p. Fernando Armellini โ€“ Commento al Vangelo del 24 Luglio 2022

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Padre Fernando Armellini, biblista Dehoniano, commenta il Vangelo di domenica 24 luglio 2022.
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17a Domenica del Tempo Ordinario   anno C

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La preghiera, una lotta con Dio

A qualunque religione appartengano, i credenti in Dio pregano. Anche i cristiani pregano. Pregano per chi รจ malato, per chi non ha un lavoro, per il figlio che si รจ messo in cattive compagnie, per le famiglie con discordie. Chiedono a Dio che mandi le piogge, benedica i raccolti, protegga dalle sventure.

Oggi, questo tipo di preghiera รจ irriso da alcuni, lascia indifferenti altri e suscita non pochi interrogativi anche nei credenti. Perchรฉ pregare se Dio giร  conosce ciรฒ di cui abbiamo bisogno ed รจ sempre disposto a donarci ogni bene?

Anche di fronte alle suppliche piรน accorate, spesso egli tace, lascia che gli avvenimenti seguano il loro corso apparentemente assurdo. Tutto procede come se egli non esistesse e il suo inspiegabile silenzio fa esclamare: โ€œDio mio, Dio mio, perchรฉ mi hai abbandonato?โ€ (Sal 22,2).

Il dialogo con lui assume anche toni drammatici, si tramuta discussione, in disputa aperta. Geremia gli rivolge unโ€™accusa quasi blasfema: โ€œTu sei divenuto per me un torrente infido, dalle acque incostantiโ€ (Ger 15,18). Sei come i torrenti primaverili che, allo sciogliersi delle nevi, scorrono impetuosi, ma nei mesi dellโ€™arsura, quando le carovane di Saba vi giungono assetate, sono aridi, senzโ€™acqua (Gb 6,15-20).

Vorremmo un Dio compiacente, che si facesse garante dei nostri sogni. Egli invece tenta liberarci dalle nostre illusioni, di strapparci dalle meschinitร , dalle grettezze, dai desideri vani, per coinvolgerci nei suoi progetti.

La preghiera diviene cosรฌ una lotta con il Signore, come quella sostenuta da Giacobbe, per unโ€™intera notte, presso il fiume Iabbok (Gen 32,23-33). Ne esce vincitore chi si arrende a Dio.

Per interiorizzare il messaggio, ripeteremo:
โ€œIl Padre nostro sa di che abbiamo bisognoโ€.

Prima Lettura (Gen 18,20-32)

In quei giorni 20 disse il Signore: โ€œIl grido contro Sรฒdoma e Gomorra รจ troppo grande e il loro peccato รจ molto grave. 21 Voglio scendere a vedere se proprio hanno fatto tutto il male di cui รจ giunto il grido fino a me; lo voglio sapere!โ€.
22 Quegli uomini partirono di lรฌ e andarono verso Sรฒdoma, mentre Abramo stava ancora davanti al Signore. 23 Allora Abramo gli si avvicinรฒ e gli disse: โ€œDavvero sterminerai il giusto con lโ€™empio? 24 Forse vi sono cinquanta giusti nella cittร : davvero li vuoi sopprimere? E non perdonerai a quel luogo per riguardo ai cinquanta giusti che vi si trovano? 25 Lungi da te il far morire il giusto con lโ€™empio, cosรฌ che il giusto sia trattato come lโ€™empio; lungi da te! Forse il giudice di tutta la terra non praticherร  la giustizia?โ€. 26 Rispose il Signore: โ€œSe a Sรฒdoma troverรฒ cinquanta giusti nellโ€™ambito della cittร , per riguardo a loro perdonerรฒ a tutta la cittร โ€.
27 Abramo riprese e disse: โ€œVedi come ardisco parlare al mio Signore, io che sono polvere e cenereโ€ฆ 28 Forse ai cinquanta giusti ne mancheranno cinque; per questi cinque distruggerai tutta la cittร ?โ€. Rispose: โ€œNon la distruggerรฒ, se ve ne trovo quarantacinqueโ€. 29 Abramo riprese ancora a parlargli e disse: โ€œForse lร  se ne troveranno quarantaโ€. Rispose: โ€œNon lo farรฒ, per riguardo a quei quarantaโ€.
30 Riprese: โ€œNon si adiri il mio Signore, se parlo ancora: forse lร  se ne troveranno trentaโ€. Rispose: โ€œNon lo farรฒ, se ve ne troverรฒ trentaโ€. 31 Riprese: โ€œVedi come ardisco parlare al mio Signore! Forse lร  se ne troveranno ventiโ€. Rispose: โ€œNon la distruggerรฒ per riguardo a quei ventiโ€. 32 Riprese: โ€œNon si adiri il mio Signore, se parlo ancora una volta sola; forse lร  se ne troveranno dieciโ€. Rispose: โ€œNon la distruggerรฒ per riguardo a quei dieciโ€.

Abramo non รจ solo un modello di fede e di ospitalitร  โ€“ come abbiamo visto la scorsa domenica โ€“ ma anche di preghiera.

Un giorno โ€“ narra la storia โ€“ il Signore gli rivela la sua decisione di andare a Sodoma per verificare le voci che gli sono giunte sulla malvagitร  dei suoi abitanti.

In quella cittร  Abramo ha un nipote e si preoccupa di quanto puรฒ succedere.

Si rivolge al Signore e comincia a intercedere affinchรฉ Sodoma sia risparmiata, per amore dei giusti che in essa si trovano. Gli parla da amico, la sua preghiera non รจ un susseguirsi di formule imparate a memoria o lette su un libro, non รจ una filastrocca pronunciata distrattamente, รจ un dialogo spontaneo e sincero.

La scena รจ descritta con il tipico linguaggio fiorito degli orientali. Sembra di assistere allโ€™incontro fra due mercanti del suq della cittร  vecchia di Gerusalemme. Abramo tira sul prezzo, prima scende da cinquanta a quarantacinque, poi a quaranta e, visto che il Signore รจ disposto a trattare, si fa coraggio e scende non di cinque in cinque, ma di dieci in dieci.

In realtร  il messaggio teologico del brano รจ molto profondo: vuole porre in risalto la magnanimitร  di Dio, quella infinita misericordia che lโ€™uomo progressivamente scopre, proprio mediante la preghiera.

Viene da chiedersi perchรฉ Abramo si sia fermato a dieci.

Geremia ed Ezechiele oseranno scendere di piรน, intuiranno che Dio perdonerebbe al suo popolo se incontrasse anche un solo giusto: โ€œPercorrete le vie di Gerusalemme โ€“ dice il Signore โ€“ osservate bene e informatevi, cercate nelle sue piazze se trovate un uomo, uno solo che agisca giustamente e cerchi di mantenersi fedele, e io le perdonerรฒโ€ (Ger 5,1; Ez 22,30).

Oggi quellโ€™unico giusto noi lโ€™abbiamo trovato e siamo certi del perdono di Dio.

Seconda Lettura (Col 2,12-14)

12 Con Cristo siete stati sepolti insieme nel battesimo, in lui anche siete stati insieme risuscitati per la fede nella potenza di Dio, che lo ha risuscitato dai morti. 13 Con lui Dio ha dato vita anche a voi, che eravate morti per i vostri peccati e per lโ€™incirconcisione della vostra carne, perdonandoci tutti i peccati, 14 annullando il documento scritto del nostro debito, le cui condizioni ci erano sfavorevoli. Egli lo ha tolto di mezzo inchiodandolo alla croce.

Se negli archivi di un giudice fosse conservato un documento che comprova le nostre trasgressioni alle leggi, noi non vivremmo sereni e tranquilli. Un giorno questo documento potrebbe essere reso noto ed essere causa della nostra condanna.

Contro di noi โ€“ dice Paolo โ€“ era archiviato nei cieli un libro in cui erano segnati i tutti i nostri โ€œdebitiโ€. Erano davvero tanti. Che ha fatto Dio? Ha preso quel documento e lโ€™ha fatto a pezzi, lโ€™ha inchiodato sulla croce. Non abbiamo piรน motivo di avere paura (v.14). Nel battesimo la nostra vita antica, i nostri peccati sono stati distrutti e ora, risorti con Cristo, conduciamo una vita completamente nuova.

Vangelo (Lc 11,1-13)

1 Un giorno Gesรน si trovava in un luogo a pregare e quando ebbe finito uno dei discepoli gli disse: โ€œSignore, insegnaci a pregare, come anche Giovanni ha insegnato ai suoi discepoliโ€. 2 Ed egli disse loro: โ€œQuando pregate, dite:
Padre, sia santificato il tuo nome,
venga il tuo regno;
3 dacci ogni giorno il nostro pane quotidiano,
4 e perdonaci i nostri peccati,
perchรฉ anche noi perdoniamo ad ogni nostro debitore,
e non ci indurre in tentazioneโ€.
5 Poi aggiunse: โ€œSe uno di voi ha un amico e va da lui a mezzanotte a dirgli: Amico, prestami tre pani, 6 perchรฉ รจ giunto da me un amico da un viaggio e non ho nulla da mettergli davanti; 7 e se quegli dallโ€™interno gli risponde: Non mโ€™importunare, la porta รจ giร  chiusa e i miei bambini sono a letto con me, non posso alzarmi per darteli; 8 vi dico che, se anche non si alzerร  a darglieli per amicizia, si alzerร  a dargliene quanti gliene occorrono almeno per la sua insistenza.
9 Ebbene io vi dico: Chiedete e vi sarร  dato, cercate e troverete, bussate e vi sarร  aperto. 10 Perchรฉ chi chiede ottiene, chi cerca trova, e a chi bussa sarร  aperto. 11 Quale padre tra voi, se il figlio gli chiede un pane, gli darร  una pietra? O se gli chiede un pesce, gli darร  al posto del pesce una serpe? 12 O se gli chiede un uovo, gli darร  uno scorpione? 13 Se dunque voi, che siete cattivi, sapete dare cose buone ai vostri figli, quanto piรน il Padre vostro celeste darร  lo Spirito Santo a coloro che glielo chiedono!โ€.

Nessun evangelista insiste tanto sul tema della preghiera quanto Luca che, per ben sette volte, ricorda che Gesรน pregava. Era in preghiera โ€“ dice โ€“ al momento del battesimo (Lc 3,21); โ€œsi ritirava in luoghi solitari a pregareโ€ durante la vita pubblica (Lc 5,16); ha pregato quando ha scelto i discepoli (Lc 6,12) e prima di chiedere loro di pronunciarsi sulla sua identitร  (Lc 9,18); era in preghiera al momento della trasfigurazione (Lc 9,28-29) e quando insegnรฒ il Padre nostro (Lc 11,1). Pregรฒ soprattutto nel momento piรน drammatico della sua vita, nel Getsemani (Lc 22,41-46).

Oltre a queste annotazioni, Luca riporta anche cinque preghiere di Gesรน. Di queste voglio ricordare le due, commoventi, pronunciate sulla croce: โ€œPadre, perdonali, perchรฉ non sanno quello che fannoโ€ (Lc 23,24) e โ€“ sono le sue ultime parole prima di morire โ€“ โ€œPadre, nelle tue mani affido il mio spiritoโ€ (Lc 23,46).

รˆ quanto basta per dimostrare che tutta la vita di Gesรน รจ stata segnata dalla preghiera. La luciditร  delle sue scelte, il suo equilibrio psicologico, la sua dolcezza unita alla fermezza si spiegano con il suo perfetto rapporto con il Padre, rapporto stabilito mediante la preghiera.

Egli non ha pregato per chiedere favori, per avere uno sconto sulle difficoltร  della vita, non ha chiesto a Dio di modificare i suoi progetti, ma di fargli capire qual era la sua volontร , per poterla far sua e compierla.

Il brano di oggi รจ una catechesi sulla preghiera. Inizia presentando la circostanza in cui Gesรน ha insegnato il Padre nostro (v.1), poi riporta la preghiera del Signore (vv.2-4) seguita da una parabola (vv.5-8) e si conclude con le parole con cui Gesรน assicura lโ€™efficacia della preghiera (vv.9-13). Esaminiamo ciascuna di queste parti.

Anticamente i movimenti religiosi erano caratterizzati non solo dalle veritร  in cui credevano e dalle norme etiche che osservavano, ma anche da una preghiera in cui era sintetizzata la loro fede e la loro proposta di vita. Anche il Battista ne aveva insegnata una ai suoi discepoli.

Un giorno gli apostoli si avvicinano a Gesรน e gli chiedono di comporne una per loro (v.1). Rispondendo a questa richiesta insegna loro il Padre nostro.

Ecco โ€“ esclamano molti cristiani โ€“ la piรน bella di tutte le preghiere! Migliore dellโ€™Ave Maria, della Salve Regina, del Requiem aeternam, perchรฉ รจ stata pronunciata da Gesรน.

Questa affermazione parte dal presupposto che il Padre nostro sia una formula di preghiera da aggiungere alle altre. Non รจ cosรฌ.

Il Padre nostro non va accostato alle altre preghiere, ma al Simbolo Apostolico perchรฉ, come il Simbolo, รจ un compendio della fede e della vita cristiana. Nella chiesa primitiva i catecumeni lo apprendevano direttamente dalla bocca del vescovo. Era la sorpresa, il regalo che egli faceva a chi aveva chiesto e ottenuto di diventare cristiano. Lo consegnava ai catecumeni otto giorni prima del loro battesimo e questi, durante la celebrazione della notte di Pasqua, lo restituivano, cioรจ lo recitavano per la prima volta insieme alla loro comunitร . Per questo sarebbe bello recitarlo ogni tanto presso il fonte battesimale.

Padre (v.2)

Dimmi come preghi e ti dirรฒ in quale Dio credi. Lโ€™ateo non prega perchรฉ non ha un interlocutore e ritiene alienante cercare da un altro quelle soluzioni che ognuno puรฒ trovare da solo. I credenti pregano, ma le modalitร  sono diverse, perchรฉ a ogni fede religiosa corrisponde una diversa immagine di Dio. Per qualcuno Dio รจ solo una forza cieca, impersonale, a volte benefica, altre malefica, imprevedibile, magari capricciosa; per altri รจ un interlocutore anonimo, per altri ancora un โ€œente supremoโ€, un giudice severo, un โ€œpadrone assoluto di tutte le coseโ€ al quale ci si puรฒ avvicinare solo accompagnati da un angelo o da qualche santo che funga da mediatore.

Per i cristiani Dio รจ il Padre dal quale sono stati pensati e amati โ€œprima ancora di essere formati nel segreto, intessuti nelle profonditร  della terraโ€ (Sal 109,15). Quando si rivolgono a lui โ€“ stando in piedi (non in ginocchio) โ€“ lo chiamano Padre (v.2). Ricorrono a lui direttamente e con fiducia, non sentono alcun bisogno di protezioni o raccomandazioni, entrano nella sua casa perchรฉ la porta รจ sempre spalancata e se, come il figlio prodigo, a volte se ne allontanano, sanno di poter tornare ed essere ben accolti.

โ€œSia santificato il tuo nomeโ€ (v.2)

รˆ il primo auspicio che affiora sulle labbra del cristiano quando si rivolge al Padre. Rivela lโ€™incontenibile desiderio di vedere realizzato il sogno di Dio.

La forma passiva dellโ€™espressione equivale โ€“ nel linguaggio biblico โ€“ a santifica, o Dio, il tuo nome.

Non noi, ma lui deve manifestare la santitร  del suo nome. Come?

Lungo i secoli โ€“ dice la Bibbia โ€“ Israele ha profanato il nome del suo Dio, non perchรฉ lo bestemmiava, ma perchรฉ, con le sue infedeltร , gli impediva di manifestare il suo amore e di realizzare la sua salvezza (Ez 36,20). Il nome di Dio non รจ โ€œsantificatoโ€ o glorificato quando molti lo applaudono, quando aumenta il numero di chi partecipa a solenni liturgie e cerimonie nei templi, ma quando la sua salvezza raggiunge lโ€™uomo. Un povero che ottiene giustizia, un cuore liberato dallโ€™odio, un peccatore che torna ad essere felice, una famiglia in cui รจ ricostruita lโ€™intesa e la pace โ€œsantificano il nome di Dioโ€, perchรฉ sono la prova che la sua parola compie prodigi.

Nel Padre nostro il cristiano auspica che Dio porti presto a compimento la promessa fatta per bocca di Ezechiele: โ€œSantificherรฒ il mio nome grande, disonorato fra le genti. Vi radunerรฒ da ogni terra e vi condurrรฒ sul vostro suolo. Vi darรฒ un cuore nuovo, metterรฒ dentro di voi uno spirito nuovo, toglierรฒ da voi il cuore di pietra e vi darรฒ un cuore di carne. Abiterete nella terra che io diedi ai vostri padri; voi sarete il mio popolo e io sarรฒ il vostro Dioโ€ (Ez 36,23-28).

Quando chiede: sia santificato il tuo nome, il discepolo dichiara al Padre la propria disponibilitร  a lasciarsi coinvolgere, a collaborare con lui perchรฉ questa promessa di bene si realizzi. Non conosce โ€œnรฉ il giorno nรฉ lโ€™oraโ€ (Mc 13,32), ma รจ certo che la sua preghiera verrร  esaudita.

โ€œVenga il tuo regnoโ€ (v.2)

Lโ€™esperienza della monarchia in Israele รจ stata deludente, come testimoniano le drammatiche denunce dei profeti: โ€œI capi sono dei banditi e complici di ladri; tutti sono bramosi di regali, ricercano mance, non rendono giustizia allโ€™orfano e la causa della vedova a loro non giungeโ€ (Is 1,23).

Il popolo sente il bisogno di un regno nuovo in cui, a guidare le sorti del Paese non siano lโ€™aviditร , le frenesie di potere, gli interessi egoistici, ma i pensieri di Dio.

Inizia lโ€™attesa del giorno in cui il Signore prenderร  in mano personalmente le sorti del suo popolo e diventerร  re. Il Salmista canta cosรฌ la meraviglia di quel regno: โ€œNei suoi giorni fiorirร  la giustizia e abbonderร  la pace, finchรฉ non si spenga la luna. Abbonderร  il frumento nel paese, ondeggerร  sulle cime dei monti. La messe sarร  come lโ€™erba della terraโ€ (Sal 72,7.16). Anche i profeti sognano quel giorno: โ€œCome sono belli sui monti i piedi del messaggero di lieti annunzi che annunzia la pace, messaggero di bene che annunzia la salvezza, che dice a Sion: regna il tuo Dioโ€ (Is 52,7).

Lโ€™attesa, al tempo di Gesรน, รจ febbrile. Nella terza delle diciotto Benedizioni, i pii israeliti chiedono a Dio: โ€œDal tuo luogo, o nostro re, risplendi e regna su di noi, perchรฉ noi attendiamo che tu regni in Sionโ€. Le speranze suscitate dalle profezie generano anche illusioni, false attese, fraintendimenti da cui prendono avvio rivolte dissennate che finiscono in bagni di sangue.

Non รจ โ€œdi questo mondoโ€ il Regno che costituisce il fulcro della predicazione di Gesรน. Nel NT si parla per centoventidue volte del โ€œregno di Dioโ€ e ben novanta sulla bocca di Gesรน. Egli afferma: โ€œSe scaccio i demoni con il dito di Dio, รจ dunque giunto a voi il regno di Dioโ€ (Lc 11,20) e proclama: โ€œIl regno di Dio รจ giร  in mezzo a voiโ€ (Lc 17,21).

รˆ finito il tempo dellโ€™attesa, tuttavia il cristiano continua a impetrarne la venuta perchรฉ il regno di Dio รจ solo agli inizi, deve svilupparsi e crescere in ogni uomo come semente di bene, di amore, di riconciliazione, di pace. La preghiera gli fa evitare tragici equivoci, lo aiuta a discernere fra i regni di questo mondo (dai quali รจ sempre lusingato e sedotto) e il regno di Dio.

โ€œDacci ogni giorno il nostro pane quotidianoโ€ (v.3)

Fra i popoli orientali dove ogni gruppo familiare aveva il suo forno, il pane era ben piรน di un semplice alimento da consumare. Evocava sentimenti, emozioni, relazioni di amicizia che noi oggi ignoriamo. Era un richiamo alla generositร  ed alla condivisione con i piรน poveri: non lo si poteva mangiare da soli (Gb 31,17), la focaccia doveva sempre essere condivisa con lโ€™affamato (Is 58,7).

Il pane era sacro, non poteva essere buttato nellโ€™immondizia, non lo si tagliava con il coltello, lo si spezzava delicatamente. Solo le mani dellโ€™uomo erano degne di toccarlo perchรฉ aveva qualcosa di sacro: il lavoro dellโ€™uomo e la benedizione di Dio che aveva concesso al suo popolo una terra fertile e aveva mandato a suo tempo piogge e rugiada.

รˆ la fatica dellโ€™agricoltore che ci dona il pane. Allora cosa domandiamo a Dio: che lavori al nostro posto? Ha senso chiedergli ciรฒ che siamo in grado di procurarci da soli? Non corriamo il pericolo di ricadere nellโ€™alienazione e nellโ€™oscurantismo?

Esaminiamo ogni dettaglio della domanda: chiediamo il nostro pane. Della manna non si dice mai che รจ nostra: pioveva dal cielo, era unicamente dono di Dio (Ne 9,20). Il pane invece รจ contemporaneamente dono di Dio e frutto del sudore, della fatica e del sacrificio dellโ€™uomo, per questo gli uomini possono giustamente dire nostro.

Il pane benedetto da Dio รจ quello prodotto โ€œinsiemeโ€ ai fratelli, quello ottenuto dalla terra che Dio ha destinato a tutti e non solo a qualcuno, quello che non contiene le lacrime del povero sfruttato.

Recitare il Padre nostro significa porsi in costante verifica di se stessi perchรฉ non lo puรฒ pregare in modo sincero e autentico chi pensa unicamente al proprio pane, chi si dimentica del povero, chi non si impegna per la giustizia sociale.

Non puรฒ chiedere a Dio il nostro pane chi non lavora, chi vive alle spalle degli altri.

Chiedere il pane quotidiano significa rifiutarsi di accaparrare cibo per il giorno seguente, mentre i fratelli mancano del necessario oggi; significa liberare il proprio cuore dalla bramosia del possesso e dallโ€™angoscia del domani. Equivale a dire: โ€œAiutami o Padre a contentarmi del necessario, liberarmi dalla schiavitรน dei beni e dammi la forza di condividerli con i poveriโ€.

โ€œPerdonaci i nostri peccati, perchรฉ anche noi perdoniamoโ€ (v.4)

Possiamo recitare qualunque preghiera (lโ€™Ave Maria, lโ€™Angelus Domini, il Requiem aeternam) con lโ€™odio nel cuore, ma non il Padre nostro.

Il cristiano non puรฒ sperare di essere ascoltato da Dio se non coltiva sentimenti di amore verso il fratello. Non basta dimenticare il male ricevuto, viene chiesto di piรน.

Il cristiano non puรฒ aprirsi allโ€™amore del Padre se rifiuta di riconciliarsi con il fratello.

โ€œE non ci indurre in tentazioneโ€ (v.4)

La tentazione da cui si chiede di essere salvati non si riferisce alle piccole debolezze, miserie e fragilitร  quotidiane (che pure non sono escluse), ma allโ€™abbandono della โ€œlogica del Vangeloโ€ per aderire alla โ€œlogica di questo mondoโ€. Le tribolazioni o la persecuzione possono fare inciampare e entrare in crisi; le preoccupazioni della vita e lโ€™inganno dei beni possono soffocare il seme della parola di Dio. Il cristiano non chiede di essere preservato da queste โ€œtentazioniโ€, ma di non cedere alle seduzioni di questo mondo, di non essere sfiorato dallโ€™idea di abbandonare il Maestro.

Dopo aver presentato il modello della preghiera cristiana, Gesรน racconta la parabola di un uomo che, con molta insistenza, va a chiedere ad un amico che gli dia tre pani (vv.5-8).

Questo racconto vuole insegnare che la preghiera ottiene risultati solo se รจ prolungata.

Non perchรฉ Dio voglia essere interpellato a lungo prima di concedere qualcosa, ma perchรฉ lโ€™uomo impiega molto tempo per assimilare i suoi pensieri e i suoi sentimenti.

Le nostre preghiere sembrano tentativi di convincere Dio a cambiare il suo progetto. Vorremmo che egli si adeguasse alle nostre idee, che correggesse le โ€œsvisteโ€ in cui รจ incorso. Se parliamo lungamente con lui, finiamo per capire il suo amore e per accettare i suoi disegni.

La preghiera non cambia Dio, apre la nostra mente, modifica il nostro cuore.

Questa trasformazione interiore non puรฒ realizzarsi โ€“ salvo improbabili miracoli โ€“ in pochi istanti. Ci รจ difficile rinunciare al nostro modo di leggere gli avvenimenti. Facciamo fatica ad accettare la luce di Dio. Siamo ciechi, non riusciamo (o non vogliamo) vedere. I cammini di Dio non sempre sono facili e piacevoli, richiedono conversioni, sforzi, rinunce, sacrifici. Per raggiungere lโ€™adesione interiore alla volontร  del Signore, per arrivare a vedere con i suoi occhi gli avvenimenti della nostra vita occorre pregareโ€ฆ per molto tempo.

Siamo cosรฌ giunti allโ€™ultima parte del Vangelo di oggi (vv.9-13). La preghiera cristiana รจ sempre esaudita โ€“ dice Gesรน โ€“ eppure la nostra esperienza non sembra confermare questa affermazione.

Viene ripreso il tema dellโ€™insistenza nella preghiera mediante tre immagini: chiedere, cercare, bussare. La preghiera produce sempre risultati prodigiosi e inattesi. Ma non coltiviamo false speranze. Fuori di noi la realtร  rimarrร  quella di prima (la malattia continuerร , il torto subito rimarrร , le ferite del tradimento saranno ancora doloroseโ€ฆ), ma dentro tutto sarร  diverso. Se la mente e il cuore non sono piรน gli stessi, se lo sguardo con cui contempliamo la nostra situazione, il mondo e i fratelli diventano diversi, piรน puri, piรน โ€œdiviniโ€, la preghiera ha ottenuto il suo risultato, รจ stata esaudita.

Recuperata la serenitร  e la pace interiore, anche le ferite psicologiche e morali si rimargineranno presto e anche le malattie organiche โ€“ perchรฉ no? โ€“ potrebbero guarire piรน facilmente.

AUTORE: p. Fernando ArmelliniFONTE: per gentile concessione di Settimana News