจ guardare al modo di essere che diventa manifestazione dellโidentitร dello stesso Gesรน. Lo stile di Gesรน, la sua identitร , non รจ fare il figlio bravo, ma รจ essere Figlio che dona la sua vita; il suo stile รจ espressione della sua identitร di amore che non ha nulla a che vedere con le apparenze da salvare. Lo stile costituisce la persona. Gesรน รจ amore e comprensione, che comprende e non esclude, che non idropizza le proprie relazioni semplicemente perchรฉ non usa lโaltro per avere i primi posti, ma si mette allโultimo posto fino a scomparire perchรฉ il banchetto possa essere abitato da โpoveri, storpi, zoppi e ciechiโ, per questo รจ beato. A questa beatitudine anche noi siamo chiamati perchรฉ tale fauna di gente non ha di che ricambiarti. Ogni ricambio nel dono rischia di diventare malattia idropica, ogni dono gratuito senza alcuna rivalsa diventa guarigione dal fariseismo e desiderio di entrare dalla porta stretta della misericordia. Gesรน รจ Colui che non รจ contato, non รจ valutato dal punto di vista umano. ร beato perchรฉ si fa compagno di tutti coloro che non contano. Il non contare รจ la base di salvezza attraverso di cui il Padre opera la salvezza nostra, ci sgonfia dallโorgogliosa nostra idropisia.
Commento a cura di p. Giovanni Nicoli.
Fonte โ Scuola Apostolica Sacro Cuore
Letture della
XXII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO โ ANNO C
Prima Lettura
Fatti umile, e troverai grazia davanti al Signore.
Dal libro del Sirร cide
Sir 3,19-21.30.31 (NV) [gr. 3,17-20.28-29]
Figlio, compi le tue opere con mitezza,
e sarai amato piรน di un uomo generoso.
Quanto piรน sei grande, tanto piรน fatti umile,
e troverai grazia davanti al Signore.
Molti sono gli uomini orgogliosi e superbi,
ma ai miti Dio rivela i suoi segreti.
Perchรฉ grande รจ la potenza del Signore,
e dagli umili egli รจ glorificato.
Per la misera condizione del superbo non cโรจ rimedio,
perchรฉ in lui รจ radicata la pianta del male.
Il cuore sapiente medita le parabole,
un orecchio attento รจ quanto desidera il saggio.
Parola di Dio
Salmo Responsoriale
Dal Salmo 67 (68)
R. Hai preparato, o Dio, una casa per il povero.
I giusti si rallegrano,
esultano davanti a Dio
e cantano di gioia.
Cantate a Dio, inneggiate al suo nome:
Signore รจ il suo nome. R.
Padre degli orfani e difensore delle vedove
รจ Dio nella sua santa dimora.
A chi รจ solo, Dio fa abitare una casa,
fa uscire con gioia i prigionieri. R.
Pioggia abbondante hai riversato, o Dio,
la tua esausta ereditร tu hai consolidato
e in essa ha abitato il tuo popolo,
in quella che, nella tua bontร ,
hai reso sicura per il povero, o Dio. R.
Seconda Lettura
Vi siete accostati al monte Sion, alla cittร del Dio vivente.
Dalla lettera agli Ebrei
Eb 12,18-19.22-24a
Fratelli, non vi siete avvicinati a qualcosa di tangibile nรฉ a un fuoco ardente nรฉ a oscuritร , tenebra e tempesta, nรฉ a squillo di tromba e a suono di parole, mentre quelli che lo udivano scongiuravano Dio di non rivolgere piรน a loro la parola.
Voi invece vi siete accostati al monte Sion, alla cittร del Dio vivente, alla Gerusalemme celeste e a migliaia di angeli, allโadunanza festosa e allโassemblea dei primogeniti i cui nomi sono scritti nei cieli, al Dio giudice di tutti e agli spiriti dei giusti resi perfetti, a Gesรน, mediatore dellโalleanza nuova.
Parola di Dio
Vangelo
Chiunque si esalta sarร umiliato, e chi si umilia sarร esaltato.
Lc 14, 1.7-14
Avvenne che un sabato Gesรน si recรฒ a casa di uno dei capi dei farisei per pranzare ed essi stavano a osservarlo.
Diceva agli invitati una parabola, notando come sceglievano i primi posti: ยซQuando sei invitato a nozze da qualcuno, non metterti al primo posto, perchรฉ non ci sia un altro invitato piรน degno di te, e colui che ha invitato te e lui venga a dirti: โCรจdigli il posto!โ. Allora dovrai con vergogna occupare lโultimo posto. Invece, quando sei invitato, vaโ a metterti allโultimo posto, perchรฉ quando viene colui che ti ha invitato ti dica: โAmico, vieni piรน avanti!โ. Allora ne avrai onore davanti a tutti i commensali. Perchรฉ chiunque si esalta sarร umiliato, e chi si umilia sarร esaltatoยป.
Disse poi a colui che lโaveva invitato: ยซQuando offri un pranzo o una cena, non invitare i tuoi amici nรฉ i tuoi fratelli nรฉ i tuoi parenti nรฉ i ricchi vicini, perchรฉ a loro volta non ti invitino anchโessi e tu abbia il contraccambio. Al contrario, quando offri un banchetto, invita poveri, storpi, zoppi, ciechi; e sarai beato perchรฉ non hanno da ricambiarti. Riceverai infatti la tua ricompensa alla risurrezione dei giustiยป.
Parola del Signore