La fede non รจ automatica
Nella vita reale non ci sono automatismi: non ci si fida immediatamente, non si crede senza esitazione, non si comincia ad amare accedendo un interruttore. Tutto passa attraverso dubbi, domande e incertezze. La fiducia รจ un cammino che comincia con il rischio, lโaffetto รจ il frutto di un cammino che passa anche attraverso vie secondarie, smarrimentiย e ritorni.
Persino la fede, anche quella dei primi discepoli, non รจ un evento automatico o immediato. I racconti delle apparizioni del Risorto descrivono discepoli che sperimentano la fatica di credere, presi dalla paura e dal dubbio. Forse รจ proprio questo lo scopo dei racconti delle apparizioni: mostrarci degli esempi in cui rivederci. Tantโรจ vero che, stranamente, i Vangeli non raccontano lโapparizione di Gesรน a sua Madre, dal momento che, credo, Maria non ha mai dubitato della risurrezione del Figlio. ร cosรฌ insolita questa assenza, se non inquadrata in questo contesto, che santโIgnazio la inserisce comunque nelle contemplazioni della quarta settimana degli Esercizi spirituali.
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Porte chiuse
Come ben sappiamo รจ la paura che frena di solito i nostri slanci sia affettivi che spirituali. Il brano del Vangelo di questa domenica condensa queste paure attraverso lโimmagine delle porte chiuse del Cenacolo, un luogo che somiglia molto al nostro cuore. ร infatti il luogo in cui Gesรน ha consegnato la sua vita e lโha consegnata anche allโamico che lo tradiva. ร il luogo in cui Gesรน ha parlato e insegnato nellโintimitร della relazione. Ora quel luogo sembra paradossalmente un sepolcro abitato dalla morte, proprio mentre il sepolcro di Gesรน, al contrario, รจ vuoto ed รจ diventato spazio di vita.
Il posto di Gesรน
Gesรน non si rassegna davanti alla nostra paura e davanti alle porte chiuse del nostro cuore. Entra nonostante le porte chiuse e sta in mezzo, al centro, nel luogo che gli spetta e che tante volte gli abbiamo tolto. Sta nel mezzo della comunitร , in mezzo alla Chiesa, riappropriandosi di quel posto che tante volte abbiamo invece dato ad altri o di cui ci siamo appropriati.
Accogliere la pace
In quel luogo, in quei cuori abitati dalla paura, Gesรน porta la pace. Sembra perรฒ che i discepoli facciano fatica ad accoglierla, perchรฉ quel saluto รจ ripetuto, in questa pericope, per tre volte. E, guardandoci intorno, ci rendiamo conto quanto sia difficile e non scontato accogliere questo dono, perchรฉ la pace impegna, impegna al perdono. Dal dono della pace, nasce lโimpegno per la Chiesa a portare il perdono: una comunitร che non รจ capace di perdono รจ prima di tutto una comunitร che non trova pace in se stessa. Un cuore che non รจ capace di perdono รจ un cuore che non trova pace.
Testimonianza e responsabilitร
Nonostante lโincontro con il Risorto, nonostante Gesรน abbia attraversato le porte chiuse del cuore, dopo otto giorni quelle porte sono ancora chiuse. Il Cenacolo รจ ancora abitato dalla paura e dalla sfiducia: cโรจ ancora un cammino da fare, una conversione da intraprendere, la fede non รจ automatica.
Chi vede questa comunitร spaventata, chi osserva questo Cenacolo con le porte chiuse, perchรฉ dovrebbe credere che quelle persone hanno davvero incontrato il Risorto? La comunitร , il credente, ha una grande responsabilitร . Tommaso non ha infatti tutti i torti: perchรฉ dovrebbe credere che i suoi compagni hanno incontrato Gesรน Risorto se li vede ancora pieni di paura e chiusi dentro?
Increduli e credenti
Tommaso รจ detto โdidimoโ che possiamo tradurre come doppio o gemello. Entrambe le parole ci aiutano a capire qualcosa in piรน. Tommaso infatti รจ doppio perchรฉ alterna fede e incredulitร : un poโ non crede, un poโ crede, un poโ si allontana dalla comunitร , un poโ ritorna. Ma รจ anche gemello, cioรจ ha un altro che gli somiglia e quellโaltro sono io: nella mia incredulitร , nella mia esitazione, sono come lui!
Le ferite non sono inutili
Questo cammino di riconoscimento, di scoperta e di apertura, avviene non attraverso lโimmagine migliore piรน riuscita, ma attraverso le ferite: Gesรน si fa riconoscere attraverso le sue ferite. E ci insegna cosรฌ che le ferite della nostra vita non sono inutili, ma costituiscono la nostra identitร , dicono chi siamo, raccontano la nostra storia. E lโamore deve partire da lรฌ: dal contemplare e riconoscere le ferite dellโaltro. Quando si ama, non si cercano le prove, ci si fida: perciรฒ sono beati, cioรจ felici, coloro che non hanno bisogno continuamente di mettere il dito nella piaga dellโaltro per potergli credere! Tommaso, come noi, sta imparando ad amare.
Leggersi dentro
- In che condizioni sono le porte del mio cuore? Chiuse per la paura? Socchiuse o spalancate?
- Come potrei descrivere la mia relazione con Gesรน in questo momento della mia vita?
Per gentile concessione di P. Gaetano Piccolo S.I.
Fonte