Quella inevitabile sete
La paura della luce
Fin da subito Giovanni ci mette in questo contesto nuziale, collocando la scena intorno a un pozzo, luogo in cui si combinavano i matrimoni (cf Gn 24; Gn 29; Es 2). La presenza di Gesù sconvolge i piani di questa donna: se qualcuno va a prendere l’acqua a mezzogiorno, probabilmente non vuole incontrare nessuno. Questa donna non vuole essere vista, altrimenti non si sottoporrebbe alla fatica di uscire a mezzogiorno e di portarsi addosso, sotto il sole cocente, il peso di un’anfora piena d’acqua. E del resto non correrebbe il rischio evidente di portarsi a casa un’acqua ormai calda dopo aver camminato sotto il sole di mezzogiorno.
Ma l’ora sesta non è solo quella in cui il sole è più alto, è anche il momento in cui c’è più luce. È il momento in cui si può vedere meglio. Questa sarà infatti l’ora in cui Gesù si lascerà vedere, ma sarà anche l’occasione per questa donna di vedere meglio dentro se stessa.
Chi è il più forte?
Al contrario, Gesù le mette davanti il suo inerme desiderio: ho sete! Sono le stesse parole che Gesù dirà sulla croce. Sì, Gesù ha sete della salvezza di questa donna, ha sete della felicità di ciascuno di noi. Vuole dare risposta a quel desiderio di vita piena che ciascuno di noi si porta nel cuore, dentro quel cuore che a volte è proprio un abisso come un pozzo, dal quale non riusciamo più a tirar fuori l’acqua che dà vita.
Una storia sbagliata
Si tratta di una storia complicata, che la gente ha sicuramente giudicato e condannato. E forse proprio per questo motivo questa donna samaritana era solita recarsi al pozzo quando non poteva essere vista, forse per non sentire lo sguardo delle altre donne sui suoi errori. Si tratta di una storia che parla di cinque mariti, a cui si aggiunge un sesto uomo che non è neppure suo marito. Questo numero sei allude a un’imperfezione e rimanda a un bisogno di completezza. Le manca lo sposo vero, il settimo, colui che può rispondere al suo desiderio di essere amata. Gesù si rivela qui come lo sposo vero che dà pienezza a quel desiderio profondo che ciascuno di noi si porta nel cuore.
Un muro teologico
Ma anche attraverso quel groviglio di ragionamenti, Gesù sa farsi avanti e si lascia vedere in tutta la sua bellezza: sono io che ti parlo. È come dire: sono qui per te. Mi sono avvicinato proprio a te.
Perdere la brocca
Alla fine di questo incontro, la donna samaritana ci viene presentata come una persona innamorata e disarmata. Corre via ad annunciare quello che ha vissuto, il suo incontro d’amore. Si è sentita finalmente amata e vuole dirlo a tutti. È l’amore che ci spinge ad annunciare il Vangelo! E nell’intento di gridare la sua gioia, la donna lascia la brocca ai piedi di Gesù: quella brocca è il suo passato. Il peso di quella brocca, che doveva portare sulla sua testa piena d’acqua sotto il sole di mezzogiorno, le ricordava ogni volta la sua vita complicata e dolorosa. Ma adesso, finalmente, può lasciare quel peso ai piedi di Gesù. Il suo passato è consegnato. E solo così può avere la leggerezza per andare ad annunciare il Vangelo.
Ma quella brocca era anche l’arma che aveva cercato di brandire davanti a Gesù, facendogli notare che solo lei aveva un mezzo per attingere acqua dal pozzo. Adesso, però, è una donna disarmata, non ha più bisogno di difendersi davanti a Gesù, può lasciarsi vedere in tutta la sua fragilità.
Missionari perché amati
L’amore ci rende missionari. Molti pensano di annunciare il Vangelo dei doveri, degli obblighi e dei moralismi. Ma si capisce subito quando una persona, soprattutto un sacerdote, sta annunciando il vangelo dell’amore o sta annunziando se stesso e le sue manie. Solo chi ha fatto l’esperienza di sentirsi amato nella sua debolezza può annunciare veramente Cristo come Salvatore.
Sì, abbiamo bisogno di diventare testimoni e annunciatori come questa donna, ma dobbiamo poi lasciare alle persone la possibilità di vivere un incontro personale con Gesù. La nostra mediazione è fondamentale, ma poi dobbiamo essere capaci, anche come educatori, di farci da parte e creare le condizioni perché ciascuno possa incontrare personalmente il Signore. Questa donna si è fatta da parte e ha permesso agli altri di diventare adulti nella fede.
Leggersi dentro
- Qual è la cosa più ti manca in questo momento della vita?
- Vivi sotto il peso del tuo passato o riesci a consegnarlo a Gesù?
P. Gaetano Piccolo S.I.
Compagnia di Gesù (Societas Iesu) – Fonte