p. Gaetano Piccolo S.I. โ€“ Commento al Vangelo di domenica 17 Maggio 2020

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Il linguaggio dellโ€™amore

Lโ€™amore ha bisogno di strade su cui camminare. Non esiste lโ€™amore in astratto. Lโ€™amore ha bisogno di un linguaggio, ha bisogno di gesti attraverso i quali farsi vedere. Giร  santโ€™Ignazio diceva, negli Esercizi spirituali [230], che lโ€™amore รจ da porre piรน nei fatti che nelle parole. Lโ€™amore ha bisogno di uno spazio in cui collocarsi, come un giardino che fiorisce dentro i suoi confini. Al di fuori di quello spazio cโ€™รจ polvere ed erbacce, cโ€™รจ la terra di nessuno, la strada calpestata dai passanti.

Ogni amore ha bisogno di criteri, di canali attraverso cui passare, ha bisogno della sua liturgia. รˆ proprio su questo modello umano che Dio costruisce il suo amore per noi: lโ€™uomo, tratto dalla polvere, riceve forma ed รจ collocato in un giardino. E in quel giardino ci sono degli alberi che delimitano uno spazio, sono punti di riferimento per evitare che lโ€™uomo si perda nello spazio della relazione.

Questa immagine racconta la storia di Israele, tirato fuori dalla schiavitรน dellโ€™Egitto e rapito in una storia dโ€™amore. Per vivere quella relazione cโ€™รจ bisogno di criteri, di concretezza, di gesti: per questo Dio dona al popolo delle parole che possano aiutarlo a capire come rimanere nellโ€™amore con Lui.

La relazione con Gesรน

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Nel testo del Vangelo di questa domenica, Gesรน ripete ancora il suo desiderio di un amore vero, che non si perde nei proclami romantici, ma sceglie la concretezza dei gesti: i comandamenti sono i confini che ci aiutano a rimanere dentro il giardino, ci permettono di riconoscere quello spazio, di sapere che stiamo dentro la relazione, ci aiutano a non s-confinare, cioรจ a non perderci.

Come ogni relazione, anche quella dei discepoli con Gesรน deve affrontare il cambiamento. Ci sono sempre passaggi importanti che ci chiedono di vivere lโ€™amore in un modo nuovo. La relazione dei discepoli con Gesรน deve passare dalla contingenza del tempo, della storia vissuta con lui sulle strade dโ€™Israele, allโ€™eternitร  del cuore.

Ci accorgiamo che un amore รจ autentico quando nessuna distanza lo distrugge: solo se la comunione รจ autentica, lโ€™amore resta e supera ogni separazione.

Rimanere orfani?

I discepoli si sono trovati davanti allโ€™esperienza dolorosa di rimanere orfani. Hanno dovuto affrontare la paura di perdere Gesรน, di non averlo piรน accanto, proprio come chi perde il padre, lโ€™amico o il maestro. Ma proprio grazie allโ€™esperienza dei primi discepoli, noi possiamo essere certi che la presenza del Signore non viene mai meno: ยซnon vi lascio orfaniยป (Gv 20,18) รจ la promessa che Gesรน fa al credente di ogni tempo.

Diventare orfani significa vivere lโ€™esperienza del vuoto, significa rimanere sospesi. Quando si rimane orfani di un genitore si apre davanti a noi anche una possibilitร  di crescita: รจ il momento in cui, come dice Recalcati, possiamo veramente diventare eredi, diventiamo adulti, possiamo assumere responsabilmente tutto quello che il padre ci ha lasciato.

Accogliere un dono senza fine

Nella relazione dei primi discepoli con Gesรน, la separazione crea lo spazio per accogliere il dono di una presenza intima e costante di Dio nel loro cuore. รˆ il dono che Gesรน fa a tutta la Chiesa, il dono del Paraclito, Colui che รจ chiamato (kaleo) per stare accanto (para) a noi. รˆ lโ€™avvocato che intercede a nostro favore nel processo che il mondo intenta contro di noi per spaventarci, per accusarci, per deriderci. Il Paraclito scende nella lotta al posto nostro, proprio come un padre che combatte per il figlio, come un padre pronto a dare la vita.

Questo amore cosรฌ profondo non puรฒ essere visto da tutti: il mondo si ferma alla superficialitร  delle cose, non arriva a scrutare il cuore. Per questo il mondo non รจ capace di vedere la presenza di Dio, che pure รจ nascosta in ogni cosa. Chi guarda lโ€™immediatezza del piacere, della soddisfazione e della rivendicazione non coglie la profonditร  della comunione. Dio parla un altro linguaggio, che si esprime nella proposizione in: ยซio sono nel Padre mio e voi in me e io in voiยป (Gv 14,20). Chi รจ attento allโ€™esterioritร , allโ€™immagine, non potrร  mai assaporare la bellezza dellโ€™intimitร  di Dio custodita nel cuore.

Leggersi dentro

  • Attraverso quali segni riconosci in te la presenza dello Spirito?
  • Che cosa ti aiuta a custodire la relazione dโ€™amore con Dio?

 

don gaetano piccoloP. Gaetano Piccolo S.I.
Compagnia di Gesรน (Societas Iesu) โ€“ Fonte


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