p. Fernando Armellini โ€“ Commento al Vangelo del 2 Agosto 2020

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Padre Fernando Armellini, biblista Dehoniano, commenta il Vangelo di domenica 2 Agosto 2020.
Se sei interessato a tutti i sui commenti al Vangelo, puoi leggerli qui.

18a Domenica del Tempo Ordinario   anno A

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โ€œIl Signore rende giustizia agli oppressi e dร  il pane agli affamatiโ€ (Sal 146,7), sono le parole con cui il pio israelita professa la sua fede nella provvidenza. Gli fa eco Maria nel suo canto di lode: โ€œHa ricolmato di beni gli affamatiโ€ (Lc 1,53).

Ma come possono essere vere queste affermazioni se un quarto dellโ€™umanitร  vive in condizioni di assoluta miseria, se ogni giorno decine di migliaia di bambini muoiono di fame, se milioni di persone rimescolano la spazzatura alla ricerca di cibo? Dio che veste i gigli del campo e alimenta gli uccelli del cielo si รจ forse dimenticato dei suoi figli? Perchรฉ il Padre non ascolta la preghiera di chi ogni giorno lo supplica: โ€œDacci oggi il nostro pane quotidianoโ€?

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Gli indigenti hanno fame, ma anche i sazi si ritrovano tristi, frustrati e soli; la gratificazione del possesso dura pochi giorni, se non poche ore, poi riaffiora lโ€™ansia e il vuoto interiore obbliga a ripartire alla disperata ricerca di altri beni. Lโ€™avere di piรน, invece di saziare, aumenta la fame e fa entrare in un vortice di morte senza uscita.

Questa spirale puรฒ essere interrotta. รˆ possibile trovare il pane che sazia e il banchetto dove abbonda il vino della gioia, ma una sola รจ la via che vi conduce, non ci sono scorciatoie. I cammini che passano accanto alle boutiques, alle gioiellierie e ai negozi di antiquariato sono immaginati come โ€œVie della felicitร โ€, ma sono ingannevoli. รˆ illusorio anche il cammino indicato da chi predica il miracolismo, da chi invita a impetrare interventi soprannaturali; il Signore non intende sostituirsi allโ€™uomo.

Un prodigio perรฒ egli lo promette ed รจ la sua parola che lo realizza: dove รจ accolto il suo vangelo i cuori si disintossicano dallโ€™egoismo e sbocciano solidarietร  e condivisione. Quando emergono questi sentimenti, la fame di pane scompare ed รจ saziata la sete di amore.

Per interiorizzare il messaggio, ripeteremo:
โ€œDio si serve delle mani dellโ€™uomo per sfamare i suoi figliโ€.

Prima Lettura (Is 55,1-3)

1 O voi tutti assetati venite allโ€™acqua,
chi non ha denaro venga ugualmente;
comprate e mangiate senza denaro
e, senza spesa, vino e latte.
2 Perchรฉ spendete denaro per ciรฒ che non รจ pane,
il vostro patrimonio per ciรฒ che non sazia?
Su, ascoltatemi e mangerete cose buone
e gusterete cibi succulenti.
3 Porgete lโ€™orecchio e venite a me,
ascoltate e voi vivrete.
Io stabilirรฒ per voi unโ€™alleanza eterna,
i favori assicurati a Davide.

Siamo a Babilonia, sono giร  passati piรน di cinquantโ€™anni da quando Gerusalemme รจ stata distrutta e da quando รจ iniziato il triste periodo dellโ€™esilio. Gli israeliti che scoraggiati vivono in terra straniera un giorno odono risuonare la voce di un profeta; annuncia lโ€™imminente caduta dellโ€™impero babilonese, la liberazione, il ritorno in patria.

Nel brano di oggi, questa nuova condizione รจ paragonata ad un banchetto in cui ci sarร  abbondanza di cibi e bevande. Per parteciparvi non sarร  necessario spendere denaro, basterร  avere fame e sete (v. l).

Il profeta perรฒ si rende conto che la maggioranza degli esiliati non ha nรฉ fame nรฉ sete. Essi si sono ormai stabiliti a Babilonia, bene o male si sono adattati alla situazione, non pensano affatto a costruirsi una nuova vita nella patria dโ€™origine. Preferiscono restare dove sono e, se hanno messo da parte qualche risparmio, lo investono per comprarsi case e campi in Mesopotamia; non se la sentono di correre rischi, di lanciarsi in avventure che possono riservare sorprese. Insomma, a loro โ€œil banchettoโ€ non interessa, rifiutano lโ€™invito.

Il profeta insiste, tenta di farli riflettere: la vostra non รจ una vera vita e chi impiega i propri soldi per sistemarsi definitivamente in terra straniera, sta โ€œspendendo denaro per ciรฒ che non saziaโ€ (v. 2). Solo chi avrร  il coraggio di partire sperimenterร  la gioia della nuova realtร  sociale preparata dal Signore.

Non venne ascoltato. I gruppi di israeliti che lasciarono Babilonia furono pochi e sparuti, la maggioranza non se la sentรฌ di rischiare un nuovo esodo. Coloro poi che ritornaronoโ€ฆ non trovarono alcun banchetto, furono accolti male, dovettero affrontare disagi e difficoltร  dโ€™ogni genere, per questo in molti sorse il dubbio di essere stati ingannati.

Ci volle del tempo prima che Israele intuisse il vero significato delle promesse del Signore. Non dovevano essere interpretate materialmente; si sarebbero realizzate, ma non in un futuro immediato. Il banchetto era il simbolo della salvezza offerta da Dio a tutta lโ€™umanitร .

La condizione in cui si trovavano i deportati a Babilonia รจ immagine di tutte le schiavitรน in cui si dibatte ogni uomo. La tentazione di spendere denaro per ciรฒ che non sazia, la diffidenza nei confronti di chi invita al banchetto e promette la vera gioia, la paura di intraprendere il cammino verso la terra della libertร  sono sempre le stesse e si ripresentano continuamente.

Dio non pone di fronte allโ€™evidenza, non dร  prove convincenti, chiede fiducia incondizionata in ciรฒ che promette. Solo chi ha giร  messo piede nella sala del banchetto del regno dei cieli puรฒ testimoniare di aver trovato la tavola imbandita. La sua gioia puรฒ divenire contagiosa e convincere anche i piรน diffidenti ad entrare.

Seconda Lettura (Rm 8,35.37-39)

35 Chi ci separerร  dunque dallโ€™amore di Cristo? Forse la tribolazione, lโ€™angoscia, la persecuzione, la fame, la nuditร , il pericolo, la spada?
37 Ma in tutte queste cose noi siamo piรน che vincitori per virtรน di colui che ci ha amati.
38 Io sono infatti persuaso che nรฉ morte nรฉ vita, nรฉ angeli nรฉ principati, nรฉ presente nรฉ avvenire, 39 nรฉ potenze, nรฉ altezza nรฉ profonditร , nรฉ alcunโ€™altra creatura potrร  mai separarci dallโ€™amore di Dio, in Cristo Gesรน, nostro Signore.

Cosa spinge lโ€™uomo ad abbandonare la fede?

Le circostanze piรน disparate: gli avvenimenti tristi, ma anche la fortuna e il successo. Quando nella vita tutto va bene, si puรฒ essere tentati di fare a meno di Dio perchรฉ si ha giร  tutto ciรฒ che si desidera. Ma sono soprattutto le contrarietร , le fatiche, i disagi, le sventure che generano sconforto e possono allontanare da Dio e da Cristo.

Paolo enumera sette di queste difficoltร : โ€œla tribolazione, lโ€™angoscia, la persecuzione, la fame, la nuditร , il pericolo, la spadaโ€ (v. 35). Sono solo alcune โ€“ quelle che Paolo ha sperimentato nella propria carne (cf. 2 Cor 11,24-33) โ€“ la lista puรฒ essere completata da ognuno con lโ€™aggiunta di quelle da cui si sente minacciato. Provo ad elencare quelle che oggi mettono a repentaglio piรน di altre lโ€™adesione a Cristo: la paura di perdere occasioni e opportunitร  di essere felici; lo scoraggiamento, lโ€™abbattimento di fronte alla constatazione delle proprie debolezze e miserie morali; la vergogna che porta a non ammettere serenamente i propri errori; il rimorso che fa sentire miserabili, genera angoscia, porta alla disperazione e fa dubitare di essere ancora amati di Dio.

La tentazione di scegliere una vita opposta ai principi evangelici รจ sempre incombente, ma Paolo assicura: โ€œNulla potrร  separarci dallโ€™amore di Dio e di Cristoโ€ (vv. 35.39). รˆ stato Dio ad aprire la partita con lโ€™umanitร  e sarร  lui a chiuderla, dopo averla condotta come solo egli sa fare, cioรจ vincendola.

Vangelo (Mt 14,13-21)

13 Udito ciรฒ, Gesรน partรฌ di lร  su una barca e si ritirรฒ in disparte in un luogo deserto. Ma la folla, saputolo, lo seguรฌ a piedi dalle cittร . 14 Egli, sceso dalla barca, vide una grande folla e sentรฌ compassione per loro e guarรฌ i loro malati.
15 Sul far della sera, gli si accostarono i discepoli e gli dissero: โ€œIl luogo รจ deserto ed รจ ormai tardi; congeda la folla perchรฉ vada nei villaggi a comprarsi da mangiareโ€. 16 Ma Gesรน rispose: โ€œNon occorre che vadano; date loro voi stessi da mangiareโ€. 17 Gli risposero: โ€œNon abbiamo che cinque pani e due pesci!โ€. 18 Ed egli disse: โ€œPortatemeli quaโ€. 19 E dopo aver ordinato alla folla di sedersi sullโ€™erba, prese i cinque pani e i due pesci e, alzati gli occhi al cielo, pronunziรฒ la benedizione, spezzรฒ i pani e li diede ai discepoli e i discepoli li distribuirono alla folla. 20 Tutti mangiarono e furono saziati; e portarono via dodici ceste piene di pezzi avanzati. 21 Quelli che avevano mangiato erano circa cinquemila uomini, senza contare le donne e i bambini.

Se si riduce questo miracolo a un gesto di potenza compiuto da Gesรน per dare prova dei suoi poteri divini, ci si deve confrontare con una serie di obiezioni cui รจ difficile sfuggire. Non รจ molto verosimile lo spostamento di una folla di tante migliaia di persone; lโ€™ora tarda che prelude lโ€™imminente calare delle tenebre non รจ la piรน adatta per procedere a una distribuzione del pane a tanta gente; da dove sono saltate fuori le dodici ceste, le avevano portate con sรฉ vuote? Ma la considerazione piรน provocatoria รจ unโ€™altra: che interesse puรฒ avere per lโ€™uomo dโ€™oggi il fatto che, duemila anni fa, Gesรน abbia sfamato cinquemila uomini, se poi Dio permette che si continui a morire per mancanza di pane?

Cosa sia realmente accaduto quella sera nei pressi del lago di Tiberiade รจ difficile stabilire e non รจ questo che importa, gli evangelisti infatti riferiscono lโ€™episodio in ben sei versioni, ciascuna con un suo messaggio specifico. Vediamo di cogliere quello che il brano di oggi ci vuole dare.

Era diffusa al tempo di Gesรน la convinzione che il messia avrebbe compiuto segni e prodigi straordinari, che avrebbe radunato il popolo, lo avrebbe introdotto nel deserto ove si sarebbe ripetuto il miracolo della manna.

Presentandoci Gesรน che entra nel deserto seguito da unโ€™immensa moltitudine di persone che ha abbandonato le cittร  (v. 13), lโ€™evangelista vuole farci vedere in lui il nuovo Mosรจ. Israele era uscito dallโ€™Egitto ed era entrato nella terra promessa, ma non aveva ancora raggiunto la libertร , non era ancora entrato in comunione con il suo Dio. Eccolo ora condotto di nuovo nel deserto.

Se si vuole spingere piรน avanti il parallelismo basta collocare il brano nel suo contesto. Matteo ha appena descritto il banchetto organizzato per il compleanno di Erode, quello in cui รจ avvenuta lโ€™esecuzione del Battista (Mt 14,3-12), banchetto che rappresenta in modo vivo la societร  corrotta, oppressiva e sanguinaria che deve essere ripudiata da chi segue Cristo. รˆ nel deserto che vengono poste le basi di una societร  nuova.

Eccone le caratteristiche: anzitutto ha come guida Gesรน e come norma dei rapporti reciproci i suoi stessi sentimenti. Egli sente compassione (v. 14). Il verbo impiegato โ€“ splagknizomai โ€“ non indica un vago sentimento di commozione, ma unโ€™emozione profonda, viscerale (spagkna in greco sono dette le viscere). Lo abbiamo giร  trovato questo termine: โ€œVedendo le folle, Gesรน ne sentรฌ compassione, perchรฉ erano stanche e sfinite, come pecore senza pastoreโ€ (Mt 9,36).

Di fronte ai bisogni dellโ€™uomo Gesรน non รจ insensibile, si sente partecipe, รจ coinvolto fin nel suo intimo, gli si stringe il cuore, ma la sua commozione non lo porta allo scoraggiamento, non sfocia in imprecazioni, in vane parole di rammarico o in uno sterile pianto, diviene stimolo allโ€™azione immediata in favore di chi soffre: โ€œSceso dalla barca, vide una grande follaโ€ฆ guarรฌ i loro malatiโ€ (v. 14).

La com-passione, il patire-insieme ai fratelli sono la forza che porta anche il discepolo a impegnarsi nella costruzione di una societร  nuova. Solo chi ha assimilato la sensibilitร  del Maestro รจ mosso a intervenire, a compiere i suoi stessi gesti di amore. โ€œAbbiate in voi gli stessi sentimenti che furono in Cristo Gesรนโ€ (Fil 2,5) โ€“ raccomanda Paolo โ€“ โ€œRallegratevi con quelli che sono nella gioia, piangete con quelli che sono nel pianto. Abbiate i medesimi sentimenti gli uni verso gli altriโ€ (Rm 12,15-16).

Questo impellente bisogno interiore a compiere il bene รจ il segno inequivocabile della presenza nel discepolo dello Spirito di Cristo.

Non รจ solo con le malattie โ€“ con le manifestazioni della debolezza e fragilitร  dellโ€™uomo โ€“ che Gesรน si confronta. Anche lโ€™impellente bisogno di cibo e la mancanza dei beni necessari alla vita vanno affrontati. Quale risposta dร  Gesรน alla fame che cโ€™รจ nel mondo?

Se la soluzione fosse quella del miracolo, il brano di oggi non avrebbe molto da dirci perchรฉ a nessuno di noi รจ concesso di compiere simili prodigi. Con il suo gesto Gesรน indica invece ciรฒ che ogni discepolo puรฒ e deve fare affinchรฉ a nessuno manchi il pane. Egli non risolve il problema della fame senza la collaborazione dellโ€™uomo.

La prima, subdola tentazione da cui mette in guardia รจ quella del disimpegno, quella di voler โ€œcongedare le folleโ€ affinchรฉ ognuno se la cavi da solo, andando nei villaggi a comperarsi da mangiare (v. 15). รˆ la proposta avanzata dai discepoli che, evidentemente, non hanno capito che lโ€™adesione a Cristo implica un impegno concreto in favore di chi รจ nel bisogno. Non occorre che vadano โ€“ risponde Gesรน โ€“ siete voi stessi che dovete dare loro da mangiare (v. 16).

Immediatamente viene sollevata la difficoltร  che รจ anche la nostra: ciรฒ che abbiamo non puรฒ bastare (v. 17).

Se ognuno conserva egoisticamente per sรฉ ciรฒ che possiede, nel timore che un giorno gli possa mancare il necessario, nel mondo ci sarร  sempre fame.

Gesรน chiede al discepolo di consegnarli ciรฒ che ha, anche se a lui sembra poco. Cinque pani e due pesci โ€“ sette pezzi di alimento โ€“ sono il simbolo della totalitร . Nulla va trattenuto, la generositร  deve essere senza limiti. La condivisione dei beni รจ la proposta di Cristo ed รจ lโ€™unica in sintonia con il progetto di Dio che รจ Padre e che vuole che i suoi figli vivano come fratelli, che non accumulino per se stessi, che non si accaparrino i beni destinati a tutti. Quando ognuno metterร  a disposizione degli altri ciรฒ che possiede (non solo il denaro, ma tutto se stesso: il proprio tempo, le proprie attitudini, la propria intelligenza, le proprie capacitร โ€ฆ), si assisterร  al prodigio: ci sarร  cibo per tutti e ne avanzerร . Sulla generositร  dellโ€™uomo, infatti, si riversa sempre la benedizione di Dio.

Il pane che Gesรน distribuisce non รจ perรฒ solo quello materiale.

Come lโ€™acqua, anche il pane era in Israele simbolo della sapienza di Dio. Sia i profeti che i saggi dellโ€™AT vi alludono spesso: โ€œLa Sapienza ha imbandito la tavola โ€“ dice lโ€™autore del libro dei Proverbi โ€“ a chi รจ privo di senno essa dice: โ€˜Venite, mangiate il mio paneโ€ (Pr 9,1-5) e Amos annuncia che Dio manderร  la fame e la sete nel paese, โ€œnon fame di pane, nรฉ sete di acqua, ma di ascoltare la parola del Signoreโ€ (Am 8,11).

Un giorno Gesรน ha affermato: โ€œNon di solo pane, vivrร  lโ€™uomo, ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dioโ€ (Mt 4,4). Il cibo che egli dona e che alimenta la vita dellโ€™uomo รจ la sua parola, anzi รจ egli stesso, parola di Dio che deve essere assimilata.

โ€œGesรน prese i pani โ€“ dice Matteo โ€“ e, alzati gli occhi al cielo, li benedisse, li spezzรฒ e li diede ai suoi discepoli e i discepoli li distribuirono alla follaโ€ (v. 19). Queste parole ci sono familiari: sono quelle dellโ€™eucaristia. Lโ€™evangelista le riprende per far comprendere ai cristiani delle sue comunitร  che, dopo aver assimilato il pane del vangelo che รจ donato loro attraverso la predicazione degli apostoli, devono accostarsi anche al banchetto eucaristico per essere saziati.

Gli uomini sfamati sono cinquemila. รˆ il numero che simboleggia Israele. รˆ a questo popolo che รจ offerto il pane, รจ lui il primo invitato al banchetto annunciato dai profeti. Dopo che Israele sarร  stato saziato, ne avanzeranno dodici ceste. Dodici indica la nuova comunitร , quella costituita, attorno a Gesรน, dai dodici apostoli. A questo nuovo popolo non mancherร  mai il pane โ€“ che รจ Cristo โ€“ ci sarร  sempre un resto e ogni volta riprenderร  la distribuzione.

Attraverso i suoi discepoli โ€“ ai quali ha consegnato il suo pane โ€“ รจ Gesรน stesso che continua a sfamare gli uomini di ogni tempo e di ogni luogo.


AUTORE: p. Fernando Armellini
FONTE: Settimana News
SITO WEB: http://www.settimananews.it

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