p. Giovanni Nicoli – Commento al Vangelo del 1 Aprile 2021

Oggi è Giovedì Santo: inizia il Triduo Pasquale.

Oggi Gesù vive intorno alla tavola quello che domani vivrà sulla Croce. Oggi istituisce l’Eucaristia che troverà compimento nella Passione di domani. Oggi si fa Servo lavando i piedi ai discepoli, domani lo sarà fino alla morte e alla morte in Croce. Oggi ama i suoi, domani li amerà sino alla fine, totalmente.

Oggi il vangelo ci presenta la Cena del Signore, l’Ultima Cena, la Cena per eccellenza dove Gesù ama i suoi lavando loro i piedi. È emblematico il fatto che nel vangelo di Giovanni l’istituzione della Eucaristia, la decisione di creare la messa che noi celebriamo ogni domenica, Gesù lo faccia lavando i piedi.

L’Eucaristia è condivisione, è solidarietà, è servizio. Lavare i piedi gli uni gli altri significa dire la Messa. Fare come ha fatto Gesù significa andare a Messa e celebrarla. La solidarietà del servizio che Gesù ha espresso nell’Ultima Cena ci ricorda che la Messa non può essere una devozione personale, ma è una celebrazione comunitaria che ci ricorda l’impegno della solidarietà. Un impegno a cui Gesù ha tenuto fede lavando i piedi ai discepoli e andando in croce per loro.

Solidale è colui che prende su di sé i debiti dell’altro, diventa garante per chi avendo un debito non lo può pagare. Gesù è il nostro garante che paga sempre e comunque i nostri debiti. Ecco perché la Messa è il primo sacramento di riconciliazione: perché nella Messa noi celebriamo la lavanda dei piedi che purifica le nostre persone; perché nella Messa noi celebriamo la morte del Signore che in solido, con un atteggiamento di solidarietà, paga i nostri debiti; perché nella Messa noi ricordiamo il Risorto primizia di coloro che sono chiamati a risorgere dai morti.

L’Eucaristia è gesto di solidarietà che Cristo ha compiuto e che Cristo chiede di compiere ad ognuno di noi: “Vi ho dato l’esempio, perché come ho fatto io, facciate anche voi”(…) “anche voi dovete lavarvi i piedi gli uni gli altri”.

Celebrare l’Eucaristia significa fare “memoriale” cioè rivivere nel ricordo appassionato, di cuore, ciò che Cristo ha fatto. Condividere il servizio, condividere il pane e il vino, condividere il Corpo e il Sangue del Salvatore.

Oggi è la festa dei sacerdoti, questa categoria tanto ricercata e tanto disprezzata allo stesso tempo. Il presidente dell’assemblea cristiana può avere la tentazione di confondere la sua funzione con gli onori che lo circondano. Gesù ha voluto mettere in guardia i suoi con la parola e l’esempio: Chi è il più grande fra voi diventi il più piccolo, e chi governa come colui che serve.

Noi siamo discepoli di un Dio che a tavola ha voluto prendere il posto dello schiavo, una tavola che lo porta fino alla morte dello schiavo in croce. Partecipare alla passione di Cristo, alla Eucaristia, significa rivestire a nostra volta il grembiule del servitore.

Nella nostra cultura arrivista, dove sembra morale tutto quello che mi conviene, Gesù ci invita a un gesto banale ma di una profondità insospettata. Ispirato all’amore, il più piccolo servizio reso al prossimo assume una dimensione particolare: prefigura il sacrificio totale a cui ciascuno deve essere pronto, la piena comunione a cui bisogna tendere.

Festeggiamo oggi il dono del servizio, il dono dell’eucaristia, il dono del perdono, il dono del sacerdozio e laviamoci i piedi gli uni gli altri facendoci un po’ di festa. Facciamola anche ai nostri poveri preti che spesso arrancano in un servizio che è più grande di loro e che spesso è pieno di spine e avaro di soddisfazioni.


AUTORE: p. Giovanni Nicoli FONTE SITO WEB CANALE YOUTUBE FACEBOOKINSTAGRAM

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