p. Gian Paolo Carminati – Commento al Vangelo del 14 Novembre 2021

992

Tempi nuovi

Le promesse fatte ai padri

Le ultime domeniche di ogni anno liturgico si saldano alle prime del successivo attraverso il tema “circolare” della venuta di Gesù, come Messia e Redentore, come Figlio dell’uomo e giudice della storia. L’annuncio e la riflessione della Chiesa passano dall’attesa del traguardo di tutta la creazione alla memoria delle promesse fatte ai patriarchi e adempiute con la prima venuta del Figlio di Dio fatto uomo, nostro fratello e salvatore.

Siamo chiamati a fare nostro l’anelito dei padri, l’invocazione che sale dai poveri della terra e dalle vittime della storia, per un intervento di Dio che porti a compimento ogni sforzo e impegno di bene, suscitato nei cuori umani dallo Spirito di Dio. In questo, l’Antico o Primo Testamento ci anima e supporta, dandoci l’occasione di appropriarci dei sentimenti e delle speranze di tutti i profeti, così come delle preghiere dei Salmi, che interpretano e guidano i pensieri dei nostri cuori, a formare la preghiera di tutta la Chiesa: “– In alto i nostri cuori! – Sono  rivolti al Signore!” (Ordinario della Messa).

La preghiera dei cristiani si allarga ben oltre le necessità e le inclinazioni personali a esprimere l’adesione personale e comunitaria al progetto di amore del Padre, come Gesù ce lo ha fatto conoscere: “Venga il tuo Regno, sia fatta la tua volontà” (Mt 6,10; cf Lc 11,2). È la preghiera del tempo della prova, che rilegge e assume le sfide del presente orientandole al traguardo.

Il tempo del giudizio

Con la morte e la risurrezione di Gesù, si inaugura il tempo del “giudizio”, ossia del riscatto di ogni bene cercato e compiuto dalle nebbie dell’ambiguità e della menzogna, dalle trappole dell’ingiustizia. Questo riscatto è operato da Colui che per amore nostro ha affrontato e sconfitto la morte e il male; sarà compiuto alla fine della storia, ma viene come “anticipato” dalla vita buona dei credenti (cf. 1Gv 5,4): “Venite, benedetti del Padre mio, ricevete il Regno preparato per voi, […] perché ho avuto fame e mi avete dato da mangiare…” (Mt 25,34-35). […]