p. Fernando Armellini โ€“ Commento al Vangelo del 16 Luglio 2023

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Padre Fernando Armellini, biblista Dehoniano, commenta il Vangelo di domenica 16 luglio 2023.
Se sei interessato a tutti i sui commenti al Vangelo, puoi leggerli qui.

15a Domenica del Tempo Ordinario   anno A
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Fra cielo e terraโ€ฆ โ€œla parolaโ€

Che affidabilitร  offre la parola dellโ€™uomo?

Non molta. Sconsolato e deluso, il salmista andava ripetendo: โ€œ รˆ scomparsa la fedeltร  tra gli uomini. Si dicono menzogne lโ€™un lโ€™altro, labbra bugiarde, parlano con cuore doppioโ€ (Sal 12,1-2). Oggi la parola continua ad essere svalutata: non si crede alle promesse, ci si sente garantiti solo dai documenti scritti e firmati; โ€œfatti e non paroleโ€, ci sentiamo ripetere.

 รˆ cosรฌ anche la parola di Dio?

Per dieci volte nel primo capitolo della Genesi viene ripetuto questo ritornello: โ€œDio disseโ€ฆ e cosรฌ avvenneโ€. โ€œDalla parola del Signore furono fatti i cieli. Egli parla e tutto รจ fatto, comanda e tutto esisteโ€ (Sal 33,6.9). La sua parola non รจ come quella dellโ€™uomo; รจ viva ed efficace, attua ciรฒ che annuncia, non mente e non delude.

La mistica greca proponeva di entrare in rapporto con Dio attraverso visioni, estasi, rapimenti, trans parossistici; la spiritualitร  biblica pone invece al primo posto lโ€™ascolto, perchรฉ รจ convinta dellโ€™assoluta affidabilitร  della parola del Signore.

โ€œAscolta Israeleโ€, รจ la preghiera piรน cara alla pietร  giudaica (Dt 6,4). โ€œAscolta la parola del Signoreโ€, raccomandano i profeti (Is 1,10; Ger 11,3). โ€œAscoltare รจ meglio che offrire sacrificiโ€, dichiara Samuele (1 Sam 15,22). โ€œSacrifici e offerte tu non gradisci, le orecchie mi hai ben apertoโ€, afferma il salmista (Sal 40,7).

Nella Bibbia ascoltare non significa ricevere una comunicazione o unโ€™informazione, ma aderire a una proposta, accogliere, custodire nel proprio cuore e mettere in pratica. Equivale ad accordare fiducia a Dio.

Chi ascolta la sua parola con queste disposizioni รจ beato (Lc 11,28).

Per interiorizzare il messaggio, ripeteremo:
โ€œAnche nel peccatore piรน incallito รจ presente terreno fertile e ricettivo della parola di Dioโ€.

Prima Lettura (Is 55,10-11)

10 Come infatti la pioggia e la neve
scendono dal cielo e non vi ritornano
senza avere irrigato la terra,
senza averla fecondata e fatta germogliare,
perchรฉ dia il seme al seminatore
e pane da mangiare,
11 cosรฌ sarร  della parola
uscita dalla mia bocca:
non ritornerร  a me senza effetto,
senza aver operato ciรฒ che desidero
e senza aver compiuto ciรฒ per cui lโ€™ho mandata.

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Dio รจ in cielo e lโ€™uomo sulla terra (Qo 5,1). Al Signore salgono le suppliche, egli le ascolta e risponde inviando la sua parola, operatrice di prodigi (Sal 147,15-18). Docili, gli esseri inanimati obbediscono a Dio. โ€œEgli dispone come gli piace delle schiere del cieloโ€ (Dn 4,32), โ€œinvia la luce ed essa va, la richiama ed essa obbedisce con tremore. Chiama le stelle ed esse rispondono: โ€˜Eccoci!โ€™ e brillano di gioia per colui che le ha createโ€ (Bar 3,33-35).

Non cosรฌ con lโ€™uomo. Negli esseri liberi la parola di Dio puรฒ agire solo se viene accolta, se cade in un terreno fertile che le permette di produrre frutti.

Il brano che chiude il libro del Deuteroisaia, e che oggi ci viene proposto, รจ un inno allโ€™efficacia vivificante della parola di Dio. Per comprenderlo e gustarlo, รจ necessario collocarlo nel contesto storico in cui รจ stato composto.

Siamo nella seconda metร  del VI secolo a.C.. Giร  da molti anni gli israeliti si trovano a Babilonia e, con crescente insistenza, si pongono la domanda: potremo mai un giorno tornare a rivedere la nostra terra?

A queste persone stanche e abbattute รจ inviato un profeta per annunciare lโ€™imminente liberazione.

Passano alcuni anni, ma non accade nulla e il ritardo accresce la delusione e lo sconforto. Come mai โ€“ ci si chiede โ€“ la parola di Dio non si realizza? Anchโ€™egli, come gli uomini, non mantiene piรน le sue promesse?

A questo dubbio il profeta risponde con unโ€™immagine. La parola di Dio รจ come la pioggia e come la neve: cadono dal cielo e non vi ritornano senza aver prodotto ciรฒ cui erano destinate; possiedono un dinamismo irresistibile, unโ€™energia che feconda e fa germogliare il grano, lโ€™erba verde e i fiori. La parola inviata dal cielo non ritorna mai a Dio โ€œa mani vuoteโ€, porta sempre con sรฉ qualche frutto. I risultati, certo, dipendono anche dalla terra in cui cade, ma, dove giunge, nulla rimane come prima.

Lโ€™immagine della pioggia e della neve e il richiamo al ciclo delle stagioni e alla lenta crescita del seme รจ un invito a non attendersi risultati immediati. La parola di Dio agisce spesso in tempi lunghi perchรฉ deve fare i conti con le reazioni, le scelte, le decisioni e anche con lโ€™indurimento, la cocciutaggine dellโ€™uomo. Sono necessarie la pazienza, la capacitร  di attendere, la lungimiranza, unite allโ€™incrollabile fiducia nella forza vivificante di questa parola.

Gli israeliti deportati a Babilonia seppero aspettare, mantennero ferma la convinzione che โ€œretta รจ la parola del Signore e fedele ogni sua operaโ€ (Sal 33,4) e, dopo alcuni anni, un primo gruppo di loro potรจ lasciare la Mesopotamia e tornare nella terra dei padri.

Chiunque si fida della parola del Signore un giorno ne verificherร  gli effetti prodigiosi.

Seconda Lettura (Rm 8,18-23)

18 Io ritengo, infatti, che le sofferenze del momento presente non sono paragonabili alla gloria futura che dovrร  essere rivelata in noi.
19 La creazione stessa attende con impazienza la rivelazione dei figli di Dio; 20 essa infatti รจ stata sottomessa alla caducitร  โ€“ non per suo volere, ma per volere di colui che lโ€™ha sottomessa โ€“ e nutre la speranza 21 di essere lei pure liberata dalla schiavitรน della corruzione, per entrare nella libertร  della gloria dei figli di Dio. 22 Sapppiamo bene infatti che tutta la creazione geme e soffre fino ad oggi nelle doglie del parto; 23 essa non รจ la sola, ma anche noi, che possediamo le primizie dello Spirito, gemiamo interiormente aspettando lโ€™adozione a figli, la redenzione del nostro corpo.

Chi si trova in un labirinto pensa e si arrovella, gira e si dispera, ma finisce per ritrovarsi sempre al punto di partenza. Solo un paio dโ€™ali che lo sollevino verso lโ€™alto gli permetterebbero di contemplare, dallโ€™alto, la posizione in cui si trovava e di scoprire il cammino verso la libertร .

Ciรฒ che accade sulla terra, lโ€™agitarsi degli uomini, il susseguirsi di eventi spesso assurdi, i drammi rimangono inspiegabili enigmi finchรฉ non si sale fino al cielo, fino a Dio. Se, con il Signore, si scorgono gli orizzonti piรน lontani, si riesce a dare un senso a ciรฒ che avviene nel mondo. La realtร  in cui viviamo presenta innegabili motivi per essere pessimisti, ma chi entra nella prospettiva di Dio recupera, anche se spesso con fatica, la serenitร  e la speranza.

La creazione โ€“ dice Paolo โ€“ รจ stata sottomessa alla caducitร , alla schiavitรน, alla corruzione e grida il suo dolore. รˆ stata coinvolta in un progetto assurdo, opposto a quello di colui che lโ€™ha fatta. Il peccato, lโ€™egoismo lโ€™hanno stravolta. Ora lโ€™uomo รจ colto dallo spavento di fronte alle conseguenze dei suoi errori: vede minacciate la fertilitร  della terra, la salubritร  dellโ€™aria, la sanitร  dellโ€™acqua; constata i danni provocati alle piante, e agli animali, sa di aver riempito i fondali marini di rifiuti tossici e di bombeโ€ฆ Questa creazione attende di essere redenta: vuole essere ricondotta nel progetto di Dio che, allโ€™inizio, aveva contemplato con compiacimento quanto aveva fatto, perchรฉ โ€œera molto buonoโ€ (Gn 1,31).

Paolo invita a non disperare e a non interpretare il grido di dolore del creato come quello di un morente. รˆ piuttosto simile a quello della partoriente che sta per dare alla luce una nuova vita.

 I cristiani non rimangono insensibili al gemito del creato, ma non si abbattono perchรฉ sono certi che, nonostante le apparenze contrarie, la parola di Dio porterร  a compimento la nuova creazione.

Vangelo  โœ (Mt 13,1-23)

1 Quel giorno Gesรน uscรฌ di casa e si sedette in riva al mare. 2 Si cominciรฒ a raccogliere attorno a lui tanta folla che dovette salire su una barca e lร  porsi a sedere, mentre tutta la folla rimaneva sulla spiaggia.
3 Egli parlรฒ loro di molte cose in parabole. E disse: โ€œEcco, il seminatore uscรฌ a seminare. 4 E mentre seminava una parte del seme cadde sulla strada e vennero gli uccelli e la divorarono. 5 Unโ€™altra parte cadde in luogo sassoso, dove non cโ€™era molta terra; subito germogliรฒ, perchรฉ il terreno non era profondo. 6 Ma, spuntato il sole, restรฒ bruciata e non avendo radici si seccรฒ. 7 Unโ€™altra parte cadde sulle spine e le spine crebbero e la soffocarono. 8 Unโ€™altra parte cadde sulla terra buona e diede frutto, dove il cento, dove il sessanta, dove il trenta. 9 Chi ha orecchi intendaโ€.

10 Gli si avvicinarono allora i discepoli e gli dissero: โ€œPerchรฉ parli loro in parabole?โ€.
11 Egli rispose: โ€œPerchรฉ a voi รจ dato di conoscere i misteri del regno dei cieli, ma a loro non รจ dato. 12 Cosรฌ a chi ha sarร  dato e sarร  nellโ€™abbondanza; e a chi non ha sarร  tolto anche quello che ha. 13 Per questo parlo loro in parabole: perchรฉ pur vedendo non vedono, e pur udendo non odono e non comprendono. 14 E cosรฌ si adempie per loro la profezia di Isaia che dice: โ€œVoi udrete, ma non comprenderete, guarderete, ma non vedrete. 15 Perchรฉ il cuore di questo popolo si รจ indurito, son diventati duri di orecchi, e hanno chiuso gli occhi, per non vedere con gli occhi, non sentire con gli orecchi e non intendere con il cuore e convertirsi, e io li risani.

16 Ma beati i vostri occhi perchรฉ vedono e i vostri orecchi perchรฉ sentono. 17 In veritร  vi dico: molti profeti e giusti hanno desiderato vedere ciรฒ che voi vedete, e non lo videro, e ascoltare ciรฒ che voi ascoltate, e non lโ€™udirono!

18 Voi dunque intendete la parabola del seminatore: 19 tutte le volte che uno ascolta la parola del regno e non la comprende, viene il maligno e ruba ciรฒ che รจ stato seminato nel suo cuore: questo รจ il seme seminato lungo la strada. 20 Quello che รจ stato seminato nel terreno sassoso รจ lโ€™uomo che ascolta la parola e subito lโ€™accoglie con gioia, 21 ma non ha radice in sรฉ ed รจ incostante, sicchรฉ appena giunge una tribolazione o persecuzione a causa della parola, egli ne resta scandalizzato. 22 Quello seminato tra le spine รจ colui che ascolta la parola, ma la preoccupazione del mondo e lโ€™inganno della ricchezza soffocano la parola ed essa non dร  frutto. 23 Quello seminato nella terra buona รจ colui che ascolta la parola e la comprende; questi dร  frutto e produce ora il cento, ora il sessanta, ora il trentaโ€.

I teologi e i predicatori espongono sapientemente veritร  molto profonde, ma a volte usano un linguaggio complicato, ostico, involuto. Danno quasi lโ€™impressione di non preoccuparsi che la gente capisca, che si mostri interessata, si appassioni o si stia annoiando. Gesรน aveva un approccio pedagogico diverso: anche quando affrontava temi impegnativi, impiegava sempre un linguaggio semplice, ricorreva a paragoni e a immagini, raccontava storie ambientate nella vita dei pastori, dei pescatori, dei commercianti, degli esattori dโ€™imposte e, soprattutto, dei contadini in mezzo ai quali era nato e cresciuto.

La parabola โ€“ dicevano i rabbini โ€“ รจ come lo stoppino di una candela: costa pochi spiccioli, eppure, per quanto fioca sia la sua luce, puรฒ far scoprire un tesoro.

Oggi Gesรน introduce il tema teologico piรน difficile, lโ€™enigma al quale le menti piรน acute e gli spiriti piรน nobili dellโ€™umanitร  hanno tentato invano di dare una risposta: โ€œPerchรฉ il male?โ€, โ€œPerchรฉ il regno di Dio incontra tante difficoltร  per affermarsi?โ€. Lo affronta con il suo solito metodo: la parabola.

Il brano รจ chiaramente diviso in tre parti. La prima (vv. l-9) รจ costituita dalla parabola; la seconda (vv. 10-17) contiene alcuni detti di Gesรน di non facile interpretazione, infatti sembrano insinuare che egli non voglia che i suoi ascoltatori si convertano; la terza (vv. 18-23) รจ unโ€™applicazione della parabola alla vita della comunitร .

Prima di commentare ciascuna delle tre parti, facciamo una premessa. I biblisti sono concordi nel riconoscere che la spiegazione della parabola, benchรฉ sia posta sulla bocca di Gesรน e rifletta perfettamente il suo pensiero, non sia stata pronunciata direttamente da lui. Da chi allora?

I primi cristiani, quando facevano catechesi nelle loro comunitร , non erano preoccupati di trasmettere alla lettera ciรฒ che Gesรน aveva detto; si sforzavano, piuttosto, di rendere comprensibile ed efficace il suo messaggio, applicandolo alle situazioni concrete della loro vita. Erano convinti che gli evangelizzatori non dovevano comportarsi da semplici ripetitori; per essere fedeli alla parola del Maestro, dovevano attualizzare il suo messaggio. Chi infatti ripete in modo esatto le parole di una persona non sempre riferisce in modo autentico il suo pensiero.

I primi cristiani, dunque, alcune volte hanno modificato un poโ€™ lโ€™una o lโ€™altra parabola, oppure hanno aggiunto una spiegazione per adattarla alla situazione delle loro comunitร .

 รˆ ciรฒ che รจ accaduto con la parabola che ci viene proposta oggi. Gesรน lโ€™ha raccontata per dare un insegnamento ai suoi ascoltatori e i primi cristiani lโ€™hanno riletta e applicata ai problemi concreti della loro vita, problemi che non erano propriamente gli stessi di quelli dei discepoli che avevano ascoltato Gesรน. Cosรฌ รจ nata la catechesi โ€œattualizzataโ€ che si trova nei vv. 18-23.

Iniziamo chiarendo il senso e il messaggio che aveva la parabola sulla bocca di Gesรน, poi, dopo aver interpretato i difficili versetti centrali, spiegheremo la lettura che di essa hanno fatto le comunitร  di Matteo.

Uno strano modo di seminare (vv. 1-9)

Nella parabola cโ€™รจ un particolare che subito richiama lโ€™attenzione: lo spreco della semente che viene sparsa in grande quantitร  in un terreno sterile. Stupisce il comportamento dellโ€™agricoltore che pare agire in modo poco accorto. Tre quarti esatti del racconto sono dedicati al grano che va a finire sulla strada, in luoghi sassosi o tra le spine ed รจ divorato dagli uccelli, rimane bruciato o viene soffocato.

 Lโ€™insistenza sullo spreco, sullโ€™insuccesso, sulle prospettive deludenti รจ un elemento importante: riflette la realtร  del mondo in cui il male appare molto piรน forte, piรน efficiente del bene. Si noti il suo progressivo, incalzante strapotere: il seme non spunta, quello che spunta non cresce, quello che cresce รจ soffocato.

Da chi dipende? Perchรฉ questo accade? Se Dio รจ buono perchรฉ il suo regno non si sviluppa incontrastato? Questi sono gli interrogativi cui Gesรน voleva dare una risposta.

Per comprendere la parabola occorre tenere presente che in quel tempo la semina non era fatta dopo che il campo era stato preparato, ma prima. Il contadino, non cominciava ad arare, zappare, sradicare i rovi, togliere i sassi, ma, prima seminava e dopo passava con lโ€™aratro. Si capisce allora come parte del seme potesse cadere fra le pietre, in mezzo alle erbacce, fra le spine o sopra quei piccoli sentieri che si formano nei campi quando vengono attraversati durante il lavoro della mietitura oppure nel periodo in cui i campi rimangono incolti.

Chi osserva lโ€™agricoltore della parabola รจ portato a pensare che stia lavorando invano, che sprechi il seme e le energie. รˆ difficile credere che, in un campo ridotto in quello stato, possa germogliare qualcosa. Invece, dopo la semina, ecco passare lโ€™aratro: i sentieri scompaiono, le spine e lโ€™erba vengono tolte, le pietre spostate e il campo che sembrava improduttivo, dopo poco tempo, si copre prima di steli di grano, poi di bionde spighe. Un autentico miracolo!

Gesรน racconta questa parabola in un momento difficile della sua vita: a Nazaret รจ stato scacciato, a Cafarnao lo hanno preso per pazzo, i farisei lo vogliono uccidere, i discepoli lo abbandonano. Sembra proprio che tutta la sua predicazione sia caduta invano; le condizioni sono troppo sfavorevoli, la sua parola pare destinata a morire (cf. Mt 11-12).

Con questa parabola voleva lanciare un messaggio ai discepoli scoraggiati che lo interrogavano sullโ€™utilitร  del lavoro apostolico che stava svolgendo: malgrado tutte le contraddizioni e gli ostacoli, la sua parola avrebbe dato frutti abbondanti perchรฉ ha in sรฉ una forza di vita irresistibile.

Contrariamente a tutte le attese, la venuta del messia non รจ stata clamorosa, non ha avuto grande risonanza. Il suo passaggio in questo mondo รจ sembrato tra i piรน insignificanti: non ha cambiato nulla nella vita sociale e politica del suo popolo. Piรน famoso di lui รจ stato il Battista. Gesรน รจ scomparso nella terra come un piccolo seme, debole, quasi invisibile, eppure, dopo poco tempo, questo seme ha iniziato a germogliare. Il vangelo ha fatto lievitare lโ€™umanitร  e noi, oggi, possiamo verificare che il messaggio della parabola del seminatore si sta realizzando.

Tutti noi qualche volta ci siamo chiesti se vale la pena annunciare la parola di Dio in un mondo e in una societร  corrotti come quelli in cui viviamo, se ha ancora senso oggi parlare di beatitudini evangeliche e fare catechesi a persone che non ascoltano, che hanno il cuore indurito, pensano solo al denaro, ai divertimenti, a ciรฒ che รจ caduco, fugace, effimero. Gli evangelizzatori, i catechisti non staranno forse seminando invano?

Quando sorgono questi pensieri รจ il momento di professare la propria fede nella forza divina contenuta nella parola del vangelo.

Perchรฉ Gesรน parla in parabole? (vv. 10-17)

A metร  della sua vita pubblica Gesรน fa un bilancio e constata che ben poche persone hanno accettato il suo messaggio. Cโ€™รจ da meravigliarsi di questo fatto? No, risponde. Anche i profeti dellโ€™AT non venivano ascoltati. Al tempo di Isaia, per esempio, la gente si tappava le orecchie per non ascoltare la parola di Dio e induriva il cuore per non convertirsi (vv. 14-15).

Ecco la ragione per cui egli ricorre alle parabole: fa un nuovo tentativo per sbloccare la situazione. Pensa che, con questo linguaggio semplice e concreto, sarร  piรน facile far breccia nei cuori dei suoi ascoltatori. La parabola obbliga a riflettere, a cercare il significato recondito, fa pensare, fa cadere in se stessi e puรฒ quindi ottenere la conversione.

Questi versetti sono un invito ad aprire al piรน presto gli occhi, le orecchie e il cuore altrimenti le parabole rimangono racconti enigmatici e non producono alcun frutto.

I quattro tipi di terreno (vv. 18-23)

Lโ€™applicazione della similitudine alla vita delle comunitร  ha lo scopo di aiutare i discepoli a identificare le difficoltร  che la parola di Dio incontra in ognuno. La scarsitร  dei risultati non dipende nรฉ dal seme nรฉ dal seminatore, ma dal tipo di terreno.

Cโ€™รจ anzitutto un cuore duro, reso tale โ€“ come accade col suolo di una strada โ€“ dalle molte persone che lโ€™hanno calpestato. Rappresenta il cuore impenetrabile alla parola di Cristo perchรฉ ha assimilato il modo di ragionare di questo mondo, si รจ adattato alla morale corrente, ha fatto propri i valori proposti dagli uomini. Questo รจ il maligno, il demone devastante che si insinua nei pensieri e nei sentimenti, colmandoli di meschinitร , di frivolezze, di proposte di vita insensata, di ragionamenti dissennati.

Poi cโ€™รจ un cuore incostante che si entusiasma facilmente, ma, dopo pochi giorni, torna quello di prima. รˆ come un sasso coperto da un leggero strato di terra: se vi si pianta un seme, questi germoglia, ma immediatamente secca.

Cโ€™รจ anche un cuore inquieto che si agita per i problemi di questo mondo, che rincorre il successo e la ricchezza, che alimenta sogni meschini. Queste preoccupazioni sono come spine: soffocano il seme della parola.

Infine cโ€™รจ un cuore buono nel quale il vangelo produce frutti abbondanti.

Non si tratta di quattro categorie di persone, ma di quattro disposizioni interiori che si ritrovano, in proporzioni diverse, in ogni uomo. Inutile che lโ€™evangelizzatore, per lanciare il prezioso seme della parola, attenda di trovare il terreno ideale, quello perfettamente fecondo. Terra buona, spine, sassi e suolo arido saranno sempre insieme. Per qualcuno questo sarร  un motivo di scoraggiamento, ma per i veri apostoli, per i catechisti autentici diverrร  uno stimolo a una semina piรน abbondante. Molti sforzi saranno vani, ma un giorno, puntualmente, la spiga farร  la sua comparsa, in ogni uomo.

Per gentile concessione di Settimana News.