p. Fernando Armellini โ€“ Commento al Vangelo del 5 Luglio 2020

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Padre Fernando Armellini, biblista Dehoniano, commenta il Vangelo di domenica 5 luglio 2020.
Se sei interessato a tutti i sui commenti al Vangelo, puoi leggerli qui.

14a Domenica del Tempo Ordinario   anno A

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Nelle assemblee liturgiche, nei pasti comuni, nei viaggi in carovana, durante le riunioni pubbliche, in ogni occasione, presso la societร  giudaica si poneva il problema di chi fosse il piรน grande, a chi spettasse lโ€™onore maggiore.

In questa corsa ai primi posti erano stati coinvolti anche i beati del cielo โ€“ che venivano catalogati in sette classi, con a capo i martiri โ€“ e lo stesso Dio dโ€™Israele, che non poteva essere da meno delle divinitร  orientali, greche ed egiziane alle quali era invariabilmente attribuito il titolo di โ€œgrandeโ€. Per questo Salomone proclamava: โ€œGrande รจ il nostro Dio, piรน di tutti gli dรจiโ€ (Es 18,11) e Mosรจ assicurava gli israeliti: โ€œIl Signore vostro Dio รจ il Dio degli dรจi e Signore dei signori, รจ Dio grande, forte e terribileโ€ (Dt 10,17).

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Negli ultimi secoli prima di Cristo, le affermazioni sulla grandezza di Dio si erano moltiplicate a dismisura. Egli era โ€œlโ€™altissimo, il grandissimoโ€ (Est 8,12q); โ€œil Signore grande e glorioso, mirabile nella sua potenza e invincibileโ€ (Gdt 16,13) e ci si attendeva, di conseguenza, anche una manifestazione della sua grandezza: โ€œAttendiamo la manifestazione della gloria del nostro grande Dio e salvatoreโ€ โ€“ leggiamo nella notte di Natale (Tt 2,13).

Egli รจ apparso, in tutta la sua grandezza: un bambino debole, povero, indifeso, โ€œavvolto in fasceโ€ da una dolce e premurosa mamma quattordicenne. รˆ stato solo lโ€™inizio della sua manifestazione che ha avuto il culmine sulla croce.

Da quel giorno tutti i criteri di grandezza sono stati capovolti.

Per interiorizzare il messaggio, ripeteremo:
โ€œSolo i piccoli sono in grado di cogliere i misteri del regno di Dioโ€.

Prima Lettura (Zc 9,9-10)

9 Esulta grandemente figlia di Sion,
giubila, figlia di Gerusalemme!
Ecco, a te viene il tuo re.
Egli รจ giusto e vittorioso,
umile, cavalca un asino,
un puledro figlio dโ€™asina.
10 Farร  sparire i carri da Efraim
e i cavalli da Gerusalemme,
lโ€™arco di guerra sarร  spezzato,
annunzierร  la pace alle genti,
il suo dominio sarร  da mare a mare
e dal fiume ai confini della terra.

Questa profezia รจ stata pronunciata quando Israele non era nemmeno piรน una nazione indipendente. Non era in guerra con nessuno, ma era un popolo insignificante sullo scacchiere internazionale; era colonizzato, sfruttato e oppresso da potenze straniere. Il periodo storico รจ quello immediatamente successivo alle conquiste di Alessandro Magno.

In questo tempo difficile, la figlia di Sion, la figlia di Gerusalemme รจ invitata a rallegrarsi grandemente e a giubilare (v. 9). Sion era il nome della collina sulla quale era sorta la cittร  di Davide; in seguito era divenuto sinonimo di Gerusalemme. Con lโ€™espressione figlia di Sion o figlia di Gerusalemme si indicava il quartiere piรน povero della cittร , il suburbio che era sorto a nord (come una propaggine, una figlia della capitale) quando erano giunti i fuggiaschi provenienti da Samaria, distrutta dagli assiri nel 721 a.C..

รˆ a questi sfollati, a queste persone indigenti e disagiate che il profeta si rivolge per annunciare loro gioia e speranza: un re giusto e vittorioso sta per venire e inaugurerร  unโ€™era di pace e di prosperitร .

La dinastia di Davide era scomparsa da secoli. Il re che โ€œlibererร  il povero che grida e il misero che non trova aiuto, che avrร  pietร  del debole e del povero, salverร  la vita dei suoi miseri e li riscatterร  dalla violenza e dal soprusoโ€ (Sal 72,12-14), non poteva essere un uomo, ma doveva essere Dio stesso.

Fin qui nessuna novitร  rispetto a quanto promesso da altri profeti. โ€œIl Signore ha disperso il tuo nemico. Re dโ€™Israele รจ il Signore in mezzo a teโ€, aveva giร  predetto Sofonia (Sof 3,15). La sorpresa viene ora: il salvatore non giungerร  a capo di un forte esercito, montando focosi destrieri, guidando carri da guerra, calpestando i nemici fatti prigionieri, ma entrerร  in Gerusalemme โ€œumile, cavalcando un asino, sopra un puledro figlio dโ€™asinaโ€ (v. 9).

Dotare lโ€™esercito di unโ€™impetuosa cavalleria era sempre stato il sogno dei re dโ€™Israele che, per procurarsela, erano giunti a vendere i figli del loro popolo come schiavi e mercenari degli egiziani (Dt 17,16). Dio invece vuole porre fine a queste manie di potere e di grandezza: โ€œDistruggerรฒ i tuoi cavalli in mezzo a te e manderรฒ in rovina i tuoi carriโ€ โ€“ aveva predetto per bocca di Michea (Mic 5,9).

Nella seconda parte della lettura (v. 10) viene descritto il regno pacifico inaugurato dal Signore: lโ€™arco di guerra sarร  spezzato e la pace sarร  annunciata a tutte le genti. Il regno si estenderร  dal Mediterraneo al golfo Persico e dal fiume Eufrate fino alle estremitร  della terra. Secondo la geografia del tempo questi erano i confini del mondo.

Con questa profezia Zaccaria rovescia il concetto di regalitร : il sovrano non รจ colui che รจ servito, ma colui che mette gli altri al centro delle sue attenzioni. Non sono i deboli ad essergli sottomessi, รจ lui che si mette al loro servizio. La sua forza รจ quella che gli uomini considerano debolezza.

Gesรน realizzerร  alla lettera questa profezia quando entrerร  in Gerusalemme cavalcando un asino. Con quel gesto mostrerร  di essere lui il re pacifico annunciato da Zaccaria.

Seconda Lettura (Rm 8,9.11-13)

9 Voi perรฒ non siete sotto il dominio della carne, ma dello Spirito, dal momento che lo Spirito di Dio abita in voi. Se qualcuno non ha lo Spirito di Cristo, non gli appartiene. 11 E se lo Spirito di colui che ha risuscitato Gesรน dai morti abita in voi, colui che ha risuscitato Cristo dai morti darร  la vita anche ai vostri corpi mortali per mezzo del suo Spirito che abita in voi.
12 Cosรฌ dunque fratelli, noi siamo debitori, ma non verso la carne per vivere secondo la carne; 13 poichรฉ se vivete secondo la carne, voi morirete; se invece con lโ€™aiuto dello Spirito voi fate morire le opere del corpo, vivrete.

Gli uomini muoiono e anche Gesรน, essendo un uomo, รจ morto, doveva morire. Egli perรฒ รจ risuscitato. Quale forza lo ha fatto risorgere?

Nella lettura di oggi Paolo dice che questo รจ accaduto perchรฉ egli aveva in sรฉ in pienezza lo Spirito, la potenza di Dio (v. 11).

La vita dellโ€™uomo ha un inizio ed ha una fine, ma la vita di Dio non ha avuto inizio e non avrร  fine. Gesรน รจ morto alla vita materiale, ma lo Spirito che era in lui lo ha risuscitato, lo ha fatto continuare a vivere della vita di Dio.

Da questa veritร  Paolo deduce che, avendo noi ricevuto in dono questo stesso Spirito, non possiamo piรน morire. Quando giungerร  il momento in cui la nostra vita biologica si concluderร , lo Spirito che ha risuscitato Gesรน risusciterร  anche i nostri corpi mortali (v. 11).

Nella seconda parte della lettura (vv. 12-13), lโ€™Apostolo indica quali sono le conseguenze morali che derivano dalla nuova condizione in cui รจ entrato chi ha ricevuto il battesimo: deve compiere opere che siano in sintonia con la vita di Dio, con gli impulsi dello Spirito; se continua a โ€œvivere secondo la carneโ€ fa scelte di morte.

Vangelo (Mt 11,25-30)

25 In quel tempo Gesรน disse: โ€œTi benedico, o Padre, Signore del cielo e della terra, perchรฉ hai tenuto nascoste queste cose ai sapienti e agli intelligenti e le hai rivelate ai piccoli. 26 Sรฌ, o Padre, perchรฉ cosรฌ รจ piaciuto a te. 27 Tutto mi รจ stato dato dal Padre mio; nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio lo voglia rivelare.
28 Venite a me, voi tutti, che siete affaticati e oppressi, e io vi ristorerรฒ. 29 Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per le vostre anime. 30 Il mio giogo infatti รจ dolce e il mio carico leggeroโ€.

Allโ€™inizio della sua vita pubblica, lungo il lago di Galilea, Gesรน ha suscitato parecchi entusiasmi e ha avuto un notevole successo; presto perรฒ sono cominciati i conflitti, le incomprensioni e le ostilitร . Molti discepoli, sconcertati dalle sue proposte, si sono scoraggiati e lo hanno abbandonato (Gv 6,66). Persino i suoi familiari si sono sempre mostrati piuttosto diffidenti (Gv 7,5). Con lui รจ rimasto soltanto un gruppo sparuto di discepoli appartenenti alle classi piรน povere e disprezzate della societร  giudaica (Gv 6,67-69).

Il nostro brano costituisce lโ€™epilogo di un capitolo carico di tensioni e polemiche. Si รจ aperto con la crisi di fede del Battista che ha inviato alcuni discepoli a chiedere a Gesรน: โ€œSei tu colui che deve venire o dobbiamo aspettarne un altro?โ€ (Mt 11,3); รจ continuato con il pesante giudizio di Gesรน sulla sua generazione (Mt 11,16-19) e con le minacce: โ€œGuai a te, Corazin! Guai a te, Betsร idaโ€ (Mt 11,21-24).

A metร  della vita pubblica il bilancio non poteva che essere considerato deludente. Di fronte a un simile fallimento noi avremmo lasciato cadere le braccia, Gesรน invece si rallegra e benedice il Padre per quanto รจ accaduto.

Lโ€™esclamazione solenne con cui inizia il vangelo di oggi รจ una delle poche preghiere di Gesรน riportate dai vangeli: โ€œTi benedico Padre, Signore del cielo e della terra, perchรฉ hai tenuto nascoste queste cose ai sapienti ed agli intelligenti e le hai rivelate ai piccoliโ€ (v. 25).

I sapienti e gli intelligenti sono spesso citati insieme nella Bibbia e, molte volte, in senso peggiorativo. Sono coloro che si professano ricercatori devoti della sapienza, che pensano addirittura di averne il monopolio, mentre in realtร  si arrovellano in stoltezze e si dilettano con vane disquisizioni. Contro di loro il profeta Isaia aveva sentenziato: โ€œGuai a coloro che si credono sapienti e si reputano intelligentiโ€ (Is 5,20-21). Gesรน non li dichiara esclusi dalla salvezza, si limita a constatare un fatto: i poveri, gli umili, le persone emarginate hanno accolto per primi la sua parola di liberazione. รˆ normale โ€“ dice โ€“ che questo accada perchรฉ sono i piccoli che, piรน dโ€™ogni altro, sentono il bisogno delle tenerezze di Dio, hanno fame e sete della giustizia, piangono, vivono nel lutto e attendono che il Signore intervenga per sollevare il loro capo e colmarli di gioia. Sono beati perchรฉ per loro รจ giunto il regno di Dio. Poi aggiunge: questo fatto rientra nel progetto del Padre: โ€œSรฌ, o Padre, perchรฉ cosรฌ รจ piaciuto a teโ€ (v. 26).

รˆ profondamente radicata la convinzione che Dio sia amico solo dei buoni e dei giusti, che prediliga chi si comporta bene e sopporti a fatica chi pecca. Questo รจ il Dio creato dai โ€œsaggiโ€ e dagli โ€œintelligentiโ€, รจ il prodotto della logica e dei criteri umani. Il Padre di Gesรน invece va a riprendersi coloro che noi gettiamo nella spazzatura, predilige chi รจ disprezzato, chi non รจ considerato da nessuno, i peccatori pubblici (Mt 11,19) e le prostitute (Mt 21,31) perchรฉ sono i piรน bisognosi del suo amore. I ricchi, i sazi, chi รจ orgoglioso del proprio sapere non sentono il bisogno di questo Padre, si tengono stretto il loro Dio. Giungeranno anchโ€™essi alla salvezza, certo, ma solo quando si saranno fatti โ€œpiccoliโ€. Il guaio per loro รจ quello di arrivare in ritardo, di perdere tempo prezioso.

Nella seconda parte del brano (v. 27) viene introdotta unโ€™importante affermazione di Gesรน: โ€œNessuno conosce il Figlio se non il Padre, come nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio lo voglia rivelareโ€.

Il verbo conoscere nella Bibbia non significa aver incontrato o contattato alcune volte una persona, vuol dire โ€œavere avuto di lei unโ€™esperienza profondaโ€. Viene impiegato, per esempio, per indicare il rapporto intimo che intercorre fra marito e moglie (cf. Lc 1,34).

Una conoscenza piena del Padre รจ possibile solo al Figlio. Tuttavia, egli puรฒ comunicare questa sua esperienza a chi vuole. Chi avrร  la disposizione giusta per accogliere la sua rivelazione? I piccoli, naturalmente.

Gli scribi, i rabbini, coloro che sono istruiti fin nei minimi dettagli della legge sono convinti di possedere la piena conoscenza di Dio, ritengono di saper discernere ciรฒ che รจ bene, si presentano come guide dei ciechi, come luce di coloro che sono nelle tenebre, come educatori degli ignoranti, come maestri dei semplici (Rm 2,18-20); costoro, finchรฉ non rinunceranno al loro atteggiamento di โ€œsaggiโ€ e โ€œintelligentiโ€, si precluderanno la vera e gratificante esperienza dellโ€™amore di Dio.

Lโ€™ultima parte del brano (vv. 28-30) si riferisce allโ€™oppressione che i โ€œpiccoliโ€, il popolo semplice della terra, i poveri subiscono da parte dei โ€œsaggi e intelligentiโ€. Questi (gli scribi e i farisei) hanno strutturato una religione complicatissima, fatta di regole minuziose, di prescrizioni impossibili da osservare, hanno caricato sulle spalle della gente ignorante โ€œpesi insopportabili che essi non toccano nemmeno con un ditoโ€ (Lc 11,46).

La legge di Dio รจ sรฌ un giogo e il saggio Siracide raccomandava al figlio: โ€œIntroduci i tuoi piedi nei suoi ceppi, il collo nella sua catena; piega la tua spalla e portalaโ€ฆ alla fine troverai in lei il riposoโ€ (Sir 6,24-28), ma la religione predicata dai maestri dโ€™Israele lโ€™ha trasformata in un giogo opprimente. Per causa sua i poveri non si sentono solo disgraziati in questo mondo, ma anche rigettati da Dio ed esclusi dal mondo futuro. Sanno di non essere capaci di osservare le disposizioni dettate dai rabbini e per questo si sono convinti di essere impuri. โ€œQuesta gente che non conosce la legge รจ maledettaโ€, dichiarava il sommo sacerdote Caifa (Gv 7,49).

A questi poveri, smarriti e disorientati, Gesรน rivolge lโ€™invito a liberarsi dalla paura e dalla religione angosciante che รจ stata inculcata in loro. Accogliete โ€“ raccomanda โ€“ la mia legge, quella nuova che si riassume in un unico comandamento: lโ€™amore al fratello. Non propone una morale piรน facile e permissiva, ma unโ€™etica che punta diritta allโ€™essenziale e non fa sprecare energie nellโ€™osservanza di prescrizioni โ€œche hanno una parvenza di sapienzaโ€, ma che in realtร  non hanno alcun valore (Col 2,23).

Il suo giogo รจ dolce. Anzitutto perchรฉ รจ il suo: non nel senso che รจ stato lui ad imporlo, ma perchรฉ รจ lui ad averlo portato per primo. รˆ alla volontร  del Padre che Gesรน si รจ sempre inchinato; lโ€™ha liberamente abbracciata, mentre non si รจ mai lasciato imporre precetti umani (Mc 7). Il suo giogo รจ dolce perchรฉ solo chi accoglie la sapienza delle beatitudini puรฒ sperimentare la gioia e la pace.

Infine lโ€™invito: โ€œImparate da me che sono mite ed umile di cuore!โ€ (v. 29). Forse questa affermazione ci lascia un poโ€™ perplessi perchรฉ sembra unโ€™autocelebrazione, meritata, certo, ma poco opportuna.

Queste parole sono tuttโ€™altro che una vanteria!

โ€œImparate da meโ€ significa semplicemente: non seguite i maestri che la fanno da padroni sulle vostre coscienze, che predicano un Dio che non sta dalla parte dei poveri, dei peccatori, degli ultimi e insegnano una religione che toglie la gioia con le sue pignolerie e assurditร .

Gesรน si presenta come mite ed umile di cuore. Sono i termini che troviamo nelle beatitudini e che non indicano i timidi, i mansueti, i tranquilli, ma coloro che sono poveri e oppressi, coloro che, pur subendo ingiustizie, non ricorrono alla violenza.

A tutti questi poveri della terra Gesรน dice: io sto dalla vostra parte, sono uno di voi, anchโ€™io sono povero e rifiutato!

Il brano del vangelo di oggi รจ motivo di riflessione sia personale che comunitaria. Qual รจ il Dio in cui crediamo: รจ quello dei โ€œsapientiโ€ o quello rivelatoci da Gesรน? Per chi รจ segno di speranza la nostra comunitร : per chi รจ convinto di meritare i primi posti o per chi si sente indegno di varcare la soglia della chiesa?


AUTORE: p. Fernando Armellini
FONTE: Settimana News
SITO WEB: http://www.settimananews.it/ascolto-annuncio/corpus-domini-pane-loggi-la-vita-eterna/

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