p. Gaetano Piccolo S.I. – Commento al Vangelo di lunedì 6 Gennaio 2020 – Congregazione per il Clero

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La vita senza de-sideri è un dis-astro.

Sembra che la vita abbia comunque sempre a che fare con le stelle: sidus-sideris in latino significa stella ed è la radice della parola desiderio, ma da un’altra radice viene anche la parola astro o asteroide, a cui è collegato il termine disastro, un cielo senza stelle, quando è impossibile trovare una direzione.

Nel mondo antico, le stelle erano l’unico mezzo per orientarsi nella notte, soprattutto quando ti trovavi nel deserto o in mezzo al mare, soprattutto cioè quando non c’erano altri punti di riferimento.

Se vuoi camminare, hai bisogno delle stelle.

Anche la notte di San Lorenzo ci insegna a tenere sempre pronto un desiderio nel cuore: è l’unico modo per esprimerlo quando vediamo l’effimero passaggio di una stella cadente.

De-siderare è dunque essere attratti da una stella: una persona, uno scopo, un motivo per vivere. Ecco perché quando non c’è una ragione per camminare la vita diventa un dis-astro.

Ed ecco anche perché fin dal VII secolo, Cristo era cantato come l’eterna luce dei credenti, la stella più luminosa che guida il nostro cammino e suscita in noi l’attrazione per non restare fermi nel cammino, talvolta burrascoso, della vita:

Cónditor alme síderum,
ætérna lux credéntium,
Christe, redémptor ómnium,
exáudi preces súpplicum.[1]

Nella vita le nebbie non mancano (lo sanno bene i miei amici padovani) e allora si può restare un po’ confusi e sbagliare strada. Lo sapeva anche sant’Agostino, quando parlava della felicità e paragonava gli uomini a dei naviganti che a volte possono sbagliare rotta, seguendo stelle false:

Ma non mancarono nebbie per cui il mio navigare fu senza mèta e a lungo, lo confesso, ebbi fisso lo sguardo su stelle che tramontavano nell’oceano e che inducevano nell’errore. (Agostino, De vita beata)

Nel testo di Matteo, per i Magi, ovvero per i veri sapienti (che non sono né Re né tre), la stella diventa una domanda: dov’è colui che dà senso alla mia vita? Al vedere la stella provavano gioia, perché si sentivano vivi, sentivano nel cuore qualcosa per cui valeva la pena vivere.

Non è una gioia a buon prezzo, perché bisogna avere molte volte il coraggio di partire, di lasciare la sicurezza della propria terra. Bisogna camminare nella notte, quando le cose non sono chiare. Occorre esplorare terre che non sono tue, che non ti sono familiari, dove non ti senti sicuro. Bisogna avere l’umiltà di domandare, con il rischio di interrogare anche le persone sbagliate. Occorre avere l’audacia di andare a cercare anche a Betlemme, là dove sembra impossibile trovare qualcosa che vale.

I veri sapienti hanno il coraggio di non tornare per la stessa strada: i Magi non si condannano a rimanere per sempre nei 10 Km di strada tra Gerusalemme e Betlemme, hanno l’audacia di cercare nuove strade. Neanche Cristo si lascia incasellare per sempre nella stessa capanna, occorre avere il coraggio di seguirlo anche sulla strada del Calvario.

Erode invece non ha desideri, ma solo paure. Rimane fermo. Resta chiuso nel palazzo delle sue sicurezze. Si informa attraverso gli altri. Non incontra mai direttamente la realtà. Non corre il rischio della conoscenza. Erode perciò non potrà mai arrivare a essere felice. È condannato alla disperazione. E quando non sei felice non puoi che diventare violento. La disperazione di chi non trova una ragione per vivere si trasforma in violenza o contro se stessi, nella depressione, o contro gli altri, contro quelle persone felici che appaiono irragionevolmente come potenziali nemici.

Il viaggio continua: non temere, c’è sempre una stella da seguire, ma soprattutto non temere perché la stella di Cristo non smette mai di brillare anche per te!

A volte abbiamo l’impressione che la nave stia andando in pezzi, non importa, come dice Agostino, ho ricondotto la nave, sia pure tutta squassata, alla desiderata quiete.

Leggersi dentro

  • Qual è la stella che oggi guida il tuo cammino?
  • Sei in viaggio o sei chiuso nel palazzo delle tue sicurezze?

don gaetano piccoloP. Gaetano Piccolo S.I.
Compagnia di Gesù (Societas Iesu)Fonte


Letture della
EPIFANIA DEL SIGNORE – ANNO A
Colore liturgico: BIANCO

Prima Lettura

La gloria del Signore brilla sopra di te.

Dal libro del profeta Isaìa
Is 60,1-6

Àlzati, rivestiti di luce, perché viene la tua luce, la gloria del Signore brilla sopra di te. Poiché, ecco, la tenebra ricopre la terra, nebbia fitta avvolge i popoli; ma su di te risplende il Signore, la sua gloria appare su di te. Cammineranno le genti alla tua luce, i re allo splendore del tuo sorgere. Alza gli occhi intorno e guarda: tutti costoro si sono radunati, vengono a te. I tuoi figli vengono da lontano, le tue figlie sono portate in braccio. Allora guarderai e sarai raggiante, palpiterà e si dilaterà il tuo cuore, perché l’abbondanza del mare si riverserà su di te, verrà a te la ricchezza delle genti. Uno stuolo di cammelli ti invaderà, dromedari di Màdian e di Efa, tutti verranno da Saba, portando oro e incenso e proclamando le glorie del Signore.

Parola di Dio

Salmo Responsoriale

Dal Sal 71 (72)
R. Ti adoreranno, Signore, tutti i popoli della terra.

O Dio, affida al re il tuo diritto,
al figlio di re la tua giustizia;
egli giudichi il tuo popolo secondo giustizia
e i tuoi poveri secondo il diritto. R.

Nei suoi giorni fiorisca il giusto
e abbondi la pace,
finché non si spenga la luna.
E dòmini da mare a mare,
dal fiume sino ai confini della terra. R.

I re di Tarsis e delle isole portino tributi,
i re di Saba e di Seba offrano doni.
Tutti i re si prostrino a lui,
lo servano tutte le genti. R.

Perché egli libererà il misero che invoca
e il povero che non trova aiuto.
Abbia pietà del debole e del misero
e salvi la vita dei miseri. R.

Seconda Lettura

Ora è stato rivelato che tutte le genti sono chiamate, in Cristo Gesù, a condividere la stessa eredità.

Dalla lettera di san Paolo apostolo agli Efesìni
Ef 3,2-5.5-6

Fratelli, penso che abbiate sentito parlare del ministero della grazia di Dio, a me affidato a vostro favore: per rivelazione mi è stato fatto conoscere il mistero. Esso non è stato manifestato agli uomini delle precedenti generazioni come ora è stato rivelato ai suoi santi apostoli e profeti per mezzo dello Spirito: che le genti sono chiamate, in Cristo Gesù, a condividere la stessa eredità, a formare lo stesso corpo e ad essere partecipi della stessa promessa per mezzo del Vangelo.

Parola di Dio

Vangelo

Siamo venuti dall’oriente per adorare il re.

Dal Vangelo secondo Matteo
Mt 2,1-12

Nato Gesù a Betlemme di Giudea, al tempo del re Erode, ecco, alcuni Magi vennero da oriente a Gerusalemme e dicevano: «Dov’è colui che è nato, il re dei Giudei? Abbiamo visto spuntare la sua stella e siamo venuti ad adorarlo». All’udire questo, il re Erode restò turbato e con lui tutta Gerusalemme. Riuniti tutti i capi dei sacerdoti e gli scribi del popolo, si informava da loro sul luogo in cui doveva nascere il Cristo. Gli risposero: «A Betlemme di Giudea, perché così è scritto per mezzo del profeta: “E tu, Betlemme, terra di Giuda, non sei davvero l’ultima delle città principali di Giuda: da te infatti uscirà un capo che sarà il pastore del mio popolo, Israele”». Allora Erode, chiamati segretamente i Magi, si fece dire da loro con esattezza il tempo in cui era apparsa la stella e li inviò a Betlemme dicendo: «Andate e informatevi accuratamente sul bambino e, quando l’avrete trovato, fatemelo sapere, perché anch’io venga ad adorarlo». Udito il re, essi partirono. Ed ecco, la stella, che avevano visto spuntare, li precedeva, finché giunse e si fermò sopra il luogo dove si trovava il bambino. Al vedere la stella, provarono una gioia grandissima. Entrati nella casa, videro il bambino con Maria sua madre, si prostrarono e lo adorarono. Poi aprirono i loro scrigni e gli offrirono in dono oro, incenso e mirra. Avvertiti in sogno di non tornare da Erode, per un’altra strada fecero ritorno al loro paese.

Parola del Signore