giovedรฌ, Marzo 6, 2025
HomeVangelo della Domenicap. Fernando Armellini - Commento al Vangelo del 26 Maggio 2024

p. Fernando Armellini – Commento al Vangelo del 26 Maggio 2024

Domenica 26 Maggio 2024
Commento al brano del Vangelo di: Mt 28, 16-20

Padre Fernando Armellini, biblista Dehoniano, commenta il Vangelo di domenica 26 Maggio 2024.
Se sei interessato a tutti i sui commenti al Vangelo, puoi leggerli qui.

Trinitร : Lโ€™arcano mistero

Link al video

Non abbiamo lโ€™esclusiva della fede in Dio, ma lโ€™affermazione che, nellโ€™unico Dio, esiste una paternitร , una filiazione e un dono dโ€™amore รจ specifica del cristianesimo. Con un termine astratto, non biblico e certo inadeguato, chiamiamo questo mistero Trinitร .

La rifiutano gli ebrei che, nella preghiera del mattino e della sera, ripetono: โ€œIl Signore รจ uno soloโ€ (Dt 6,4-5); non lโ€™accettano i musulmani, per i quali solo โ€œAllah รจ grande e Maometto รจ il suo profetaโ€.

- Pubblicitร  -

Noi parliamo di mistero, non nel senso di realtร  oscura, incomprensibile e, se intesa male, anche contraria alla ragione, ma di ricchezza di vita infinita dellโ€™unico Dio; trascende ogni comprensione e progressivamente si svela allโ€™uomo per introdurlo nella pienezza della sua gioia.

Sarร  possibile allโ€™uomo sondare questo imperscrutabile segreto? Un saggio, vissuto al tempo di Gesรน, asseriva: โ€œA stento ci raffiguriamo le realtร  terrestri, scopriamo con fatica quelle a portata di mano; ma chi puรฒ rintracciare le cose del cielo?โ€ (Sap 9,16).

Per penetrare nel mistero di Dio i musulmani hanno il Corano dal quale ricavano i novantanove nomi di Allah; il centesimo rimane indicibile, perchรฉ lโ€™uomo non puรฒ comprendere tutto di Dio. Gli ebrei scoprono il Signore attraverso gli avvenimenti della loro storia di salvezza, meditata, riscritta e riletta per secoli, prima di essere consegnata definitivamente al popolo, e molto tardi, nei libri santi. Per i cristiani il libro che introduce alla scoperta di Dio รจ Gesรน Cristo. Egli โ€œรจ il libro aperto a colpi di lanciaโ€, รจ il Figlio che, dalla croce, rivela che Dio รจ Padre e dono dโ€™Amore, Vita, Spirito.

Per interiorizzare il messaggio, ripeteremo:
โ€œIntroducimi Signore, con la mente e col cuore, nella tua vita che รจ amoreโ€.

Prima Lettura (Dt 4,32-34.39-40)

Mosรจ parlรฒ al popolo dicendo:ย 32ย โ€œInterroga pure i tempi antichi, che furono prima di te: dal giorno in cui Dio creรฒ lโ€™uomo sulla terra e da unโ€™estremitร  dei cieli allโ€™altra, vi fu mai cosa grande come questa e si udรฌ mai cosa simile a questa?ย 33ย Che cioรจ un popolo abbia udito la voce di Dio parlare dal fuoco, come lโ€™hai udita tu, e che rimanesse vivo?ย 34ย O ha mai tentato un dio di andare a scegliersi una nazione in mezzo a unโ€™altra con prove, segni, prodigi e battaglie, con mano potente e braccio teso e grandi terrori, come fece per voi il Signore vostro Dio in Egitto, sotto i vostri occhi?
39ย Sappi dunque oggi e conserva bene nel tuo cuore che il Signore รจ Dio lassรน nei cieli e quaggiรน sulla terra; e non ve nโ€™รจ altro.
40ย Osserva dunque le sue leggi e i suoi comandi che oggi ti dรฒ, perchรฉ sia felice tu e i tuoi figli dopo di te e perchรฉ tu resti a lungo nel paese che il Signore tuo Dio ti dรก per sempreโ€.

Anche se sono attribuite a Mosรจ, le esortazioni contenute in questo brano appartengono a un autore anonimo, vissuto a Babilonia nel VI secolo a.C. fra gli israeliti coscienti di essere responsabili della condizione di schiavitรน in cui si trovano e convinti di aver ormai definitivamente compromesso con i peccati la loro storia. Sono avviliti, scoraggiati e hanno bisogno di udire parole di consolazione e di speranza.

Il profeta si rivolge a questi deportati e li invita a ripensare al passato. Chiede loro di ricordare le opere di salvezza compiute dal Signore in Egitto e di confrontarle con le gesta che gli altri popoli attribuiscono ai loro dรจi. La conclusione รจ scontata: in tutto il mondo nessuno ha mai sentito dire che un Dio sia intervenuto con tanta forza per liberare il suo popolo, come ha fatto il Signore con Israele. Nessun Dio ha mai parlato come egli ha fatto con Abramo, con i patriarchi e nel roveto ardente con Mosรจ; non sโ€™รจ mai udito che un Dio abbia compiuto prodigi straordinari come ha fatto il Signore per salvare il suo popolo (vv. 32-34).

- Pubblicitร  -

Gli dรจi degli altri popoli abitano in cielo e si disinteressano di ciรฒ che accade sulla terra, dimorano in templi dove attendono di essere serviti e ricevere sacrifici dai loro devoti; il Dio dโ€™Israele invece รจ coinvolto nella storia del suo popolo. Anche il salmista ne รจ convinto: โ€œChi รจ pari al Signore nostro Dio che siede nellโ€™alto, ma si china a guardare in basso, nei cieli e sulla terra?โ€ (Sl 113,6-6).

Se i deportati a Babilonia si fidano di questo Dio attento alle vicissitudini dellโ€™uomo, non possono piรน lasciare cadere le braccia: come ha fatto in passato, egli certo interverrร  per liberarli.

Questa rivelazione di Dio amico e protettore, richiamata dal profeta agli israeliti che si trovano in Mesopotamia, รจ rivolta oggi a ogni uomo affinchรฉ, in ogni circostanza della vita, si senta accompagnato dal Signore e si renda conto che egli gioisce dei suoi successi ed รจ partecipe delle sue delusioni. Chi crede in questo Dio non si perde dโ€™animo anche se, nella propria vita, verifica errori: sa, infatti, che egli li comprende e indica come porvi rimedio.

Lungi dallโ€™indurre a commettere peccati, la fede nel Dio dโ€™Israele, che รจ solo amore e tenerezza e che va sempre a recuperare il suo popolo, รจ uno stimolo a coltivare la fiducia e ad accogliere i suoi precetti come parola di vita. Per questo la lettura si conclude con lโ€™esortazione: โ€œOsserva le sue leggi perchรฉ possa essere felice tu e i tuoi figli dopo di teโ€ (v. 40).

Questo brano definisce un primo aspetto della natura del Dio dโ€™Israele, nel quale crediamo anche noi cristiani. รˆ un Dio che non conosce la solitudine, che cerca il dialogo, parla, si interessa dellโ€™uomo e vuole stare con lโ€™uomo; fa uscire il suo popolo dal paese dโ€™Egitto โ€œper abitare in mezzo a loroโ€ (Es 29,46). La tenda del convegno, che accompagnava gli israeliti durante lโ€™esodo, costituiva il segno sacramentale di questa presenza e anche quando essi divennero infedeli e furono deportati a Babilonia, per bocca del profeta Ezechiele, egli continuรฒ a promettere: โ€œIo abiterรฒ in mezzo a loro, per sempreโ€ (Ez 43,7). Il Signore si comportava come chi, perdutamente innamorato, non riesce a staccare il cuore e la mente dalla persona amata, neppure quando questa gli รจ infedele.

La manifestazione somma di questo bisogno che Dio prova di stare con lโ€™uomo si ebbe quando egli โ€œvenne a piantare la sua tenda tra noi e noi potemmo contemplare la sua gloriaโ€ (Gv 1,14). Ancor oggi, โ€œdove due o tre sono riuniti nel suo nome, egli รจ in mezzo a loroโ€ (Mt 18,19-20).

Il profeta, che esortava gli esuli di Babilonia a credere che il Signore era vicino a loro, aveva avuto solo una scialba intuizione; non immaginava che Dio fosse cosรฌ desideroso di stare con lโ€™uomo da venire un giorno fra la sua gente, da โ€œfarsi carneโ€ per poter essere visto con gli occhi, toccato con le mani, udito con gli orecchi e divenire ospite e commensale degli uomini. In un Dio cosรฌ vicino, nellโ€™Emmanuele, crediamo solo noi cristiani.

Seconda Lettura (Rm 8,14-17)

14ย Tutti quelli infatti che sono guidati dallo Spirito di Dio, costoro sono figli di Dio.ย 15ย E voi non avete ricevuto uno spirito da schiavi per ricadere nella paura, ma avete ricevuto uno spirito da figli adottivi per mezzo del quale gridiamo: โ€œAbbร , Padre!โ€.
16ย Lo Spirito stesso attesta al nostro spirito che siamo figli di Dio.ย 17ย E se siamo figli, siamo anche eredi: eredi di Dio, coeredi di Cristo, se veramente partecipiamo alle sue sofferenze per partecipare anche alla sua gloria.

Con parole commoventi, Paolo descrive la condizione del cristiano dopo il battesimo: non รจ piรน una semplice creatura, non รจ uno schiavo sottomesso a un padrone, ma un figlio, perchรฉ ha ricevuto dal Signore la sua stessa vita.

Dio non solo ha posto la sua tenda in mezzo a noi, ma รจ venuto per coinvolgerci nella sua vita, come spiega Pietro ai cristiani delle sue comunitร : โ€œLa sua potenza divina ci ha fatto dono di ogni bene. Ci ha donato i beni grandissimi e preziosi che erano stati promessi, perchรฉ diventaste partecipi della natura divinaโ€ (2 Pt 1,4).

Questa partecipazione รจ opera dello Spirito. รˆ il suo impulso interiore che dallโ€™intimo del cuore fa traboccare un incontenibile grido di gioia rivolto a Dio e fa esclamare: โ€œAbbร , Padreโ€ (v. 15).

A questo punto lโ€™Apostolo sente il bisogno di definire la differenza fra la filiazione dellโ€™Unigenito, Cristo, e la nostra. Lo fa ricorrendo allโ€™immagine della figliolanza adottiva, unโ€™istituzione sconosciuta in Israele, ma diffusa nel mondo greco-romano, dove chi veniva adottato godeva degli stessi diritti dei figli naturali, compresa la partecipazione allโ€™ereditร  familiare. In modo simile, anzi, molto piรน vero โ€“ chiarisce Paolo โ€“ lโ€™uomo รจ introdotto da Dio nella sua โ€œfamigliaโ€: gli offre gratuitamente una figliolanza piena e la stessa โ€œereditร โ€, la stessa beatitudine di cui gode lโ€™Unigenito Figlio suo.

Di fronte a questo dono dโ€™amore, risulta completamente assurdo e inconcepibile che qualcuno abbia ancora paura di Dio. โ€œNellโ€™amore non cโ€™รจ timore, al contrario lโ€™amore perfetto scaccia il timore, perchรฉ il timore suppone un castigo e chi teme non รจ perfetto nellโ€™amore. Noi amiamo, perchรฉ egli ci ha amati per primoโ€ (1 Gv 4,18-19). รˆ questo il mistero della Trinitร , non un discorso cerebrale, ma un coinvolgimento nella vita e nella gioia del Signore. La religione di chi prega un Dio lontano e non lo sente dentro di sรฉ รจ incompatibile con la professione di fede in Dio che รจ Padre, Figlio e Spirito.

Vangelo (Mt 28,16-20)

16 Gli undici discepoli, intanto, andarono in Galilea, sul monte che Gesรน aveva loro fissato.
17 
Quando lo videro, gli si prostrarono innanzi; alcuni perรฒ dubitavano.
18 
E Gesรน, avvicinatosi, disse loro: โ€œMi รจ stato dato ogni potere in cielo e in terra. 19 Andate dunque e ammaestrate tutte le nazioni, battezzandole nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito santo, 20 insegnando loro ad osservare tutto ciรฒ che vi ho comandato. Ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondoโ€.

Nelle comunitร  primitive il battesimo era amministrato nel nome di Gesรน. Pietro, nel giorno di Pentecoste, si rivolge al popolo e lo esorta al pentimento e a farsi battezzare โ€œnel nome di Gesรน Cristo, per la remissione dei peccatiโ€ (At 2,38). Solo in seguito fu introdotto lโ€™uso di battezzare nel nome della Trinitร  e la formula che Matteo pone sulla bocca del Risorto, riflette la prassi liturgica della seconda metร  del I secolo d.C..

La scena raccontata nel brano di oggi รจ ambientata su un monte della Galilea (v. 16). Il monte, nel linguaggio biblico, indica il luogo delle rivelazioni di Dio. Collocando sul monte la manifestazione del Risorto, Matteo intende dire che solo chi ha fatto unโ€™autentica esperienza di Cristo e ha assimilato il suo messaggio รจ abilitato a svolgere la missione che egli affida ai discepoli.

Nella seconda parte del brano (vv. 18-20) รจ presentata questa missione: i discepoli ricevono lโ€™incarico di ammaestrare tutte le nazioni, di battezzarle e di insegnare loro ad osservare quanto Gesรน ha comandato.

Erano giร  stati inviati dal Maestro ad annunciare il regno dei cieli, ma con una limitazione: โ€œNon andate fra i pagani e non entrate nelle cittร  dei samaritani; rivolgetevi piuttosto alle pecore perdute della casa dโ€™Israeleโ€ (Mt 10,5-6). Dopo la Pasqua la loro missione si amplia, diviene universale.

La luce del vangelo aveva cominciato a splendere in Galilea quando Gesรน, lasciata Nazaret, si era stabilito a Cafarnao. Il popolo immerso nelle tenebre aveva visto una grande luce; su quelli che dimoravano in terra e ombra di morte, una luce si era levata (Mt 4,16). Ora questa luce รจ destinata a brillare in tutto il mondo: come hanno annunciato i profeti, Israele diviene โ€œluce delle gentiโ€ (Is 42,6).

Il momento รจ decisivo e Gesรน si richiama, in modo solenne, alla sua autoritร . Il Padre lo ha inviato a portare il messaggio della salvezza e gli ha conferito ogni potere in cielo e in terra. Cielo e terra indicano, nel linguaggio biblico, tutta la creazione (Gn 1,1). Nulla, dunque, sfugge al โ€œdominioโ€ che il Padre ha dato a Cristo.

Questo โ€œpotereโ€ universale su tutto il creato non ha nulla in comune con i regni di questo mondo, consiste invece nella capacitร  di servire lโ€™uomo, conducendolo alla salvezza e introducendolo nellโ€™intimitร  dโ€™amore con il Padre.

รˆ a questo punto che va collocato il richiamo al mistero della vita divina che, in questa festa, celebriamo e che, balbettando con il nostro povero linguaggio, chiamiamo Trinitร .

Non siamo chiamati a dare lโ€™adesione a un concetto astratto, a professare una formula fredda, ma a cantare un inno riconoscente a Dio per il dono che ci ha fatto della sua vita. Il nostro destino era la morte, โ€œma il dono di Dio รจ la vita eternaโ€ (Rm 6,23). Riaffiora allora sulle nostre labbra il grido di gioia: โ€œQuale grande amore ci ha dato il Padre per essere chiamati figli di Dio, e lo siamo realmente! Noi giร  fin dโ€™ora siamo figli di Dio, ma ciรฒ che saremo non รจ stato ancora rivelato. Sappiamo perรฒ che quando egli si sarร  manifestato, noi saremo simili a lui, perchรฉ lo vedremo cosรฌ come egli รจโ€ (1 Gv 3,1-3) e anche: โ€œQuelle cose che occhio non vide, nรฉ orecchio udรฌ, nรฉ mai entrarono in cuore di uomo, queste ha preparato Dio per coloro che lo amano. Ma a noi Dio le ha rivelate per mezzo dello Spiritoโ€ (1 Cor 2,9-10).

Come si realizzerร  questo disegno di salvezza?

Dio lo attuerร  attraverso la comunitร  cristiana. Il Risorto non ha conservato per sรฉ il โ€œpotereโ€ conferitogli dal Padre, ma lo ha comunicato ai discepoli che sono il suo prolungamento nel mondo. A loro egli ha affidato lโ€™incarico di portare la salvezza โ€œa tutte le nazioniโ€.

Di questo compito e dellโ€™universalitร  della salvezza era consapevole Paolo quando affermava: โ€œDio, nostro salvatore, vuole che tutti gli uomini siano salvati e arrivino a conoscenza della veritร โ€ (1 Tm 2,4). Nessuno, per quanto peccatore, potrร  rimanere escluso dalla vita divina, che รจ offerta gratuitamente a ogni uomo, โ€œDio infatti ha rinchiuso tutti nella disobbedienza, per usare a tutti misericordiaโ€ (Rm 11,32).

La vita divina raggiungerร  lโ€™uomo attraverso lโ€™annuncio del messaggio evangelico e il battesimo (v. 19), due atti che trasformano gli uomini in discepoli e danno inizio a una vita completamente nuova, modellata sui valori proposti da Cristo (v. 20).

La โ€œfamigliaโ€ di Dio, la Trinitร , รจ lโ€™immagine della perfetta armonia, della piena integrazione, della totale realizzazione che avviene nellโ€™incontro e nel dialogo di amore. Questa unitร  di tutti nella pace della โ€œcasaโ€ del Padre sarร  completamente realizzata quando la โ€œforza di salvezzaโ€ del Risorto avrร  raggiunto, attraverso i discepoli, ogni uomo, ma deve iniziare oggi, in questo mondo, perchรฉ giร  oggi Dio ci ha reso partecipi del suo stesso Amore.

La vocazione cui รจ chiamata la comunitร  cristiana รจ impegnativa e certamente superiore alle capacitร  umane.

Nella Bibbia, ogni vocazione da parte di Dio รจ sempre accompagnata dalla paura dellโ€™uomo e da una promessa del Signore che assicura: โ€œNon temere, io sono con teโ€. A Giacobbe in viaggio verso una terra ignota Dio garantisce: โ€œIo sono con te e ti proteggerรฒ dovunque andrai, non ti abbandonerรฒโ€ (Gn 28,15); a Israele deportato a Babilonia dichiara: โ€œTu sei prezioso ai miei occhi e io ti amo. Non temere perchรฉ io sono con teโ€ (Is 43,4-5); a Mosรจ che obietta: โ€œChi sono io per andare dal faraone e per fare uscire gli israeliti dallโ€™Egitto?โ€, risponde: โ€œIo sarรฒ con teโ€ (Es 3,11-12); a Paolo che a Corinto รจ tentato di scoraggiarsi, il Signore dice: โ€œNon aver paura, perchรฉ io sono con te e nessuno cercherร  di farti del maleโ€ (At 18,9-10).

La promessa del Risorto ai discepoli che stanno per muovere i primi, timidi passi non poteva essere diversa: โ€œEcco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondoโ€ (v. 20). Si chiude cosรฌ, comโ€™era iniziato, il vangelo di Matteo: con il richiamo allโ€™Emmanuele, al Dio con noi, nome con il quale il messia era stato annunciato dai profeti (Mt 1,22-23).

Il Dio in cui noi cristiani crediamo non รจ lontano, non sta in cielo, non vive come se i nostri problemi, le nostre gioie e le nostre angosce non lo toccassero. Egli รจ il โ€œDio con noiโ€, il Dio che sta al nostro fianco ogni giorno, fino a quando ci avrร  accolto tutti nella sua casa, per sempre.

Fonte

Articoli Correlati