p. Fernando Armellini โ€“ Commento al Vangelo del 13 Agosto 2023

654

Padre Fernando Armellini, biblista Dehoniano, commenta il Vangelo di domenica 13 agosto 2023.
Se sei interessato a tutti i sui commenti al Vangelo, puoi leggerli qui.

19a Domenica del Tempo Ordinario   anno A
Link al video

Nella crisi la fede matura

Tensioni, conflitti, incomprensioni hanno sempre accompagnato i rapporti chiesa-mondo, ma ancor piรน si sono evidenziati con lโ€™avvento dellโ€™empirismo e del razionalismo che hanno caratterizzato il pensiero dei secoli XVII e XVIII. La visione puramente naturalistica del mondo e la fiducia incondizionata nella ragione parvero minare le fondamenta stesse della fede e del soprannaturale. Le ricerche storiche e archeologiche del secolo XIX dimostrarono le evidenti incongruenze legate allโ€™interpretazione tradizionale della Bibbia.

Dettata dai sospetti e dalle paure, la risposta dei credenti non fu subito serena e il movimento di purificazione delle idee, del linguaggio e delle pratiche religiose subรฌ ritardi, battute dโ€™arresto, ripensamenti e involuzioni. Oggi รจ giร  possibile evidenziare i grandi cambiamenti che, stimolati dalle provocazioni secolari, sono stati realizzati specialmente dopo il Concilio Vaticano II. Dallo studio e dalla meditazione della parola di Dio, finalmente in mano ai cristiani, sta emergendo e viene consegnata al mondo, pur in mezzo a contraddizioni, unโ€™immagine di Dio non piรน imprigionata in categorie arcaiche, un nuovo volto di uomo, una chiesa piรน evangelica e la proposta di una societร  basata su valori autentici.

Era giร  accaduto qualcosa di simile ai tempi del profeta Elia, come ci racconterร  la prima lettura. Un cambiamento di mentalitร  ancora maggiore fu richiesto da Gesรน ai suoi discepoli, come risulterร  dal brano evangelico. Il cammino della conversione non รจ ancora concluso. Non solo nei segni dei tempi, ma anche attraverso le critiche severe dei non credenti, lo Spirito invita i cristiani a proiettare gli sguardi, le menti e i cuori oltre gli orizzonti angusti in cui il timore di crescere rischia di mantenerli prigionieri.

Per interiorizzare il messaggio, ripeteremo:
โ€œAnche se devo attraversare una valle oscura, non temo, perchรฉ tu, Signore, sei con meโ€.

Prima Lettura (1 Re 19,9-13)

In quei giorni essendo giunto Elia al monte di Dio, lโ€™Oreb, 9 entrรฒ in una caverna per passarvi la notte, quandโ€™ecco il Signore gli disse: 11 โ€œEsci e fermati sul monte alla presenza del Signoreโ€. Ecco, il Signore passรฒ. Ci fu un vento impetuoso e gagliardo da spaccare i monti e spezzare le rocce davanti al Signore, ma il Signore non era nel vento. Dopo il vento ci fu un terremoto, ma il Signore non era nel terremoto. 12 Dopo il terremoto ci fu un fuoco, ma il Signore non era nel fuoco. Dopo il fuoco ci fu il mormorio di un vento leggero. 13 Come lโ€™udรฌ, Elia si coprรฌ il volto con il mantello, uscรฌ e si fermรฒ allโ€™ingresso della caverna.

Siamo nella prima metร  del IX secolo a.C. quando Omri, un generale abile e risoluto, con una rivolta prende il potere. Il Libro dei re lo ricorda in modo sbrigativo โ€“ gli dedica sei versetti soltanto (1 Re 16,23-28) โ€“ ma i rivolgimenti politici, sociali e soprattutto religiosi avvenuti durante gli undici anni del suo regno hanno segnato profondamente la storia dโ€™Israele. Costruรฌ una nuova capitale sul monte di Samaria, introdusse nuove tecniche agricole, incentivรฒ il commercio, favorรฌ la cultura, rafforzรฒ lโ€™esercito. In breve tempo riuscรฌ a fare di Israele una nazione ricca e potente.

Per consolidare le alleanze con i regni vicini ricorse soprattutto ai matrimoni. Di questi, uno ebbe conseguenze drammatiche: quello fra suo figlio Acab e lโ€™intrigante, ambiziosa e tanto affascinante quanto perfida Gezabele, la figlia di Et-baal, il re di Tiro.

Fu lโ€™inizio dellโ€™apostasia dal Signore perchรฉ lโ€™ammaliante principessa straniera pretese subito che in Israele venissero adorati Baal e Ashera, le divinitร  della sua terra. Per loro fece costruire uno splendido tempio in Samaria e impose il loro culto come religione ufficiale del regno.

In questo periodo di tensioni โ€œsorse Elia profeta, simile al fuoco; la sua parola bruciava come fiaccolaโ€ (Sir 48,1). Veniva dal Galaad, la terra al di lร  del Giordano, ai confini del deserto, โ€œera un uomo peloso; una cintura di cuoio gli cingeva i fianchiโ€ (2 Re 1,8) e conduceva una vita austera. Si rese subito conto della โ€œcolonizzazioneโ€ delle menti e delle coscienze portata avanti dalla regina e intervenne per denunciare il pericolo della corruzione religiosa e morale. Nonostante i suoi sforzi e il suo coraggio perรฒ non riuscรฌ a convincere il popolo a rimanere fedele al Signore. Al colmo della disperazione, un giorno si sfogรฒ con il suo Dio: โ€œGli israeliti hanno abbandonato la tua alleanza, sono rimasto solo ed essi tentano di togliermi la vitaโ€ (1 Re 19,14).

รˆ a questo punto che inizia la nostra lettura.

- Pubblicitร  -

Per sfuggire a Gezabele che lo vuole uccidere, Elia fugge, prende la via del deserto e va verso il monte di Dio, lโ€™Oreb, il Sinai dove, quattrocento anni prima, Mosรจ ha parlato con il Signore. Giuntovi, entra in una caverna per passarvi la notte, quandโ€™ecco il Signore lo invita a uscire e ad attendere una sua manifestazione.

Ecco scatenarsi un vento impetuoso e gagliardo tanto da spaccare le rocce, dopo il vento ci sono un terremoto e un fuoco (vv. 11-12). Erano questi โ€“ secondo il profeta โ€“ i segni inequivocabili del passaggio del Signore. In mezzo a questi fenomeni impressionanti, infatti, Dio si era sempre presentato in passato ai suoi servi fedeli. A Mosรจ si era manifestato nel fuoco, fra lampi, tuoni e mentre il monte tremava dalle fondamenta (Es 19,16-19) e anche Baal, il dio di Gezabele, appariva nella tempesta e nellโ€™uragano, cavalcava le nubi, scagliava le folgori e volteggiava nel turbine.

Elia rimase sorpreso che il Signore non fosse nel vento impetuoso, nel terremoto e nel fuoco.

โ€œDopo il fuoco ci fu un mormorio di un vento leggeroโ€ (v. 12). Elia, come lโ€™udรฌ, si coprรฌ il volto con il mantello: aveva compreso che era quello il momento in cui passava il Signore. Dio si era rivelato in un modo completamente nuovo.

La traduzione del v. 12 va corretta. Il testo originale ebraico non parla di โ€œvento leggeroโ€, ma di una voce di silenzio leggero udita dal profeta. Fu nel silenzio che Elia colse la rivelazione del Signore e diede un balzo in avanti nel suo cammino di fede. Il Dio in cui fino allora aveva fermamente creduto conservava i tratti arcaici delle divinitร  pagane: era forte, tremendo, sempre pronto a mostrare la sua forza contro i nemici, era colui che sul monte Carmelo si era confrontato con Baal e aveva vinto (1 Re 18,20-40). Ora Elia capiva: non era il Signore che lo aveva spinto a sgozzare nel torrente Kison i profeti di Baal, ma la falsa immagine che di lui si era fatta.

Nella โ€œvoce di silenzio leggeroโ€ era giunto a scoprire il vero volto del suo Dio, aveva capito che il suo โ€œzelo per il Signoreโ€ altro non era che fanatismo; si era reso conto che la convinzione di โ€œessere rimasto soloโ€ ad adorare il Signore derivava dal dogmatismo e dallโ€™intolleranza. Erano settemila gli uomini che in Israele non avevano piegato le ginocchia a Baal, ma Elia non se nโ€™era accorto (1 Re 19,18). โ€œSu! โ€“ gli dice il Signore โ€“ Ritorna sui tuoi passiโ€ (1 Re 19,15), trasformato interiormente dalla โ€œvoce di silenzio leggeroโ€ che hai ascoltato.

Lโ€™esperienza spirituale di Elia puรฒ essere ripetuta da chiunque sappia fare il silenzio dentro di sรฉ, da chiunque ponga a tacere le voci fuorvianti che gli hanno inculcato una falsa immagine di Dio e, nella riflessione pacata e calma della Bibbia e del vangelo, si lasci inondare dalla vera luce, quella che brilla sul volto di Cristo.

Seconda Lettura (Rm 9,1-5)

1 Dico la veritร  in Cristo, non mentisco, e la mia coscienza me ne dรก testimonianza nello Spirito Santo: 2 ho nel cuore un grande dolore e una sofferenza continua. 3 Vorrei infatti essere io stesso anร tema, separato da Cristo a vantaggio dei miei fratelli, miei consanguinei secondo la carne. 4 Essi sono israeliti e possiedono lโ€™adozione a figli, la gloria, le alleanze, la legislazione, il culto, le promesse, 5 i patriarchi; da essi proviene Cristo secondo la carne, egli che รจ sopra ogni cosa, Dio benedetto nei secoli. Amen.

Il saggio Qoelet affermava: โ€œChi accresce il sapere, aumenta il doloreโ€ (Qo 1,18). Potremmo chiosare: anche chi accresce lโ€™amore aumenta il dolore. Il pensiero di un figlio, di un fratello, di una sorella che fanno scelte insensate e che si rovinano la vita ci rattrista profondamente, ci accompagna in ogni momento come unโ€™ossessione, vela di amarezza e malinconia anche i momenti di gioia. Non ci rassegnamo al fatto che queste persone care si lascino sfuggire la felicitร  che potrebbero facilmente cogliere. Amiamo la chiesa e la vorremmo come lโ€™ha sognata il suo Sposo: pura come โ€œil narciso di Saron, come un giglio delle valliโ€ (Ct 2,1). Invece la vediamo, a volte, collusa o inconsapevole connivente con i poteri di questo mondo, esitante, poco evangelica.

Che deve fare chi soffre per amore? Nulla se non continuare ad amare e ad attendere, con la pazienza di Dio, che il seme del vangelo compia il prodigio della conversione dei cuori.

Lโ€™esempio di Paolo รจ illuminante. Egli ha sentito profondamente il dramma del rifiuto di Cristo da parte del suo popolo. Gli stava tanto a cuore la salvezza dโ€™Israele che โ€“ dice ricorrendo a un paradosso โ€“ sarebbe stato disposto addirittura a essere scomunicato e separato da Cristo, se questo fosse servito a ricuperare il suo popolo (v. 3). Le sue parole accorate ricordano quelle di Mosรจ che intercedeva: โ€œOra tu perdona il loro peccato, se no, cancellami dal tuo libro che hai scrittoโ€ (Es 32,32).

Paolo non riusciva a capacitarsi che il popolo eletto, i figli di Abramo, gli eredi delle promesse fatte ai patriarchi avessero rifiutato il messia di Dio (vv. l-2).

Quando scrive ai Romani sono passati quasi trentโ€™anni dalla morte e risurrezione di Gesรน. Durante questo tempo ha cercato in ogni modo di annunciare Cristo ai suoi fratelli israeliti senza ottenere alcun risultato, anzi, accentuandone lโ€™opposizione.

Negli ultimi due versetti (vv. 5-6) sono elencati i privilegi che Israele ha ricevuto da Dio; lโ€™ultimo, il piรน importante di tutti, รจ il fatto che Cristo รจ figlio di questo popolo.

Pur nella tristezza presente, cโ€™รจ un pensiero che consola lโ€™Apostolo: le promesse di Dio sono irrevocabili e se egli ha permesso lโ€™indurimento di Israele, se ha โ€œrinchiuso tutti nella disobbedienza, รจ per usare a tutti misericordiaโ€ (Rm 11,29.32).

 รˆ il pensiero che deve consolare chiunque soffre per amore: la storia di ogni uomo si concluderร  comunque con la salvezza.

Vangelo  โœ Mt 14,22-33

22 Subito dopo ordinรฒ ai discepoli di salire sulla barca e di precederlo sullโ€™altra sponda, mentre egli avrebbe congedato la folla. 23 Congedata la folla, salรฌ sul monte, solo, a pregare. Venuta la sera, egli se ne stava ancora solo lassรน.
24 La barca intanto distava giร  qualche miglio da terra ed era agitata dalle onde, a causa del vento contrario. 25 Verso la fine della notte egli venne verso di loro camminando sul mare. 26 I discepoli, a vederlo camminare sul mare, furono turbati e dissero: โ€œ รˆ un fantasmaโ€ e si misero a gridare dalla paura. 27 Ma subito Gesรน parlรฒ loro: โ€œCoraggio, sono io, non abbiate pauraโ€.
28 Pietro gli disse: โ€œSignore, se sei tu, comanda che io venga da te sulle acqueโ€. 29 Ed egli disse: โ€œVieni!โ€.
Pietro, scendendo dalla barca, si mise a camminare sulle acque e andรฒ verso Gesรน. 30 Ma per la violenza del vento, sโ€™impaurรฌ e, cominciando ad affondare, gridรฒ: โ€œSignore, salvami!โ€. 31 E subito Gesรน stese la mano, lo afferrรฒ e gli disse: โ€œUomo di poca fede, perchรฉ hai dubitato?โ€.
32 Appena saliti sulla barca, il vento cessรฒ. 33 Quelli che erano sulla barca gli si prostrarono davanti, esclamando: โ€œTu sei veramente il Figlio di Dio!โ€.

โ€œSu, mangia, perchรฉ รจ troppo lungo per te il camminoโ€ โ€“ disse lโ€™angelo del Signore ad Elia in fuga verso il deserto. Il profeta si alzรฒ, mangiรฒ, bevve e โ€œcon la forza datagli da quel cibo, camminรฒ quaranta giorni e quaranta notti fino al monte di Dio, lโ€™Orebโ€ (1 Re 19,7-8).

A questo famoso racconto del dono del pane e dellโ€™acqua da parte dellโ€™angelo ad Elia, fa seguito la rivelazione del Signore narrata nella prima lettura.

Nel brano evangelico la scena si ripete: i discepoli, alimentati con il pane offerto da Gesรน (Mt 14,13-20), ora ricevono lโ€™ordine di mettersi in movimento, di entrare nella barca e dirigersi verso lโ€™altra riva. Come Elia, sono attesi da una rivelazione del Signore.

Ci sono diversi particolari strani in questo episodio. Non รจ facile trovare una ragione dellโ€™ordine dato da Gesรน: perchรฉ li fa partire da soli? Dove devono andare a quellโ€™ora? Perchรฉ non va con loro? Come mai impiegano tante ore ad attraversare il lago? Non pare che sia a causa del maltempo perchรฉ egli sale tranquillo sul monte a pregare e vi rimane fin verso il mattino (v. 25). Sorprendenti sono soprattutto la pretesa di Pietro di voler camminare sulle acque e โ€“ trattandosi di un provetto nuotatore (Gv 21,7) โ€“ la sua paura di affondare.

Questi dettagli singolari insospettiscono lโ€™esegeta. Sono un invito ad accostarsi al brano con circospezione perchรฉ non si tratta del racconto di un prodigio, ma di una pagina di teologia redatta con immagini bibliche.

Alcune di queste immagini sono ben note. Lโ€™oscuritร  della notte, anzitutto, รจ presente, con la sua carica di significati negativi, in numerosi testi dellโ€™AT. Ricordiamo, ad esempio, il salmista che, nella notte del suo dolore, grida al Signore senza trovare riposo (Sal 22,3). รˆ con questa tenebra che i discepoli si devono confrontare. Venuta la sera, Gesรน โ€œli costringeโ€ (รจ questo il verbo impiegato nel testo originale) ad entrare nella barca e a dirigersi verso โ€œlโ€™altra rivaโ€. Si ha lโ€™impressione che essi siano restii, che vogliano rimanere accanto al Maestro, ma questi, dopo averli nutriti con il suo pane, vuole che partano, che intraprendano da soli il rischioso viaggio. Il cibo che ha dato loro rappresenta la sua parola e la sua stessa persona presente nel sacramento dellโ€™eucaristia. Nutriti da questo duplice pane, essi hanno la forza necessaria per portare a termine la difficile traversata.

Se Gesรน fosse visibilmente presente sulla barca, le tenebre si dissolverebbero; invece il buio รจ fitto.

Venuta la sera (v. 13) โ€“ diciamolo subito โ€“ indica, nel linguaggio simbolico dellโ€™evangelista, la conclusione della giornata di Gesรน, รจ la fine della sua vita, รจ il momento in cui egli โ€œsale sul monteโ€ da solo, si allontana dalle folle ed entra definitivamente nel mondo di Dio. Ecco perchรฉ i discepoli si ritrovano nellโ€™oscuritร . Il buio รจ lโ€™immagine del disorientamento, del dubbio che coglie anche il credente piรน convinto. In certi momenti, persino chi รจ animato da una solida fede si sente solo, fa lโ€™esperienza angosciante del silenzio di Dio e si chiede se le sue scelte, i suoi sacrifici, il suo impegno per il bene abbiano un senso.

Poi cโ€™รจ il vento contrario. Gli israeliti hanno fatto lโ€™esperienza del โ€œvento impetuoso scatenato da oltre il desertoโ€ che investe e abbatte le case (Gb 1,19), conoscono il โ€œvento orientale che squarcia le naviโ€ (Sal 48,8) e il โ€œvento burrascosoโ€ che solleva i flutti, squassa le imbarcazioni trascinandole negli abissi e che fa barcollare come ubriachi i marinai (Sal 107,26-27).

Lโ€™autore della Lettera agli efesini impiega questa immagine per descrivere i ragionamenti insensati degli uomini, la mentalitร  di questo mondo opposta a quella di Cristo. Ai cristiani delle sue comunitร  Paolo ricorda: โ€œNoi non siamo piรน come fanciulli sballottati dalle onde e portati qua e lร  da qualsiasi vento di dottrina, secondo lโ€™inganno degli uominiโ€ (Ef 4,14).

Le acque erano nellโ€™AT immagine delle forze che portano verso la morte. Il salmista, afflitto da una grave malattia che lo sta conducendo alla tomba, grida al Signore: โ€œStendi le mani dallโ€™alto, scampami e salvami dalle acque profondeโ€ (Sal 144,7); un altro, ottenuta la guarigione, racconta: โ€œMi circondavano flutti di morte, mi travolgevano torrenti impetuosiโ€ฆ ma Dio stese la mano, mi prese e mi trasse fuori dalle acque profondeโ€ (Sal 18,5.17). Al suo popolo il Signore promette: โ€œSe dovrai attraversare le acque, sarรฒ con te, i fiumi non ti sommergerannoโ€ (Is 43,2).

Le acque hanno sempre messo paura agli israeliti. Solo il Signore โ€“ dicevano โ€“ non teme i turbini e le burrasche. Egli che, con la sua parola, ha separato โ€œle acque che sono sotto il firmamento dalle acque che sono sopra il firmamentoโ€ (Gn 1,7) รจ il solo capace di placare la violenza dei flutti (Sal 107,25-30), egli รจ lโ€™unico che โ€œcammina sulle onde del mareโ€ (Gb 9,8).

Se si tiene presente questo simbolismo, si comprende lo spavento dei discepoli: temono di venire travolti dalle forze del male e della morte, sono al buio e non scorgono il Maestro accanto a loro. Una situazione drammatica, ma inevitabile e la devono affrontare.

La barca era agitata dalle onde. Il testo originale impiega qui il verbo greco basanรญzo che propriamente significa sottoporre alla prova. Il bรกsanos era la pietra durissima usata in Lidia per verificare, mediante un violento sfregamento, se un metallo era pregiato o vile.

Le onde tormentano, quasi torturano i discepoli, ma sono la prova necessaria cui devono essere sottoposti se vogliono uscirne maturati.

Verso la fine della notte ecco apparire Gesรน, camminando sulle onde del mare, come solo Dio era capace di fare (Gb 9,8). I discepoli non lo riconoscono, credono di avere a che fare con un fantasma. Davvero singolare questa loro reazione! Che รจ successo? Come mai non lo riconoscono?

Non siamo di fronte a un brano di cronaca, ma a una pagina di teologia. Matteo sta descrivendo, con il linguaggio biblico, la situazione delle comunitร  cristiane del suo tempo โ€œtormentateโ€ da tante prove, angosciate da dubbi e soprattutto disorientate per il fatto di non avere piรน visibilmente con loro il Maestro che avrebbe infuso in loro sicurezza e coraggio.

Lโ€™evangelista le vuole illuminare: Gesรน รจ sempre accanto ai discepoli, tutti i giorni, fino alla fine del mondo, come ha promesso (Mt 28,20), ma non fisicamente, come quando percorreva le strade della Palestina; รจ presente in modo diverso, come un fantasma. รˆ questa la pallida immagine impiegata nei vangeli per descrivere il Risorto e la sua nuova condizione di vita. Quando, nel giorno di Pasqua, egli appare in mezzo ai discepoli riuniti, essi โ€œspaventati e stupiti, credono di vedere un fantasmaโ€ (Lc 24,37).

Non รจ facile rendersi conto della sua presenza. Solo agli occhi della fede egli diviene riconoscibile.

La seconda parte del brano (vv. 28-33) contiene il dialogo fra Gesรน e Pietro. Inizia con la richiesta dellโ€™apostolo: โ€œSignore, se sei tu, comanda che io venga da te sulle acqueโ€ (v. 28). La sua domanda รจ strana, ma solo per chi la prende in senso letterale. Se la si intende nel contesto simbolico di tutto il racconto, allora il significato risulta subito chiaro. Pietro, il primo dei discepoli, contempla il Maestro โ€“ il Risorto โ€“ che ha attraversato le acque della morte, ora cammina sul mare, รจ nel mondo di Dio. Sa di esser chiamato a seguirlo nel dono della vita, ma la morte lo spaventa, teme di non farcela e chiede al Signore che sia lui a comunicargli la forza.

Finchรฉ tiene gli occhi fissi sul Maestro, riesce ad andare verso di lui, ma quando la sua fede viene meno, quando comincia a dubitare della scelta che ha fatto, affonda e ha paura di venire sommerso, di perdere la vita.

 รˆ la descrizione della nostra condizione. โ€œVieni verso di meโ€ โ€“ ripete oggi il Risorto ad ogni discepolo โ€“ non temere di perdere la vita; se esiti, la morte ti farร  paura, se invece ti fiderai della mia parola, le acque della morte non ti spaventeranno, le attraverserai e mi raggiungerai nella risurrezione.

Per gentile concessione di Settimana News.