p. Giovanni Nicoli – Commento al Vangelo del 1 Gennaio 2020

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Contemplare chi è Dio sembra essere elemento importante per tornare a capirci qualcosa. Giuseppe e Maria si guardano attorno, hanno sofferto preoccupazione perché non sapevano dove andare; Maria ha partorito non si sa se c’era una donna che la aiutava a partorire o se aveva dovuto arrangiarsi con Giuseppe che non doveva essere il più esperto nel campo, ma che comunque c’era. Giuseppe avrà cercato di tutto, ma se non hai soldi per pagare devi arrangiarti: solo chi ha denaro ha diritto, anche a costo di rubarlo. In questa realtà non proprio facile Maria e Giuseppe sono provocati a contemplare Dio: mah, anche questa è bella! Dio che è il Liberatore e il Salvatore di tutti non alla maniera di Mosè, ma alla maniera di Dio che si fa piccolo. Riusciamo, mi viene da pensare, a vedere in un piccolo, qualunque esso sia, Dio? Dio Padre, nel Figlio generato da Dio Madre, nel Figlio di Dio e nel Figlio dell’uomo, si mette nelle nostre mani perché abbiamo cura di Lui. Dio si fa piccolo e si fida di noi che siamo inaffidabili. Dio si mette nelle nostre mani e chiede cura. Avere cura è la cosa più rivoluzionaria e più cristiana che possiamo vivere al giorno d’oggi. Avere cura del Bimbo sapendo che quella cura, con quelle fasce, sarà la stessa cura che dovremo vivere nell’accogliere fra le braccia il Cristo morto così ben scolpito nella pietà di Michelangelo, è davvero cosa rivoluzionaria.

Avere cura delle cose e delle persone è la rivoluzione dell’oggi, è l’annuncio della Buona Notizia: Dio si fa piccolo, si mette nelle nostre mani inaffidabili, chiede cura e uno sguardo da rimanere a bocca aperta. Come si fa a non rimanere a bocca aperta di fronte ad una scena del genere? Come si fa a non commuoversi ascoltando la voce, magari ancora vagito, del bimbo a noi dato? Siamo diventati così disumani da non sapere gustare neppure questo? E Lui si mette nelle nostre mani!

Il Bimbo è adagiato nella mangiatoia degli animali e quello, ci dice l’angelo, voce di Dio, e ci dicono i pastori, portatori della Parola di Dio, è il Salvatore. Quel Bambino è Cristo, quel Bambino è l’Unto. Piccolo e Impotente, deposto dove mangiano gli animali per questo profezia del nutrimento nuovo e vero per tutto l’universo, è il Signore della vita che non domina e non toglie la vita a nessuno, non tortura. Questo Piccolo sarà torturato per noi da tutti i potenti del mondo, nessuno escluso. Lui dunque, dà la vita per tutti. Se contempliamo questo Piccolo, fragile, deposto nelle nostre mani, adagiato in una mangiatoia dalle mani accoglienti di Maria e Giuseppe, possiamo cominciare a capire qualcosa dell’uomo e di Dio.

Se comprendiamo questo noi diveniamo sale della terra e luce del mondo, diveniamo tramite della salvezza di questo nostro mondo martoriato. Non saremo a nostra volta martirizzatori di questo mondo ma sostegno bello a questo mondo che si rivela a noi nel piccolo e nell’indifeso, nel fragile. Non deve diventare forte, deve essere accolto perché accolto trasforma le nostre mani forti e sempre in guerra, in mani di tenerezza accogliente, che smorzano ogni desiderio di guerra.

Il Vangelo è sotto il segno del Bambino, dell’impotenza, del maledetto, dell’emarginato, del crocifisso, del disprezzato che ci salva perché porta il male su di sé, non lo rilancia, semplicemente lo smorza accogliendolo.

Quello è Dio da venerare, da adorare rimanendo a bocca aperta; quello è Dio perché ogni cosa che avrete fatto ad uno di questi piccoli l’avrete fatta a me; accogliere quel Dio ci rende come Dio, salvati e salvatori perché amanti come Dio ama. L’adorazione del Bimbo non è una devozione, è gesto sostanziale per la salvezza del mondo: l’adorazione di qualsiasi bambino.

Solo così faremo della teologia, della filosofia, della sociologia, della politica, della psicologia, dell’economia umana e umanizzante. Se non comprendiamo questa adorazione del Bimbo fatta a bocca aperta, saremo sempre dei Cesari che opprimono il mondo, magari col crocifisso e il rosario in mano. La salvezza viene da quel Bambino! Non ci interessano sentimenti di devozione. Quel Bambino è il suo Corpo dato per noi e deposto in una mangiatoria, la patena da cui potere prender quella Parola che si è fatta Pane di vita per noi.

Maria che partorisce il suo figlio primogenito, lo fascia, magari con l’aiuto di Giuseppe, e lo adagia in una mangiatoia, compie un gesto profetico come pochi: non c’era altro posto in quel luogo di riposo, perché ci è stato dato un Bimbo che è Cibo per l’umanità.

I greci e i sapienti, ci dirà Paolo, cercano sapienza, discorsi di persuasione, ragionamenti per potere incastrare gli altri; le persone più pratiche e più religiose cercano segni di potenza; a Dio è piaciuto salvare il mondo attraverso la Parola, Verbo incarnato, che diventa Pane da mangiare, dono di vita che ci cambia e cambia il mondo, Bimbo deposto nella mangiatoia delle nostre mani.

Fonte

Commento a cura di p. Giovanni Nicoli.

LEGGI IL BRANO DEL VANGELO DI OGGI


Letture della
MARIA SANTISSIMA MADRE DI DIO
Colore liturgico: BIANCO

Prima Lettura

Porranno il mio nome sugli Israeliti, e io li benedirò.

Dal libro dei Numeri
Nm 6, 22-27

Il Signore parlò a Mosè e disse: «Parla ad Aronne e ai suoi figli dicendo: Così benedirete gli Israeliti: direte loro: Ti benedica il Signore e ti custodisca. Il Signore faccia risplendere per te il suo volto e ti faccia grazia. Il Signore rivolga a te il suo volto e ti conceda pace. Così porranno il mio nome sugli Israeliti e io li benedirò».

Parola di Dio

Salmo Responsoriale

Dal Sal 66 (67)

R. Dio abbia pietà di noi e ci benedica.

Dio abbia pietà di noi e ci benedica,
su di noi faccia splendere il suo volto;
perché si conosca sulla terra la tua via,
la tua salvezza fra tutte le genti. R.

Gioiscano le nazioni e si rallegrino,
perché tu giudichi i popoli con rettitudine,
governi le nazioni sulla terra. R.

Ti lodino i popoli, o Dio,
ti lodino i popoli tutti.
Ci benedica Dio e lo temano
tutti i confini della terra. R.

Seconda Lettura

Dio mandò il suo Figlio, nato da donna.

Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Gàlati
Gal 4,4-7

Fratelli, quando venne la pienezza del tempo, Dio mandò il suo Figlio, nato da donna, nato sotto la Legge, per riscattare quelli che erano sotto la Legge, perché ricevessimo l’adozione a figli. E che voi siete figli lo prova il fatto che Dio mandò nei nostri cuori lo Spirito del suo Figlio, il quale grida: Abbà! Padre! Quindi non sei più schiavo, ma figlio e, se figlio, sei anche erede per grazia di Dio.

Parola di Dio

Vangelo

I pastori trovarono Maria e Giuseppe e il bambino. Dopo otto giorni gli fu messo nome Gesù.

Dal Vangelo secondo Luca
Lc 2,16-21

In quel tempo, [i pastori] andarono, senza indugio, e trovarono Maria e Giuseppe e il bambino, adagiato nella mangiatoia. E dopo averlo visto, riferirono ciò che del bambino era stato detto loro. Tutti quelli che udivano si stupirono delle cose dette loro dai pastori. Maria, da parte sua, custodiva tutte queste cose, meditandole nel suo cuore. I pastori se ne tornarono, glorificando e lodando Dio per tutto quello che avevano udito e visto, com’era stato detto loro. Quando furono compiuti gli otto giorni prescritti per la circoncisione, gli fu messo nome Gesù, come era stato chiamato dall’angelo prima che fosse concepito nel grembo.

Parola del Signore