p. Fernando Armellini โ€“ Commento al Vangelo del 28 Giugno 2020

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Padre Fernando Armellini, biblista Dehoniano, commenta il Vangelo di domenica 28 Giugno 2020.
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12a Domenica del Tempo Ordinario   anno A

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Il termine casa in ebraico non indica solo lโ€™edificio, ma anche la famiglia, la cellula della societร  in cui, specialmente nei tempi antichi, lโ€™individuo trovava asilo, si sentiva accolto e protetto.

Di questa duplice casa lโ€™uomo non puรฒ fare a meno: โ€œIndispensabili alla vita sono lโ€™acqua, il pane, il vestito e una casa che serva da riparoโ€ (Sir 29,21), per questo in Medio Oriente lโ€™ospitalitร  รจ sempre stata sacra, come attestano le insistenti raccomandazioni della Bibbia: โ€œPraticate lโ€™ospitalitร  gli uni verso gli altri, senza mormorareโ€ (1 Pt 4,9); โ€œNon dimenticate lโ€™ospitalitร ; alcuni, praticandola, hanno accolto degli angeli senza saperloโ€ (Eb 13,2).

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A chi vuole dare inizio a una nuova famiglia รจ perรฒ richiesto il distacco dalla propria casa: โ€œLโ€™uomo lascerร  il padre e la madre e si unirร  alla sua donnaโ€ (Gn 2,24). รˆ un abbandono che porta a un incontro destinato a dare continuitร  alla vita.

Anche Gesรน un giorno ha abbandonato la sicurezza che gli era offerta dalla dimora di Nazareth: โ€œLe volpi hanno le loro tane e gli uccelli del cielo i loro nidi, ma il Figlio dellโ€™uomo non ha dove posare il capoโ€ (Mt 8,20); ha lasciato anche la famiglia: โ€œChi รจ mia madre e chi sono i miei fratelli?โ€. Poi stendendo la mano verso i suoi discepoli ha detto: โ€œEcco mia madre ed ecco i miei fratelliโ€ (Mt 12,48-50).

A chi lo vuole seguire chiede la stessa disponibilitร : il coraggio di compiere uno stacco per spiccare il volo verso una realtร  superiore, per essere introdotti in una nuova casa, in una nuova famiglia, quella dei figli di Dio.

Per interiorizzare il messaggio, ripeteremo:
โ€œNel discepolo รจ Gesรน che bussa alla nostra porta e chiede ospitalitร โ€.

Prima Lettura (2 Re 4,8-11.14-16a)

8 Un giorno Eliseo passava per Sunem, ove cโ€™era una donna facoltosa, che lโ€™invitรฒ con insistenza a tavola. In seguito, tutte le volte che passava, si fermava a mangiare da lei. 9 Essa disse al marito: โ€œIo so che รจ un uomo di Dio, un santo, colui che passa sempre da noi. 10 Prepariamogli una piccola camera al piano di sopra, in muratura, mettiamoci un letto, un tavolo, una sedia e una lampada, sรฌ che, venendo da noi, vi si possa ritirareโ€.
11 Recatosi egli un giorno lร , si ritirรฒ nella camera e vi si coricรฒ. 14 Eliseo replicรฒ: โ€œChe cosa si puรฒ fare per lei?โ€. Ghecazi disse: โ€œPurtroppo essa non ha figli e suo marito รจ vecchioโ€. 15 Eliseo disse: โ€œChiamala!โ€. La chiamรฒ; essa si fermรฒ sulla porta. 16 Allora disse: โ€œLโ€™anno prossimo, in questa stessa stagione, tu terrai in braccio un figlioโ€.

Su un clivo sempre soleggiato, lร  dove la collina di Morรฉ degrada verso la fertile pianura di Esdrelon, favorita da unโ€™abbondante sorgente dโ€™acqua, sorgeva, fin dai tempi piรน remoti, la cittร  di Sunem. Era famosa soprattutto perchรฉ in essa si erano accampati i filistei prima di battere Saul (1 Sam 28,4) e per aver dato i natali ad Abisag, lโ€™avvenente fanciulla che si era presa cura del vecchio Davide (1 Re 1,3). Al tempo di Eliseo, Sunem era abitata da proprietari terrieri benestanti ed รจ proprio nella casa di uno di questi che va ambientato lโ€™episodio narrato nella lettura.

Il profeta, che era solito passare da questa cittร , aveva stretto amicizia con una coppia di sposi, giร  avanti negli anni e senza figli. Era soprattutto lโ€™anziana signora che nutriva stima e affetto per lโ€™uomo di Dio. Sapendo che veniva da lontano e che era senza casa e senza famiglia, provava per lui una grande tenerezza; condivideva la sua missione e lo accoglieva con le premure di una mamma. Dโ€™accordo con suo marito aveva fatto costruire per lui una piccola stanza al piano superiore, in muratura, vi aveva posto un letto, un tavolo, una sedia e una lampada.

La signora, evidentemente abbastanza ricca, avrebbe potuto limitarsi a dare un poโ€™ di soldi ad Eliseo per poi lasciarlo andare per la sua strada. Invece โ€“ ed รจ questo lโ€™aspetto da sottolineare โ€“ non si limitava a porgergli un aiuto, lo accoglieva nella propria casa, voleva che si sentisse membro della sua famiglia.

Piacque a Dio il gesto di questa donna e, per mostrarle quanto avesse apprezzato la sua solidarietร  con il profeta e quali benedizioni egli riservi a coloro che collaborano con chi annuncia la sua parola, le concesse la gioia piรน grande cui potesse aspirare: le diede un figlio.

Eliseo rappresenta gli apostoli che, anche oggi, lasciano la loro terra, la famiglia, una vita forse agiata e tranquilla e scelgono di dedicarsi totalmente al servizio di Dio e del vangelo. Piรน che dellโ€™appoggio materiale, hanno bisogno di sentire la presenza amica di persone che condividono i loro ideali, di persone che, specialmente nei momenti di difficoltร , di scoraggiamento e di solitudine, sappiano sostenerli e stare loro vicino.

Seconda Lettura (Rm 6,3-4.8-11)

3 O non sapete che quanti siamo stati battezzati in Cristo Gesรน, siamo stati battezzati nella sua morte? 4 Per mezzo del battesimo siamo dunque stati sepolti insieme a lui nella morte, perchรฉ come Cristo fu risuscitato dai morti per mezzo della gloria del Padre, cosรฌ anche noi possiamo camminare in una vita nuova.
8 Ma se siamo morti con Cristo, crediamo che anche vivremo con lui, 9 sapendo che Cristo risuscitato dai morti non muore piรน; la morte non ha piรน potere su di lui. 10 Per quanto riguarda la sua morte, egli morรฌ al peccato una volta per tutte; ora invece per il fatto che egli vive, vive per Dio. 11 Cosรฌ anche voi consideratevi morti al peccato, ma viventi per Dio, in Cristo Gesรน.

Il battesimo era un rito molto comune al tempo di Gesรน. Venivano battezzati coloro che seguivano il Battista, coloro che rinunciavano al paganesimo e sceglievano la religione dโ€™Israele, coloro che entravano in una setta religiosa e anche gli schiavi ai quali i padroni concedevano la libertร . Era un gesto che indicava un cambiamento radicale della vita: una morte al passato e una rinascita.

Anche il battesimo cristiano ha, fondamentalmente, il medesimo significato. Lo si comprende meglio se si tiene presente che, nella chiesa primitiva, erano soprattutto gli adulti che, nella notte di Pasqua, venivano battezzati. Si trattava di pagani che, con lโ€™immersione nellโ€™acqua di una vasca, intendevano seppellire un passato caratterizzato da violenze, odi, adulteri, furti, corruzione, immoralitร  e, risalendo dallโ€™acqua, mostravano di essere persone nuove, pronte a seguire il cammino di Cristo.

Le acque del fonte battesimale erano considerate le acque del grembo materno della comunitร  che generava nuovi figli di Dio.

Si comprende cosรฌ ciรฒ che afferma Paolo nellโ€™importante brano che ci viene proposto nella lettura: โ€œPer mezzo del battesimo siamo stati sepolti con Cristo nella morte, perchรฉ possiamo camminare in una vita nuovaโ€ (v. 4). Il passaggio dalla morte alla vita รจ stato percorso anzitutto da Cristo, poi, dietro di lui, da ogni discepolo.

Nellโ€™ultimo versetto, lโ€™Apostolo indica le conseguenze pratiche di questo evento: se il battesimo รจ il giorno della rinascita, segna anche lโ€™inizio di una vita morale completamente nuova; il cristiano non puรฒ continuare a compiere le azioni di prima, deve considerarsi โ€œmorto al peccato e vivo per Dio, in Cristo Gesรนโ€ (v. 11).

Vangelo (Mt 10,37-42)

37 โ€œChi ama il padre o la madre piรน di me non รจ degno di me; chi ama il figlio o la figlia piรน di me non รจ degno di me; 38 chi non prende la sua croce e non mi segue, non รจ degno di me. 39 Chi avrร  trovato la sua vita, la perderร : e chi avrร  perduto la sua vita per causa mia, la troverร .
40 Chi accoglie voi accoglie me, e chi accoglie me accoglie colui che mi ha mandato. 41 Chi accoglie un profeta come profeta, avrร  la ricompensa del profeta, e chi accoglie un giusto come giusto, avrร  la ricompensa del giusto. 42 E chi avrร  dato anche solo un bicchiere di acqua fresca a uno di questi piccoli, perchรฉ รจ mio discepolo, in veritร  io vi dico: non perderร  la sua ricompensaโ€.

Il secondo dei cinque discorsi di Gesรน che si trovano nel vangelo di Matteo sviluppa i temi legati allโ€™invio dei discepoli in missione. Oggi ci viene proposto il brano conclusivo.

Nella prima parte (vv. 37-39) sono presentate, in tutta la loro durezza, le esigenze della sequela. Vengono richieste rinunce di una radicalitร  inaudita e, come se non bastasse, ognuna di esse รจ accompagnata da una severa e drastica dichiarazione, scandita come un ritornello, non รจ degno di me!. Nessun rabbino ha mai preteso tanto da chi lo seguiva e forse anche per questo un giorno i giudei hanno chiesto a Gesรน: โ€œMa tu chi pretendi di essere?โ€ (Gv 8,53).

Dal discepolo egli esige anzitutto il distacco radicale anche dagli affetti piรน intimi e piรน naturali, quali lโ€™amore per i genitori e per i figli.

La sua richiesta va inserita nel contesto delle immagini paradossali impiegate nellโ€™ultima parte del discorso. Ha appena affermato di non essere venuto a portare la pace, ma una spada (Mt 10,34).

Dopo aver dichiarato beati i costruttori di pace (Mt 5,9) e aver invitato ad amare i nemici (Mt 6,44), Gesรน non puรฒ certo incitare allโ€™aggressione fisica nei confronti dei nemici. La spada che provoca divisioni e conflitti รจ la sua parola, quella che lโ€™autore della Lettera agli ebrei definisce โ€œviva, efficace e piรน tagliente di ogni spada a doppio taglio; essa penetra fino al punto di divisione dellโ€™anima e dello spirito e scruta i sentimenti e i pensieri del cuoreโ€ (Eb 4,12). รˆ la spada cui faceva riferimento Simeone nella profezia fatta a Maria (Lc 2,35).

Gesรน non intende smentire la Torร h di Mosรจ che ordina di onorare il padre e la madre, anzi ne ha ribadito piรน volte il comandamento (Mt 15,4), tuttavia รจ cosciente di essere venuto โ€œper la rovina e la risurrezione di molti in Israele, segno di contraddizione, perchรฉ siano svelati i pensieri di molti cuoriโ€ (Lc 2,34-35). Sa che la sua parola provocherร  incomprensioni, contrasti e tensioni allโ€™interno delle stesse famiglie.

Matteo scrive il suo vangelo in un tempo di persecuzione. I discepoli hanno fatto spesso lโ€™esperienza che, per rimanere fedeli a Cristo, hanno dovuto accettare anche la rottura dei legami con le persone piรน care. I rabbini avevano preso la decisione di espellere dalle sinagoghe, di escludere dal popolo eletto chi ritenesse Gesรน il messia; avevano ordinato che chi aderiva alla fede cristiana, considerata eretica, fosse ripudiato dai propri familiari. Le conseguenze di questa esclusione erano gravi e dolorose, non solo dal punto di vista affettivo, ma anche sociale ed economico.

Gesรน esige dal discepolo il coraggio di rimanere senza appoggi, senza protezione e senza sicurezze materiali per amore del suo vangelo; poi continua con unโ€™altra richiesta, ancora piรน drammatica: la disponibilitร  non solo a perdere tutto, ma anche a rinunciare alla propria vita.

Lโ€™immagine della croce si riferisce alle conseguenze inevitabili cui va incontro chi vuole vivere secondo i dettami del vangelo: come il Maestro, andrร  incontro alla croce, cioรจ allโ€™ostilitร  del mondo. Anche se la vita non gli verrร  tolta con il martirio, dovrร  donarla in un costante e generoso sacrificio di sรฉ.

โ€œVenne fra la sua gente, ma i suoi non lโ€™hanno accoltoโ€ (Gv 1,11). รˆ stata questa la risposta dellโ€™uomo alla richiesta dโ€™ospitalitร  rivoltagli da Dio. รˆ una sorte che รจ toccata spesso a Gesรน (Lc 9,53) ed รจ quella che attende anche i discepoli da lui inviati (Mt 10,14).

Nella seconda parte del brano (vv. 40-42) รจ contenuta una promessa straordinaria a coloro che accolgono i predicatori del vangelo.

โ€œChi accoglie voi accoglie me e chi accoglie me accoglie colui che mi ha mandatoโ€ (v. 40). Non si tratta semplicemente dellโ€™ospitalitร  materiale, come quella offerta dalla donna di Sunem a Eliseo, ma dellโ€™accoglienza del messaggio. Dicevano i rabbini: โ€œLโ€™inviato di un uomo รจ come quellโ€™uomo stessoโ€. Gesรน intende affermare lโ€™autoritร  da lui conferita al suo discepolo: nelle parole del discepolo risuona la voce del Maestro e, tramite lui, quella del Padre.

 รˆ a questo punto che viene ripreso il tema introdotto dalla prima lettura. Chi accoglie il profeta, per il fatto di essere un profeta, riceverร  la ricompensa del profeta. Anche un gesto dโ€™amore semplice come quello di offrire un bicchiere dโ€™acqua fresca a un discepolo, anche se piccolo, senza alcuna apparenza, senza titoli prestigiosi, non rimarrร  senza ricompensa.

Non tutti hanno ricevuto da Dio le medesime qualitร  e gli stessi doni. Tuttavia, in modi diversi, ma con la stessa generositร , ogni vero credente รจ chiamato a dare il proprio contributo e il proprio appoggio a chi si dedica direttamente allโ€™annuncio della parola di Dio. Prima ancora dellโ€™aiuto materiale queste persone hanno bisogno di sentire che i loro sforzi sono apprezzati dai fratelli di fede e che il loro messaggio viene assimilato.

Questa accoglienza deve manifestarsi in modo particolare nei confronti di coloro che hanno rinunciato a farsi una โ€œcasaโ€, a costruirsi una famiglia, non per fuggire, per vivere isolati e lontani dal mondo, ma per appartenere ad ogni famiglia, per essere completamente disponibili a Cristo e ai fratelli. Come รจ valutato il loro servizio? Come sono inseriti nella nostra comunitร ? Ogni famiglia li considera suoi membri o li ritiene degli estranei? Come viene manifestata la gratitudine nei confronti del lavoro che generosamente svolgono?


AUTORE: p. Fernando Armellini
FONTE: Settimana News
SITO WEB: http://www.settimananews.it/ascolto-annuncio/corpus-domini-pane-loggi-la-vita-eterna/

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