p. Fernando Armellini โ€“ Commento al Vangelo del 27 Agosto 2023

737

Padre Fernando Armellini, biblista Dehoniano, commenta il Vangelo di domenica 27 agosto 2023.
Se sei interessato a tutti i sui commenti al Vangelo, puoi leggerli qui.

21a Domenica del Tempo Ordinario   anno A
Link al video

Una scoperta che ti cambia

Circolava alla fine degli anni โ€™60 un ritratto di Cristo wantedโ€“ricercato: capelli lunghi, barba incolta, amico degli emarginati, annunciatore di un messaggio rivoluzionario, malvisto dai poteri costituiti. Era il Gesรน dei contestatori. Faceva la sua comparsa accanto a quello misticheggiante di chi si sentiva attratto dalla religione delle devozioni e dellโ€™intimismo spirituale.

Ha avuto la sua epoca anche il Gesรน trionfatore, fra labari e stendardi: era il โ€œconquistatore di regniโ€ e il protettore dei sovrani di questo mondo.

Il Gesรน della religione รจ il piรน inossidabile: garantisce la giustizia, premia i buoni, protegge i pii e punisce i malvagi. A volte qualcuno lo fa scadere al ruolo di castigamatti o di spauracchio per i bambini che fanno i capricci. รˆ comunque lโ€™utile garante di comportamenti morali ritenuti positivi.

Gesรน รจ un personaggio che tutti sembrano voler strattonare per averlo dalla propria parte.

Cโ€™รจ anche il Gesรน che ci portiamo dentro di noi dagli anni della nostra infanzia, presentatoci da catechisti a volte piรน volenterosi che preparati, un Gesรน che forse non ci ha mai convinti fino in fondo e che, ad un certo punto della nostra vita, non ha piรน avuto molto da dirci.

Dopo duemila anni, egli non cessa di provocare e di interpellare ogni uomo e, come ha fatto un giorno nei pressi di Cesarea di Filippo, ci incalza con una domanda imbarazzante: โ€œChi dite che io sia?โ€

Di fronte a tante immagini che circolano di lui, รจ difficile scegliere quella autentica.

Per interiorizzare il messaggio, ripeteremo:
โ€œNon veneriamo un personaggio del passato nรฉ la sua dottrina, crediamo in Cristo, Figlio del Dio viventeโ€.

Prima Lettura (Is 22,19-23)

Cosรฌ dice il Signore contro Sebna sovrintendente del palazzo:
19 โ€œTi toglierรฒ la carica,
ti rovescerรฒ dal tuo posto.
20 In quel giorno chiamerรฒ il mio servo
Eliakรฌm, figlio di Chelkia;
21 lo rivestirรฒ con la tua tunica,
lo cingerรฒ della tua sciarpa
e metterรฒ il tuo potere nelle sue mani.
Sarร  un padre per gli abitanti di Gerusalemme
e per il casato di Giuda.
22 Gli porrรฒ sulla spalla la chiave della casa di Davide;
se egli apre, nessuno chiuderร ;
se egli chiude, nessuno potrร  aprire.
23 Lo conficcherรฒ come un paletto in luogo solido
e sarร  un trono di gloria per la casa di suo padreโ€.

Il fatto cui fa riferimento questa profezia รจ ben noto. Il re Ezechia (VIII sec. a.C.) โ€“ un uomo buono, ma anche piuttosto ingenuo โ€“ si era scelto come maggiordomo Sebna, un opportunista, un corrotto che si serviva del denaro pubblico per costruirsi il proprio splendido mausoleo, un mestatore intrigante che, contro il parere di Isaia, propugnava lโ€™alleanza con lโ€™Egitto. Fu destituito e il suo posto fu preso da Eliakรฌm figlio di Chelkia. Isaia approvรฒ questa saggia decisione: Eliakรฌm era onesto, capace, politicamente affidabile. Il profeta parla di lui in termini entusiastici: โ€œEgli sarร  un padre per gli abitanti di Gerusalemme e per tutto il popolo di Giudaโ€ (v. 21).

- Pubblicitร  -

Lโ€™episodio ci interessa perchรฉ dร  informazioni sul modo con cui veniva conferito il potere a un nuovo maggiordomo: il re strappava il mantello e la cintura a colui che si era mostrato inetto e li consegnava al nuovo incaricato. Questi veniva rivestito della tunica del suo predecessore, era avvolto con la sua sciarpa e decorato con le sue insegne; infine gli venivano consegnate le chiavi del palazzo (vv. 20-22).

Ricevere le chiavi equivaleva a ottenere tutti i poteri nella reggia, amministrare i beni del sovrano e decidere chi poteva essere ricevuto in udienza.

Il brano si chiude con altre due immagini che preannunciano la condizione in cui verrร  collocato Eliakรฌm: egli sarร  come un piolo solidamente conficcato in una parete e come un trono di cui potranno gloriarsi tutti i suoi familiari (v. 23).

Sembra che il profeta preveda per lui una sfolgorante carriera e il raggiungimento di una posizione prestigiosa, invece sta annunciando il suo tramonto politico. Nei versetti seguenti (vv. 24-25 โ€“ non riportati dalla lettura) Isaia descrive, con sottile ironia, la fine ingloriosa di Eliakรฌm. A lui โ€“ dice โ€“ โ€œsi attaccherร  ogni peso della casa di suo padre: discendenti e nipoti, ogni vaso anche piccolo, dalle tazze alle anforeโ€ฆ cederร  il paletto conficcato in luogo solido, si spezzerร , cadrร  e andrร  in frantumi tutto ciรฒ che vi era appesoโ€. รˆ una presentazione satirica delle conseguenze del nepotismo cui anche Eliakรฌm, purtroppo, finirร  per cedere. Approfitterร  della sua posizione per favorire parenti, amici e rampolli che si aggrapperanno a lui fino a divenire un peso insostenibile: โ€œil pioloโ€ cederร  e tutti coloro che vi saranno legati cadranno e si frantumeranno. Povero Eliakรฌm, uomo buono rovinato dal potere!

Seconda Lettura (Rm 11,33-36)

33 O profonditร  della ricchezza, della sapienza e della scienza di Dio! Quanto sono imperscrutabili i suoi giudizi e inaccessibili le sue vie! 34 Infatti, chi mai ha potuto conoscere il pensiero del Signore? O chi mai รจ stato suo consigliere? 35 O chi gli ha dato qualcosa per primo, sรฌ che abbia a riceverne il contraccambio?
36 Poichรฉ da lui, grazie a lui e per lui sono tutte le cose. A lui la gloria nei secoli. Amen.

Il brano conclude la lunga esposizione del problema che ha tanto angustiato Paolo: il suo popolo si รจ rifiutato di riconoscere in Gesรน il messia di Dio. Abbiamo visto che lโ€™infedeltร  di Israele ha avuto un risvolto positivo: ha permesso ai pagani di entrare a far parte della Chiesa. Sono state le persecuzioni da parte dei giudei a costringere i discepoli a lasciare Gerusalemme, a disperdersi per il mondo e ad annunciare il vangelo ai pagani (At 11,19-21).

Di fronte a questa โ€œabilitร โ€ di Dio nel guidare gli avvenimenti della storia e nel trarre il bene anche dal male, Paolo esclama โ€œQuanto รจ grande la sapienza e la scienza di Dio e come sono imperscrutabili i suoi giudizi e inaccessibili le sue vie!โ€ (v. 33).

I disegni del Signore sono davvero incomprensibili e imprevedibili, non solo nella storia dei popoli, ma anche nella vita di ognuno.

Lโ€™enigma del male ha sempre afflitto lโ€™umanitร  e nessuna mente, per quanto illuminata, รจ mai riuscita a darne una spiegazione convincente. Nemmeno nel libro di Giobbe in cui il problema รจ direttamente affrontato viene data una risposta.

Paolo invita a inchinarsi di fronte al mistero e a riconoscere umilmente che le vie del Signore sono โ€œimperscrutabiliโ€. Cโ€™รจ perรฒ una certezza che รจ data dalla fede: tutto ciรฒ che accade รจ guidato dallโ€™amore del Padre e ogni avvenimento, anche il piรน drammatico, ha comunque un senso.

Vangelo Mt 16, 13-20

3 Essendo giunto Gesรน nella regione di Cesarรจa di Filippo, chiese ai suoi discepoli: โ€œLa gente chi dice che sia il Figlio dellโ€™uomo?โ€. 14 Risposero: โ€œAlcuni Giovanni il Battista, altri Elia, altri Geremia o qualcuno dei profetiโ€. 15 Disse loro: โ€œVoi chi dite che io sia?โ€. 16 Rispose Simon Pietro: โ€œTu sei il Cristo, il Figlio del Dio viventeโ€.
17 E Gesรน: โ€œBeato te, Simone figlio di Giona, perchรฉ nรฉ la carne nรฉ il sangue te lโ€™hanno rivelato, ma il Padre mio che sta nei cieli. 18 E io ti dico: Tu sei Pietro e su questa pietra edificherรฒ la mia chiesa e le porte degli inferi non prevarranno contro di essa. 19 A te darรฒ le chiavi del regno dei cieli, e tutto ciรฒ che legherai sulla terra sarร  legato nei cieli, e tutto ciรฒ che scioglierai sulla terra sarร  sciolto nei cieliโ€.
20 Allora ordinรฒ ai discepoli di non dire ad alcuno che egli era il Cristo.

Sappiamo distinguere molto bene lโ€™amico dal collega di lavoro, dai compagni di gioco, di bar, di tifoseria sportiva. Sono diversi i sentimenti che proviamo per una ragazza appena conosciuta, per la fidanzata, per la sposa. Quando si viene coinvolti nellโ€™amore scatta il meccanismo della gelosia, compare il tormento di chi teme di perdere la persona amata, di chi non tollera rivali. รˆ una passione non facile da controllare: โ€œLa collera รจ crudele, lโ€™ira รจ impetuosa; ma chi puรฒ resistere alla gelosia?โ€ (Pr 27,4); essa accorcia i giorni, anticipa la vecchiaia (Sir 30,24).

Anche Dio รจ โ€œgelosoโ€ perchรฉ nessuno piรน di lui รจ innamorato dellโ€™uomo. Per decine di volte nellโ€™AT risuonano le espressioni: โ€œIo, il Signore, sono un Dio gelosoโ€ (Es 20,5). โ€œSono acceso di grande gelosia per Sionโ€ (Zc 8,2). โ€œDal fuoco della mia gelosia sarร  consumata tutta la terraโ€ (Sof 3,8). Dio esige lโ€™amore esclusivo che coinvolge tutto il cuore, tutta lโ€™anima, tutte le forze (Dt 6,6); nel cuore dellโ€™uomo non ci puรฒ essere posto che per lui.

Questo amore senza riserve รจ preteso anche da Cristo: โ€œSe uno viene a me e non odia suo padre, sua madre, la moglie, i figli, i fratelli, le sorelle e perfino la propria vita, non puรฒ essere mio discepoloโ€ (Lc 14,26). Nulla deve essergli anteposto, nemmeno gli affetti piรน naturali โ€“ รจ questo il senso dellโ€™immagine paradossale da lui usata.

Un giorno, nei pressi della cittร  che Filippo โ€“ uno dei figli di Erode il grande โ€“ ha fondato nellโ€™estremo nord del paese, Gesรน rivolge agli apostoli due domande. Abbastanza semplice la prima: โ€œChi sono io per la gente?โ€; piรน impegnativa la seconda: โ€œChi sono io per voi?โ€.

Le opinioni che circolano lo accostano a personaggi eminenti: a Giovanni Battista, a Elia, a Geremia, agli antichi profeti (vv. 13-14).

รˆ innegabile lโ€™ammirazione degli uomini di tutti i tempi per Gesรน, eppure la stima e la venerazione non bastano. Egli non รจ la personificazione, la concretizzazione di valori eccellenti, perseguiti in genere da tutte le persone di buona volontร ; non รจ uno dei tanti che si sono distinti per la loro onestร  e lealtร , per lโ€™amore ai poveri, per lโ€™impegno in favore della giustizia, della pace, della non violenza.

Giร  come uomo โ€“ รจ vero โ€“ Gesรน li distanzia tutti perchรฉ non segue le tattiche e le strategie umane. Basti considerare le scelte di avere aspettato la maturiยญtร  per iniziare la sua missione, di aver dato la precedenza alla vita nascoยญsta, di non rivelare se non agli intimi e gradualmente il suo progetto, di aver capovolto tutte, ma proprio tutte le logiche umane fino a โ€œconsegnareโ€ la sua vita, fino a fare della sconfitta il suo trionfo. Ma neanche questo รจ sufficiente per essere da lui ritenuti โ€œdiscepoliโ€. Discepolo รจ chi ha capito che egli รจ unico, come unica รจ la persona di cui ci si innamora, di cui ci si fida ciecamente e per la quale si รจ disposti a tutto.

รˆ a questo punto che interviene la risposta sorprendente di Pietro che, a nome anche degli altri, mostra di aver capito tutto. Gli dice: โ€œTu sei il Cristoโ€, tu sei il messia, il salvatore di cui hanno parlato i profeti e che tutto il nostro popolo attende (v. 16). Sei colui per il quale siamo disposti a giocarci la vita.

Difficile trovare un risposta piรน esatta, eppure โ€“ nellโ€™ultimo versetto del brano (v. 20) โ€“ lโ€™evangelista ricorda che Gesรน impone ai discepoli il silenzio, severamente, come ha giร  fatto con i demoni. La ragione รจ semplice: Pietro ha dato una risposta esatta solo nella forma, in realtร  ha in mente unโ€™idea completamente distorta, รจ convinto che Gesรน stia per dare inizio al regno di Dio sulla terra e pensa che questo si attuerร  mediante una ostentazione di forza, prodigi e segni che lo imporranno allโ€™attenzione di tutti. รˆ certo che otterrร  un successo strepitoso e questa รจ anche lโ€™opinione degli altri discepoli che, pur avendo capito qualcosa di piรน rispetto alle folle, sono ancora prigionieri della mentalitร  comune che valuta la riuscita di una vita in base ai trionfi ottenuti. Nessuno si รจ ancora reso conto che, fin dallโ€™inizio, il Maestro ha considerato diabolica la proposta di prendere il potere e di dominare sui regni di questo mondo.

Nella seconda parte del brano (vv. 17-20) viene riferita la risposta di Gesรน a Simone: โ€œTu sei Pietro e su questa pietra edificherรฒ la mia chiesaโ€ฆโ€.

Lโ€™interpretazione di queste parole รจ piรน difficile di quanto sembri. Per quale ragione e in che senso Simone รจ chiamato โ€œpietraโ€ su cui viene edificata la chiesa? Una semplice affermazione del primato del papa? No, molto di piรน.

Cominciamo a fare due osservazione che ci possono aiutare a capire meglio questo importante testo.

Anzitutto notiamo che della โ€œrocciaโ€ posta a fondamento della chiesa si parla altre volte nel NT e questa โ€œrocciaโ€, solida, inamovibile, รจ sempre e solo Cristo. โ€œNessuno โ€“ dichiara Paolo โ€“ puรฒ porre un fondamento diverso da quello che giร  vi si trova, che รจ Gesรน Cristoโ€ (1 Cor 3,11). Ai cristiani delle comunitร  dellโ€™Asia Minore ricorda cosรฌ la loro gloriosa condizione: โ€œVoi non siete piรน stranieri nรฉ ospiti, ma siete concittadini dei santi e familiari di Dio, edificati sopra il fondamento degli apostoli e dei profeti, e avendo come pietra angolare lo stesso Cristo Gesรน. In lui ogni costruzione cresce ben ordinata per essere tempio santo nel Signoreโ€ (Ef 2,19-21). Piรน esplicito ancora รจ Pietro che, nella sua prima lettera, invita i neo-battezzati a non staccarsi mai da Cristo, perchรฉ รจ lui la โ€œpietra viva, rigettata dagli uomini, ma scelta e preziosa davanti a Dioโ€; poi sviluppa lโ€™immagine e, rivolto ai cristiani, dice: โ€œAnche voi venite impiegati come pietre vive per la costruzione di un edificio spiritualeโ€, uniti come siete alla โ€œpietra angolare, scelta, preziosaโ€ collocata da Dio, nel giorno di Pasqua, come base di tutta la costruzione (1 Pt 2,4-6).

La seconda osservazione รจ che il nome dato a Simone โ€“ Cefa-Pietro โ€“ in aramaico (la lingua parlata da Gesรน) con tutta probabilitร  non significa roccia, ma semplicemente pietra da costruzione.

Se le cose stanno in questi termini, la pietra di cui parla Gesรน รจ la fede professata da Pietro. รˆ questa fede che costituisce il fondamento della chiesa, che la mantiene unita a Cristo-roccia, che la rende incrollabile e le permette di non essere mai sopraffatta dalle forze del male. Tutti coloro che, come Pietro e con Pietro, professano questa fede, vengono inseriti, come pietre vive, nellโ€™edificio spirituale progettato da Dio.

Lโ€™espressione le porte dellโ€™inferno non va materializzata. Queste porte rappresentano il potere del male, indicano tutto ciรฒ che si oppone alla vita e al bene dellโ€™uomo. Nulla mai โ€“ assicura Gesรน โ€“ potrร  impedire alla chiesa di portare a compimento la sua opera di salvezza, a condizione che rimanga sempre strettamente unita a lui, il figlio del Dio vivente.

Pietro riceve anche le chiavi e il potere di legare e di sciogliere. Prima di chiarire il significato di queste due immagini, usate frequentemente dai rabbini, notiamo che il potere di legare e di sciogliere non รจ riservato a Pietro, ma รจ conferito, subito dopo, a tutta la comunitร  (Mt 18,18; cf. Gv 20,23).

Consegnare le chiavi โ€“ lo abbiamo rilevato nel commento alla prima lettura โ€“ equivale ad affidare lโ€™incarico di gestire la vita che si svolge allโ€™interno del palazzo; significa concedere il potere di introdurre in casa o di negare lโ€™accesso.

I rabbini erano convinti di possedere โ€œle chiavi della Torร hโ€ perchรฉ conoscevano le sacre Scritture; ritenevano che tutti dovevano dipendere da loro, dalle loro decisioni dottrinali, dai loro giudizi; si sentivano in diritto di discriminare fra giusti e ingiusti, fra santi e peccatori.

Gesรน riprende questa immagine nella sua dura requisitoria contro gli scribi: โ€œGuai a voi, dottori della legge, che avete tolto la chiave della scienza. Voi non siete entrati, e a quelli che volevano entrare lโ€™avete impedito (Lc 11,52). Invece di aprire la porta della salvezza, essi la sbarravano, non rivelando al popolo il vero volto di Dio e la sua volontร .

A costoro Gesรน ha sottratto la chiave di cui si erano abusivamente appropriati; ora รจ soltanto sua. Riprendendo la profezia di Isaia su Eliakรฌm, il veggente dellโ€™Apocalisse dichiara che รจ Cristo, e nessun altro, โ€œcolui che apre e nessuno chiude, che chiude e nessuno apreโ€ (Ap 3,7).

Lโ€™edificio spirituale cui Gesรน fa riferimento รจ โ€œil regno dei cieliโ€, la condizione nuova in cui entra chi diviene suo discepolo e la chiave che permette di entrare รจ la fede professata da Pietro.

Consegnando le chiavi a Pietro, Gesรน non lo incarica di fare il portinaio del paradiso, nรฉ, tanto meno, di โ€œfarla da padroneโ€ sulle persone a lui affidate, ma gli ingiunge di โ€œdivenire modello del greggeโ€ (1 Pt 5,3), gli affida il compito di spalancare a tutti lโ€™ingresso alla conoscenza di Cristo e del suo vangelo. Chi passa attraverso la porta aperta da Pietro con la sua professione di fede (รจ questa la โ€œporta santaโ€) accede alla salvezza, chi si rifiuta rimane escluso.

Anche lโ€™immagine del legare e sciogliere รจ ben nota perchรฉ impiegata spesso dai rabbini del tempo di Gesรน. Si riferiva alle decisioni riguardanti le scelte morali: legare significava proibire, sciogliere equivaleva a dichiarare lecito. Indicava anche il potere di pronunciare giudizi di approvazione o di condanna del comportamento delle persone e quindi di ammetterle o di escluderle dalla comunitร .

Approfondiremo e chiariremo questo concetto quando, fra due domeniche, esamineremo Mt 18,18, dove emerge che questa stessa autoritร  di dichiarare chi appartiene al regno dei cieli e chi no, รจ concessa da Gesรน a tutta la chiesa.

Concludendo possiamo dire che, dal brano evangelico di oggi, come da numerosi altri testi del NT (Mt 10,2; Lc 22,32; Gv 21,15-17), risulta chiaro che a Pietro รจ affidato un incarico particolare nella chiesa: รจ lui che compare sempre per primo, che รจ chiamato a pascere gli agnelli e le pecorelle e che deve sostenere nella fede i suoi fratelli.

I malintesi e i dissensi non sono nati da questa veritร , ma dal modo di svolgere questo servizio. Lungo i secoli โ€“ lo ammettiamo con sincera umiltร  โ€“ tante volte รจ degenerato e da segno di amore e di unitร  รจ divenuto espressione di potere.

Come lo stesso papa ha espressamente riconosciuto, รจ necessaria una revisione dellโ€™esercizio di questo ministero, in modo che il vescovo di Roma divenga realmente per tutti, secondo la stupenda definizione di Ireneo di Lione (secolo II), โ€œcolui che presiede alla caritร โ€.

Per gentile concessione di Settimana News.