Il corpo di Gesù non è solo il luogo della rivelazione di Dio, ma anche dell’uomo. Vero è quell’uomo che legge il proprio corpo come dono per un compito, luogo attraverso cui il Padre per il Figlio nello Spirito continua, alla maniera di Cristo, a raccontarsi come passione d’amore per quanto si muove sotto il sole.
Culto gradito a Dio è dire con tutti i sensi quanto Dio in Cristo si sia coinvolto e si coinvolga con forte tenerezza nella vicenda umana, fino a farsi mangiare.
Un invito a nutrirci del suo corpo risorto-trasfigurato per divenire simili a colui che mangiamo, pane e vino per mani nel bisogno e cuori nella tristezza. Questa è la volontà di Dio, questo è il perché ci ha preparato un corpo, questa è la cornice alla cui luce leggere il “corpo eucaristico” di Cristo: dono dato in pasto per divenire sua “reale dimora terrestre”, luogo del suo farsi presente nel villaggio umano come compassione, cura e dono di sé.
Un esserci già da risorti in attesa della piena trasfigurazione.
p. Giancarlo Bruni
Fonte: Fraternità di Romena