Padre Fernando Armellini, biblista Dehoniano, commenta il Vangelo di domenica 12 gennaio 2025.
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Volle risalire con noi da un abisso
Ai luoghi biblici รจ legato spesso un significato teologico. Il mare, il monte, il deserto, la Galilea delle genti, la Samaria, il fiume Giordano, le terre al di lร del lago di Genezaret sono molto piรน di semplici indicazioni geografiche (spesso neppure del tutto esatte).
Luca non specifica il luogo dove รจ avvenuto il battesimo di Gesรน, ma vi allude Giovanni: โAvvenne in Betania, al di lร del Giordano, dove Giovanni stava battezzandoโ (Gv 1,28). La tradizione ha giustamente localizzato lโepisodio a Betabร ra, il guado dove anche il popolo dโIsraele, guidato da Giosuรจ, ha attraversato il fiume ed รจ entrato nella Terra Promessa.
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Nel gesto di Gesรน sono dunque presenti richiami espliciti al passaggio dalla schiavitรน alla libertร e allโinizio di un nuovo esodo verso la vera Terra Promessa.
Betabร ra ha anche un altro richiamo, meno evidente, ma altrettanto significativo: i geologi assicurano che questo รจ il punto piรน basso della terra (400 m. sotto il livello del mare).
La scelta di iniziare da lรฌ la vita pubblica non puรฒ essere casuale. Gesรน, venuto dalle altezze del cielo per liberare lโuomo, รจ sceso fin nellโabisso piรน profondo per mostrare che vuole la salvezza di ogni uomo, anche del piรน derelitto, anche di colui che la colpa e il peccato hanno trascinato in un baratro da cui nessuno puรฒ immaginare sia possibile risalire. Dio non dimentica e non abbandona nessuno dei suoi figli.
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Per interiorizzare il messaggio, ripeteremo:
โร apparsa la grazia di Dio, apportatrice di salvezza per tutti gli uominiโ.
Prima Letturaย (Is 40,1-5.9-11)
1ย โConsolate, consolate il mio popolo,
dice il vostro Dio.
2ย Parlate al cuore di Gerusalemme
e gridatele
che รจ finita la sua schiavitรน,
รจ stata scontata la sua iniquitร ,
perchรฉ ha ricevuto dalla mano del Signore
doppio castigo per tutti i suoi peccatiโ.
3ย Una voce grida:
โNel deserto preparate
la via al Signore,
appianate nella steppa
la strada per il nostro Dio.
4ย Ogni valle sia colmata,
ogni monte e colle siano abbassati;
il terreno accidentato si trasformi in piano
e quello scosceso in pianura.
5ย Allora si rivelerร la gloria del Signore
e ogni uomo la vedrร ,
poichรฉ la bocca del Signore ha parlatoโ.
9ย Sali su un alto monte,
tu che rechi liete notizie in Sion;
alza la voce con forza,
tu che rechi liete notizie in Gerusalemme.
Alza la voce, non temere;
annunzia alle cittร di Giuda: โEcco il vostro Dio!
10ย Ecco, il Signore Dio viene con potenza,
con il braccio egli detiene il dominio.
Ecco, egli ha con sรฉ il premio
e i suoi trofei lo precedono.
11ย Come un pastore egli fa pascolare il gregge
e con il suo braccio lo raduna;
porta gli agnellini sul seno
e conduce pian piano le pecore madriโ.
I primi anni dโesilio a Babilonia furono difficili, ma, in seguito, gli israeliti si adattarono alla loro nuova condizione e molti riuscirono addirittura a raggiungere posizioni sociali prestigiose.
Dopo una quarantina dโanni ecco sorgere un profeยญta. Era un uomo illuminato, un poeta sensibile, un teologo geniale; seguiva con atยญtenzione gli avvenimenti politici del suo tempo e si era reso conto che il regno di Babilonia si stava sgretolando, mentre cresceva vertiginosamente il potere di Ciro, re di Persia. Era giunto il momento di risvegliare negli esuli la speยญranza della fine della schiavitรน e dellโimminente riยญtorno nella terra dei loro padri.
Mosso dallo Spirito di Dio, cominciรฒ a far circolare fra i deportati le sue intuizioni, i suoi presagi e le sue speranze e, per non insospettire le autoritร babilonesi che lo avrebbero potuto accusare di essere un sovversivo, fece ricorso a un linguaggio criptato, impiegรฒ immagini che solo i figli del suo popolo erano in grado di comยญprendere. Annunciรฒ lโimminente liberazione dalla schiavitรน babilonese richiamando i miracoli accaduti durante lโesodo dallโEgitto e promettendo prodigi ancora maggiori.
Pochi, fra i deportati, coltivavano questa sua sensibilitร spirituale. La maggioranza, sedotta dalle lusinghe della vita pagana, si era ormai integrata pienamente nella nuova realtร sociale e religiosa, aveva dimenticato il glorioso passato e considerava i richiami alle promesse fatte ad Abramo poco piรน che fiabe destituite di ogni valore.
Questi esuli, svigoriti nella fede, incapaci di cogliere i richiami di Dio, non ebbero nรฉ il coraggio nรฉ la forza di iniziare una vita nuova e si dispersero fra i pagani. La storia della salvezza continuรฒ senza di loro. Il periยญcolo maggiore dellโesilio non fu la sua durezza, ma le sue seduzioni e le sue attrattive.
Lโesperienza di questi deportati รจ un ammonimento per chi, come loro, si adatta a una vita banale e senza prospettive, anche se comoda, e rifiuta i pressanti inviti del Signore a lasciarsi liberare, a guardare al futuro con gli occhi di Dio.
Il messaggio di questo profeta รจ dunque rivolto anche a noi.
Inizia con un invito pressante: โConsolate, consolate il mio popolo, gridate a Gerusalemme che รจ finita la sua schiaยญvitรนโฆ perchรฉ ha ricevuto il doppio castigo per tutti i suoi peccatiโ (vv. 1-2).
Come i ladri che dovevano pagare il doppio di ciรฒ che avevano rubato (Es 22,3), Israele aveva scontato i suoi errori, li aveva pagati duramente, oltremisura, proprio come sempre accade a chi si discosta dai cammini di Dio. Il peccato castiga sempre lโuomo molto piรน di quanto meriti.
Nel linguaggio corrente consolare equivale, il piรน delle volte, a pronunciare parole di conforto, comunicare un poโ di serenitร a chi รจ afflitto, ma non modifica la situazione penosa che causa dolore. La consolazione di Dio non si riduce a una tenera carezza che rincuora; Dio consola soccorrendo chi si trova in condizioni disperate, consola il misero sollevandolo dalla polvere (1 Sam 2,8), mutando il suo lamento in danza e il suo grido in canto di gioia (Sal 30,12).
Lo Spirito santo รจ chiamato da Gesรน Consolatore (Gv 14,15) perchรฉ, con la sua venuta, rinnova la faccia della terra (Sal 104,30).
Dio consola, cioรจ libera gli uomini da tutte le loro schiavitรน, attraverso la sua parola, che non รจ fragile come lโerba che secca o caduca come il fiore che appassisce, ma รจ viva ed eterna (Is 40,6-8) e non ritorna mai a Dio senza aver operato ciรฒ che egli desidera, senza aver compiuto ciรฒ per cui รจ stata mandata (Is 55,10-11).
Nella seconda parte della lettura (vv. 3-5) una voce anonima grida: โNel deserto preparate la via al Signoreโฆ ogni valle sia colmata, ogni monte e colle siano abbassatiโ.
La costruzione di una strada รจ la condizione perchรฉ Dio possa venire a consolare il suo popolo.
Un immenso deserto separa la Palestina dalla Mesopotamia e la strada che, nellโantichitร , univa Babilonia alle cittร della costa mediterranea non lo attraversava, ma, risalendo verso nord, lo costeggiava per quasi mille chilometri. La voce misteriosa invita gli esuli a tracciare una via nuova, spaziosa e diritta, che permetta di giungere, in modo agevole e spedito, alla meta dove il Signore li vuole condurre.
Il profeta accumula una serie di immagini per evidenziare gli impegni che chi vuole fare spazio a Dio nella propria vita si deve assumere. Chiede di preparare la via al Signore, non una via che conduca lโuomo a Dio, ma una che permetta a Dio di giungere allโuomo.
Lโapertura di questa nuova strada indica la disposizione interiore ad abbandonare i cammini antichi, quelli che Dio ha sempre rifiutato: โI miei pensieri non sono i vostri pensieri e le vostre vie non sono le mie vieโ (Is 56,7-8). I monti da abbassare e le valli da colmare rappresentano gli impedimenti allโincontro, alla comunicazione, alla reciproca stima fra i popoli di diversa cultura, razza, religione. Solo rimuovendo questi ostacoli รจ possibile preparare la via al Signore, via dellโintesa, del perdono, della riconciliazione.
In una visione grandiosa, nella terza parte della lettura (vv. 9-11) il profeta descrive il ritorno degli esuli nella cittร santa. Non li guida un uomo, comโera accaduto durante lโesodo dallโEgitto, ma รจ il Signore stesso che li precede e, come un pastore, conduce le sue pecore, โportando in braccio gli agnellini e conducendo pian piano le pecore madriโ (v. 11).
Lโimmagine รจ commovente, mostra la tenerezza di Dio nei confronti dei piรน deboli. Tenero, dolce, paziente, egli rispetta i tempi e i ritmi spirituali di ognuno: apprezza chi cammina spedito, ma rivolge le sue attenzioni e premure a chi avanza con fatica, a chi si attarda lungo il cammino.
Quando il gruppo degli esuli รจ ormai vicino alla cittร , ecco alcuni staccarsi dal gruppo e correre avanti per annunciare la โlieta notiziaโ della liberazione. Sion รจ invitata dal profeta a divenire annunciatrice di โliete notizieโ. Il suo messaggio di gioia, il โvangeloโ da lei proclamato รจ: Dio non abbandonerร mai lโuomo, lo andrร sempre a cercare in ogni terra di schiavitรน, lo prenderร fra le braccia e lo accompagnerร lungo il cammino che conduce alla libertร .
Seconda Lettura (Tt 2,11-14; 3,4-7)
11ย ร apparsa la grazia di Dio, apportatrice di salvezza per tutti gli uomini,ย 12ย che ci insegna a rinnegare lโempietร e i desideri mondani e a vivere con sobrietร , giustizia e pietร in questo mondo,ย 13ย nellโattesa della beata speranza e della manifestazione della gloria del nostro grande Dio e salvatore Gesรน Cristo;ย 14ย il quale ha dato se stesso per noi, per riscattarci da ogni iniquitร e formarsi un popolo puro che gli appartenga, zelante nelle opere buone.
3,ย 4ย Quando perรฒ si sono manifestati la bontร di Dio, salvatore nostro, e il suo amore per gli uomini,ย 5ย egli ci ha salvati non in virtรน di opere di giustizia da noi compiute, ma per sua misericordia mediante un lavacro di rigenerazione e di rinnovamento nello Spirito Santo,ย 6ย effuso da lui su di noi abbondantemente per mezzo di Gesรน Cristo, salvatore nostro,ย 7ย perchรฉ giustificati dalla sua grazia diventassimo eredi, secondo la speranza, della vita eterna.
โ ร apparsa la grazia di Dio!โ. ร il canto lieto della comunitร cristiana riunita per la messa di mezzanotte di Natale.
Chi prende coscienza dellโamore infinito che Dio ha rivelato inviando a noi il proprio Figlio non puรฒ che gridare a tutti la propria gioia.
Per grazia non si intende โ come nel linguaggio comune โ un aiuto, un favore che Dio concede a chi lo invoca in un momento difficoltร , ma รจ un termine biblico denso di significato: indica la tenerezza, lโamore, la benignitร incondizionata e senza limiti di Dio.
Questa benevolenza divina โ ci dice la lettura โ si รจ resa visibile, si รจ manifestata in Gesรน, annuncio di salvezza per tutti gli uomini (Tt 2,11).
Per tutti! Se il Figlio di Dio fosse venuto dal cielo per annunciale la salvezza dei buoni, di coloro che osservano fedelmente i precetti del Signore, non avremmo motivo per esultare, non si tratterebbe di un messaggio nuovo. Avremmo solo udito qualcuno che ribadiva ciรฒ che le guide spirituali dโIsraele hanno ripetuto per secoli: chi rispetta la legge di Mosรจ e i comandamenti รจ amato da Dio, gli altri sono da lui considerati spregevoli e abietti.
La gioia diviene incontenibile solo quando ci si rende conto che il Figlio di Dio รจ venuto a portare la salvezza per tutti.
Abbiamo capito bene: per tutti, perchรฉ รจ grazia, รจ dono gratuito, non dipende dalla nostra fedeltร , ma dalla sua.
La lettura continua traendo dalla manifestazione della benevolenza di Dio le conseguenze morali (vv. 12-14). La vita nuova del cristiano non รจ la condizione per meritarsi lโamore di Dio, ma รจ la risposta a questo amore.
Per molto tempo si รจ pensato che il miglior deterrente per contrastare il male e il miglior stimolo al bene fosse la paura dei castighi di Dio.
Fu una pessima scelta pedagogica. La paura di Dio non ha mai prodotto nulla di buono, anzi ha provocato patologie e causato abbandoni della fede.
Solo chi scopre con quale immenso amore รจ amato da Dio impara โa rinnegare lโempietร e i desideri mondani e a vivere con sobrietร , giustizia e pietร in questo mondoโ (v. 12). Solo chi si sente amato รจ indotto ad amare.
La grazia poi infonde speranza. Alimenta la certezza che โil nostro grande Dio e salvatore Gesรน Cristoโ si manifesterร (v. 13) e farร sรฌ che la sua salvezza raggiunga ogni uomo. Il grande pericolo รจ quello di perdere momenti preziosi di intimitร con lui dilazionando lโadesione alla sua proposta di amore.
Nellโultima parte della lettura (Tt 3,4-7) lโautore riprende il tema della manifestazione della grazia di Dio. Lo fa contrapponendo la condizione precedente al battesimo alla realtร nuova in cui รจ introdotto chi รจ raggiunto dalla benevolenza di Dio.
La descrizione della corruzione e dellโalienazione dellโumanitร peccatrice รจ molto viva: Anche noi un tempo eravamo insensati, disobbedienti, traviati, schiavi di ogni sorta di passioni e di piaceri, vivendo nella malvagitร e nellโinvidia, odiosi e odiandoci a vicenda (Tt 3,3). ร un drammatico elenco di vizi che toccano la vita religiosa, personale e sociale.
La situazione pare davvero disperata e allโumanitร non rimane โ secondo i nostri criteri di giudizio โ che attendere la punizione.
Invece ecco la sorpresa: Quando perรฒ si sono manifestati la bontร di Dio, salvatore nostro, e il suo amore per gli uomini, egli ci ha salvati non in virtรน di opere di giustizia da noi compiute, ma per sua misericordia.
Lโamore รจ lโunica risposta che il Signore sa dare.
Vangeloย (Lc 3,15-16.21-22)
15ย Poichรฉ il popolo era in attesa e tutti si domandavano in cuor loro, riguardo a Giovanni, se non fosse lui il Cristo,ย 16ย Giovanni rispose a tutti dicendo: โIo vi battezzo con acqua; ma viene uno che รจ piรน forte di me, al quale io non sono degno di sciogliere neppure il legaccio dei sandali: costui vi battezzerร in Spirito Santo e fuocoโ.
21ย Quando tutto il popolo fu battezzato e mentre Gesรน, ricevuto anche lui il battesimo, stava in preghiera, il cielo si aprรฌย 22ย e scese su di lui lo Spirito Santo in apparenza corporea, come di colomba, e vi fu una voce dal cielo: โTu sei il mio figlio prediletto, in te mi sono compiaciutoโ.
Il Vangelo di oggi si apre con una constatazione significativa: โil popolo era in attesaโ.
ร facile da immaginare di che cosa: lo schiavo si aspettava la libertร , il povero una nuova condizione di vita, il bracciante sfruttato si attendeva giustizia, il malato la guarigione, la donna umiliata e violentata il recupero della dignitร . Tutti aspiravano a un mondo nuovo, speravano che fra gli uomini sparissero gli abusi, le prevaricazioni, i soprusi e si instaurassero rapporti di pace.
Era soprattutto nel campo religioso che il popolo coltivava lโattesa, forse nemmeno del tutto cosciente, di un cambiamento.
Da trecento anni si era spenta la voce dei profeti, il Cielo si era chiuso e il silenzio di Dio era considerato una meritata punizione per i peccati commessi. Poste da parte le immagini del Dio alleato fedele, padre affettuoso, tenero sposo, le guide spirituali, da secoli, avevano cominciato a presentare il Signore soprattutto come legislatore severo e intransigente. La religione non comunicava gioia, ma inquietudine, paura, angoscia. Una vita cosรฌ era insostenibile, qualcosa doveva cambiare! Ecco le ragioni dellโattesa alla quale il Battista doveva dare una risposta.
Quando si vive in situazioni insopportabili e si desidera ardentemente che qualcosa cambi ci si affida a chiunque susciti qualche speranza e ci si puรฒ anche ingannare nellโidentificazione del liberatore. Il popolo dโIsraele che โ come dirร un giorno Gesรน โ era un gregge senza pastore (Mc 6,34) si attende dal Signore una guida e pensa che il Battista sia il Messia. Giovanni li corregge: non sono io โ dice โ sta per venire uno piรน forte di me. Egli vi battezzerร con โSpirito Santo e fuocoโ. Ha in mano il โventilabroโ e separerร il grano dalla pula; questa verrร bruciata, senza pietร , in un โfuoco inestinguibileโ (Lc 3,17). Poco prima ha detto che la scure รจ giร posta alla radice degli alberi (Lc 3,9). Il giudizio di Dio รจ dunque imminente e sarร severo.
Il linguaggio del Battista รจ duro e minaccioso, in sintonia con quello impiegato da alcuni profeti. Malachia ha parlato di un โgiorno rovente come un forno. Allora tutti i superbi e tutti coloro che commettono ingiustizia saranno come paglia; quel giorno venendo li incendierร โ (Ml 3,19). Anche Isaia ha minacciato: โProfondo e largo รจ il rogo, fuoco e legna abbondano, lo accenderร , come torrente di zolfo, il soffio del Signoreโ (Is 30,33).
Non si puรฒ non notare il contrasto stridente fra queste immagini terrificanti e le espressioni dolci e delicate con cui, nella prima lettura, รจ stata presentata la figura del โservo del Signoreโ. Lร non si parlava di violenza, di intolleranza, di aggressione, di fuoco distruttore, ma di pazienza, di rispetto nei confronti di tutti, di aiuto a chi รจ in difficoltร , di recupero della canna spezzata, di speranza per chi รจ come un lucignolo fumigante.
Le parole del Battista riflettono la mentalitร di un popolo che le guide spirituali hanno educato alla paura di Dio. Come tutti, anchโegli riteneva che lโingiustizia e il peccato avessero raggiunto il colmo e che fosse imminente lโintervento risolutore di Dio contro i malvagi.
Aveva ragione: con la venuta di Cristo per il male non ci sarebbe stato piรน scampo. Ma su come Dio avrebbe purificato il mondo dal peccato, sul tipo di fuoco che egli avrebbe usatoโฆ forse il Battista si ingannava. Non sappiamo cosa egli esattamente avesse in mente, conosciamo invece molto bene come Gesรน ha agito: non ha aggredito i peccatori, si รจ seduto a cena con loro; non si รจ allontanato dai lebbrosi, li ha toccati; non ha condannato lโadultera, lโha difesa contro chi la giudicava e disprezzava; non ha scacciato la peccatrice, si รจ lasciato accarezzare e baciare da lei.
Con Gesรน si รจ chiusa definitivamente lโepoca in cui Dio รจ stato immaginato come un sovrano severo, giustiziere, intransigente. Egli ha rivelato il vero volto di Dio, il Dio che salva soltanto. Con la sua vita ha proiettato una luce anche sulle immagini impressionanti usate dal Battista e dai profeti e ne ha dato la chiave di lettura. Era vero quanto essi avevano affermato: Dio avrebbe inviato il suo fuoco sulla terra, ma non per distruggere i suoi figli (anche se malvagi), bensรฌ per bruciare, per far scomparire dal cuore di ognuno ogni forma di malvagitร .
Questo pensiero ci introduce nella seconda parte del Vangelo di oggi (vv. 21-22).
A prima vista il racconto del battesimo di Gesรน sembra identico a quello degli altri evangelisti, in realtร presenta alcuni particolari diversi e significativi.
Anzitutto, a differenza degli altri, Luca non descrive il battesimo di Gesรน, ma ne parla come di un fatto giร avvenuto (v. 21). Chiaramente, per lui il centro del racconto non รจ il battesimo in sรฉ, ma quanto accade subito dopo: lโapertura dei cieli, la discesa dello Spirito e, soprattutto, la voce dal cielo.
Siamo allโinizio della vita pubblica e lโevangelista vuole che i cristiani delle sue comunitร โ che sono giร stati battezzati โ leggano il Vangelo come rivolto direttamente a loro. Li invita a iniziare il percorso, a muovere i loro passi ancora incerti dietro il Maestro che รจ stato battezzato come loro e che cammina al loro fianco.
Poi, solo Luca nota che Gesรน รจ stato immerso nellโacqua del Giordano assieme a tutto il popolo. Egli si รจ confuso in mezzo alla gente. Questo particolare viene sottolineato perchรฉ, fin dallโinizio della sua missione, Gesรน si presenta come colui che si mette a fianco dei peccatori: non li giudica, non li sgrida, non li condanna, non li disprezza. Ne condivide la condizione di schiavitรน e con loro percorre il cammino che porta alla libertร .
Il terzo particolare che compare solo in Luca รจ il richiamo alla preghiera. Gesรน riceve lo Spirito mentre รจ in preghiera. Lโinsistenza sulla preghiera รจ una delle caratteristiche di Luca. ร la prima volta che egli ci presenta Gesรน in dialogo con il Padre, in seguito lo farร unโaltra decina di volte.
Gesรน non prega per darci il buon esempio. Egli ha bisogno, come noi, di scoprire qual รจ la volontร del Padre, ha bisogno di ricevere la sua luce e la sua forza per compiere in ogni momento ciรฒ che a lui รจ gradito. Ha bisogno di pregare ora che รจ agli inizi della sua missione, pregherร prima della scelta degli apostoli (Lc 6,12), pregherร prima della sua passione (Lc 22,41) e pregherร , soprattutto, sulla croce (Lc 23,34.46) nel momento della prova piรน difficile. Per mantenersi fedele al Padre, ha avuto bisogno di pregare.
Dopo questa introduzione originale, anche Luca, come Matteo e Marco, descrive la scena successiva con tre immagini: lโapertura dei cieli, la colomba, la voce dal cielo. Non sta raccontando fatti prodigiosi realmente accaduti, ma impiega immagini ben comprensibili ai suoi lettori. Il loro significato non รจ difficile da cogliere anche per noi oggi.
Cominciamo dallโapertura del cielo.
Non si tratta di unโinformazione meteorologica (fra le nubi dense e cupe sarebbe filtrato un luminoso e insperato raggio di sole). Se cosรฌ fosse Luca ci avrebbe riferito un dettaglio davvero banale e di nessun interesse per la nostra fede. Eโ ben altro ciรฒ che egli vuole dire ai suoi lettori. Egli sta alludendo in modo chiaro a un testo dellโAT a loro ben noto.
Negli ultimi secoli prima di Cristo, il popolo dโIsraele ebbe la sensazione che il cielo si fosse chiuso. Dio, sdegnato a causa dei peccati e delle infedeltร del suo popolo, si era ritirato nel suo mondo, aveva smesso di inviare i profeti e sembrava avesse rotto ogni dialogo con lโuomo. I pii israeliti si chiedevano: quando finirร questo silenzio che tanto ci angoscia? Il Signore non tornerร a parlarci, non ci mostrerร piรน il suo volto sereno, come nei tempi antichi? E lo invocavano cosรฌ: โSignore, tu sei nostro Padre; noi siamo lโargilla e tu colui che ci dร forma, tutti noi siamo opera delle tue mani. Non adirarti troppo, non ricordarti per sempre delle nostre iniquitร โฆ Ah, se tu squarciassi i cieli e scendessi!โ (Is 64,7-8; 63,19).
Dicendo che, con lโinizio della vita pubblica di Gesรน, i cieli si sono squarciati, Luca dร ai suoi lettori una grande, lieta notizia: Dio ha esaudito la supplica del suo popolo, ha spalancato il Cielo e non lo richiuderร mai piรน. Eโ finita per sempre lโinimicizia fra il Cielo e la terra. La porta della casa del Padre rimarrร eternamente aperta per accogliere ogni figlio che desideri entrare. Qualcuno forse arriverร molto tardi, ma nessuno sarร escluso.
La seconda immagine รจ quella della colomba.
Luca non dice che una colomba scese dal cielo (sarebbe anche questo un dettaglio banale e superfluo), ma che lo Spirito santo scese โcome una colombaโ.
Il Battista ricorda certamente che dal cielo non รจ scesa solo la manna, ma anche lโacqua distruttrice del diluvio (Gen 7,12) e il fuoco e lo zolfo che hanno incenerito Sodoma e Gomorra (Gen 19,24). Egli probabilmente si aspetta la venuta dello Spirito come un โfuocoโ divoratore dei malvagi. Su Gesรน lo Spirito si posa invece come una โcolombaโ. Eโ tutto tenerezza, affetto, bontร . Mosso dallo Spirito, Gesรน si accosterร ai peccatori sempre con la dolcezza e lโamabilitร della colomba.
La colomba era anche il simbolo dellโattaccamento al proprio nido. Se lโevangelista ha in mente anche questo richiamo, allora vuole dirci che lo Spirito cerca Gesรน come la colomba cerca il suo nido. Gesรน รจ il tempio dove lo Spirito trova la sua stabile dimora.
La terza immagine, la voce dal cielo.
Eโ unโespressione usata frequentemente dai rabbini quando vogliono introdurre unโaffermazione da attribuire a Dio. Nel nostro racconto ha lo scopo di presentare pubblicamente, in nome di Dio, chi รจ Gesรน.
Per comprendere lโimportanza del messaggio di questa voce si deve tenere presente che il brano รจ stato composto dopo gli avvenimenti della Pasqua e vuole rispondere allโenigma suscitato nei discepoli dalla morte ignominiosa del Maestro. Ai loro occhi egli รจ apparso come lo sconfitto, come colui che Dio ha rifiutato ed abbandonato. I nemici โ custodi e garanti della purezza della fede del loro popolo โ lo hanno giudicato un bestemmiatore. Dio ha condiviso questa condanna?
Ai cristiani delle sue comunitร lโevangelista presenta il giudizio del Signore con una frase che fa riferimento a tre testi dellโAT.
โ โTu sei il mio figlioโ. Eโ una citazione del Sal 2,7. Nella cultura semitica il termine figlio non indica solo la generazione biologica, ma significa anche che una persona si comporta come suo padre. Presentando Gesรน come โsuo figlioโ, Dio garantisce di riconoscersi in lui, nelle sue parole, nei suoi gesti, nelle sue opere, nel gesto supremo del suo amore, nel dono della vita. Per conoscere il Padre gli uomini non devono far altro che guardare a questo figlio.
โ Il โpredilettoโ. Il riferimento รจ al racconto di Abramo, disposto ad offrire per amore il suo figlio unico, Isacco (Gen 22,2.12.16). Gesรน non รจ un re o un profeta come gli altri, รจ lโunico.
โ โIn te mi sono compiaciutoโ. Conosciamo giร questโespressione perchรฉ si trova nel primo versetto della lettura di oggi (Is 42,1). Dio dichiara che รจ Gesรน il โservoโ di cui ha parlato il profeta, รจ lui il โservoโ inviato a โinstaurare il diritto e la giustiziaโ nel mondo intero. Per portare a compimento questa missione offrirร la vita.
La โvoce dal cieloโ ribalta dunque il giudizio pronunciato dagli uomini e smentisce le attese messianiche del popolo dโIsraele. Un Messia umiliato, sconfitto, giustiziato era inconcepibile per la cultura giudaica del tempo. Quando Pietro, nella casa del sommo sacerdote, giurerร di non conoscere quellโuomo, in fondo dirร la veritร : non poteva riconoscere in lui il Messia, non assomigliava in nulla al salvatore dโIsraele che gli era stato narrato nella catechesi dei rabbini.
Lโadempimento delle profezie da parte di Dio รจ stato troppo sorprendente, per tutti, anche per il Battista.