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p. Fernando Armellini – Commento al Vangelo del 9 Febbraio 2025

Domenica 9 Febbraio 2025 - V DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO - ANNO C
Commento al brano del Vangelo di: Lc 5,1-11

Padre Fernando Armellini, biblista Dehoniano, commenta il Vangelo di domenica 9 febbraio 2025.
Se sei interessato a tutti i sui commenti al Vangelo, puoi leggerli qui.

Un grande tesoro in vasi di creta

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Oggi le letture presentano alcuni personaggi che sono stati chiamati a svolgere la missione di annunciatori della parola di Dio. Hanno tutti la stessa reazione: si sentono indegni, incapaci, inadeguati.

Isaia dichiara di essere un uomo dalle labbra impure. Pietro chiede a Gesรน di allontanarsi da lui perchรฉ sa di essere un peccatore. Paolo afferma che il Risorto si รจ manifestato anche a lui, ma โ€œcome a un abortoโ€, cioรจ, come a un essere imperfetto, uno nato in modo anormale.

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La lista delle dichiarazioni di indegnitร  potrebbe continuare con le obiezioni di Geremia: โ€œAhimรจ, Signore Dio, ecco io non so parlare, perchรฉ sono giovaneโ€ (Ger 1,6) e di Mosรจ: โ€œMio Signore, io non sono un buon parlatore, sono impacciato di bocca e di linguaโ€ (Es 4,10).

Vocazioni allโ€™annuncio della parola di Dio oggi sono quelle del diacono permanente, del catechista, dellโ€™animatore dei centri di ascolto.

Cโ€™รจ anche โ€“ รจ vero โ€“ chi, dimentico dei propri limiti, si sente fin troppo sicuro di sรฉ. Ma i piรน, consci delle loro miserie, si schermiscono, dicono di non essere allโ€™altezza del compito che viene loro richiesto.

La mancanza di preparazione non รจ un buon motivo per tirarsi indietro. Possono supplire lo studio, la sistematica partecipazione a corsi biblici e pastorali, lโ€™allestimento di una piccola biblioteca teologica. La percezione invece della propria inadeguatezza spirituale va superata tenendo presente lโ€™opera di Dio: egli purifica i suoi profeti e i suoi apostoli e li abilita ad annunciare il suo messaggio.

Per interiorizzare il messaggio, ripeteremo:
โ€œPurifica, Signore, il mio cuore e le mie labbra, affinchรฉ possa annunciare il tuo Vangeloโ€.

Prima Letturaย (Is 6,1-8)

1ย Nellโ€™anno in cui morรฌ il re Ozia, io vidi il Signore seduto su un trono alto ed elevato; i lembi del suo manto riempivano il tempio.ย 2ย Attorno a lui stavano dei serafini, ognuno aveva sei ali; con due si copriva la faccia, con due si copriva i piedi e con due volava.ย 3ย Proclamavano lโ€™uno allโ€™altro:
โ€œSanto, santo, santo รจ il Signore degli eserciti.
Tutta la terra รจ piena della sua gloriaโ€.
4ย Vibravano gli stipiti delle porte alla voce di colui che gridava, mentre il tempio si riempiva di fumo.ย 5ย E dissi:
โ€œOhimรจ! Io sono perduto,
perchรฉ un uomo dalle labbra impure io sono
e in mezzo a un popolo
dalle labbra impure io abito;
eppure i miei occhi hanno visto
il re, il Signore degli esercitiโ€.
6ย Allora uno dei serafini volรฒ verso di me; teneva in mano un carbone ardente che aveva preso con le molle dallโ€™altare.ย 7ย Egli mi toccรฒ la bocca e mi disse:
โ€œEcco, questo ha toccato le tue labbra,
perciรฒ รจ scomparsa la tua iniquitร 
e il tuo peccato รจ espiatoโ€.
8ย Poi io udii la voce del Signore che diceva: โ€œChi manderรฒ e chi andrร  per noi?โ€. E io risposi: โ€œEccomi, manda me!โ€.

Ci sono esperienze della nostra vita che non possono essere raccontate con parole.

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Le emozioni, i sentimenti, le esperienze spirituali non sono facili da descrivere.

Ecco perchรฉ Isaia, volendo presentare la storia della sua vocazione, non puรฒ che ricorrere a delle immagini. Sarebbe ingenuo interpretare come cronaca quanto ci viene narrato in questa lettura. Dio non ha bisogno di sedersi, nรฉ di coprirsi con un manto per ripararsi dal freddo, nรฉ di essere assistito dai serafini quasi fossero sue guardie del corpo. Isaia non ha avuto unโ€™apparizione, ma unโ€™esperienza interiore che viene raccontata in forma di visione.

Un giorno, mentre forse si trovava in preghiera nel tempio di Gerusalemme, si rende conto che il Signore lo chiama ad essere suo profeta. Rimane sconvolto, capisce che quella รจ la volontร  del Signore dellโ€™universo, lโ€™onnipotente, colui che ha il suo trono nei cieli ed รจ assistito dai serafini che cantano senza fine: โ€œSanto, santo, santo!โ€ (vv.1-4). Prende coscienza della propria debolezza ed indegnitร  ed ha paura della missione che gli viene affidata. Come potrร  lui, uomo dalle labbra impure, annunciare la parola del Dio tre volte santo? (v.5).

Il Signore ha perรฒ deciso di attuare la sua opera di salvezza servendosi di uomini rivestiti di debolezza. Egli li purifica, li abilita a trasmettere il suo messaggio.

Isaia vede un cherubino prendere il fuoco sacro, toccargli le labbra e cancellare la sua iniquitร  (vv.6-7). Ora non puรฒ piรน resistere alla chiamata del Signore. Risponde: โ€œEccomi, manda me!โ€ (v.8).

Finchรฉ si vive in mezzo agli uomini โ€“ deboli e fragili โ€“ non ci si rende conto del proprio peccato, anzi, se ci si confronta con chi ci sta accanto, ci si puรฒ addirittura sentire migliori, giusti, onesti, irreprensibili. Appena si entra in contatto con il Signore, subito la prospettiva cambia e si fa la drammatica esperienza della propria pochezza, della propria indegnitร  e miseria. โ€œLa luna stessa manca di chiarore โ€“ viene ricordato nel libro di Giobbe โ€“ e le stelle non sono pure ai suoi occhi, quanto meno lโ€™uomo, questo vermeโ€ (Gb 25,5-6).

Questโ€™esperienza โ€“ dolorosa, ma salutare e purificatrice โ€“ viene fatta da tutti coloro che si accostano alla parola di Dio, a quella parola che โ€œรจ piรน tagliente di ogni spada a doppio taglio; penetra fino al punto di divisione dellโ€™anima e dello spirito e scruta i sentimenti e i pensieri del cuoreโ€ (Eb 4,12). Eโ€™ la sensazione di indegnitร  che sentono i presbiteri, gli animatori delle comunitร , i catechisti che, mentre spiegano la parola di Dio, si rendono conto, con rammarico, che il loro comportamento รจ in stridente contrasto con ciรฒ che insegnano.

Dovranno scoraggiarsi? Dovranno rifiutare la chiamata del Signore a svolgere il ministero della Parola? Isaia, pur sentendosi indegno, non ha esitazioni. Dice prontamente: โ€œEccomi, manda meโ€. I propri peccati non sono una ragione per giustificare il rifiuto di assumere il servizio che la comunitร  affida ad ogni suo membro.

Il fuoco che progressivamente purifica quelli che la annunciano รจ la stessa parola di Dio che viene annunciata.

Seconda Lettura (1 Cor 15,1-11)

1 Vi rendo noto, fratelli, il Vangelo che vi ho annunziato e che voi avete ricevuto, nel quale restate saldi, 2 e dal quale anche ricevete la salvezza, se lo mantenete in quella forma in cui ve lโ€™ho annunziato. Altrimenti, avreste creduto invano!
3 Vi ho trasmesso dunque, anzitutto, quello che anchโ€™io ho ricevuto: che cioรจ Cristo morรฌ per i nostri peccati secondo le Scritture, 4 fu sepolto ed รจ risuscitato il terzo giorno secondo le Scritture, 5 e che apparve a Cefa e quindi ai Dodici. 6 In seguito apparve a piรน di cinquecento fratelli in una sola volta: la maggior parte di essi vive ancora, mentre alcuni sono morti. 7 Inoltre apparve a Giacomo, e quindi a tutti gli apostoli. 8 Ultimo fra tutti apparve anche a me come a un aborto. 9 Io infatti sono lโ€™infimo degli apostoli, e non sono degno neppure di essere chiamato apostolo, perchรฉ ho perseguitato la chiesa di Dio. 10 Per grazia di Dio perรฒ sono quello che sono, e la sua grazia in me non รจ stata vana; anzi ho faticato piรน di tutti loro, non io perรฒ, ma la grazia di Dio che รจ con me. 11 Pertanto, sia io che loro, cosรฌ predichiamo e cosรฌ avete creduto.

A Corinto molti hanno accolto il Vangelo come una bella dottrina morale, utile per vivere in modo saggio; tuttavia, anche fra i cristiani parecchie persone hanno difficoltร  a credere nella risurrezione. Dicono che, dopo la morte, gli uomini svaniscono completamente o, al massimo, di loro sopravvive una parte spirituale, unโ€™ombra, insomma, poco piรน che niente.

Paolo reagisce in modo duro contro questa deformazione della veritร  centrale del messaggio cristiano. Dice: chi ha una fede di questo tipo sta credendo invano (v.2). Poi richiama ai corinti la professione di fede proclamata in tutte le comunitร : โ€œCristo morรฌ per i nostri peccati secondo le Scritture, fu sepolto ed รจ risuscitato il terzo giorno secondo le Scrittureโ€ (v.4).

Dopo aver presentato questo โ€œCredoโ€ dei primi cristiani, Paolo ricorda sei manifestazioni di Gesรน risorto: a Pietro, ai Dodici, a piรน di cinquecento fratelli, a Giacomo, a tutti gli apostoli e, per ultimo, a lui stesso.

Qual รจ il significato di questa lista? Questi โ€œtestimoniโ€ non sono dello stesso tipo di quelli che, durante un processo in tribunale, si presentano al giudice per raccontare come si sono svolti i fatti. La risurrezione non รจ un fatto di questo mondo, non puรฒ essere dimostrata mediante prove inoppugnabili.

Eโ€™ qualcosa che avviene nel mondo di Dio e, per questo, sfugge ai nostri sensi.

Ciรฒ che ha potuto essere verificato con sicurezza รจ il cambiamento che รจ avvenuto nel gruppo dei discepoli. Prima erano timorosi, poi hanno perso ogni paura e, anche di fronte a coloro che li minacciavano di morte, hanno dichiarato che Gesรน รจ vivo. Paolo da persecutore รจ divenuto apostolo e ha considerato โ€œspazzaturaโ€ tutte le sicurezze religiose che prima possedeva (Fil 3,8). Questi cambiamenti radicali ricevono dai protagonisti una spiegazione unanime: sono dovuti allโ€™esperienza sconvolgente del Risorto che hanno fatto.

A questa fede non sono giunti in modo nรฉ improvviso nรฉ rapido. Vi sono arrivati progressivamente, guidati dalle Scritture e illuminati dallo Spirito. Presentandoci la loro esperienza unica e irrepetibile, Paolo invita tutti a compiere il loro stesso cammino. Suggerisce di prendere in mano le Scritture, di ascoltare la parola di Dio che viene proclamata nelle comunitร  cristiane; invita ad aprire il cuore alla luce dello Spirito.

Cosรฌ sarร  possibile anche oggi fare unโ€™esperienza non identica, ma simile alla loro.

Vangeloย (Lc 5,1-11)

1ย Un giorno, mentre, levato in piedi, stava presso il lago di Genรจsaretย 2ย e la folla gli faceva ressa intorno per ascoltare la parola di Dio, Gesรน vide due barche ormeggiate alla sponda. I pescatori erano scesi e lavavano le reti.ย 3ย Salรฌ in una barca, che era di Simone, e lo pregรฒ di scostarsi un poco da terra. Sedutosi, si mise ad ammaestrare le folle dalla barca.
4ย Quando ebbe finito di parlare, disse a Simone: โ€œPrendi il largo e calate le reti per la pescaโ€.ย 5ย Simone rispose: โ€œMaestro, abbiamo faticato tutta la notte e non abbiamo preso nulla; ma sulla tua parola getterรฒ le retiโ€.ย 6ย E avendolo fatto, presero una quantitร  enorme di pesci e le reti si rompevano.ย 7ย Allora fecero cenno ai compagni dellโ€™altra barca, che venissero ad aiutarli. Essi vennero e riempirono tutte e due le barche al punto che quasi affondavano.
8ย Al veder questo, Simon Pietro si gettรฒ alle ginocchia di Gesรน, dicendo: โ€œSignore, allontanati da me che sono un peccatoreโ€.ย 9ย Grande stupore infatti aveva preso lui e tutti quelli che erano insieme con lui per la pesca che avevano fatto;ย 10ย cosรฌ pure Giacomo e Giovanni, figli di Zebedรจo, che erano soci di Simone.
Gesรน disse a Simone: โ€œNon temere; dโ€™ora in poi sarai pescatore di uominiโ€.ย 11ย Tirate le barche a terra, lasciarono tutto e lo seguirono.

Come il Signore, anche il cristiano รจ โ€œamante della vitaโ€ (Sap 11,26), desidera la vita, sโ€™impegna per la vita. โ€œIo sono venuto perchรฉ abbiano la vita e lโ€™abbiano in sovrabbondanzaโ€ โ€“ dice Gesรน riferendosi alla sua missione fra gli uomini (Gv 10,10).

Come porta a compimento oggi questa sua missione? Quale compito ha assegnato ai suoi discepoli? A queste domande Luca non risponde con ragionamenti, ma con un racconto: la chiamata dei primi tre apostoli.

Lโ€™episodio si svolge sul lago di Genรจsaret. Gesรน รจ pressato dalle folle e, viste due barche di pescatori, sale su quella di Pietro, lo prega di scostarsi un poโ€™ da terra, si siede e si mette ad ammaestrare la gente (vv.1-3). Il quadro รจ poco realistico (basti pensare a quanto sia scomodo parlare da una barca a una gran folla). La scena รจ volutamente idealizzata per trasmettere un insegnamento teologico.

Notiamo anzitutto il contesto in cui รจ ambientata: sulla riva del lago e in un giorno feriale, mentre gli uomini sono impegnati nel loro lavoro, mentre stanno sudando per guadagnarsi da vivere.

Non รจ solo durante la liturgia del sabato e negli ambienti e luoghi di culto che Gesรน annuncia la parola di Dio. Egli la proclama in tutti i contesti, in quelli sacri e in quelli profani, perchรฉ essa illumina, ispira, guida ogni attivitร  dellโ€™uomo.

Si siede โ€“ cioรจ assume la posizione di maestro โ€“ stando sulla barca di Pietro.

Il simbolismo รจ evidente: la barca rappresenta la comunitร  cristiana. Eโ€™ quello il luogo privilegiato dal quale ci si deve attendere la voce del Maestro; รจ ad essa che รจ invitato a volgere lo sguardo chi cerca luce, consolazione e speranza.

Assieme a Gesรน, sulla barca non ci sono persone eccezionali, sante, perfette! Santo รจ solo Dio. Cโ€™รจ gente buona, sรฌ, ma anche peccatrice. Pietro lo riconoscerร  anche a nome degli altri: โ€œSignore allontanati da me che sono un peccatoreโ€ (v.8). Tuttavia, malgrado sia occupata da peccatori, รจ da questa barca che viene proclamata la parola di Dio.

Allโ€™annuncio della Parola (vv.1-3) segue lโ€™azione. Su ordine del Maestro, la barca prende il largo, si avventura sulle acque del mare. Lร  i discepoli sono invitati a gettare le reti e a pescare (vv.4-7). Eโ€™ la comunitร  cristiana che, animata dal messaggio evangelico che ha ascoltato e assimilato, si disperde per le vie del mondo per svolgere la sua missione.

Pietro obietta, gli sembra che lโ€™ordine datogli da Gesรน sia insensato: quella non รจ lโ€™ora adatta per pescare. Ma si fida. Eโ€™ la prima persona che, durante la vita pubblica, manifesta la sua fede nella parola del Maestro.

Eโ€™ un grosso rischio che Pietro รจ disposto a correre. Sa che, in caso di insuccesso, si espone al ridicolo e ai motteggi dei colleghi. La logica umana gli suggerirebbe di rinunciare, ma preferisce obbedire. Dopo un primo momento di incertezza, si decide e si mette allโ€™opera. Crede che la parola di Gesรน puรฒ realizzare lโ€™impossibile. Ha giร  fatto esperienza della forza di questa parola quando ha visto sua suocera curata istantaneamente dalla febbre (Lc 4,38-39).

Il risultato รจ sorprendente, la quantitร  di pesci catturata รจ enorme e lโ€™evangelista la sottolinea evidenziando vari particolari: le reti stanno per rompersi, si deve ricorrere allโ€™aiuto dei soci, le barche sono stracolme e rischiano di affondare.

A questo punto Luca introduce la reazione di Pietro e di coloro che hanno assistito al prodigio. Simone si getta alle ginocchia di Gesรน e dichiara la propria indegnitร : โ€œAllontanati da me che sono un peccatoreโ€ โ€“ dice, mentre gli altri sono colti da stupore (vv.8-10a).

Eโ€™ il modo con cui nella Bibbia si narra lโ€™incontro con il Signore: Mosรจ si vela il viso perchรฉ ha paura (Es 3,6); Elia si copre il volto con il mantello (1 Re 19,13). Come Isaia โ€“ lo abbiamo visto nella prima lettura โ€“ anche Pietro si sente peccatore. Non perchรฉ, fino a quel momento, avesse condotto una vita immorale, ma si รจ reso conto della distanza che lo separa dal divino e confessa la propria indegnitร .

Siamo cosรฌ giunti al tema centrale del brano (vv.10b-11).

Il motivo principale per cui Luca narra lโ€™episodio รจ quello di far capire ai discepoli delle sue comunitร  quale รจ il compito a cui sono chiamati: essere pescatori di uomini.

I pesci, noi lo sappiamo, stanno benone nellโ€™acqua e non sono affatto contenti di esserne tirati fuori. Nellโ€™acqua perรฒ non si trovano altrettanto a loro agio gli uomini, specialmente quando si tratta di quella del mare immenso, profondo, cupo, agitato. I pesci tirati fuori dallโ€™acqua muoiono, gli uomini invece vivono. Di questo simbolismo si serve Gesรน per spiegare ai discepoli qual รจ la loro missione. Egli non li invita a โ€œprendere gli uomini con lโ€™amoโ€, ma a tirarli fuori vivi con la rete dalle onde impetuose dalle quali rischiano di venire sopraffatti, sommersi, trascinati sul fondo.

Il verbo usato dallโ€™evangelista per descrive questa missione non รจ propriamente โ€œpescareโ€, ma catturare vivi, โ€œprendere per mantenere in vitaโ€ (Nm 31,15.18; Dt 20,16; Gs 2,13; 6,24โ€ฆ) e dunque portare alla vita.

Nella Bibbia le acque del mare sono il simbolo del potere del male, delle forze che portano alla morte. Uomini che devono essere โ€œpescatiโ€, cioรจ aiutati a vivere, sono coloro che si sentono travolti dai loro vizi, che sono in balia dei loro idoli, delle loro passioni sregolate, che sono capaci solo di fare del male a se stessi ed agli altri. โ€œPesceโ€ che deve essere tirato fuori dalla sua condizione disperata รจ lโ€™umanitร  intera che rischia di venire inghiottita dalla violenza, dagli odi, dalle guerre, dalla corruzione moraleโ€ฆ

Santโ€™Ambrogio diceva: โ€œGli strumenti della pesca apostolica sono le reti, infatti non fanno morire chi vi รจ preso, ma lo conservano per la vita, lo traggono dagli abissi alla luce e dal profondo conducono alla superficie chi vi era sommersoโ€.

Questa missione non รจ stata affidata solo ai preti, ma a tutta la comunitร  cristiana.

Un ultimo elemento va sottolineato in questo simbolismo del brano ed รจ il ministero affidato a Pietro. Eโ€™ lui che guida la barca verso il luogo indicato (v.4), รจ lui che proclama la sua fede nel potere della parola di Gesรน (v.5), รจ lui che lo riconosce come Signore (v.8); รจ a lui che viene diretto lโ€™invito a essere pescatore di uomini (v.10).

Tutti questi elementi indicano che Pietro ha un compito particolare da svolgere nella Chiesa: quello di ascoltare con attenzione la parola del Signore e di dirigersi poi, assieme agli altri discepoli, non dove esperienza e abilitร  professionale gli suggerirebbero di andare, ma dove il Maestro gli indica.

Il brano non ha lo scopo di sollecitare coloro che nella comunitร  cristiana svolgono il ministero della presidenza a rivendicare per sรฉ il diritto di comandare, di imporsi o addirittura di farla da padroni sul popolo di Dio (1 Pt 5,3). Eโ€™ un invito a verificare il modo come esercitano il carisma dellโ€™autoritร . Hanno piena fiducia nella voce del Maestro? Sanno riconoscere questa voce? Sono in grado di distinguerla dalla โ€œsapienza di questo mondoโ€, dal โ€œbuon sensoโ€ e dai calcoli umani, dalle loro intuizioni, dalle loro convinzioni personali?

A questo esame di coscienza รจ chiamato anche ogni cristiano che dovrebbe preoccuparsi se verificasse che nessuno lo ha mai considerato un illuso, un sognatore, uno che รจ pronto anche aโ€ฆ โ€œpescare a mezzogiornoโ€ se il Maestro glielo chiede.

Fonte

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