Giudici degli altri
ร molto piรน facile condannare quello che non va negli altri, piuttosto che guardare il problema che รจ dentro di noi. Ciรฒ che รจ esterno ci appare piรน facile da gestire e da controllare, per questo tendiamo a cercare il male negli altri, piuttosto che in noi. Giudicando e condannando le perversioni altrui, ci illudiamo di metterci a posto. In realtร facciamo del male agli altri, senza risolvere il problema che ci portiamo dentro.
Coloro che passano il loro tempo e spendono le loro energie a indagare la vita degli altri alla ricerca di ipotetiche perversioni, stanno di solito cercando di difendersi. Lo si capisce soprattutto dallโefferatezza del giudizio: quando questa indagine sulla vita degli altri diventa frequente, esagerata, senza pietร , bisogna porsi qualche domanda sulle loro reali motivazioni. Probabilmente sono persone che fanno fatica a entrare in contatto con il loro male.
Giustizieri allโattacco
Come i protagonisti di questa pagina del Vangelo, i persecutori sono spesso scribi e farisei, persone cioรจ che si presentano come esperte della legge, pronte a difenderla a ogni costo (anche se generalmente il costo รจ la vita degli altri). Si presentano di solito con la maschera del giusto o, meglio, del giustiziere. Il loro scopo รจ quello di mettere in atto una guerra preventiva: farsi vedere subito pubblicamente come giusti, in modo che nessuno pensi di sottoporre proprio loro a giudizio. Si difendono attaccando.
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Come ogni guerra, anche questa ha bisogno di un sistema di spie: scribi e farisei dicono di aver colto la donna che gettano davanti a Gesรน in flagrante adulterio. ร lecito domandarsi come abbiano fatto: dovโerano per poterla cogliere in flagrante? Erano forse sotto le sue finestre? Chi รจ allora il vero perverso in questa situazione?
Generalmente questi giustizialisti si servono di persone manipolabili e ricattabili per ottenere le informazioni necessarie. Altre volte le spie sono persone che sperano di ottenere in cambio qualche briciola di visibilitร o di attenzione.
Rovesciare il gioco
I capitoli del Vangelo di Giovanni, in cui questo testo รจ inserito, ci presentano un momento di forte tensione tra Gesรน e i suoi avversari. Il vero imputato in questo falso processo รจ Gesรน stesso o forse addirittura la misericordia di Dio. I giustizialisti non possono accettare questo perdono senza limiti predicato da Gesรน: qualcuno va pure condannato, altrimenti viene meno la loro ragione di esistere.
Lโunica cosa che si puรฒ fare con gli scribi e i farisei di ogni tempo รจ rovesciare il gioco, trovando il modo per aiutarli a guardarsi dentro. ร esattamente quello che fa Gesรน in questo racconto.
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Il Vangelo descrive questa dinamica attraverso i movimenti di Gesรน: quando scribi e farisei arrivano, Gesรน รจ seduto (cf Gv 8,2b), si trova cioรจ nella posizione della Sapienza che giudica nel tribunale. Gesรน si china poi a scrivere per terra (cf Gv 8,6b). Non sappiamo cosa abbia scritto, ma, vista la reazione dei suoi interlocutori e sapendo che sono esperti della legge, possiamo ipotizzare che abbia scritto quei precetti della legge che essi conoscevano bene. In altre parole, Gesรน ha messo davanti a loro uno specchio, affinchรฉ si potessero vedere: il fatto che scribi e farisei, che adesso vogliono giudicare, non siano stati colti in flagrante, non li rende meno peccatori di questa donna.
Gesรน li aiuta dunque a fare quello che da soli non riescono a vivere, li aiuta cioรจ a guardarsi dentro, per rendersi conto che non sono meno peccatori degli altri. Gesรน li mette in contatto con quella parte oscura che si portano dentro e che non volevano vedere.
Morte o vita
Gesรน perรฒ si alza (cf Gv 8,7), come per dire che non sarร lui a giudicare. Si sottrae, non accetta di farsi mettere dagli altri nella parte del giudice, non si lascia manipolare. Scribi e farisei possono giudicare da soli la loro vita. E infatti se ne vanno.
Ora Gesรน รจ seduto di nuovo davanti a questa donna (cf Gv 8,8). Non cโรจ nessun altro. Gesรน รจ di nuovo nella posizione del giudice, ma si alza anche per lei (Gv 8,10). Gesรน potrebbe condannarla, ma non lo fa, perchรฉ il suo desiderio non รจ distruggere, ma dare vita, non รจ condannare, ma perdonare.
In questa donna umiliata, spiata, maltrattata, gettata davanti a un tribunale improvvisato, Gesรน legge il suo destino, quello che sta per accadergli. Lโesperienza di questa donna anticipa non solo quello che Gesรน sta per vivere, ma anche il destino di tanta povera gente lungo la storia.
Leggersi dentro
- Sono solito mettermi anchโio nellโatteggiamento del giudice o sono capace di avere uno sguardo di misericordia?
- Sono disposto a guardare quello che non va in me o tendo a cercare il problema sempre negli altri?
Per gentile concessione di P. Gaetano Piccolo S.I.
Fonte