p. Gaetano Piccolo S.I. – Commento al Vangelo di domenica 1 Marzo 2020 – Congregazione per il Clero

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Chi sono?

La conoscenza di se stessi รจ certamente unโ€™impresa ardua ed esigente. Santโ€™Agostino diceva di essere diventato una grande domanda persino per se stesso. Il cuore dellโ€™uomo รจ un abisso (Sal 63,7) e difficilmente arriviamo a comprendere fino in fondo chi siamo. Eppure, mi verrebbe da dire, a volte basta semplicemente guardare a quello che facciamo: le nostre scelte, i nostri comportamenti, le nostre reazioni parlano di noi. รˆ vero forse che in molte occasioni preferiamo non guardare. La vita รจ quel banco di prova sul quale siamo chiamati continuamente ad affrontare la verifica di ciรฒ che siamo diventati, proprio come un alunno che periodicamente viene messo alla prova non solo per essere valutato, ma perchรฉ comprenda dovโ€™รจ arrivato e qual รจ il cammino che ancora deve percorrere.

Le prove quotidiane

La vita รจ continuamente il luogo della prova, affrontando la quale veniamo fuori per quello che siamo. La tentazione evangelica, letteralmente โ€œessere messi alla provaโ€, riguarda la nostra quotidianitร . Non a caso, sia la prima tentazione biblica, ovvero quella raccontata nel terzo capitolo della Genesi, sia la prima tentazione di Gesรน nel deserto, riguardano il mangiare, quindi una dimensione quotidiana, con la quale abbiamo inevitabilmente a che fare. La nostra realtร  quotidiana รจ fatta di desideri e bisogni, di pensieri e relazioni, ed รจ su tutto questo che il Nemico si mette allโ€™opera. La tentazione si radica dentro le nostre dinamiche umane, approfitta di quello che siamo. Essa diventa una realtร  spirituale perchรฉ va a incidere sulla nostra relazione con Dio, ma opera inevitabilmente sulla nostra umanitร .

Prendere le distanze

Proprio per questo motivo, prima di agire, sarebbe fruttuoso prendere le distanze, guardare ciรฒ che abbiamo davanti, interrompere la sequenza delle azioni per riflettere e decidere. Il tempo di Gesรน nel deserto รจ infatti il tempo del digiuno: mi fermo, prendo le distanze dal cibo che mi sta davanti, mi prendo il tempo di capire che cosa voglio veramente mangiare. Nellโ€™abbuffata delle emozioni quotidiane รจ difficile riconoscere veramente dove trovo gusto e dove mi sto avvelenando, perchรฉ tutto รจ confuso e mischiato.

Gesรน รจ spinto dunque dallo Spirito nel deserto per prendere distanza soprattutto dalle tante attese che in quel periodo venivano caricate sulla figura del Messia. Dopo il Battesimo, ovvero dopo aver accolto lโ€™invito del Padre a iniziare lโ€™annuncio della buona notizia, Gesรน deve decidere, prendendo le distanza da tutte queste attese, quale tipo di Messia vuole essere. Il deserto e i quaranta giorni e quaranta notti dicono innanzitutto che vuole essere un uomo vicino al suo popolo al punto da riviverne in qualche modo lโ€™esperienza per poterlo comprendere meglio. Quel luogo e quel tempo evocano infatti il cammino di Israele nel deserto, quel viaggio che diventerร  fondamentale ed emblematico nella vita del popolo, il punto di riferimento di tutta la sua esperienza spirituale.

La confusione

Il modo in cui Gesรน affronta la tentazione lo rivela, dice chi vuole essere, quali sono i suoi criteri, a cominciare dalla sua fedeltร  alla Legge: tutte le sue risposte al Nemico sono citazioni prese da libro del Deuteronomio. La tentazione infatti, proprio come nel terzo capitolo della Genesi, opera sempre cercando di distorcere il volto di Dio e confondendo i nostri pensieri.

Alla donna, il serpente racconta una storia confusa, ma in parte vera: Dio infatti aveva chiesto solo di non mangiare dellโ€™albero che era in mezzo al giardino, ma il serpente chiede se Dio ha detto di non mangiare di nessun albero del giardino. E la donna si confonde, perchรฉ non era presente quando Dio aveva dato quel comando. La donna, come molte volte anche noi, conosce le parole di Dio solo per sentito dire, senza una familiaritร  e una costanza.

Lei stessa si confonde e afferma che Dio avrebbe detto di non mangiare e di non toccare lโ€™albero che รจ in mezzo al giardino. Il serpente presenta pian piano Dio come un padrone che vuole togliere e rendere schiavi, porta infatti lo sguardo della donna sullโ€™unico divieto, distogliendo lโ€™attenzione da tutto il bene infinito che Dio aveva donato. Cosรฌ anche noi siamo tentati di portare lo sguardo sul dettaglio negativo piuttosto che godere di tutto il bene reale.

Pensa prima a te!

Al contrario, Gesรน ci mostra come sia possibile affrontare le prove della vita. La prima tentazione riguarda una dinamica molto presente nella nostra esperienza: il Nemico vuole indurre Gesรน a pensare a se stesso. Piuttosto che pensare agli altri, il Nemico suggerisce a Gesรน di cominciare a pensare innanzitutto alla sua fame: ne ha il diritto e ne ha anche la possibilitร . Nessuno lo vedrebbe. Puรฒ fare quello che vuole. Anche noi siamo spesso tentati di pensare prima di tutto a noi stessi, quasi come se fosse un segno di maturitร  e di autonomia. Non dico certo che non mi importa degli altri, ma ci penserรฒ dopo aver curato i miei interessi.

Gesรน reagisce rifiutando la logica del privilegio: mangerร  insieme agli altri, mangerร  se e quando potranno mangiare anche gli altri.

Servirsi o servire

La seconda tentazione riguarda il rapporto con Dio, ma piรน in generale il modo di vivere le relazioni. Quando in una relazione infatti ci sentiamo sicuri, tendiamo ad approfittarne, mettiamo lโ€™altro alla prova, tiriamo la corda, quasi per misurare fin dove arriva il suo amore. รˆ la dinamica del bambino, che fa i capricci per capire fin dove puรฒ arrivare con le sue pretese. Molte nostre relazioni, impostate su questa dinamica, sono infatti relazioni infantili. Il tentatore suggerisce a Gesรน di servirsi di Dio piuttosto che servire Dio, cosรฌ come noi spesso ci serviamo degli altri piuttosto che servirli con il nostro amore. Quando nella relazione con Dio, quasi sotto lโ€™apparenza di una profonda vita spirituale, lo mettiamo alla prova, avanziamo pretese e lo sfidiamo con i ricatti, abbiamo giร  ceduto alla tentazione.

Il fine e i mezzi

La terza tentazione รจ quella piรน subdola, perchรฉ propone un fine buono da raggiungere perรฒ attraverso una logica cattiva: il Nemico presenta a Gesรน i Regni della terra e gli propone di salvarli alleandosi con il Male. รˆ una tentazione ricorrente sia nelle piccole vicende della vita, sia in quelle piรน grandi delle istituzioni che fanno la storia. Si tratta di giustificare un fine buono passando attraverso il compromesso con il male: รจ la raccomandazione che cerchiamo per raggiungere un obiettivo, รจ la corruzione per ottenere un appalto, รจ il compromesso con la politica per lโ€™approvazione di una legge che ci interessa e che certamente porterร  del bene. Gesรน, sia chiaro, rifiuta questo compromesso con il male e sceglie di salvare il mondo mediante una logica diversa: รจ la logica della croce, la logica della sofferenza e delle rinuncia, la logica dellโ€™umiliazione e del sacrificio.

Leggersi dentro

  • In che modo la tentazione entra di solito nella tua vita?
  • Da che cosa sei chiamato a digiunare per rimettere ordine nella tua vita?

don gaetano piccoloP. Gaetano Piccolo S.I.
Compagnia di Gesรน (Societas Iesu)Fonte


Letture della Domenica
I DOMENICA DI QUARESIMA โ€“ ANNO A
Colore liturgico: VIOLA

Prima Lettura

La creazione dei progenitori e il loro peccato.

Dal libro della Gรจnesi
Gen 2,7-9; 3,1-7

Il Signore Dio plasmรฒ l’uomo con polvere del suolo e soffiรฒ nelle sue narici un alito di vita e l’uomo divenne un essere vivente. Poi il Signore Dio piantรฒ un giardino in Eden, a oriente, e vi collocรฒ l’uomo che aveva plasmato. Il Signore Dio fece germogliare dal suolo ogni sorta di alberi graditi alla vista e buoni da mangiare, e l’albero della vita in mezzo al giardino e l’albero della conoscenza del bene e del male. Il serpente era il piรน astuto di tutti gli animali selvatici che Dio aveva fatto e disse alla donna: ยซรˆ vero che Dio ha detto: Non dovete mangiare di alcun albero del giardino?ยป. Rispose la donna al serpente: ยซDei frutti degli alberi del giardino noi possiamo mangiare, ma del frutto dell’albero che sta in mezzo al giardino Dio ha detto: Non dovete mangiarne e non lo dovete toccare, altrimenti morireteยป. Ma il serpente disse alla donna: ยซNon morirete affatto! Anzi, Dio sa che il giorno in cui voi ne mangiaste si aprirebbero i vostri occhi e sareste come Dio, conoscendo il bene e il maleยป. Allora la donna vide che l’albero era buono da mangiare, gradevole agli occhi e desiderabile per acquistare saggezza; prese del suo frutto e ne mangiรฒ, poi ne diede anche al marito, che era con lei, e anch’egli ne mangiรฒ. Allora si aprirono gli occhi di tutti e due e conobbero di essere nudi; intrecciarono foglie di fico e se ne fecero cinture.

Parola di Dio

Salmo Responsoriale

Dal Sal 50 (51)

R. Perdonaci, Signore: abbiamo peccato.

Pietร  di me, o Dio, nel tuo amore;
nella tua grande misericordia
cancella la mia iniquitร .
Lavami tutto dalla mia colpa,
dal mio peccato rendimi puro. R.

Sรฌ, le mie iniquitร  io le riconosco,
il mio peccato mi sta sempre dinanzi.
Contro di te, contro te solo ho peccato,
quello che รจ male ai tuoi occhi, io l’ho fatto. R.

Crea in me, o Dio, un cuore puro,
rinnova in me uno spirito saldo.
Non scacciarmi dalla tua presenza
e non privarmi del tuo santo spirito. R.

Rendimi la gioia della tua salvezza,
sostienimi con uno spirito generoso.
Signore, apri le mie labbra
e la mia bocca proclami la tua lode. R.

Seconda Lettura

Dove ha abbondato il peccato, ha sovrabbondato la grazia.

Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani
Rm 5,12-19

Fratelli, come a causa di un solo uomo il peccato รจ entrato nel mondo e, con il peccato, la morte, cosรฌ in tutti gli uomini si รจ propagata la morte, poichรฉ tutti hanno peccato. Fino alla Legge infatti c’era il peccato nel mondo e, anche se il peccato non puรฒ essere imputato quando manca la Legge, la morte regnรฒ da Adamo fino a Mosรจ anche su quelli che non avevano peccato a somiglianza della trasgressione di Adamo, il quale รจ figura di colui che doveva venire. Ma il dono di grazia non รจ come la caduta: se infatti per la caduta di uno solo tutti morirono, molto di piรน la grazia di Dio, e il dono concesso in grazia del solo uomo Gesรน Cristo, si sono riversati in abbondanza su tutti. E nel caso del dono non รจ come nel caso di quel solo che ha peccato: il giudizio infatti viene da uno solo, ed รจ per la condanna, il dono di grazia invece da molte cadute, ed รจ per la giustificazione. Infatti se per la caduta di uno solo la morte ha regnato a causa di quel solo uomo, molto di piรน quelli che ricevono l’abbondanza della grazia e del dono della giustizia regneranno nella vita per mezzo del solo Gesรน Cristo. Come dunque per la caduta di uno solo si รจ riversata su tutti gli uomini la condanna, cosรฌ anche per l’opera giusta di uno solo si riversa su tutti gli uomini la giustificazione, che dร  vita. Infatti, come per la disobbedienza di un solo uomo tutti sono stati costituiti peccatori, cosรฌ anche per l’obbedienza di uno solo tutti saranno costituiti giusti. Parola di Dio.

Forma breve:

Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani
5, 12.17-19

Fratelli, come a causa di un solo uomo il peccato รจ entrato nel mondo e, con il peccato, la morte, cosรฌ in tutti gli uomini si รจ propagata la morte, poichรฉ tutti hanno peccato. Infatti se per la caduta di uno solo la morte ha regnato a causa di quel solo uomo, molto di piรน quelli che ricevono l’abbondanza della grazia e del dono della giustizia regneranno nella vita per mezzo del solo Gesรน Cristo. Come dunque per la caduta di uno solo si รจ riversata su tutti gli uomini la condanna, cosรฌ anche per l’opera giusta di uno solo si riversa su tutti gli uomini la giustificazione, che dร  vita. Infatti, come per la disobbedienza di un solo uomo tutti sono stati costituiti peccatori, cosรฌ anche per l’obbedienza di uno solo tutti saranno costituiti giusti.

Parola di Dio

Vangelo

Gesรน digiuna per quaranta giorni nel deserto ed รจ tentato.

Dal Vangelo secondo Matteo
Mt 4, 1-11

In quel tempo, Gesรน fu condotto dallo Spirito nel deserto, per essere tentato dal diavolo. Dopo aver digiunato quaranta giorni e quaranta notti, alla fine ebbe fame. Il tentatore gli si avvicinรฒ e gli disse: ยซSe tu sei Figlio di Dio, di’ che queste pietre diventino paneยป. Ma egli rispose: ยซSta scritto: Non di solo pane vivrร  l’uomo, ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dioยป. Allora il diavolo lo portรฒ nella cittร  santa, lo pose sul punto piรน alto del tempio e gli disse: ยซSe tu sei Figlio di Dio, gรจttati giรน; sta scritto infatti: Ai suoi angeli darร  ordini a tuo riguardo ed essi ti porteranno sulle loro mani perchรฉ il tuo piede non inciampi in una pietraยป. Gesรน gli rispose: ยซSta scritto anche: Non metterai alla prova il Signore Dio tuoยป. Di nuovo il diavolo lo portรฒ sopra un monte altissimo e gli mostrรฒ tutti i regni del mondo e la loro gloria e gli disse: ยซTutte queste cose io ti darรฒ se, gettandoti ai miei piedi, mi adoreraiยป. Allora Gesรน gli rispose: ยซVร ttene, satana! Sta scritto infatti: Il Signore, Dio tuo, adorerai: a lui solo renderai cultoยป. Allora il diavolo lo lasciรฒ, ed ecco degli angeli gli si avvicinarono e lo servivano.

Parola del Signore