p. Gaetano Piccolo S.I. – Commento al Vangelo di giovedì 10 Dicembre 2020

PICCOLO

Ci costringono fin da bambini a diventare grandi: “mangia, così diventi grande!”, “quando sarai grande…”. Questa grandezza diventa un mito, un obiettivo da raggiungere, che si trasforma in realtà in una chimera, una fatica di Sisifo, irrealizzabile, che non fa altro che generare frustrazione. Quando diventerò davvero grande? E così sprechiamo le nostre energie dietro manie di grandezza: vogliamo far vedere di essere i più bravi, i più astuti, i più competenti… Ma questo continuo inseguimento di un ideale irraggiungibile non può che renderci semplicemente insoddisfatti e infelici.

Come un genitore sapiente, Gesù non disprezza la nostra piccolezza: ci dice al contrario che egli ama quella piccolezza. Ci rassicura e ci invita a non vergognarcene. Fare pace con la propria piccolezza, vuol dire prendere consapevolezza dei propri limiti, eventualmente anche per affrontarli (non necessariamente per superarli).

Accogliere la propria piccolezza vuol dire allora riconoscere quello che sono, non con toni mortificanti o deprimenti, ma con la gioia di amarmi senza pretendere di stravolgere la mia identità. Sono piccolo perché non ho nessun problema a riconoscere che può esserci qualcuno più grande di me.

UN IMPEGNO

Provo a guardare con simpatia a un mio limite.

P. Gaetano Piccolo S.I.
Compagnia di Gesù (Societas Iesu)Fonte


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