Padre Fernando Armellini, biblista Dehoniano, commenta il Vangelo di domenica 23 marzo 2025.
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Convertirsi รจ ritrovare la propria identitร
โCosรฌ non si puรฒ andare avanti, tutti se ne approfittano, tutti imbrogliano, i soprusi sono sistematici, insopportabili e per giunta non sโintravede alcuna prospettiva nuovaโ. Abbiamo sentito spesso lamentele come queste.
Lagnarsi รจ facile, piรน difficile รจ proporre soluzioni. Deprecare le violazioni del diritto, stilare comunicati ufficiali, proclamare la propria indignazione puรฒ anche apportare qualche beneficio, ma il piรน delle volte le denunce, specie quando si riducono a gesti formali e a dichiarazioni diplomatiche, rimangono lettera morta.
Di fronte allโingiustizia qualcuno si lascia prendere da unโincontenibile irritazione, dal risentimento, dalla frenesia della vendetta e giunge a compiere gesti inconsulti. Il ricorso alla violenza non ha mai dato risultati positivi, anzi ha sempre provocato guai, spesso irreparabili.
Cโรจ unโaltra scelta possibile: il disinteresse. Eโ lโopzione di chi si rinchiude nel proprio piccolo mondo, evita di lasciarsi coinvolgere, anche solo emotivamente, dai drammi degli altri, a meno che gli avvenimenti politici non abbiano qualche ripercussione sulla sua vita personale o familiare.
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Che fare? La realtร sociale, politica, economica del mondo cโinterpella, non possiamo disinteressarcene, estraniarci, osservarla dallโesterno come spettatori inerti. Ma come intervenire?
Cโรจ un solo modo corretto: lo suggerisce oggi la parola di Dio.
Per interiorizzare il messaggio, ripeteremo:
โBuono e pietoso รจ il Signore. Egli libera da tutte le colpe e guarisce tutte le malattieโ.
Prima Lettura (Es 3,1-8a.13-15)
1 In quei giorni Mosรจ stava pascolando il gregge di Ietro, suo suocero, sacerdote di Madian, e condusse il bestiame oltre il deserto e arrivรฒ al monte di Dio, lโOreb.
2 Lโangelo del Signore gli apparve in una fiamma di fuoco in mezzo a un roveto. Egli guardรฒ ed ecco: il roveto ardeva nel fuoco, ma quel roveto non si consumava.
3 Mosรจ pensรฒ: โVoglio avvicinarmi a vedere questo grande spettacolo: perchรฉ il roveto non brucia?โ. 4 Il Signore vide che si era avvicinato per vedere e Dio lo chiamรฒ dal roveto e disse: โMosรจ, Mosรจ!โ. Rispose: โEccomi!โ. 5 Riprese: โNon avvicinarti! Togliti i sandali dai piedi, perchรฉ il luogo sul quale tu stai รจ una terra santa!โ. 6 E disse: โIo sono il Dio di tuo padre, il Dio di Abramo, il Dio di Isacco, il Dio di Giacobbeโ. Mosรจ allora si velรฒ il viso, perchรฉ aveva paura di guardare verso Dio.
7 Il Signore disse: โHo osservato la miseria del mio popolo in Egitto e ho udito il suo grido a causa dei suoi sorveglianti; conosco infatti le sue sofferenze. 8 Sono sceso per liberarlo dalla mano dellโEgitto e per farlo uscire da questo paese verso un paese bello e spazioso, verso un paese dove scorre latte e mieleโ.
13 Mosรจ disse a Dio: โEcco io arrivo dagli israeliti e dico loro: Il Dio dei vostri padri mi ha mandato a voi. Ma mi diranno: Come si chiama? E io che cosa risponderรฒ loro?โ. 14 Dio disse a Mosรจ: โIo sono colui che sono!โ. Poi disse: โDirai agli israeliti: Io-Sono mi ha mandato a voiโ. 15 Dio aggiunse a Mosรจ: โDirai agli israeliti: Il Signore, il Dio dei vostri padri, il Dio di Abramo, il Dio di Isacco, il Dio di Giacobbe mi ha mandato a voi. Questo รจ il mio nome per sempre; questo รจ il titolo con cui sarรฒ ricordato di generazione in generazioneโ.
Israele ha conosciuto il suo Dio anzitutto come liberatore. Solo in seguito ha scoperto che egli รจ anche padre, madre, sposo, re, pastore, guida, alleatoโฆ La lettura racconta come รจ cominciata questa rivelazione del Signore al suo popolo.
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Mosรจ รจ nel deserto del Sinai. Si trova lรฌ perchรฉ alcuni anni prima ha combinato un guaio serio: ha visto un uomo del suo popolo maltrattato da un sovrintendente egiziano, รจ intervenuto in sua difesa e ha ucciso lโaggressore (Es 2,11-15).
Ha un temperamento impulsivo Mosรจ, non sopporta prevaricazioni, angherie, sopraffazioni nei confronti dei piรน deboli. Lo dimostra anche nel deserto dove รจ fuggito. Un giorno รจ seduto presso un pozzo, giungono delle ragazze per abbeverare il gregge ed alcuni pastori le scacciano. Non tollera il sopruso, balza in piedi, fa a botte con i ribaldi e aiuta le pastorelle ad abbeverare il bestiame (Es 2,16-22).
La prudenza e lโesperienza, ad un certo punto, gli suggeriscono di darsi una calmata, di non immischiarsi nelle faccende degli altri. Eโ doloroso assistere impotenti alle ingiustizie perpetrate contro i deboli, ma che fare? Se si interviene si rischia di venire coinvolti in problemi troppo seri. Meglio non pensarci e lasciare perdere!
Mosรจ si rifugia presso Ietro, il padre delle ragazze, ne sposa la figlia e inizia una vita povera ma tranquilla. Ogni giorno esce per condurre al pascolo il gregge del suocero e desidera solo di essere lasciato in pace.
Ma potrร uno come lui dimenticare i fratelli israeliti che in Egitto sono sottoposti a continue vessazioni da parte dei loro padroni?
Dio, che conosce i suoi sentimenti e i suoi pensieri, un giorno decide di rivelargli il suo progetto: vuole liberare il suo popolo dalla schiavitรน.
Il racconto della chiamata di Mosรจ รจ costruito secondo lo schema classico delle vocazioni e con le immagini usuali per presentare le manifestazioni di Dio.
Mosรจ sta pascolando il gregge del suocero presso il monte Oreb. Allโimprovviso vede un roveto che brucia senza consumarsi. Si avvicina e sente la voce di Dio che, dopo averlo invitato a togliersi i calzari, gli dice: โHo osservato la miseria del mio popolo in Egitto e ho udito il suo grido a causa dei suoi sorveglianti; conosco le sue sofferenze e sono sceso per liberarloโ (vv.7-8).
Il fuoco รจ una delle immagini piรน comuni nella Bibbia per indicare la presenza di Dio: nel deserto il Signore guidava il suo popolo โcon una colonna di fuocoโ (Es 13,21), โscendeva nel fuocoโ (Es 19,18), โla sua voce parlava dal fuocoโ (Dt 4,33).
Anche qui il fuoco indica la voce di Dio che rivela al suo servo la missione difficile e rischiosa cui รจ chiamato.
Il roveto ardente che non si consuma esprime molto bene la โfiamma di Dioโ che arde interiormente e non dร tregua a Mosรจ. Eโ la stessa di cui parla Geremia: โNel mio cuore cโera come un fuoco ardente, chiuso nelle mie ossa; mi sforzavo di contenerlo, ma non potevoโ (Ger 20,9).
Lโimmagine del roveto potrebbe essere stata suggerita allโautore biblico da un fenomeno curioso che avviene nel deserto: dal dictamus albus โ un arbusto alto un metro โ defluiscono oli essenziali che, nelle giornate molto calde, si incendiano.
I sandali completano il simbolismo della scena. Essendo fatti con la pelle di un animale morto, sono impuri e non possono essere introdotti in un luogo santo dove ha accesso solo ciรฒ che richiama la vita (anche oggi devono essere tolti prima di entrare in una moschea).
Dicendo che Mosรจ รจ stato invitato a togliersi i sandali, lโautore sacro vuole affermare che egli รจ entrato in contatto con Dio. Lโispirazione che ha avuto non era una sua fantasia, una sua velleitร , ma proveniva dal Signore.
Ora รจ possibile tentare di ricostruire ciรฒ che puรฒ essere accaduto. Nella solitudine e nel silenzio del deserto, mentre forse rifletteva sulla sorte del suo popolo in Egitto, Mosรจ รจ stato illuminato. Dio lo ha introdotto nel suo mondo, gli ha instillato nel cuore i suoi stessi sentimenti, la sua passione per la libertร degli oppressi. Gli ha fatto capire che, per realizzare il suo sogno, aveva bisogno di uno come lui.
In questa esperienza spirituale intensa e profonda, Mosรจ si รจ reso conto anche delle difficoltร che unโimpresa tanto ardua presentava e ha esposto al Signore la sua obiezione: โEcco, io vado dagli israeliti e dico loro: il Dio dei vostri padri mi ha mandato a voi. Ma essi mi diranno: come si chiama? Io cosa risponderรฒ loro?โ (v.13).
Nella seconda parte della lettura (vv.13-15) il Signore risponde rivelando il suo nome. Dice a Mosรจ: riferirai agli israeliti โIo sono colui che sonoโ o meglio Io sarรฒ colui che sarรฒ (questa รจ la traduzione piรน esatta).
Perchรฉ Dio vuole essere chiamato in un modo cosรฌ strano? Che significa questo nome che ricorre ben 6.828 volte nella Bibbia? Vuole dire: vi renderete conto chi io sarรฒ; vedrete da ciรฒ che farรฒ chi sono io.
Cosa vedranno gli israeliti? Non certo un Dio che se ne sta tranquillo in paradiso, impegnato a mantenere in ordine la contabilitร dei peccati, che non vuole essere disturbato, che si disinteressa di ciรฒ che accade sulla terra.
Il Dio che si rivelerร a Israele sarร un Dio che vive con passione i problemi del suo popolo, che non tollera lโoppressione dei deboli, che interviene per liberare.
Notavano i rabbini che il testo sacro non dice che gli israeliti hanno gridato al Signore, ma che egli ha osservato la miseria del suo popolo in Egitto e ha udito il suo grido. Gli israeliti gridavano per il dolore. Dio ha sentito quel lamento come unโinvocazione rivolta a lui e ha deciso di aiutarli.
Dio non cambia nome. I suoi sentimenti nei confronti di chi soffre, di chi subisce ingiustizia, di chi รจ sottoposto a qualunque forma di oppressione e di abuso rimangono gli stessi. Non cambia nemmeno il modo con cui egli porta a compimento le sue liberazioni: si serve dei suoi angeli โ รจ cosรฌ che รจ chiamato Mosรจ (Es 23,20.23) โ compie le sue opere attraverso coloro che si lasciano educare dalla sua parola, che coltivano nel cuore i suoi sentimenti e i suoi pensieri e che non hanno paura di correre rischi.
Seconda Lettura (1 Cor 10,1-6.10-12)
1 Non voglio infatti che ignoriate, o fratelli, che i nostri padri furono tutti sotto la nuvola, tutti attraversarono il mare, 2 tutti furono battezzati in rapporto a Mosรจ nella nuvola e nel mare, 3 tutti mangiarono lo stesso cibo spirituale, 4 tutti bevvero la stessa bevanda spirituale: bevevano infatti da una roccia spirituale che li accompagnava, e quella roccia era il Cristo. 5 Ma della maggior parte di loro Dio non si compiacque e perciรฒ furono abbattuti nel deserto.
6 Ora ciรฒ avvenne come esempio per noi, perchรฉ non desiderassimo cose cattive, come essi le desiderarono.
Fratelli, 10 Non mormorate, come mormorarono alcuni di essi, e caddero vittime dello sterminatore. 11 Tutte queste cose perรฒ accaddero a loro come esempio, e sono state scritte per ammonimento nostro, di noi per i quali รจ arrivata la fine dei tempi. 12 Quindi, chi crede di stare in piedi, guardi di non cadere.
La comunitร di Corinto รจ abbastanza buona, tuttavia, come succede ovunque, ci sono anche degli aspetti negativi: dissensi, immoralitร , invidie. Alcuni cristiani sono convinti che basti il battesimo per essere sicuri della salvezza. Paolo si rende conto che i corinti stanno cullandosi in una pericolosa illusione.
Per correggere questa falsa certezza porta lโesempio del popolo dโIsraele. Dice: tutti gli israeliti hanno creduto in Mosรจ e lo hanno seguito; hanno attraversato il mar Rosso, sono stati sotto la nube, hanno mangiato la manna e bevuto lโacqua fatta scaturire dalla roccia; ma, a causa delle loro infedeltร , nessuno di loro รจ entrato nella Terra Promessa.
La stessa cosa puรฒ accadere ai cristiani. Essi devono tenere presente che i favori di Dio non producono risultati in modo automatico e quasi magico. Non basta aver creduto in Cristo (nuovo Mosรจ), essere stati battezzati (il passaggio del mar Rosso), aver ricevuto lo Spirito (la protezione della nuvola), essersi cibati dellโEucaristia (il Pane ed il Vino corrispondono alla manna e allโacqua del deserto). Eโ necessaria una vita coerente, altrimenti anchโessi possono perdersi, come รจ accaduto agli israeliti nel deserto.
Vangelo (Lc 13,1-9)
1 In quello stesso tempo si presentarono a Gesรน alcuni a riferirgli circa quei galilei, il cui sangue Pilato aveva mescolato con quello dei loro sacrifici. 2 Prendendo la parola, Gesรน rispose: โCredete che quei galilei fossero piรน peccatori di tutti i galilei, per aver subito tale sorte? 3 No, vi dico, ma se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo. 4 O quei diciotto, sopra i quali rovinรฒ la torre di Sรฌloe e li uccise, credete che fossero piรน colpevoli di tutti gli abitanti di Gerusalemme? 5 No, vi dico, ma se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modoโ.
6 Disse anche questa parabola: โUn tale aveva un fico piantato nella vigna e venne a cercarvi frutti, ma non ne trovรฒ. 7 Allora disse al vignaiolo: Ecco, son tre anni che vengo a cercare frutti su questo fico, ma non ne trovo. Taglialo. Perchรฉ deve sfruttare il terreno? 8 Ma quegli rispose: Padrone, lascialo ancora questโanno finchรฉ io gli zappi attorno e vi metta il concime 9 e vedremo se porterร frutto per lโavvenire; se no, lo taglieraiโ.
Nella prima parte del brano (vv.1-5) vengono riferiti due fatti di cronaca: un crimine commesso da Pilato e lโimprovviso crollo di una torre presso la piscina di Siloe.
Pilato non era un uomo dal cuore tenero. Gli storici tramandano vari episodi drammatici che lo hanno avuto come protagonista. Il Vangelo di oggi ne racconta uno.
Alcuni pellegrini venuti dalla Galilea per offrire sacrifici nel tempio, probabilmente in occasione della Pasqua, vengono coinvolti in un fatto di sangue.
La Pasqua celebra la liberazione dallโEgitto, รจ quindi inevitabile che risvegli in ogni israelita aspirazioni alla libertร e acuisca il sentimento di rivalsa contro lโoppressione romana. Eโ possibile anche che questi galilei, magari un poโ fanatici, abbiano prima scambiato qualche battuta un poโ pesante con le guardie, poi che abbiano compiuto qualche gesto provocatorio e infine che dalle parole siano passati a vie di fatto: qualche spintone e una scazzottata.
Pilato che, durante le grandi feste, รจ solito trasferirsi da Cesarea a Gerusalemme per assicurare lโordine e prevenire sommosse, non tollera nemmeno lโaccenno alla ribellione: fa intervenire i soldati che, senza alcun rispetto per il luogo santo, massacrano i malcapitati galilei. Un gesto brutale e sacrilego, un oltraggio al Signore, una provocazione nei confronti del popolo che considera il tempio dimora del suo Dio. Lรฌ persino i sacerdoti, anche dโinverno, devono camminare scalzi.
Perchรฉ il Signore non ha incenerito i responsabili di questo crimine? I farisei hanno una loro risposta: sostengono che non cโรจ castigo senza colpa. Se Dio ha voluto che quei galilei fossero colpiti dalla spada, significa che erano carichi di peccati. Ma come accettare questa spiegazione? Il peccatore รจ Pilato, i malvagi sono i soldati romani.
Qualcuno va a riferire a Gesรน lโaccaduto. Forse pensa di strappare dalla sua bocca un severo giudizio di condanna, una presa di posizione antiromana. Qualcuno pensa di coinvolgerlo in una rivolta armata. Di fronte ad un simile crimine non puรฒ certo esortare alla pazienza e al perdono! Farร almeno una dichiarazione sferzante contro Pilato.
Gesรน sorprende i suoi interlocutori esagitati e sconvolti: non perde la calma, non si lascia sfuggire parole incontrollate. Anzitutto esclude che ci sia alcuna relazione fra la morte di queste persone e le colpe da loro commesse; poi invita a cogliere una lezione da questo avvenimento: va letto โ dice โ come un richiamo alla conversione.
Per chiarire meglio il suo pensiero ricorda un altro fatto di cronaca: la morte di diciotto persone, provocata dal crollo di una torre, avvenuto probabilmente durante la costruzione di un acquedotto presso la piscina di Siloe. Queste persone โ dice Gesรน โ non sono state punite a causa delle loro colpe: sono morte per una fatalitร , al loro posto potevano essercene altre. Anche questo avvenimento deve essere letto come un richiamo alla conversione.
La risposta di Gesรน sembra eludere il problema. Perchรฉ egli non prende posizione di fronte al massacro? Sorprende la sua risposta perchรฉ egli รจ sempre stato molto concreto e non ha certo paura di dire ciรฒ che pensa.
Le strutture oppressive (e quella di Pilato รจ tale) in genere sono molto solide, hanno radici profonde, si difendono con mezzi potentissimi. Eโ davvero unโillusione pensare che possano venire rovesciate da un momento allโaltro. Qualcuno crede che il ricorso alla violenza possa essere un modo efficace, rapido e sicuro per ristabilire la giustizia. Eโ la peggiore delle illusioni! Lโuso della forza non produce nulla di buono, non risolve i problemi, ne crea soltanto di nuovi e piรน gravi.
Gesรน non si pronuncia direttamente sul crimine commesso da Pilato. Non vuole lasciarsi coinvolgere in quelle inutili conversazioni in cui ci si limita ad imprecare e a maledire. Egli non รจ certo insensibile alle sofferenze ed alle disgrazie, si commuove fino alle lacrime per amore della sua patria. Tuttavia sa che lโaggressivitร , lo sdegno, lโira, lโodio, il desiderio di vendetta non servono a nulla, anzi, sono controproducenti. Questi sentimenti portano solo a gesti sconsiderati che complicano ancora piรน la situazione.
Il richiamo di Gesรน alla conversione รจ un invito a cambiare maniera di pensare.
I giudei coltivano sentimenti di violenza, di vendetta, di rancore contro gli oppressori. Questi non sono i sentimenti di Dio. Eโ urgente che rivedano la loro posizione, che rinuncino alla fiducia che ripongono nellโuso della spada. Purtroppo non sono disposti alla conversione e cosรฌ, quarantโanni piรน tardi, periranno tutti (colpevoli e innocenti) in un nuovo massacro.
Gesรน non cerca di sfuggire al problema, propone una soluzione diversa. Rifiuta i palliativi. Invita a intervenire alla radice del male. Eโ inutile illudersi che possa cambiare qualcosa semplicemente sostituendo coloro che detengono il potere. Se i nuovi arrivati non hanno un cuore nuovo, se non seguono una logica diversa, tutto rimane come prima. Sarebbe come cambiare gli attori di uno spettacolo senza modificare il testo che devono recitare.
Ecco la ragione per cui Gesรน non aderisce allโesplosione collettiva di sdegno contro Pilato. Egli invita alla conversione, propone un cambiamento di mentalitร . Solo persone divenute diverse, solo persone dal cuore nuovo possono costruire un mondo nuovo. Questa รจ la soluzione definitiva.
Quanto tempo si ha a disposizione per operare questo cambiamento di mentalitร ? Puรฒ essere dilazionato di qualche mese, di qualche anno? A queste domande Gesรน risponde nella seconda parte del Vangelo di oggi (vv.6-9) con la parabola del fico.
Nella Bibbia si parla spesso di questa pianta che, due volte lโanno, in primavera e in autunno, dร frutti dolcissimi. Nei tempi antichi, era il simbolo della prosperitร e della pace (1 Re 4,25; Is 36,16). Nel deserto del Sinai gli israeliti sognavano una terra con abbondanti sorgenti dโacqua, campi di grano eโฆ alberi di fico (Dt 8,8; Nm 20,5).
Il messaggio della parabola รจ chiaro: da chi ha ascoltato il messaggio del Vangelo, Dio si attende frutti deliziosi e abbondanti. Non vuole pratiche religiose esteriori, non si accontenta di apparenze (in primavera, il fico dร frutti, prima ancora delle foglie), ma cerca opere di amore.
A differenza degli altri evangelisti che parlano di un fico sterile che รจ fatto seccare allโistante o quasi (Mc 11,12-24; Mt 21,18-22), Luca, lโevangelista della misericordia, introduce un altro anno di attesa, prima dellโintervento definitivo. Egli presenta un Dio paziente, tollerante con la debolezza umana, comprensivo per la durezza della nostra mente e del nostro cuore.
Questo atteggiamento longanime perรฒ non va inteso come indifferenza di fronte al male, non รจ unโapprovazione della negligenza, del disinteresse, della superficialitร . Il tempo della vita รจ troppo prezioso perchรฉ se ne possa sprecare anche un solo istante. Non appena si scorge la luce di Cristo รจ necessario accoglierla e seguirla, immediatamente.
La parabola รจ un invito a considerare la Quaresima come un tempo di grazia, come un nuovo โanno preziosoโ che viene concesso al fico (ogni uomo) per dare frutti.