HomeVangelo della Domenicap. Fernando Armellini - Commento al Vangelo del 22 Dicembre 2024

p. Fernando Armellini – Commento al Vangelo del 22 Dicembre 2024

Domenica 22 Dicembre 2024 - IV DOMENICA DI AVVENTO - ANNO C
Commento al brano del Vangelo di: Lc 1, 39-45

Padre Fernando Armellini, biblista Dehoniano, commenta il Vangelo di domenica 22 Dicembre 2024.
Se sei interessato a tutti i sui commenti al Vangelo, puoi leggerli qui.

Ricchi della loro povertร 

Link al video

โ€œRispondimi, perchรฉ io sono poveroโ€ (Sal 86,1) โ€“ cosรฌ prega il Salmista. Eโ€™ sorprendente la ragione con cui egli pensa di convincere Dio ad intervenire in suo favore: io sono povero.

Per aver accesso ai palazzi dei sovrani, dei dominatori di questo mondo occorrono solide raccomandazioni, bisogna esibire titoli di merito, sono necessarie credenziali e benemerenze. Presso Dio non รจ cosรฌ: lโ€™unico certificato richiesto per essere ricevuti in udienza รจ lo stato di povertร .

- Pubblicitร  -

Le sue simpatie sono per i piccoli, gli indifesi, i derelitti. Egli โ€œil padre degli orfani e difensore delle vedoveโ€ (Sal 68,6) preferisce chi non conta nulla, chi รจ spregevole agli occhi degli uomini. โ€œIl Signore vi ha scelto โ€“ dice Mosรจ agli Israeliti โ€“ non perchรฉ siete piรน numerosi di tutti gli altri popoli (siete, infatti, il piรน piccolo di tutti i popoli), ma perchรฉ il Signore vi amaโ€ (Dt 7,7-8).

โ€œI pensieri del Signore non sono i nostri pensieri e le sue vie non sono le nostre vieโ€ (Is 55,8), per questo sono difficili da intendere.

Gedeone chiamato a compiere unโ€™ardua impresa obietta, stupito: โ€œOh, Signore! Come farรฒ io a liberare Israele? La mia famiglia รจ la piรน oscura in Manasse e io sono il piรน insignificante nella casa di mio padre!โ€ (Gdc 6,15).

- Pubblicitร  -

Le letture di oggi ci presentano una serie di situazioni e di personaggi insignificanti nei quali Dio ha compiuto meraviglie. Sono un invito a riconoscere โ€“ come ha fatto Maria โ€“ la nostra povertร  e a disporci ad accogliere lโ€™opera di salvezza che il Signore viene a realizzare.

Per interiorizzare il messaggio, ripeteremo:
โ€œGrandi cose farร  il Signore per i poveri che confidano in luiโ€.

Prima Letturaย (Mic 5,1-4a)

1ย E tu, Betlemme di Efrata
cosรฌ piccola per essere fra i capoluoghi di Giuda,
da te mi uscirร  colui
che deve essere il dominatore in Israele;
le sue origini sono dallโ€™antichitร ,
dai giorni piรน remoti.
2ย Perciรฒ Dio li metterร  in potere altrui
fino a quando colei che deve partorire partorirร ;
e il resto dei tuoi fratelli ritornerร  ai figli di Israele.
3ย Egli starร  lร  e pascerร  con la forza del Signore,
con la maestร  del nome del Signore suo Dio.
Abiteranno sicuri perchรฉ egli allora sarร  grande
fino agli estremi confini della terra
4ย e tale sarร  la pace.

Al tempo di Michea la situazione politica, sociale ed economica di Israele รจ disastrosa. Ovunque ci sono segni di violenza, nei tribunali i giudici si lasciano corrompere dai regali, i sacerdoti ed i profeti pensano solo ad accumulare denaro, fra il popolo una minoranza abile e prepotente si รจ impadronita di tutti i campi e sfrutta i poveri come braccianti, come lavoratori stagionali mal pagati. Il re, Ezechia, รจ un buon uomo, ma ha capacitร  di governo molto limitate; i tempi sono troppo difficili per uno debole come lui.

In questa situazione complicata Michea pronuncia la sua profezia: dal piccolo, insignificante villaggio di Betlemme, dallโ€™antichissima famiglia di Efrata sta per nascere โ€œil dominatore di Israeleโ€ (v.1).

Da trecento anni i discendenti di Davide detengono il potere, ma non hanno combinato che disastri, hanno oppresso il popolo e lo hanno ridotto alla fame. Qual รจ stata la causa dei loro errori? Lโ€™orgoglio anzitutto, poi la convinzione di poter fare a meno del Signore. Essi si sono dimenticati che non sono divenuti re per le loro capacitร , non si sono installati sul trono con le loro forze, ma รจ stato Dio che ha trasformato un umile pastore in un grande sovrano.

Ora โ€“ dice il profeta โ€“ dal punto di vista umano, la situazione รจ senza speranza; ma il Signore sta per intervenire, โ€œcolei che deve partorire partorirร โ€ (v.2) e dalla discendenza di Davide inizierร  un nuovo regno.

A chi si riferiva Michea? Egli pensava certamente ad un re della dinastia davidica. Ma Dio โ€“ comโ€™รจ solito fare โ€“ realizza le sue promesse al di lร  di ogni umana attesa. Lascia passare altri settecento anni e da una donna, Maria, fa nascere lโ€™annunciato figlio di Davide.

Questo figlio โ€“ Gesรน โ€“ non fu presuntuoso ed arrogante come i suoi antenati e portรฒ a compimento ciรฒ che รจ scritto nella seconda parte della lettura (vv.3-4a): fu il pastore buono che guidรฒ il popolo โ€œcon la forza del Signoreโ€. Diede inizio al mondo nuovo in cui gli uomini possono abitare sicuri nelle loro case, il mondo in cui la pace regna ovunque, fino ai confini della terra.

A questo punto sorge perรฒ in noi, spontanea, lโ€™obiezione che giร  i rabbini dei primi secoli rivolgevano ai cristiani: dovโ€™รจ la pace che raggiunge tutti i confini della terra? Qualcuno ci mostri questo mondo nuovo โ€“ dicevano โ€“ e crederemo in Gesรน.

I cristiani hanno unโ€™unica possibilitร  di rispondere a questa domanda provocatoria, indicare qualche luogo concreto in cui questa pace รจ giunta con lโ€™avvento del Signore: la loro famiglia, la loro comunitร  o almeno il loro cuore.

Seconda Lettura (Eb 10,5-10)

Fratelli,ย 5ย entrando nel mondo, Cristo dice:
โ€œTu non hai voluto nรฉ sacrificio nรฉ offerta,
un corpo invece mi hai preparato.
6ย Non hai gradito
nรฉ olocausti nรฉ sacrifici per il peccato.
7ย Allora ho detto: Ecco, io vengo
โ€“ poichรฉ di me sta scritto nel rotolo del libro โ€“
per fare, o Dio, la tua volontร โ€.
8ย Dopo aver detto prima โ€œnon hai voluto e non hai gradito nรฉ sacrifici nรฉ offerte, nรฉ olocausti nรฉ sacrifici per il peccatoโ€, cose tutte che vengono offerte secondo la legge,ย 9ย soggiunge: โ€œEcco, io vengo a fare la tua volontร โ€. Con ciรฒ stesso egli abolisce il primo sacrificio per stabilirne uno nuovo.ย 10ย Ed รจ appunto per quella volontร  che noi siamo stati santificati, per mezzo dellโ€™offerta del corpo di Gesรน Cristo, fatta una volta per sempre.

Le persone che guarivano da una grave malattia, che scampavano a qualche pericolo, che si sentivano impure e avevano bisogno di chiedere perdono dei propri peccati, si recavano al tempio, comperavano un capretto, lo consegnavano al sacerdote e questi lo offriva in sacrificio a Dio.

Lโ€™AT approva e disciplina queste manifestazioni di religiositร , tuttavia i profeti non mostrarono troppe simpatie per queste pratiche perchรฉ, in genere, si riducevano a puri gesti esteriori ai quali non corrispondeva unโ€™autentica conversione del cuore.

Nel brano della Lettera agli Ebrei che ci viene proposto oggi, sono riportate le parole di un uomo che nel tempio ringrazia Dio per essere stato liberato da una malattia mortale. Dice: io so, Signore, che tu non ti diletti del profumo dellโ€™incenso o del fumo delle carni degli agnelli immolati sullโ€™altare; ti faccio allora unโ€™altra promessa: compirรฒ sempre la tua volontร ; questo so che ti รจ gradito (vv.5-7).

Lโ€™autore della Lettera agli Ebrei continua dicendo che Cristo ha portato a compimento in se stesso le parole di questo Salmo. Egli non ha offerto alcun sacrificio materiale, ma ha detto al Padre: โ€œEcco io vengo a fare la tua volontร โ€. Cosรฌ ha posto fine alle antiche offerte nel tempio ed ha inaugurato i tempi nuovi (v.8-10).

Ecco io vengo โ€“ dice Cristo in questo tempo di Avvento โ€“ non per chiederti canti, preghiere, incensi, solenni cerimonie religiose, ma per coinvolgerti nel mio progetto, per comunicarti il mio Spirito che ti porterร  a compiere, come io ho fatto, la volontร  del Padre.

Vangelo (Lc 1,39-48)

39ย In quei giorni Maria si mise in viaggio verso la montagna e raggiunse in fretta una cittร  di Giuda.ย 40ย Entrata nella casa di Zaccaria, salutรฒ Elisabetta.ย 41ย Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino le sussultรฒ nel grembo. Elisabetta fu piena di Spirito Santoย 42ย ed esclamรฒ a gran voce: โ€œBenedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo!ย 43ย A che debbo che la madre del mio Signore venga a me?ย 44ย Ecco, appena la voce del tuo saluto รจ giunta ai miei orecchi, il bambino ha esultato di gioia nel mio grembo.ย 45ย E beata colei che ha creduto nellโ€™adempimento delle parole del Signoreโ€.
46ย Allora Maria disse:
โ€œLโ€™anima mia magnifica il Signore
47ย e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore,
48ย perchรฉ ha guardato lโ€™umiltร  della sua servaโ€.

Se interpretiamo questo racconto come un brano di cronaca, ci chiediamo come mai Luca lo abbia scritto. Cortese, certo, il gesto di Maria che va a congratularsi con la cugina che ha ricevuto da Dio il sospirato dono della maternitร , ma si tratta pur sempre di un episodio marginale; non costituisce una tappa significativa nella vita di Gesรน e non rappresenta un punto di riferimento importante per la nostra fede.

Una seconda osservazione: alcuni particolari di questo racconto sono per lo meno strani. Una forte emozione โ€“ assicurano le mamme โ€“ provoca sensazioni anche nel feto e puรฒ stimolare qualche suo movimento; ma come si รจ potuto stabilire che si รจ trattato di un sussulto di gioia? Non รจ facile nemmeno spiegare la fretta di Maria (v.39) di andare a trovare Elisabetta che รจ al sesto mese di gravidanza. Di solito si dice che รจ corsa ad aiutare la cugina. Ma si tratta di una spiegazione poco convincente: come poteva una ragazzina di dodici anni (era questa lโ€™etร  che Maria doveva avere) presumere di sostituirsi ad amiche e parenti esperte e mature che Elisabetta certo aveva ad Ain Karim? Non si capisce poi come mai sia ripartita dopo tre mesi (Lc 1,56), cioรจ esattamente nel momento del parto, quando la cugina avrebbe avuto maggior bisogno di assistenza.

Una terza osservazione โ€“ ed รจ la piรน importante: Maria ed Elisabetta, invece di conversare in modo semplice, come avviene tra amiche, si scambiano frasi scelte con cura dalla Bibbia, alludono a episodi e a personaggi dellโ€™AT con una finezza e una competenza davvero impressionanti. Piรน che una chiacchierata fra donne del popolo pare di trovarsi di fronte ad un dialogo tra due biblisti e biblisti ben preparati.

Facciamo attenzione: il Vangelo non รจ una raccolta di informazioni, scritte per soddisfare curiositร , ma รจ un testo di catechesi. Ha lo scopo di alimentare la fede del discepolo e vuole far comprendere chi รจ Gesรน al quale siamo chiamati a dare la nostra adesione. Per cogliere il messaggio รจ sempre necessario tenere presente il linguaggio usato nel tempo in cui รจ stato scritto e fare molta attenzione ai riferimenti, a volte espliciti, altre volte un poโ€™ velati, allโ€™AT.

Dopo questa premessa vediamo di capire cosa ci vuole insegnare Luca nel brano di oggi.

Cominciamo dallโ€™annotazione, apparentemente banale e superflua, con cui inizia il racconto: appena entrata nella casa di Zaccaria, Maria salutรฒ Elisabetta (v.40). Si fosse trattato del solito โ€œbuon giorno!โ€, lโ€™evangelista non lo avrebbe sottolineato. Se lo mette in rilievo, vuol dire che per lui questo saluto รจ significativo e difatti, nel versetto seguente, lo richiama di nuovo: udito il saluto, il Battista sussultรฒ di gioia.

Gli Ebrei di allora come quelli di oggi, quando si incontrano, si rivolgono un solo augurio: Shalรฒm โ€“ Pace. La pace indica il cumulo di beni che Dio ha promesso al suo popolo e che devono concretizzarsi alla venuta del Messia: โ€œNei suoi giorni โ€“ diceva il Salmista โ€“ fiorirร  la giustizia e abbonderร  la pace, finchรฉ non si spenga la lunaโ€ (Sal 72,7). Il Messia รจ chiamato dal profeta Isaia il โ€œprincipe della paceโ€ (Is 9,5).

Sulla bocca di Maria la parola pace รจ una proclamazione solenne: รจ lโ€™annuncio che nel mondo รจ giunto lโ€™atteso Messia e con lui ha avuto inizio il regno di pace di cui hanno parlato i profeti.

Come Maria sulle montagne della Giudea, come gli angeli โ€“ che a Betlemme hanno cantato: โ€œPace in terra agli uomini che Dio amaโ€ (Lc 2,14) โ€“ oggi i discepoli di Cristo pronunciano solo parole di pace. โ€œIn qualunque casa entriate โ€“ ha raccomandato Gesรน โ€“ prima dite: Pace a questa casaโ€ (Lc 10,5).

Le parole che Elisabetta rivolge a Maria: Benedetta tu fra le donne! non sono originali. Nellโ€™AT ci sono due donne che vengono salutate allo stesso modo: Giaele (Gdc 5,24) e Giuditta (Gdt 13,18). Cosโ€™avevano fatto di straordinario? Erano riuscite (impresa inaudita per delle donne!) ad annientare gli oppressori del loro popolo. La Bibbia non ricorda queste storie per approvare la guerra, ma solo per mostrare, con degli esempi comprensibili per la mentalitร  del tempo, come Dio sia solito realizzare gesta meravigliose servendosi di strumenti fragili e inadatti.

Applicando a Maria questa medesima frase, Luca afferma che anche lei appartiene alla categoria degli strumenti deboli e poveri con i quali Dio รจ solito compiere la sue opere di salvezza. Attraverso Maria egli ha realizzato lโ€™avvenimento piรน straordinario della storia: ha donato agli uomini suo figlio.

Elisabetta continua: A che debbo che la madre del mio Signore venga a me? (v.43). Anche questa frase รจ copiata dallโ€™AT. Eโ€™ stata pronunciata da Davide in unโ€™occasione molto solenne, quando fu trasportata a Gerusalemme lโ€™arca dellโ€™alleanza nella quale si riteneva fosse presente il Signore. Nellโ€™accoglierla il re esclamรฒ: โ€œCome potrร  venire da me lโ€™arca del Signore?โ€ (2 Sam 6,9).

Ci sono anche altri particolari significativi che mettono la visita di Maria in parallelo con lโ€™episodio dellโ€™arca dellโ€™alleanza: sia Maria che lโ€™arca rimangono tre mesi in una casa della Giudea. Lโ€™arca viene ricevuta con danze, grida di gioia, canti di festa ed รจ sorgente di benedizioni per la famiglia che la accoglie (2 Sam 6,10-11) e Maria, entrando nella casa di Zaccaria, fa sobbalzare di gioia il piccolo Giovanni (che rappresenta tutto il popolo dellโ€™AT che giubila per la venuta del Messia).

Risulta cosรฌ abbastanza evidente che Luca intende presentare Maria come la nuova arca dellโ€™alleanza. Da quando Dio ha scelto di farsi uomo, non abita piรน in costruzioni di pietra, in un tempio, in un luogo sacro, ma nel grembo di una donna. Il figlio di Maria รจ lo stesso Signore.

Ovunque giunge Maria โ€“ la nuova arca dellโ€™alleanza โ€“ cโ€™รจ unโ€™esplosione di gioia: il Battista sussulta di felicitร  (v.41), Elisabetta grida la sua gioia per essere stata visitata dal Signore (v.42), i poveri esultano perchรฉ รจ arrivato il momento della loro liberazione (vv.46-48).

Eโ€™ la gioia che caratterizza i tempi messianici. La proverร  Zaccaria che benedirร  il Signore perchรฉ โ€œ ha visitato e redento il suo popoloโ€ (Lc 1,68); verrร  annunciata dallโ€™angelo ai pastori: โ€œEcco vi annunzio una grande gioia, che sarร  di tutto il popoloโ€ (Lc 2,10). Gioirร  Simeone quando prenderร  tra le braccia il bambino e contemplerร  con i suoi occhi la โ€œsalvezza preparata da Dio davanti a tutti i popoli, luce per illuminare le gentiโ€ (Lc 2,29-32).

Accogliere il Signore che viene non significa rinunciare alla gioia, ma spalancare le porte alla vera gioia.

Maria รจ proclamata beata perchรฉ โ€œha creduto nellโ€™ademยญpimento delle parole del Signoreโ€ (v.45). Quante promesse ha fatto Dio per bocca dei suoi profeti! Quando perรฒ queste hanno tardato a realizzarsi, gli uomini hanno cominciato a dubitare della fedeltร  del Signore. Hanno pensato di aver frainteso o di essere stati ingannati. Hanno cominciato a riporre la loro fiducia nei loro ragionamenti, nei loro progetti, nelle loro scelte e sono andati incontro a sistematici fallimenti. Maria invece รจ beata perchรฉ si รจ fidata di Dio, ha coltivato la certezza che, malgrado tutte le apparenze contrarie, la parola del Signore si sarebbe compiuta.

Beata colei che ha creduto. Eโ€™ questa la prima beatitudine che si incontra nel Vangelo di Luca e โ€“ si noti โ€“ รจ formulata in terza persona (non: Beata tuโ€ฆ). Questo indica che la beatitudine non รจ riservata a Maria, ma va estesa a tutti coloro che si fidano della parola del Signore. Nel Vangelo di Giovanni questa stessa beatitudine si trova alla fine. Il Risorto la rivolge a Tommaso: โ€œBeati coloro che, pur non avendo visto, crederannoโ€ (Gv 20,29). La fede autentica โ€“ quella di cui dร  prova Maria โ€“ non ha bisogno di visioni, di dimostrazioni, di verifiche. Si fonda sullโ€™ascolto della Parola e si manifesta nellโ€™adesione incondizionata a questa Parola.

Non รจ facile credere, specialmente quando viene chiesto di andare contro il โ€œbuon sensoโ€. Ci vuole molto coraggio per credere che si realizzeranno le promesse fatte da Dio ai costruttori di pace, ai non violenti, a coloro che porgono lโ€™altra guancia, a coloro che non si vendicano, a coloro che donano la vita per amore. Maria mostra che vale la pena fidarsi delle parole del Signore, sempre. โ€œBeati coloro che โ€“ come lei ha fatto โ€“ ascoltano la parola di Dio e la custodisconoโ€ (Lc 11,28).

Il brano evangelico si conclude con i primi versetti dellโ€™inno di lode al Signore che Luca ha posto sulla bocca di Maria.

Maria รจ la prima che si rende conto delle meraviglie operate dal Signore e le canta.

Tutto comincia dallo sguardo che Dio le rivolge, uno sguardo completamente diverso da quello degli uomini. Questi guardano verso chi li puรฒ arricchire. Dio rivolge i suoi occhi su chi non conta nulla, รจ disprezzato, รจ infecondo, รจ improduttivo, รจ in condizioni penose. Giuditta lo pregava cosรฌ: โ€œTu sei il Dio degli umili, sei il soccorritore dei derelitti, il rifugio dei deboli, il protettore degli sfiduciati, il salvatore dei disperatiโ€ (Gdt 9,11).

Maria ha capito che lo sguardo di Dio non รจ attratto dai meriti, dalla perfezione spirituale, ma dal bisogno dellโ€™uomo. Si colloca cosรฌ fra i poveri e si fa interprete dei loro sentimenti di gratitudine.

Fonte

Articoli Correlati