p. Gaetano Piccolo S.I. โ€“ Commento al Vangelo di domenica 10 Novembre 2019 โ€“ Congregazione per il Clero

Imparare a contare i propri giorni

Una delle regole per fare una scelta รจ, secondo Santโ€™Ignazio di Loyola, negli Esercizi spirituali [al n. 186], quella di immaginarsi in punto di morte e riguardare da lรฌ la propria vita: โ€œmi chiederรฒ allora quale criterio e misura avrei voluto tenere in quella sceltaโ€.

Ignazio sta rievocando una lunga tradizione spirituale che ha visto nella meditazione sulla morte un valido esercizio per riconoscere il senso piรน profondo dellโ€™esistenza. Si tratta di una tradizione che ovviamente si fonda sulla sapienza biblica, basti pensare al Salmo 90, in cui il salmista prega Dio affinchรฉ gli insegni a contare i suoi giorni. รˆ questa infatti lโ€™unica via per ottenere la sapienza del cuore.

Ci sono due modi di guardare la morte: il primo consiste nel vederla come la fine drammatica della propria vita, il limite di unโ€™esistenza che rischia di restare senza senso โ€“ รจ lo sguardo cupo che conduce a pensare che in fondo รจ inutile affaticarsi in questa vita โ€“ oppure la morte puรฒ essere vista come la soglia da attraversare per continuare la vita per sempre. Puรฒ sembrare strano, ma la nostra fede, come dice San Paolo, si gioca in questo sguardo, perchรฉ da questo dipende il modo in cui ciascuno vive. La vita del cristiano รจ iniziata con il battesimo e non finirร  piรน, da quel fonte battesimale รจ cominciata la vita eterna!

La paura della morte

La nostra cultura tende invece a esorcizzare la morte, ci fa paura, vorremmo eliminarne le tracce. E per questo, proviamo a ironizzare sulla morte, proprio come fanno i Sadducei di questo testo del Vangelo. I Sadducei, come alcuni nostri contemporanei, anche che si dicono cristiani, dicono no a tutto, non credono quasi a niente, non credono agli angeli nรฉ agli spiriti, della Bibbia, essi salvavano solo il Pentateuco, e soprattutto non credevano alla risurrezione.

I Sadducei erano i grandi latifondisti del tempo, ricchi proprietari terrieri, che temevano di perdere le loro proprietร . Proprio per questo avevano paura che il patrimonio si disperdesse nella suddivisione tra i discendenti. Ecco perchรฉ li vediamo ironizzare su un istituto estremamente importante per il pio israelita, cioรจ quella legge del levirato che imponeva al fratello del defunto di prendere in moglie la vedova per dare una discendenza a chi moriva. Dietro questa legge cโ€™รจ un profondo desiderio religioso: colui che moriva avrebbe potuto vedere lโ€™avvento del Messia, tanto atteso dagli Ebrei, attraverso gli occhi della sua discendenza. Chi invece non aveva discendenza non avrebbe avuto piรน la speranza di colmare quellโ€™attesa fondamentale di vedere il Messia.

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Incapaci di generare vita

I Sadducei sono persone che vivono radicate nel loro benessere e cercano di esorcizzare ogni attentato alla loro proprietร . Anche in questo la loro mentalitร  si ritrova molto in quella contemporanea. Proprio per mettere in ridicolo questa prassi, che contrastava con il loro attaccamento ai beni, inventano una storia che in realtร  parla inconsapevolmente proprio di loro. Raccontano infatti di una donna che non riesce a generare e di uomini che la prendono in moglie, lโ€™uno dopo lโ€™altro. Uomini che muoiono senza dare vita.

Ecco chi sono i Sadducei. Ma ecco ciรฒ che spesso siamo anche noi: persone cosรฌ attaccate alle loro cose da diventare incapaci di generare. La nostra vita diventa sterile perchรฉ non siamo piรน capaci di donare. Tratteniamo invece di dare. Ci illudiamo di possedere, fino a quando la realtร  bussa alla nostra porta e ci costringe a renderci conto che non cโ€™รจ nulla che possiamo considerare nostra proprietร . Tutto ci viene donato, eppure noi confondiamo il dono con un possesso. Vigiliamo ingenuamente sulle nostre proprietร , sulle nostre relazioni, sui nostri ruoli, sui nostri affetti, dimenticando che tutto passa.

Proprio come gli uomini della storia che inventano, i Sadducei non vivono lโ€™amore, ma vogliono possedere: quei mariti prendevano moglie, considerano la donna come un oggetto, una parte della proprietร . Quando le relazioni sono vissute come possesso diventano appunto sterili. Le persone invece vanno accolte, non prese!

Non รจ lโ€™ultima parola

Quando cominceremo a vivere la logica del dono, non solo entreremo nella vita eterna, ma cominceremo a diventare simili a Dio. รˆ Lui infatti il primo a vivere cosรฌ, รจ Lui il primo che si รจ espropriato di se stesso per fare spazio allโ€™umanitร . รˆ Lui che per primo ha donato la vita senza trattenerla.

Il nostro Dio, dice Gesรน, รจ il Dio dei Viventi, non dei morti. Vuol dire che la morte non ha a che fare con Lui. Tutto quello che รจ morte, lโ€™egoismo, la divisione, la superbia, lโ€™invidia, la pauraโ€ฆtutto quello che ha i segni della morte non appartiene a Dio. La morte allora non puรฒ essere mai lโ€™ultima parola, perchรฉ noi apparteniamo a Dio!

Leggersi dentro

  • Se oggi fosse lโ€™ultimo giorno della tua vita, come valuteresti le scelte importanti che hai fatto?
  • Quale immagine di Dio nasconde il tuo modo di guardare alla morte?

don gaetano piccoloP. Gaetano Piccolo S.I.
Compagnia di Gesรน (Societas Iesu) โ€“ Fonte

Letture della
XXXII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO โ€“ ANNO C

Prima Lettura

Il re dellโ€™universo ci risusciterร  a vita nuova ed eterna.

Dal secondo libro dei Maccabรจi
2 Mac 7,1-2.9-14

 
In quei giorni, ci fu il caso di sette fratelli che, presi insieme alla loro madre, furono costretti dal re, a forza di flagelli e nerbate, a cibarsi di carni suine proibite.
 
Uno di loro, facendosi interprete di tutti, disse: ยซChe cosa cerchi o vuoi sapere da noi? Siamo pronti a morire piuttosto che trasgredire le leggi dei padriยป.
 
[E il secondo,] giunto allโ€™ultimo respiro, disse: ยซTu, o scellerato, ci elimini dalla vita presente, ma il re dellโ€™universo, dopo che saremo morti per le sue leggi, ci risusciterร  a vita nuova ed eternaยป.
 
Dopo costui fu torturato il terzo, che alla loro richiesta mise fuori prontamente la lingua e stese con coraggio le mani, dicendo dignitosamente: ยซDal Cielo ho queste membra e per le sue leggi le disprezzo, perchรฉ da lui spero di riaverle di nuovoยป. Lo stesso re e i suoi dignitari rimasero colpiti dalla fierezza di questo giovane, che non teneva in nessun conto le torture.
 
Fatto morire anche questo, si misero a straziare il quarto con gli stessi tormenti. Ridotto in fin di vita, egli diceva: ยซรˆ preferibile morire per mano degli uomini, quando da Dio si ha la speranza di essere da lui di nuovo risuscitati; ma per te non ci sarร  davvero risurrezione per la vitaยป.

Parola di Dio

Salmo Responsoriale

Dal Sal 16 (17)
R. Ci sazieremo, Signore, contemplando il tuo volto.

Ascolta, Signore, la mia giusta causa,
sii attento al mio grido.
Porgi lโ€™orecchio alla mia preghiera:
sulle mie labbra non cโ€™รจ inganno. R.
 
Tieni saldi i miei passi sulle tue vie
e i miei piedi non vacilleranno.
Io tโ€™invoco poichรฉ tu mi rispondi, o Dio;
tendi a me lโ€™orecchio, ascolta le mie parole, R.
 
Custodiscimi come pupilla degli occhi,
allโ€™ombra delle tue ali nascondimi,
io nella giustizia contemplerรฒ il tuo volto,
al risveglio mi sazierรฒ della tua immagine. R.

Seconda Lettura

Il Signore vi confermi in ogni opera e parola di bene.

Dalla seconda lettera di san Paolo apostolo ai Tessalonicรฉsi
2 Ts 2,16 โ€“ 3,5

 
Fratelli, lo stesso Signore nostro Gesรน Cristo e Dio, Padre nostro, che ci ha amati e ci ha dato, per sua grazia, una consolazione eterna e una buona speranza, conforti i vostri cuori e li confermi in ogni opera e parola di bene.
 
Per il resto, fratelli, pregate per noi, perchรฉ la parola del Signore corra e sia glorificata, come lo รจ anche tra voi, e veniamo liberati dagli uomini corrotti e malvagi. La fede infatti non รจ di tutti. Ma il Signore รจ fedele: egli vi confermerร  e vi custodirร  dal Maligno.
 
Riguardo a voi, abbiamo questa fiducia nel Signore: che quanto noi vi ordiniamo giร  lo facciate e continuerete a farlo. Il Signore guidi i vostri cuori allโ€™amore di Dio e alla pazienza di Cristo.

Parola di Dio

Vangelo

Dio non รจ dei morti, ma dei viventi.

Dal Vangelo secondo Luca
Lc 20, 27-38

 
In quel tempo, si avvicinarono a Gesรน alcuni sadducรจi โ€“ i quali dicono che non cโ€™รจ risurrezione โ€“ e gli posero questa domanda: ยซMaestro, Mosรจ ci ha prescritto: โ€œSe muore il fratello di qualcuno che ha moglie, ma รจ senza figli, suo fratello prenda la moglie e dia una discendenza al proprio fratelloโ€. Cโ€™erano dunque sette fratelli: il primo, dopo aver preso moglie, morรฌ senza figli. Allora la prese il secondo e poi il terzo e cosรฌ tutti e sette morirono senza lasciare figli. Da ultimo morรฌ anche la donna. La donna dunque, alla risurrezione, di chi sarร  moglie? Poichรฉ tutti e sette lโ€™hanno avuta in moglieยป.
 
Gesรน rispose loro: ยซI figli di questo mondo prendono moglie e prendono marito; ma quelli che sono giudicati degni della vita futura e della risurrezione dai morti, non prendono nรฉ moglie nรฉ marito: infatti non possono piรน morire, perchรฉ sono uguali agli angeli e, poichรฉ sono figli della risurrezione, sono figli di Dio. Che poi i morti risorgano, lo ha indicato anche Mosรจ a proposito del roveto, quando dice: โ€œIl Signore รจ il Dio di Abramo, Dio di Isacco e Dio di Giacobbeโ€. Dio non รจ dei morti, ma dei viventi; perchรฉ tutti vivono per luiยป.

Parola del Signore

Oppure forma breve Lc 20,27.34-38
Dio non รจ dei morti, ma dei viventi.
Dal Vangelo secondo Luca
 
In quel tempo, disse Gesรน ad alcuni sadducรจi, i quali dicono che non cโ€™รจ risurrezione:
 
ยซI figli di questo mondo prendono moglie e prendono marito; ma quelli che sono giudicati degni della vita futura e della risurrezione dai morti, non prendono nรฉ moglie nรฉ marito: infatti non possono piรน morire, perchรฉ sono uguali agli angeli e, poichรฉ sono figli della risurrezione, sono figli di Dio.
 
Che poi i morti risorgano, lo ha indicato anche Mosรจ a proposito del roveto, quando dice: โ€œIl Signore รจ il Dio di Abramo, Dio di Isacco e Dio di Giacobbeโ€. Dio non รจ dei morti, ma dei viventi; perchรฉ tutti vivono per luiยป.

Parola del Signore

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