p. Fernando Armellini โ€“ Commento al Vangelo del 6 Novembre 2022

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Padre Fernando Armellini, biblista Dehoniano, commenta il Vangelo di domenica 6 Novembre 2022.
Se sei interessato a tutti i sui commenti al Vangelo, puoi leggerli qui.

32a Domenica del Tempo Ordinario   anno C

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Fra paure e illusioni, una sola speranza

Gli uomini di tutti i tempi hanno dovuto confrontarsi con lโ€™enigma angosciante della morte e hanno tentato in tutti i modi di superarlo o almeno di esorcizzarlo.

Gli egiziani sono ricorsi alla mummificazione per preservare il corpo dalla decomposizione, hanno compiuto riti, cerimonie, pratiche funerarie complicate e minuziose per assicurare al defunto una vita nel mondo di Osiride.

I popoli della Mesopotamia hanno parlato della morte come di una discesa verso โ€œil Paese senza ritornoโ€ e, rassegnati, hanno dovuto ammettere: โ€œQuando gli dรจi formarono lโ€™umanitร , attribuirono la morte agli uomini e trattennero la vita nelle loro maniโ€.

Altri hanno pensato alla possibilitร  di un ritorno alla vita di questo mondo attraverso un succedersi di innumerevoli reincarnazioni.

Quante cose succedono nella nostra vita: nasciamo, cresciamo, cโ€™innamoriamo, formiamo una famiglia, educhiamo dei figli; proviamo gioie e dolori, coltiviamo sogni e speranzeโ€ฆ Poi un giorno tutto sembra concludersi nel nulla della morte.

Tutto finisce, tutto scompare.

Sโ€™interrompono i dialoghi dโ€™amore, gli affetti, i rapporti con le persone care. Torniamo nel nulla dal quale ci ha tratto un gesto dโ€™amore dei nostri genitori? Davvero Dio ha creato lโ€™uomo per un destino cosรฌ crudele?

Cosโ€™รจ rimasto di Abramo, Isacco e Giacobbe, soltanto il loro nome?

A questi interrogativi Dio ha dato una risposta. โ€œLa speranza cristiana โ€“ affermava Tertulliano, il famoso padre della chiesa del II secolo โ€“ รจ la risurrezione dei morti; tutto ciรฒ che noi siamo, lo siamo in quanto crediamo nella risurrezioneโ€.

Per interiorizzare il messaggio, ripeteremo:
โ€œAl mio risveglio, Signore, mi sazierรฒ contemplando il tuo voltoโ€.

Prima Lettura (2 Mac 7,1-2.9-14)

In quei giorni, 1 ci fu anche il caso di sette fratelli che, presi insieme alla loro madre, furono costretti dal re a forza di flagelli e nerbate a cibarsi di carni suine proibite.
2 Il primo di essi, facendosi interprete di tutti, disse: โ€œChe cosa cerchi di indagare o sapere da noi? Siamo pronti a morire piuttosto che trasgredire le patrie leggiโ€.
9 Il secondo, giunto allโ€™ultimo respiro, disse: โ€œTu, o scellerato, ci elimini dalla vita presente, ma il re del mondo, dopo che saremo morti per le sue leggi, ci risusciterร  a vita nuova ed eternaโ€. 10 Dopo costui fu torturato il terzo, che alla loro richiesta mise fuori prontamente la lingua e stese con coraggio le mani 11 e disse dignitosamente: โ€œDa Dio ho queste membra e, per le sue leggi, le disprezzo, ma da lui spero di riaverle di nuovoโ€; 12 cosรฌ lo stesso re e i suoi dignitari rimasero colpiti dalla fierezza del giovinetto, che non teneva in nessun conto le torture. 13 Fatto morire anche costui, si misero a straziare il quarto con gli stessi tormenti. 14 Ridotto in fin di vita, egli diceva: โ€œรˆ bello morire a causa degli uomini, per attendere da Dio lโ€™adempimento delle speranze di essere da lui di nuovo risuscitati; ma per te la risurrezione non sarร  per la vitaโ€.

I primi libri della Bibbia mostrano chiaramente che, nei tempi piรน antichi, gli israeliti non credevano in unโ€™altra vita.

Se avessimo chiesto loro: โ€œCโ€™รจ una risurrezione dei morti?โ€, essi avrebbero risposto: โ€œNon lo sappiamo! Ciรฒ che a noi interessa รจ la vita in questo mondo, vita che vogliamo piena di gioie e soddisfazioniโ€.

Se avessimo rivolto la stessa domanda ad un pio giudeo del tempo del profeta Isaia, egli sarebbe stato ancora piรน esplicito: โ€œI morti non vivranno piรน, le ombre non risorgerannoโ€ฆ Dio ha fatto svanire il loro ricordoโ€ (Is 26,14).

Identica la risposta di Giobbe: โ€œLโ€™uomo, nato di donna come un fiore spunta e avvizzisce. Per lโ€™albero cโ€™รจ speranza: se viene tagliato, ancora ributta e i suoi germogli non cessano di crescere; se sotto terra invecchia la sua radice e al suolo muore il suo tronco, al sentore dellโ€™acqua di nuovo germoglia e mette rami come nuova pianta. Lโ€™uomo invece, se muore, giace inerte, quando il mortale spira, dovโ€™รจ? Potranno sparire le acque del mare e i fiumi prosciugarsi e disseccarsi, ma lโ€™uomo che giace piรน non sโ€™alzerร , finchรฉ durano i cieli non si sveglierร , nรฉ piรน si desterร  dal suo sonnoโ€ (Gb 14,1.7-13).

Solo molto tardi, cioรจ, nel II secolo a.C., in Israele si รจ iniziato a parlare di un risveglio di coloro che dormono nella polvere della terra (Cf. Dn 12,2). รˆ proprio in questo tempo che va collocato lโ€™episodio narrato nella lettura di oggi.

Lโ€™empio Antioco Epifane voleva costringere gli israeliti ad abbandonare la fede e la pratica religiosa dei loro padri. Per raggiungere i suoi obiettivi non esitava a ricorrere alla persecuzione e alla tortura. Un giorno volle obbligare una madre e i suoi sette figli a violare la legge mangiando carne suina (vv.1-2).

Il brano di oggi riferisce le risposte coraggiose date al re dai primi quattro fratelli: sono una professione di fede nella risurrezione dei morti. Mai nellโ€™AT sono state fatte affermazioni tanto chiare di questa veritร .

I sette fratelli si dichiarano pronti a rinunciare a questa vita perchรฉ sono certi che Dio ne darร  loro unโ€™altra (vv.9.11.14).

Va perรฒ notato che la loro fede nellโ€™esistenza di unโ€™altra vita, non รจ uguale alla nostra fede nella risurrezione. Essi erano convinti che i giusti avrebbero ricevuto da Dio una vita simile a quella che โ€“ a causa della loro fedeltร  alla legge โ€“ veniva loro tolta.

Non si aspettavano di essere introdotti con la morte in una condizione completamente nuova.

Seconda Lettura (2 Ts 2,16-3,5)

Fratelli, 16 lo stesso Signore nostro Gesรน Cristo e Dio Padre nostro, che ci ha amati e ci ha dato, per sua grazia, una consolazione eterna e una buona speranza, 17 conforti i vostri cuori e li confermi in ogni opera e parola di bene.
3,1 Per il resto, fratelli, pregate per noi, perchรฉ la parola del Signore si diffonda e sia glorificata come lo รจ anche tra voi 2 e veniamo liberati dagli uomini perversi e malvagi. Non di tutti infatti รจ la fede. 3 Ma il Signore รจ fedele; egli vi confermerร  e vi custodirร  dal maligno.
4 E riguardo a voi, abbiamo questa fiducia nel Signore, che quanto vi ordiniamo giร  lo facciate e continuiate a farlo. 5 Il Signore diriga i vostri cuori nellโ€™amore di Dio e nella pazienza di Cristo.

Fra i cristiani di Tessalonica era presente qualche tensione, e qualche idea teologica poco corretta, anche un poโ€™ di fanatismo, ma, nel complesso, la vita di quella comunitร  era abbastanza soddisfacente.

Nella prima parte della lettura (2 Ts 2,16-17) Paolo chiede al Signore che confermi i cuori di tutti in questa buona disposizione.

Nella seconda parte (2 Ts 3,1-5) invita i tessalonicesi a pregare affinchรฉ la parola di Dio che giร  ha prodotto tante trasformazioni in mezzo a loro, si diffonda e sia conosciuta da tutti gli uomini. Chiede che preghino anche per lui, perchรฉ sono molte le difficoltร  che deve affrontare, sono molte le persone che lo odiano e che cercano di distruggere ciรฒ che egli costruisce.

Vangelo (Lc 20,27-38)

In quel tempo, 27 si avvicinarono alcuni sadducei, i quali negano che vi sia la risurrezione, e posero a Gesรน questa domanda: 28 โ€œMaestro, Mosรจ ci ha prescritto: Se a qualcuno muore un fratello che ha moglie, ma senza figli, suo fratello si prenda la vedova e dia una discendenza al proprio fratello.
29 Cโ€™erano dunque sette fratelli: il primo, dopo aver preso moglie, morรฌ senza figli. 30 Allora la prese il secondo 31 e poi il terzo e cosรฌ tutti e sette; e morirono tutti senza lasciare figli.
32 Da ultimo anche la donna morรฌ. 33 Questa donna dunque, nella risurrezione, di chi sarร  moglie? Poichรฉ tutti e sette lโ€™hanno avuta in moglieโ€.
34 Gesรน rispose: โ€œI figli di questo mondo prendono moglie e prendono marito; 35 ma quelli che sono giudicati degni dellโ€™altro mondo e della risurrezione dai morti, non prendono moglie nรฉ marito; 36 e nemmeno possono piรน morire, perchรฉ sono uguali agli angeli e, essendo figli della risurrezione, sono figli di Dio. 37 Che poi i morti risorgono, lo ha indicato anche Mosรจ a proposito del roveto, quando chiama il Signore: Dio di Abramo, Dio di Isacco e Dio di Giacobbe. 38 Dio non รจ Dio dei morti, ma dei vivi; perchรฉ tutti vivono per luiโ€.

I sette fratelli dei quali ci ha parlato la prima lettura avevano una concezione della risurrezione ancora molto imperfetta: la immaginavano come un prolungamento della vita di questo mondo, nulla piรน.

Su questo tema, anche al tempo di Gesรน le idee non erano molto diverse.

I farisei, che professavano fermamente la fede nella risurrezione dei morti, continuavano a interpretarla in modo piuttosto rozzo.

Nella vita futura โ€“ dicevano โ€“ le gioie di questa vita verranno accresciute a dismisura. In cielo non ci saranno la fame, le malattie, le sofferenze, le disgrazie; gli uomini godranno di ogni piacere, avranno pane, carne e vino in abbondanza.

Il Vangelo di oggi introduce un nuovo gruppo politicoโ€‘religioso del quale finora nel Vangelo di Luca non si รจ ancora parlato, i sadducei. Di loro sappiamo che costituivano la classe dei ricchi, che erano dei collaborazionisti del governo romano, che non godevano di buona considerazione presso il popolo e che, dal punto di vista religioso, erano dei conservatori. I capi dei sacerdoti (che saranno i principali responsabili della morte di Gesรน) appartenevano tutti a questa setta.

Uno dei temi teologici che li poneva in contrasto con i farisei riguardava la fede nella risurrezione dei morti. Mentre i farisei la affermavano, i sadducei sostenevano che nella Torah (gli unici libri della Bibbia che riconoscevano come sacri) non cโ€™รจ alcun cenno a questo argomento, di conseguenza si dichiaravano scettici. Del resto, con il denaro di cui disponevano, erano in grado di godersi il paradiso in questo mondo e non provavano alcun bisogno di sognarne uno nellโ€™aldilร .

Farisei e sadducei difendevano con accanimento la loro tesi e cercavano nella Bibbia le ragioni da opporre agli avversari.

Il popolo che ammirava i farisei per la loro pietร  e simpatizzava per le loro idee religiose, condivideva anche la loro fede nella risurrezione.

Ascoltando Gesรน, i sadducei un giorno si rendono conto che, su questo punto, egli concorda, almeno in parte, con i farisei: crede nella vita eterna, anche se dร  lโ€™impressione di interpretarla in un modo molto originale.

Per convincerlo a cambiare opinione ricorrono a un testo della Torah, imbastiscono una storia curiosa (vv.28-33) e vanno a raccontargliela.

La legge di Mosรจ โ€“ dicono โ€“ stabilisce che, se un uomo muore senza lasciare discendenza, suo fratello sposi la vedova. I figli nati da questo nuovo matrimonio sono considerati figli del defunto (Dt 25,5-10). Ora cโ€™era fra noi una donna che riuscรฌ a โ€œlogorareโ€, uno dopo lโ€™altro, ben sette mariti. Poi venne meno anche lei. Ora, se si ammette la risurrezione dei morti, la situazione diventa intricata: nella vita futura a quale dei fratelli verrร  assegnata?

Non รจ la prima volta che i sadducei si servono di questa strana storia per mettere in imbarazzo i loro avversari. Per i farisei lโ€™obiezione รจ estremamente seria, convinti come sono che la vita eterna non sia che il perfezionamento di questa. A loro quindi non resta che abbassare gli occhi, farfugliare qualche spiegazione e allontanarsi in fretta fra i commenti divertiti dei presenti.

Gesรน, che intende la risurrezione in modo radicalmente diverso dai farisei, non si sente per nulla toccato dallโ€™obiezione dei sadducei. Prende la parola e articola la sua risposta in due parti.

La prima: โ€œI figli di questo mondo prendono moglie e prendono marito, ma quelli dellโ€™altro mondoโ€ฆ sono uguali agli angeliโ€ฆ sono figli di Dioโ€ (vv. 34-36).

Lโ€™obiezione dei sadducei si regge sul falso presupposto che la vita futura sia la continuazione (migliorata e potenziata) di questa vita e questo non รจ accettato da Gesรน. Egli non predica un risveglio dal sepolcro per riprendere la vita di prima. Una cosa del genere sarebbe ridicola, assurda, crudele da parte di Dio.

Non avrebbe alcun senso far morire per poi restituire lo stesso corpo, la stessa vita.

La vita con Dio รจ una condizione completamente nuova: quando viene introdotto in essa, lโ€™uomo, pur mantenendo la propria identitร , diviene un essere diverso, immortale, uguale agli angeli di Dio.

Come sarร ? Ecco lโ€™interrogativo al quale bisogna rispondere con molta circospezione, perchรฉ รจ sempre incombente il pericolo di proiettare nellโ€™aldilร  โ€“ come facevano i farisei e i sadducei โ€“ ciรฒ che di positivo sperimentiamo di qua, moltiplicato allโ€™infinito: gioie, piaceri, soddisfazioni e โ€“ cosรฌ sostenevano i rabbini โ€“ anche il ritorno alla vita coniugale.

Dietro certe affermazioni, certe preghiere, certi interrogativi di molti cristiani di oggi si cela ancora, purtroppo, unโ€™immagine della โ€œrisurrezione dei mortiโ€ simile a quella dei farisei.

La risurrezione di cui parla Gesรน โ€“ quella che accomuna lโ€™uomo agli โ€œangeli di Dioโ€ โ€“ รจ completamente diversa.

Per Gesรน lโ€™uomo vive sulla terra una gestazione, si prepara a una nuova nascita dopo la quale non ce ne saranno altre, perchรฉ il mondo in cui entrerร  sarร  definitivo. In esso non sarร  presente alcuna forma di morte.

Come il feto in grembo alla madre non puรฒ figurarsi il mondo che lo attende, cosรฌ lโ€™uomo non รจ in grado di immaginare come sarร  la vita con Dio.  รˆ un mistero che non รจ stato rivelato, non perchรฉ il Signore voglia aumentare la suspense e la sorpresa, ma semplicemente perchรฉ la nostra mente non รจ in grado di capirlo: โ€œUn corpo corruttibile appesantisce lโ€™anima e la tenda dโ€™argilla grava i pensieri. A stento ci raffiguriamo le cose terrestri, ma chi puรฒ rintracciare le cose del cielo?โ€ (Sap 9,15-16).

Possiamo accostarci a queste realtร  sublimi e ineffabili soltanto mediante la fede, credendo che โ€œquelle cose che occhio non vide, nรฉ orecchio udรฌ, nรฉ mai entrarono in cuore dโ€™uomo, queste ha preparato Dio per coloro che lo amanoโ€ (1 Cor 2,9).

Invece di indagare su ciรฒ che non siamo in grado di capire, รจ meglio soffermarsi sulle certezze che la risurrezione di Cristo offre: in particolare il fatto che non esistono due vite โ€“ la presente e la futura โ€“ ma unโ€™unica vita che continua sotto due forme completamente diverse.

La morte โ€“ intesa come annientamento della persona โ€“ non esiste, รจ stata vinta, distrutta dalla morte e risurrezione di Cristo.

Quella che noi chiamiamo morte รจ semplicemente lโ€™abbandono della forma di vita โ€“ debole, fragile, caduca โ€“ che conduciamo in questo mondo per essere accolti nel mondo di Dio.

Il corpo mortale che si ammala, avvizzisce, invecchia e va incontro alla dissoluzione non viene introdotto nel mondo definitivo, rimane in questo mondo: lโ€™uomo viene rivestito di un altro corpo โ€œincorruttibile, glorioso, pieno di forza, spiritualeโ€ (1 Cor 15,42-43).

La seconda certezza รจ che la risurrezione di Cristo ha fatto cadere tutte le barriere che separavano i vivi dai defunti. Un legame intimo e profondo unisce tutti. Quando, sulla terra, noi, i viventi, ci raduniamo attorno al banchetto eucaristico sappiamo di essere in comunione con i fratelli del cielo. Siamo certi che il nostro ricordo li rende felici, accresce il nostro e il loro amore, ravviva il nostro desiderio e la nostra speranza di poterci un giorno riunire con Cristo e con loro.

Con la nostra preghiera diciamo alle persone che ci hanno preceduto nella casa del Padre che siamo felici che siano con Dio, malgrado continui vivo in noi il dolore per la loro scomparsa. Diciamo loro che ricordiamo solo il bene che hanno fatto, i loro gesti di amore, la loro generositร , lโ€™aiuto che hanno dato. I loro difetti, errori, debolezze sono stati totalmente purificati dallโ€™incontro con il โ€œfuocoโ€ dellโ€™amore di Dio. In loro non รจ rimasta alcuna forma di male e di morte.

La seconda parte della risposta di Gesรน (vv.37-38) รจ costituita da unโ€™affermazione chiara della veritร  della risurrezione.

Non possiamo immaginare come sarร  la vita con Dio, ma la fede ci dร  la certezza che, dopo la morte, lโ€™uomo continua a vivere.

La prova che Gesรน porta per convincere i sadducei รจ la seguente: โ€œIl Signore, Dio di Abramo, Dio di Isacco e Dio di Giacobbe non รจ Dio dei morti, ma dei vivi; perchรฉ tutti vivono per luiโ€. Cosa intende dire?

Egli si richiama allโ€™autoritร  della Sacra Scrittura. Dice che Mosรจ, vissuto molti secoli dopo la morte dei patriarchi, chiama il Signore: โ€œDio di Abramo, di Isacco, di Giacobbeโ€. Questo significa che essi erano ancora vivi, altrimenti Mosรจ e, dopo di lui, tutti gli israeliti avrebbero invocato un Dio dei morti.

Come si puรฒ immaginare un Dio che crea degli uomini, stabilisce unโ€™alleanza con loro, fa tante promesse, li difende dai loro avversari, si considera loro amico e poi un giorno li abbandona, lascia che scompaiano nella polvere, che ritornino al nulla? Se egli si comportasse in questo modo sarebbe autore di progetti di morte. Egli invece โ€“ dice Gesรน โ€“ non รจ il Dio dei morti, ma dei vivi, perchรฉ da lui tutti ricevono la vita.

Egli รจ โ€œlโ€™amante della vitaโ€ (Sap 11,26), โ€œnon ha creato la morte e non gode per la rovina dei viventiโ€ (Sap 1,13). Nulla di ciรฒ che ha qualche attinenza con la morte puรฒ avvicinarsi a lui.

AUTORE: p. Fernando Armellini

FONTE: per gentile concessione di Settimana News