Oggi smetto di lamentarmi!Trasformare la vita in una liturgia di lode
Un quadro desolante
Nella gara della vita, le logiche del mondo sembrano trionfare. Vincono sempre i violenti, gli arroganti, gli arrivisti, coloro che costruiscono il loro successo sul disprezzo e sullโinfelicitร degli altri. Chi invece affronta la vita con umiltร , cercando di evitare il male, chi รจ generoso, chi non cerca di danneggiare gli altri, finisce spesso con il soccombere. Sembra che questo mondo sia prigioniero di logiche perverse e inspiegabili.
Di fronte a questa lotta, il nostro sguardo spesso si ripiega. Diventiamo tristi, sgomenti. Gli occhi diventano prigionieri della terra e trasformiamo la vita in un lamento che non sa vedere piรน oltre. Quel sentimento che fu di Leopardi continua ad abitarci e forse anche nei nostri pensieri ritornano le parole che chiudono ilย Canto notturno di un pastore errante dellโAsia: ยซForse in qual forma, in quale
stato che sia, dentro covile o cuna,
รจ funesto a chi nasce il dรฌ nataleยป.
Alzare lo sguardo
Alla fine del Vangelo, i discepoli sono invece invitati ad alzare lo sguardo e a smettere di lamentarsi per rendersi conto che il Signore non li ha abbandonati, ma continua ad accompagnare la loro storia e quella dellโumanitร .
Il racconto dellโAscensione di Gesรน al cielo, alla fine del Vangelo e allโinizio degliย Atti degli apostoli, diventa per Luca il punto di incontro tra il tempo della presenza del Signore sulla terra e la vita della Chiesa che comincia. ร lรฌ che siamo invitati a trovare il modo in cui vivere la presenza di Dio in mezzo in noi. Lโascensione รจ nella lettura di Luca il tempo del ritorno: come infatti il primo Adamo รจ fuggito lontano da Dio, cosรฌ adesso il nuovo Adamo ritorna nella casa del Padre.
E apre quella strada a tutti noi. Se infatti il Figlio torna nella casa del Padre, egli rimane perรฒ ancora con noi, non piรน in una forma temporanea e fisica, ma in un modo permanente e spirituale.
La liturgia della vita
Gli ultimi versetti del Vangelo di Luca sono costruiti sullo schema di una liturgia, proprio perchรฉ vogliono introdurci in un modo nuovo di guardare alla vita. In alcuni codici, questi versetti si concludevano infatti con la parolaย Amen, proprio come alla fine di una preghiera. Leggiamo questi versetti alla luce anche dei capitoli nove e dieci della Lettera agli Ebrei, dove siamo invitati a entrare nel santuario per mezzo del sangue di Gesรน! (ct Eb 10,19).
Lโannuncio
Il testo del Vangelo di Luca comincia con un annuncio: ยซCosรฌ รจ scrittoโฆยป (Lc 24,46). Le parole di cui ci nutriamo cambiano la nostra vita. Spesso ritorniamo su pensieri falsi e deprimenti. Lโannuncio che apre questa liturgia รจ invece il ricordo di essere amati da Dio: non sempre รจ facile sentire questo amore, talvolta ci sentiamo abbandonati e soli. Proprio per questo รจ necessario ritornare continuamente ad ascoltare queste parole.
Lโepiclesi
Da soli ci perdiamo. Facilmente dimentichiamo. Per questo, il momento dellโannuncio รจ seguito dallโepiclesi, lโinvocazione dello Spirito santo (cf Lc 24,49). Allโinizio degliย Atti degli Apostoli, Luca ricorda con insistenza che lo Spirito รจ su di noi. Come il Padre ha compiuto la promessa di mandare il Figlio, ora quella promessa si compie nellโinvio dello Spirito. Il Figlio รจ il sacerdote che invoca su di noi questo dono: ยซabbiamo un sacerdote grande nella casa di Dioยป (Eb 10,21).
La testimonianza
Questa epiclesi ci rende testimoni (cf Lc 24,48). Non saremmo capaci di annunciare lโamore in questo mondo di dolore se non fossimo sostenuti dallโazione dello Spirito. ร il compito che Gesรน affida ai discepoli (cf At 1.8).
Di cosa siamo testimoni? Ma soprattutto in che modo potremo testimoniare? La Chiesa nasce plurale. ร una comunitร che testimonia. E siamo chiamati a farlo prima di tutto e fondamentalmente attraverso le relazioni che viviamo tra noi. Non possiamo testimoniare un Dio che รจ comunione se tra noi imperversa la divisione, non possiamo testimoniare un Dio che รจ perdono se tra noi ha gioco facile il rancore e lโintolleranza, non possiamo testimoniare la piccolezza di Dio se tra noi ci divoriamo per conquistare briciole di potere.
La benedizione
E sulla nostra vita, cosรฌ comโรจ, con i nostri fallimenti e le nostre ambiguitร , Gesรน dona la sua benedizione (cf Lc 24,50). ร una benedizione che va accolta, occorre lasciare che quella benedizione entri e plasmi la nostra vita: i discepoli non solo si prostrarono davanti a lui per accogliere quella benedizione, ma tornano a Gerusalemme. Cโรจ una conversione in atto, proprio come era avvenuto per i discepoli di Emmaus.
Questa liturgia di lode dunque non termina, perchรฉ i discepoli, dice Luca,ย stavano sempre nel Tempio lodando Dioย (Lc 24,53). La vita si รจ trasformata e, nonostante le persecuzioni e le accuse, รจ diventata una permanente liturgia di lode.
LโAmen
Il Vangelo vuole dunque condurci qui, vuole portarci a trasformare la nostra vita in una permanente liturgia di lode. Nonostante le fatiche, davanti allo spettacolo del male che sembra trionfare, noi siamo invitati ad alzare lo sguardo.ย Amen, allora,ย cosรฌ siaย la mia vita, possa diventare lode perchรฉ il Signore, vincitore della morte, non mi ha mai abbandonato!
Leggersi dentro
- La tua vita รจ un lamento o una liturgia di lode?
- In che modo ti stai impegnando a vivere il tuo compito di testimone di Cristo?
per gentile concessione di P. Gaetano Piccolo S.I.
Fonte