Vita sprecata
Il rischio di sprecare la propria vita, di non sapere cosa farne, cโรจ sempre stato, ma forse oggi รจ ancora piรน frequente. Si puรฒ buttare la vita per pigrizia, perchรฉ non ci va di prenderci delle responsabilitร , si puรฒ sprecare la vita perchรฉ ci si ripiega su se stessi, ci si illude di essere felici mettendo il proprio io prima di ogni altra cosa, si puรฒ spegnere la propria vita perchรฉ ci alimentiamo di quel rancore che non permette alla fiamma di bruciare.
Nel tempo della persecuzione
I versetti del capitolo 5 di Matteo, che leggiamo in questa domenica, seguono immediatamente la pericope delle beatitudini, anzi ripartano proprio da quel voi con cui il testo si era chiuso: in quel voi ci siamo tutti noi che oggi leggiamo e ascoltiamo questo testo. Quel voi, alla fine del testo sulle beatitudini, era riferito a coloro che sono perseguitati e oltraggiati a causa del Vangelo.
ร il voi che si riferisce alla comunitร perseguitata: nelle difficoltร รจ difficile continuare a credere. Quando veniamo offesi, siamo tentati di rispondere con altro male, quando siamo criticati, siamo portati a difenderci dando giudizi ancora piรน sferzanti, quando siamo nella tempesta, pensiamo che Dio ci abbia abbandonato. ร difficile continuare a essere felici quando le cose non vanno bene.
Immagini della vita
Al contrario รจ proprio quello il momento in cui possiamo vivere piรน pienamente la beatitudine, aggrappandoci in maniera piรน forte al Signore. In quei momenti di difficoltร ci prende la tentazione di buttare via tutto e di spegnerci. ร in questo contesto forse che possiamo leggere le due immagini che Gesรน propone ai suoi discepoli: il sale e la luce.
In entrambi i casi possiamo parlare di una metafora missionaria, perchรฉ il sale e la luce vengono presentati come qualcosa che serve per altri: sale della terra e luce del mondo. La terra e il mondo sono delle esagerazioni che non si capiscono bene in relazione al sale e alla luce, ma forse servono semplicemente per dire che la prospettiva indica unโapertura, qualcosa che non riguarda solo noi stessi. ร una parola insolita che esagera e incuriosisce.
Discrezione
Il sale richiama innanzitutto lโimmagine del sapore: in diverse lingue cโรจ questa affinitร tra il sapore e la sapienza, ciรฒ che รจ insipido รจ immagine di ciรฒ che รจ insipiente, stolto. Il sale infatti รจ associato anche alla prudenza: occorre aggiungerlo nella misura giusta! Tutto, anche lโamore, va vissuto con discrezione.
Si puรฒ sbagliare anche esagerando nellโamore: lo zelo eccessivo per qualcosa di buono, per esempio lo zelo di una giovane suora per il suo percorso di studi, puรฒ portare a non vedere piรน la consorella anziana che le chiede aiuto; lโattaccamento alla propria opera, da parte di un missionario o di qualcuno che vi ha dedicato anni di lavoro, puรฒ impedire di fare delle scelte con libertร ; il sacrificio per il proprio lavoro, da parte di chi ne fa il luogo della propria realizzazione, puรฒ portare a fare terra bruciata nelle relazioni.
Scomparire
Il sale รจ immagine dellโamore anche perchรฉ dร sapore scomparendo: lascia il gusto, ma non lo vedi piรน. Lโamore a cui siamo chiamati รจ quello che ci fa scomparire. Se stai sempre in mezzo, anche se a fin di bene, quello non รจ amore. Se non sai farti da parte, quello non รจ vero amore. Se pretendi che bisogna sempre vederti perchรฉ tu sei capace, perchรฉ tu fai le scelte giuste e sei indispensabile, quello non รจ amore.
Il sale scompare, ma fa la differenza: una cosa รจ un cibo in cui รจ stata messa una giusta dose di sale, un cosa รจ un cibo in cui il sale non cโรจ. Il discepolo di Cristo fa la differenza lร dove รจ chiamato a stare.
Per qualcuno
Il sale รจ immagine dellโamore perchรฉ da solo non serve a niente. Non si mangia il sale, ma lo si usa per condire il cibo che prepari per qualcuno. Lโamore non serve a niente se non cโรจ qualcuno da amare. Puoi avere nel tuo cuore un profondo desiderio di amare, ma non serve a niente se non cominci mai a viverlo.
Noi suoi discepoli siamo il sale, siamo cioรจ coloro che sono chiamati ad amare cosรฌ. Se non amiamo in questo modo a che cosa serve essere suoi discepoli? Se non rispondiamo a questa vocazione chi darร sapore alle relazioni? La nostra vita di discepoli non servirร a niente, come il sale che non serve piรน e puรฒ essere calpestato.
Luce per illuminare
Anche lโimmagine della luce ci rimanda agli altri. La luce infatti serve affinchรฉ altri possano camminare sicuri, evitare i pericoli, percorrere la strada giusta. Il primo esempio di luce per gli altri indicato da Gesรน รจ la cittร sul monte: noi siamo chiamati a essere punto di riferimento. La cittร che splende nella notte permette a chi viaggia di orientarsi nel buio della notte. Se la cittร non risplende รจ difficile camminare perchรฉ tutto diventa tenebra, facilmente si puรฒ sbagliare strada, si puรฒ essere vittima di agguati o di bestie feroci.
Cโรจ una responsabilitร a cui siamo chiamati. Noi cristiani, noi come comunitร ecclesiale, noi come Chiesa, siamo per gli altri cittร sul monte che splende? Gesรน sembra dire alla comunitร perseguitata che proprio il modo in cui si sta nella persecuzione puรฒ diventare luce che orienta il cammino di chi guarda.
Non spegnerti!
La seconda immagine puรฒ essere letta sia a un livello comunitario che personale: la luce che non si mette sotto un secchio. La luce รจ nel linguaggio biblico anche immagine della Legge (Torah) che aiuta a camminare sulla giusta via, ma รจ anche immagine del Messia che viene. ร immagine inoltre della comunitร che รจ chiamata a vivere in modo tale da essere un esempio per gli altri, ma possiamo leggere questa immagine anche su un piano individuale.
Accade a volte, infatti, di mettere la propria vita sotto un secchio. E cosรฌ la vita si spegne. A volte cioรจ ci chiudiamo, ci rifiutiamo di vivere, ci basta sopravvivere. Credo che qui Gesรน ci stia anche invitando a non sprecare la nostra vita, a non rimanere tutta la vita sotto un secchio. Questa luce non รจ fatta per essere spenta. Capisco che a volte quel secchio possono avercelo messo addosso altri. Chiediamo allora al Signore di tirarci fuori, gridiamogli che noi vogliamo splendere, perchรฉ siamo stati pensati per questo.
Artigiani di bellezza
La luce che orienta anche la vita degli altri รจ quella che brilla attraverso le nostre azioni. In questa domenica ce lo ricorda anche il profeta Isaia: la nostra luce splende nelle tenebre se dividiamo il nostro pane con chi ha fame, se sappiamo accogliere chi non ha nessuno, se copriamo coloro che sono rimasti nudi, senza dignitร โฆ
Matteo chiama opere belle (ta kala erga) quelle azioni attraverso le quali possiamo far splendere la nostra luce. Non sono semplicemente azioni buone, non cโรจ nulla di moralistico, non รจ un modo di mettersi a posto la coscienza, ma le opere belle sono quelle di cui ci siamo presi cura, quelle che abbiamo realizzato con passione, quelle attraverso cui lasciamo splendere la bellezza del Vangelo. Siamo tutti chiamati a essere artisti della vita, artigiani di bellezza!
Leggersi dentro
- Riesci a dare sapore alle tue relazioni o ciรฒ che prepari per gli altri รจ insipido o eccessivamente salato?
- La tua vita sta brillando attraverso le tue azioni o la tua luce si รจ spenta?
per gentile concessione di P. Gaetano Piccolo S.I.
Fonte