Padre Fernando Armellini, biblista Dehoniano, commenta il Vangelo di domenica 19 gennaio 2025.
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Amarti รจ una festa!
Una delle caratteristiche della religione pagana era la paura della divinitร , paura che si tentava di esorcizzare mediante lโosservanza meticolosa e ossessiva di pratiche, di tabรน, di riti purificatori. Ne derivava un rapporto con Dio deformato e angosciante. Paolo chiama questo tempo โcarcereโ, epoca in cui gli uomini erano schiavi degli โelementi del mondoโ e si affidavano a โrudimenti miserabili e senza efficaciaโ (Gal 4,3.9).
Questa religione strutturata secondo i parametri della miseria psicologica umana รจ riapparsa nel giudaismo, religione dei doveri che si concretizzavano nel groviglio di obbligazioni e norme, osservanze, proibizioni, espiazioni, โprecetti e insegnamenti umani senza alcun valoreโ (Col 2,22-23). Ha posto fine al dialogo gioioso con il Dio, padre e sposo, predicato dai profeti e ha segnato lโinizio della festa di nozze senza vino, senza gioia, senza slanci dโamore, senza spontaneitร e libertร .
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Il pericolo non รจ stato scongiurato definitivamente neppure dallโinvito di Gesรน a liberarsi da questo giogo opprimente e insopportabile (Mt 11,28).
Ritroviamo questo rapporto errato con Dio ogni volta che ricompare la religione dei precetti, del legalismo, dei meriti, delle minacce. Eโ una religione che toglie il sorriso, genera ansie, angosce e scrupoli, trasforma anche la festa in un dovere giuridico. La festa di precetto associa la gioia di ritrovarci con i fratelli nel โgiorno del Signoreโ con lโidea dellโobbligo e della paura di fare peccato mortale.
Puรฒ allietare Dio il sentirsi amato per il timore che incutono i suoi castighi?
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Eโ urgente ristabilire con lui un rapporto dโamore sponsale e accogliere lโacqua che Cristo ci offre (il suo Spirito che rende liberi), acqua che si trasforma in vino, fonte di gioia.
Per interiorizzare il messaggio, ripeteremo:
โCome gioisce lo sposo per la sposa, cosรฌ per noi gioirร il Signoreโ.
Prima Letturaย (Is 62,1-5)
1ย Per amore di Sion non tacerรฒ,
per amore di Gerusalemme non mi darรฒ pace,
finchรฉ non sorga come stella la sua giustizia
e la sua salvezza non risplenda come lampada.
2ย Allora i popoli vedranno la tua giustizia,
tutti i re la tua gloria;
ti si chiamerร con un nome nuovo
che la bocca del Signore indicherร .
3ย Sarai una magnifica corona nella mano del Signore,
un diadema regale nella palma del tuo Dio.
4ย Nessuno ti chiamerร piรน Abbandonata,
nรฉ la tua terra sarร piรน detta Devastata,
ma tu sarai chiamata Mio compiacimento
e la tua terra, Sposata,
perchรฉ il Signore si compiacerร di te
e la tua terra avrร uno sposo.
5ย Sรฌ, come un giovane sposa una vergine,
cosรฌ ti sposerร il tuo architetto;
come gioisce lo sposo per la sposa,
cosรฌ il tuo Dio gioirร per te.
Nella Bibbia vengono impiegati vari simboli per descrivere lโamore di Dio per il suo popolo. Egli รจ liberatore, alleato, re, pastoreโฆ Il profeta Osea introduce unโaltra immagine โ la piรน espressiva di tutte โ quella coniugale: il Signore รจ lo sposo, Israele la sua sposa. Gli israeliti hanno impiegato un poโ di tempo ad applicarla al loro Dio (e la stessa sorte รจ toccata allโimmagine di โpadreโ) perchรฉ temevano che qualcuno equivocasse fantasticando su avventure amorose come quelle degli dรจi greci o immaginando teogonie sul tipo di quelle egiziane e mesopotamiche. Scongiurato il pericolo, ecco che nei grandi profeti โ Isaia, Ezechiele, Geremia โ questโimmagine diviene la piรน rilevante. Come un filo dโoro รจ presente in tutto il NT.
Nella lettura di oggi la sposa del Signore รจ Gerusalemme. Eโ ridotta in una condizione pietosa: ripudiata dal suo sposo, umiliata, vive in solitudine e, con scherno, la chiamano lโabbandonata, la devastata (v.4).
Gerusalemme, la ragazza stupenda, โla regina fra le nazioni, la signora fra le provinceโ (Lam 1,1) ha perso il suo fascino e โpiange amaramente nella notte; le sue lacrime scendono sulle guance e nessuno le reca conforto fra tutti i suoi amantiโ (Lam 1,2).
Cosรฌ lโhanno ridotta le sue infedeltร allo sposo. I numerosi amanti (gli dรจi dei Cananei, degli assiri e dei Babilonesi) lโhanno sedotta e, dopo aver abusato di lei, lโhanno abbandonata e derisa.
Eโ definitivamente compromesso il suo matrimonio con il Signore? Quale marito riprende la sposa infedele quando รจ ormai sfigurata dai suoi vizi?
Al ritorno dallโesilio di Babilonia, gli israeliti trovano Gerusalemme ridotta ad un cumulo di rovine e pensano che Dio abbia ripudiato per sempre la sua cittร .
Il profeta che conosce i sentimenti del Signore, sa che il suo amore non รจ โcome una nube del mattino, come la rugiada che allโalba svanisceโ (Os 6,4), non รจ condizionato dalla fedeltร della sposa. Egli ama sempre e comunque. Al popolo scoraggiato promette: Gerusalemme riceverร un nome nuovo, sarร chiamata mia favorita.
Seconda Lettura (1 Cor 12,4-11)
4ย Vi sono poi diversitร di carismi, ma uno solo รจ lo Spirito;ย 5ย vi sono diversitร di ministeri, ma uno solo รจ il Signore;ย 6ย vi sono diversitร di operazioni, ma uno solo รจ Dio, che opera tutto in tutti.ย 7ย E a ciascuno รจ data una manifestazione particolare dello Spirito per lโutilitร comune:ย 8ย a uno viene concesso dallo Spirito il linguaggio della sapienza; a un altro invece, per mezzo dello stesso Spirito, il linguaggio di scienza;ย 9ย a uno la fede per mezzo dello stesso Spirito; a un altro il dono di far guarigioni per mezzo dellโunico Spirito;ย 10ย a uno il potere dei miracoli; a un altro il dono della profezia; a un altro il dono di distinguere gli spiriti; a un altro le varietร delle lingue; a un altro infine lโinterpretazione delle lingue.ย 11ย Ma tutte queste cose รจ lโunico e il medesimo Spirito che le opera, distribuendole a ciascuno come vuole.
Carisma significa: dono gratuito di Dio, dunque รจ qualcosa di molto buono, eppure, nella comunitร di Corinto regnava una notevole confusione proprio a causa dei carismi. Invece di essere posti a servizio dellโunitร , venivano impiegati per primeggiare, per competere, per farsi valere sugli altri.
A causa dei carismi erano sorte invidie, gelosie, dissensi.
Fra tutti i carismi ce nโera uno particolarmente apprezzato: il dono delle lingue. Consisteva nella capacitร , durante le preghiere comunitarie, di entrare in estasi e di esprimersi in un linguaggio strano. Qualcosa di simile a quello che accade anche oggi durante gli incontri dei membri di certe sette: il ritmo della musica, la ripetizione di suoni arcani, le danze, i profumi, le luci soffuse portano a manifestazioni parossistiche e al trans. In questo contesto di esaltazione collettiva qualcuno puรฒ perdere il contatto con la realtร , sembrare โfuori di sรฉโ e pronunciare parole incomprensibili ai non iniziati.
A Corinto cโera chi lodava Dio in questo modo estatico. Nulla di male, ma di fatto sorgevano problemi: i membri di quella comunitร ritenevano un motivo di grande onore riuscire a pregare in questo modo, tutti tentavano di farlo e chi non ci riusciva si sentiva inferiore agli altri. Poi accadeva che questi estatici parlavano tutti insieme provocando unโimmensa confusione. Paolo interviene e, nel brano della lettura di oggi, espone i principi orientativi.
Esistono โ dice โ numerosi carismi (vv.4-6). Sono diversi, ma provengono tutti dallโunico Padre, dallโunico Spirito e da Cristo. Se provocano divisione, lotta, disordini significa che vengono usati per il male.
Nessuno รจ privo dei doni di Dio. A ciascuno รจ dato un carisma โper lโutilitร comuneโ; non va impiegato in modo dissennato, ma messo a servizio dei fratelli (v.7). La diversitร dei โcarismiโ รจ provvidenziale: permette alla comunitร di essere ben servita.
I carismi non hanno tutti la stessa importanza, fra loro cโรจ un ordine, una gerarchia.
La graduatoria perรฒ non va stabilita in base al prestigio, allโonore, ai privilegi, allโautoritร che conferiscono, ma allโutilitร per la comunitร .
Paolo, nella lettura di oggi ne fa un lungo elenco (vv.8-10); non li nomina tutti, cita solo quelli che interessavano ai cristiani di Corinto e pone come primi i carismi che portano alla conoscenza di Dio: la sapienza che fa scoprire i suoi disegni, la scienza che aiuta ad interpretare le veritร della fede; poi la fede solida, capace di smuovere le montagne, il dono di fare miracoli e quello di curare le persone, il dono di profetizzare, quello di discernere i vari โcarismiโ ed infine il dono delle lingue.
Eโ un invito alle comunitร a riconoscere e a valorizzare i doni che lo Spirito comunica ad ogni cristiano: sono dati per favorire il mutuo amore, non la competizione.
Vangeloย (Gv 2,1-12)
1ย Tre giorni dopo, ci fu uno sposalizio a Cana di Galilea e cโera la madre di Gesรน.ย 2ย Fu invitato alle nozze anche Gesรน con i suoi discepoli.ย 3ย Nel frattempo, venuto a mancare il vino, la madre di Gesรน gli disse: โNon hanno piรน vinoโ.ย 4ย E Gesรน rispose: โChe ho da fare con te, o donna? Non รจ ancora giunta la mia oraโ.ย 5ย La madre dice ai servi: โFate quello che vi dirร โ.
6ย Vi erano lร sei giare di pietra per la purificazione dei giudei, contenenti ciascuna due o tre barili.ย 7ย E Gesรน disse loro: โRiempite dโacqua le giareโ; e le riempirono fino allโorlo.ย 8ย Disse loro di nuovo: โOra attingete e portatene al maestro di tavolaโ. Ed essi gliene portarono.ย 9ย E come ebbe assaggiato lโacqua diventata vino, il maestro di tavola, che non sapeva di dove venisse (ma lo sapevano i servi che avevano attinto lโacqua), chiamรฒ lo sposoย 10ย e gli disse: โTutti servono da principio il vino buono e, quando sono un poโ brilli, quello meno buono; tu invece hai conservato fino ad ora il vino buonoโ.ย 11ย Cosรฌ Gesรน diede inizio ai suoi miracoli in Cana di Galilea, manifestรฒ la sua gloria e i suoi discepoli credettero in lui.
12ย Dopo questo fatto, discese a Cafarnao insieme con sua madre, i fratelli e i suoi discepoli e si fermarono colร solo pochi giorni.
A prima vista questo brano sembra un semplice racconto di miracolo, anche se di un miracolo un poโ strano, addirittura imbarazzante.
Ci sono vari particolari che stupiscono. Provo ad elencarne alcuni.
Giovanni nel suo Vangelo narra soltanto sette miracoli, possibile che non ne avesse uno piรน interessante da scegliere? Questo gesto di Gesรน non sembra per nulla educativo: se avevano giร bevuto troppo, perchรฉ fornire altro vino? I contadini del nord Africa, al sentir leggere questo brano, commentavano: โSiamo a livello di Bacco!โ. A loro rispondeva santโAgostino: lโacqua che viene dal cielo fa rivivere le vostre vigne e questโacqua si trasforma in vino; il miracolo avviene ogni giorno.
Le difficoltร non sono finite: quandโanche fosse stato opportuno offrire vino, perchรฉ ricorrere ad un miracolo? Sarebbe bastato fare una colletta fra gli invitati.
I primi discepoli di Gesรน erano stati seguaci del Battista โ un asceta che non mangiava e non beveva (Mt 11,18). Di fronte a un eccesso di vino, non avrebbero dovuto credere in Gesรนโ, ma rimanere scandalizzati.
Perchรฉ lโevangelista Giovanni dร tanta importanza a questo episodio? Sottolinea che รจ stato il primo dei segni compiuti da Gesรน, segno di fronte al quale i discepoli hanno creduto, hanno dato la loro adesione al Maestro. Impiega unโespressione solenne, che non ricorre in nessunโaltra parte del NT: โGesรน manifestรฒ la sua gloriaโ. Per cosรฌ poco? Per un gesto che forse anche i nostri prestigiatori di oggi saprebbero ripetere con successo? Le annotazioni dellโevangelista sembrano eccessive, fuori luogo. Sarebbero piรน logiche, piรน comprensibili, per esempio, dopo la guarigione del cieco nato o dopo la โrisurrezioneโ di Lazzaro.
E ancora: come mai non si parla dei protagonisti della festa? La sposa non esiste proprio, lo sposo ha un ruolo insignificante, non dice una parola; piรน importanti di loro sono il capotavola, i servi e le giare che vengono descritte fin nei minimi particolari (v.6). Ci si chiede anche cosa ci stavano a fare in una casa privata tante giare di pietra solo per le purificazioni. Non possono che avere un significato simbolico importante perchรฉ materialmente sono perfettamente inutili: lโacqua poteva essere portata direttamente in tavola senza passare attraverso le giare; non valeva la pena farla attingere due volte dai poveri servi.
Non si capisce bene neppure perchรฉ si parli della madre di Gesรน senza citarla per nome, esattamente come avviene ai piedi della croce (Gv 19,25-27). Se avessimo solo il Vangelo di Giovanni non sapremmo nemmeno che si chiamava Maria.
Cโรจ anche un accenno misterioso allโora di Gesรน. Unโora drammatica che si avvicina sempre piรน. Di essa si parlerร piรน avanti nel Vangelo di Giovanni (Gv 7,30; 8,20; 12,23.27; 17,1). Di che ora si tratta?
Infine: perchรฉ dopo aver dato una risposta negativa ed un poโ brusca alla madre, Gesรน compie ugualmente il miracolo?
Troppe difficoltร per considerare questo brano come un semplice fatto di cronaca! Dietro il racconto apparentemente semplice si cela un messaggio piรน profondo.
Il Vangelo di Giovanni รจ come un immenso oceano: puรฒ essere contemplato in superficie oppure in profonditร . Dalla riva affascinano lโincresparsi delle onde, il dispiegarsi delle vele, i riflessi delle luci e dei colori. Ma le emozioni piรน intense sono per chi ha la possibilitร di attrezzarsi e di scendere sul fondo, dove ci attendono le piรน inattese e svariate forme di vita, pesci, coralli, alghe.
Anche con il Vangelo di Giovanni bisogna andare sul fondo per cogliere tutta la ricchezza del suo messaggio. Eโ ciรฒ che cercheremo di oggi fare.
In un villaggio della Galilea si celebra una festa di nozze. Ci sono degli invitati che si sono riuniti per passare alcuni giorni felici, ma, ecco la delusione: non cโรจ vino e non cโรจ nemmeno acqua perchรฉ โ stando al racconto โ le giare sono vuote (verranno riempite solo per ordine di Gesรน). Una situazione di abbandono, di tristezza generale. Questa รจ la superficie. Cosa cโรจ in profonditร ? Per scendere dobbiamo attrezzarci con gli strumenti che ci vengono forniti dallโAT.
La festa di nozze.
Il nome Israele che per noi รจ maschile, in ebraico รจ femminile: unโopportunitร che i profeti non si sono lasciati sfuggire per introdurre il simbolismo coniugale nella descrizione del rapporto del loro popolo con il Signore. Egli โ dicono โ รจ lo sposo fedele, mentre Israele รจ la sposa che spesso si lascia sedurre dagli idoli, concede il suo amore ad estranei.
Ecco come per bocca dei profeti Dio dichiara il suo amore: โCome gioisce lo sposo per la sposa, cosรฌ il tuo Signore gioisce per teโ (Is 62,5); โIo la attirerรฒ a me, la condurrรฒ nel deserto e parlerรฒ al suo cuore. Lร canterร come nei giorni della sua giovinezza, come quando uscรฌ dal paese dโEgittoโฆ Mi chiamerai: marito mio, e non mi chiamerai piรน: mio padrone. Ti farรฒ mia sposa per sempreโ (Os 2,16-18).
Sono immagini deliziose che comunicano gioia, speranza, volontร di rispondere con altrettanto amore e uguale fedeltร a questo Dio che promette anche: โViene forse ripudiata la donna sposata in gioventรน?โฆ Anche se i monti si spostassero e i colli vacillassero, non si allontanerebbe da te il mio affettoโ (Is 54,10). Eppure, al tempo di Gesรน, Israele aveva ripreso gli atteggiamenti della schiava, non quelli della sposa. Vedremo piรน avanti cosโera accaduto. Ora continuiamo a cercare il significato delle immagini presenti nel racconto delle nozze di Cana.
Il vino. Nella Bibbia รจ condannata lโebbrezza (Prv 23,30), ma il vino รจ simbolo della felicitร e dellโamore (Qo 10,19; Ct 4,10). โVino e musica rallegrano il cuoreโ (Sir 40,20). Una festa senza vino diventa un funerale: niente canti, niente danze, niente allegria; solo musi lunghi, gente insoddisfatta e nervosa. โChe vita รจ quella di chi non ha vino?โ โ si chiede il Siracide (Sir 31,27). โIl vino rallegra il cuore dellโuomoโ โ esclama il Salmista (Sal 104,15). โNon cโรจ vino; ogni gioia รจ scomparsaโ โ afferma Isaia (Is 24,11).
Al tempo di Gesรน, Israele si aspetta il regno di Dio, il regno che i profeti hanno descritto come un banchetto imbandito con grasse vivande, cibi succulenti, vini eccellenti e raffinati (Is 25,6). Questo regno perรฒ sembra essere ancora tanto lontano. Il popolo รจ triste, come chi celebra una festa di nozze senza vino.
Come mai si trova in questa condizione? La ragione รจ semplice: i suoi rapporti con Dio non sono piรน โ come avevano predicato i profeti โ quelli della sposa, che รจ felice di godere delle tenerezze del suo sposo. Sono quelli della schiava costretta ad obbedire agli ordini del padrone. La religione insegnata dai rabbini รจ quella dei โmeritiโ: li acquista ed รจ amato da Dio chi รจ fedele alla legge. Per aiutare ad osservarla, le guide spirituali cominciano a darne lโinterpretazione: specificano, puntualizzano, definiscono, distinguono fino a ridurre la parola di Dio ad un codice di norme, un ginepraio inestricabile di disposizioni, di regoline minuziose impossibili da osservare.
Siccome le trasgressioni sono inevitabili e ci si sente sempre impuri e colpevoli, sono stati escogitati i riti di purificazione, i bagni rituali per i quali รจ indispensabile avere sempre a disposizione lโacqua conveniente, acqua che non รจ per nulla facile da ottenere perchรฉ non puรฒ venire trasportata con recipienti, ma deve scorrere attraverso appositi canaletti.
Eccolo il significato simbolico delle sei giare di pietra vuote: rappresentano la religione delle purificazioni, quellโinsieme di pratiche e riti incapaci di comunicare serenitร , gioia, pace. Non รจ a partire da questโacqua, ma da quella che Gesรน ordina di attingere โ la sua acqua โ che deriverร il vino migliore.
Le nozze di Cana senza vino rappresentano la condizione triste del popolo dโIsraele deluso e insoddisfatto, che ha sostituito lo slancio dโamore verso il Signore con lโadempimento di disposizioni giuridiche. Questo modo di rapportarsi con Dio non ha mai dato gioia, eppure รจ una tentazione sempre attuale. Gli uomini si affidano volentieri alla pratica religiosa, alla rigida osservanza di doveri, alla ripetizione di riti di cui non conoscono neppure il senso.
La madre di Gesรน puรฒ essere Maria, sรฌ, ma puรฒ indicare anche la comunitร spirituale nella quale Gesรน รจ nato e dalla quale รจ stato educato.
Nel brano di oggi rappresenta certamente le persone pie dโIsraele, quelle che per prime si rendono conto che la situazione religiosa in cui vivono รจ insostenibile. Che fanno allora? Non ricorrono al capotavola, cioรจ ai capi religiosi che hanno dato prova di essere incapaci di organizzare una autentica festa, ma a Gesรน. Capiscono che solo da lui puรฒ venire lโacqua viva che, in chi la beve, si trasforma in vino, cioรจ, rende felici.
Giovanni colloca questo โsegnoโ allโinizio del suo Vangelo perchรฉ รจ una sintesi di tutto ciรฒ che Gesรน farร in seguito. Eโ lui lo sposo che celebrerร le nozze con lโumanitร .
Non รจ ancora giunta la sua ora perchรฉ egli รจ solo allโinizio della sua vita pubblica. La festa รจ iniziata, ma avrร il suo culmine quando โgiungerร la sua oraโ, quando, sul Calvario, manifesterร tutto il suo amore dando la vita per la sposa, quando dal suo costato trafitto sgorgherร โsangue e acquaโ (Gv 19,34). A Cana egli compie solo un segno di ciรฒ che farร . Nellโora in cui egli passerร da questo mondo al Padre (Gv 13,1) darร realmente lโacqua โche zampilla per la vita eternaโ (Gv 4,14).