p. Fernando Armellini โ€“ Commento al Vangelo del 10 Aprile 2022

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Padre Fernando Armellini, biblista Dehoniano, commenta il Vangelo di domenica 10 Aprile 2022.
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Domenica delle Palme   anno C

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Perchรฉ ha dovuto morire per salvarci?

Per chi ha interiorizzato unโ€™immagine pietistica di Gesรน รจ difficile capire la ragione per cui egli รจ stato ucciso. Come si puรฒ divenire nemici di colui che cura i malati, abbraccia e accarezza i bambini, ama i poveri, difende i deboli? In questโ€™ottica la sua morte รจ un fatto inspiegabile, da attribuire ad una misteriosa volontร  del Padre che, per perdonare il peccato dellโ€™uomo, aveva bisogno di vedere scorrere il sangue di un giusto. Difficile davvero accettare questโ€™interpretazione!

Con profondo dolore ricordiamo poi lโ€™assurda attribuzione di questa morte al popolo ebraico e le percosse inflitte con la croce agli Ebrei durante le processioni del venerdรฌ santo.

Perchรฉ allora Gesรน รจ morto? In quale senso ha immolato la sua vita per noi? Da quali schiavitรน ci ha liberato consegnandosi a chi lo ha inchiodato in croce?

La ragione dellโ€™ostilitร  che si รจ scatenata contro di lui sta nel fatto che egli รจ apparso come luce del mondo (Gv 9,5). โ€œLa luce splende nelle tenebre, ma le tenebre non lโ€™hanno accoltaโ€ (Gv 1,4-5). โ€œEgli era la luce vera, quella che illumina ogni uomoโ€ (Gv 1,9), โ€œma gli uomini hanno preferito le tenebre alla luce, perchรฉ le loro opere erano malvagieโ€ (Gv 3,19).

Alcuni raggi di questa luce che ha squarciato le tenebre del mondo sono stati particolarmente intensi. Sono raggi penetrati nel cuore delle persone semplici colmandole di gioia e di speranza, ma hanno abbagliato, hanno infastidito, sono divenuti insopportabili per gli occhi torbidi di altri (e questa drammatica storia puรฒ ripetersi oggi). In particolare:

โ€“ ha proposto un nuovo volto di Dio. Non piรน un Dio giustiziere, ma un Dio che salva ogni uomo;

โ€“ ha proposto un nuovo volto dโ€™uomo. Ha capovolto i valori di questo mondo: grande per lui non รจ chi vince e chi domina, ma chi serve i fratelli;

โ€“ ha proposto una nuova religione. Non piรน quella dei riti, ma quella โ€œin spirito e veritร โ€;

โ€“ ha proposto una nuova societร  in cui il โ€œprimoโ€ รจ il povero, il debole, lโ€™emarginato.

Gesรน non ha ricercato la morte in croce, ma per evitarla avrebbe dovuto rinnegare tutte queste sue proposte, avrebbe dovuto rientrare nei ranghi, stare zitto, adeguarsi alla mentalitร  corrente, rassegnarsi al trionfo del male, abbandonare per sempre lโ€™uomo nelle mani del โ€œprincipe di questo mondoโ€. Avrebbe dovuto tornare a Nazareth a costruire tavoli ed aratri. Lo avrebbero lasciato tranquillo. Non solo non sarebbe stato messo in croce, ma sarebbe stato colmato dโ€™onori. Avrebbe fatto carriera nellโ€™istituzione religiosa ufficialeโ€ฆ ottenendo quei โ€œregni di questo mondoโ€ che satana gli aveva promesso fin da principio. Ma questo sarebbe stato il fallimento della sua missione.

Durante questa settimana non siamo invitati a rattristarci e a piangere la morte di Gesรน, ma a gioire per la liberazione che egli ha realizzato donando la sua vita.

Proviamo anche ad interrogarci: davvero siamo entrati nella nuova realtร  nata dal suo sacrificio? Chiediamoci se abbiamo accolto il suo Regno, assimilando il nuovo volto di Dio, la nuova religione, il nuovo volto dโ€™uomo e la nuova societร  da lui proposti.

Per interiorizzare il messaggio, ripeteremo:
Come ogni apostolo ha fatto durante lโ€™ultima cena, durante questa settimana anchโ€™io mi chiederรฒ: โ€œSono forse io Signore colui che si oppone al tuo Regno?โ€.

Prima Lettura (Is 50,4-7)

4 Il Signore Dio mi ha dato una lingua da iniziati,
perchรฉ io sappia indirizzare allo sfiduciato una parola.
Ogni mattina fa attento il mio orecchio
perchรฉ io ascolti come gli iniziati.
5 Il Signore Dio mi ha aperto lโ€™orecchio
e io non ho opposto resistenza,
non mi sono tirato indietro.
6 Ho presentato il dorso ai flagellatori,
la guancia a coloro che mi strappavano la barba;
non ho sottratto la faccia agli insulti e agli sputi.
7 Il Signore Dio mi assiste, per questo non resto confuso,
per questo rendo la mia faccia dura come pietra,
sapendo di non restare deluso.

Spiegando la prima lettura della festa del battesimo del Signore, abbiamo parlato di un personaggio misterioso che entra in scena nella seconda parte del libro dโ€™Isaia. Si tratta del โ€œServo del Signoreโ€. Nella lettura di oggi questo โ€œServoโ€ ricompare ed รจ egli stesso che parla.

Descrive anzitutto la missione che gli รจ stata affidata: รจ inviato ad annunciare un messaggio di consolazione a chi รจ abbattuto e senza speranza (v.4). Dalle sue labbra escono sempre e solo parole di conforto per chi si รจ smarrito su vie non buone e non riesce a ritrovare il retto cammino, per chi รจ avvolto dalle tenebre e brancola nel buio.

Poi chiarisce il modo con cui porterร  a compimento la sua missione (vv.4-5). Il Signore โ€“ dice โ€“ gli ha dato un orecchio capace di ascoltare e una bocca in grado di comunicare. Tuttavia, siccome ciรฒ che questo Servo ha udito non era piacevole, la sua prima reazione รจ stata di tirarsi indietro, di rinunciare, di trovare una giustificazione per eclissarsi (v.5). Non lo ha fatto, ha saputo resistere.

Infine racconta ciรฒ che gli รจ successo, quali sono state le conseguenze della sua coerenza. Ha trasmesso fedelmente il messaggio udito ed รจ stato percosso, insultato, schiaffeggiato, gli hanno sputato in faccia, ma non ha reagito, ha continuato a confidare nel Signore (v.7).

Ascoltando soprattutto lโ€™ultima parte della lettura, si รจ spontaneamente indotti ad accostare questo Servo a Gesรน (subito dopo la Pasqua, i cristiani hanno fatto questo collegamento). Come il โ€œServo del Signoreโ€, Gesรน si รจ mantenuto in ascolto del Padre, ha pronunciato solo parole di consolazione e speranza, ha dato conforto agli sfiduciati, agli emarginati ed ha fatto la fine del Servo di cui si parla nel libro di Isaia (Cf. Mt 27,27-31).

A questo punto il rischio รจ quello di soffermarsi a contemplare e ad ammirare la fedeltร  di Gesรน, di commuoversi di fronte a ciรฒ che egli ha sofferto, di provare sdegno per le ingiustizie che ha subito e di concludere che, anche oggi, per qualche eroe fedele a Dio si puรฒ ripetere la medesima, drammatica esperienza del Servo del Signore.

Non qualche eroe, ma ogni uomo รจ chiamato a svolgere la missione del โ€œServoโ€ e di Cristo.

Quale? Questa: mantenersi in ascolto della parola di Dio, tradurre in atto ciรฒ che ha udito ed essere disposto a subirne le conseguenze.

Seconda Lettura (Fil 2,6-11)

6 Cristo Gesรน, pur essendo di natura divina,
non considerรฒ un tesoro geloso
la sua uguaglianza con Dio;
7 ma spogliรฒ se stesso,
assumendo la condizione di servo
e divenendo simile agli uomini;
apparso in forma umana,
8 umiliรฒ se stesso
facendosi obbediente fino alla morte
e alla morte di croce.
9 Per questo Dio lโ€™ha esaltato
e gli ha dato il nome
che รจ al di sopra di ogni altro nome;
10 perchรฉ nel nome di Gesรน
ogni ginocchio si pieghi
nei cieli, sulla terra e sotto terra;
11 e ogni lingua proclami
che Gesรน Cristo รจ il Signore, a gloria di Dio Padre.

La comunitร  di Filippi era molto buona. Paolo ne era orgoglioso. Tuttavia, come succede anche nelle migliori comunitร , a Filippi cโ€™era un poโ€™ dโ€™invidia fra i cristiani. Qualcuno cercava di attirare su di sรฉ lโ€™attenzione, voleva farla un poโ€™ da padrone imponendo la propria volontร .

รˆ a causa di questa situazione che Paolo, nella prima parte della lettera raccomanda in modo accorato: โ€œFate che la mia gioia sia piena, andate dโ€™accordo, abbiate lo stesso amore, unโ€™anima sola, un medesimo modo di sentire; non fate nulla per rivalitร , nulla per vanagloria. Non badate al vostro bene, ma a quello degli altriโ€ (Fil 2,2-4).

Per imprimere meglio nella mente e nel cuore dei filippesi questo insegnamento, presenta lโ€™esempio di Cristo e lo fa citando un inno stupendo, conosciuto in molte delle comunitร  cristiane del I secolo.

In due strofe lโ€™inno racconta la storia di Gesรน.

Egli esisteva giร  prima di farsi uomo; incarnandosi โ€œsi รจ svuotatoโ€ della sua grandezza divina ed ha accettato di entrare in unโ€™esistenza schiava della morte. Non si รจ rivestito della nostra umanitร  come di un abito esterno del quale alla fine si รจ poi sbarazzato. Si รจ fatto per sempre simile a noi: ha assunto la nostra debolezza, la nostra ignoranza, la nostra fragilitร , le nostre passioni, i nostri sentimenti e la nostra condizione mortale. รˆ apparso ai nostri occhi nellโ€™umiltร  del piรน disprezzato degli uomini, lo schiavo, colui al quale i romani riservavano il supplizio ignominioso della croce (vv.6-8).

Il cammino che egli ha percorso non si รจ perรฒ concluso con lโ€™umiliazione e la morte in croce.

La seconda parte dellโ€™inno (vv.9-11) canta la gloria alla quale egli รจ stato elevato: il Padre lo ha risuscitato, lo ha additato a modello per ogni uomo e gli ha dato il potere ed il dominio su ogni creatura. Lโ€™umanitร  intera finirร  per essere assimilata a lui e allora il progetto di Dio sarร  compiuto.

Vangelo (Lc 22,14-23,56)

14 Quando fu lโ€™ora, Gesรน prese posto a tavola e gli apostoli con lui, 15 e disse: โ€œHo desiderato ardentemente di mangiare questa Pasqua con voi, prima della mia passione, 16 poichรฉ vi dico: non la mangerรฒ piรน, finchรฉ essa non si compia nel regno di Dioโ€. 17 E preso un calice, rese grazie e disse: โ€œPrendetelo e distribuitelo tra voi, 18 poichรฉ vi dico: da questo momento non berrรฒ piรน del frutto della vite, finchรฉ non venga il regno di Dioโ€.

19 Poi, preso un pane, rese grazie, lo spezzรฒ e lo diede loro dicendo: โ€œQuesto รจ il mio corpo che รจ dato per voi; fate questo in memoria di meโ€. 20 Allo stesso modo dopo aver cenato, prese il calice dicendo: โ€œQuesto calice รจ la nuova alleanza nel mio sangue, che viene versato per voiโ€
21 โ€œMa ecco, la mano di chi mi tradisce รจ con me, sulla tavola. 22 Il Figlio dellโ€™uomo se ne va, secondo quanto รจ stabilito; ma guai a quellโ€™uomo dal quale รจ tradito!โ€. 23 Allora essi cominciarono a domandarsi a vicenda chi di essi avrebbe fatto ciรฒ.
24 Sorse anche una discussione, chi di loro poteva esser considerato il piรน grande. 25 Egli disse: โ€œI re delle nazioni le governano, e coloro che hanno il potere su di esse si fanno chiamare benefattori. 26 Per voi perรฒ non sia cosรฌ; ma chi รจ il piรน grande tra voi diventi come il piรน piccolo e chi governa come colui che serve. 27 Infatti chi รจ piรน grande, chi sta a tavola o chi serve? Non รจ forse colui che sta a tavola? Eppure io sto in mezzo a voi come colui che serve.
28 Voi siete quelli che avete perseverato con me nelle mie prove; 29 e io preparo per voi un regno, come il Padre lโ€™ha preparato per me, 30 perchรฉ possiate mangiare e bere alla mia mensa nel mio regno e siederete in trono a giudicare le dodici tribรน di Israele.
31 Simone, Simone, ecco satana vi ha cercato per vagliarvi come il grano; 32 ma io ho pregato per te, che non venga meno la tua fede; e tu, una volta ravveduto, conferma i tuoi fratelliโ€. 33 E Pietro gli disse: โ€œSignore, con te sono pronto ad andare in prigione e alla morteโ€. 34 Gli rispose: โ€œPietro, io ti dico: non canterร  oggi il gallo prima che tu per tre volte avrai negato di conoscermiโ€.
35 Poi disse: โ€œQuando vi ho mandato senza borsa, nรฉ bisaccia, nรฉ sandali, vi รจ forse mancato qualcosa?โ€. Risposero: โ€œNullaโ€. 36 Ed egli soggiunse: โ€œMa ora, chi ha una borsa la prenda, e cosรฌ una bisaccia; chi non ha spada, venda il mantello e ne compri una. 37 Perchรฉ vi dico: deve compiersi in me questa parola della Scrittura: E fu annoverato tra i malfattori. Infatti tutto quello che mi riguarda volge al suo termineโ€. 38 Ed essi dissero: โ€œSignore, ecco qui due spadeโ€. Ma egli rispose โ€œBasta!โ€.
39 Uscito se ne andรฒ, come al solito, al monte degli Ulivi; anche i discepoli lo seguirono. 40 Giunto sul luogo, disse loro: โ€œPregate, per non entrare in tentazioneโ€. 41 Poi si allontanรฒ da loro quasi un tiro di sasso e, inginocchiatosi, pregava: 42 โ€œPadre, se vuoi, allontana da me questo calice! Tuttavia non sia fatta la mia, ma la tua volontร โ€. 43 Gli apparve allora un angelo dal cielo a confortarlo. 44 In preda allโ€™angoscia, pregava piรน intensamente; e il suo sudore diventรฒ come gocce di sangue che cadevano a terra. 45 Poi, rialzatosi dalla preghiera, andรฒ dai discepoli e li trovรฒ che dormivano per la tristezza. 46 E disse loro: โ€œPerchรฉ dormite? Alzatevi e pregate, per non entrare in tentazioneโ€.
47 Mentre egli ancora parlava, ecco una turba di gente; li precedeva colui che si chiamava Giuda, uno dei Dodici, e si accostรฒ a Gesรน per baciarlo. 48 Gesรน gli disse: โ€œGiuda, con un bacio tradisci il Figlio dellโ€™uomo?โ€. 49 Allora quelli che eran con lui, vedendo ciรฒ che stava per accadere, dissero: โ€œSignore, dobbiamo colpire con la spada?โ€. 50 E uno di loro colpรฌ il servo del sommo sacerdote e gli staccรฒ lโ€™orecchio destro. 51 Ma Gesรน intervenne dicendo: โ€œLasciate, basta cosรฌ!โ€. E toccandogli lโ€™orecchio, lo guarรฌ. 52 Poi Gesรน disse a coloro che gli eran venuti contro, sommi sacerdoti, capi delle guardie del tempio e anziani: โ€œSiete usciti con spade e bastoni come contro un brigante? 53 Ogni giorno ero con voi nel tempio e non avete steso le mani contro di me; ma questa รจ la vostra ora, รจ lโ€™impero delle tenebreโ€.
54 Dopo averlo preso, lo condussero via e lo fecero entrare nella casa del sommo sacerdote. Pietro lo seguiva da lontano. 55 Siccome avevano acceso un fuoco in mezzo al cortile e si erano seduti attorno, anche Pietro si sedette in mezzo a loro. 56 Vedutolo seduto presso la fiamma, una serva fissandolo disse: โ€œAnche questi era con luiโ€. 57 Ma egli negรฒ dicendo: โ€œDonna, non lo conosco!โ€. 58 Poco dopo un altro lo vide e disse: โ€œAnche tu sei di loro!โ€. Ma Pietro rispose: โ€œNo, non lo sono!โ€. 59 Passata circa unโ€™ora, un altro insisteva: โ€œIn veritร , anche questo era con lui; รจ anche lui un galileoโ€. 60 Ma Pietro disse: โ€œO uomo, non so quello che diciโ€. E in quellโ€™istante, mentre ancora parlava, un gallo cantรฒ. 61 Allora il Signore, voltatosi, guardรฒ Pietro, e Pietro si ricordรฒ delle parole che il Signore gli aveva detto: โ€œPrima che il gallo canti, oggi mi rinnegherai tre volteโ€. 62 E, uscito, pianse amaramente.
63 Frattanto gli uomini che avevano in custodia Gesรน lo schernivano e lo percuotevano, 64 lo bendavano e gli dicevano: โ€œIndovina: chi ti ha colpito?โ€. 65 E molti altri insulti dicevano contro di lui.
66 Appena fu giorno, si riunรฌ il consiglio degli anziani del popolo, con i sommi sacerdoti e gli scribi; lo condussero davanti al sinedrio e gli dissero: 67 โ€œSe tu sei il Cristo, dicceloโ€. Gesรน rispose: โ€œAnche se ve lo dico, non mi crederete; 68 se vi interrogo, non mi risponderete. 69 Ma da questo momento starร  il Figlio dellโ€™uomo seduto alla destra della potenza di Dioโ€. 70 Allora tutti esclamarono: โ€œTu dunque sei il Figlio di Dio?โ€. Ed egli disse loro: โ€œLo dite voi stessi: io lo sonoโ€. 71 Risposero: โ€œChe bisogno abbiamo ancora di testimonianza? Lโ€™abbiamo udito noi stessi dalla sua boccaโ€.
23,1 Tutta lโ€™assemblea si alzรฒ, lo condussero da Pilato 2 e cominciarono ad accusarlo: โ€œAbbiamo trovato costui che sobillava il nostro popolo, impediva di dare tributi a Cesare e affermava di essere il Cristo reโ€. 3 Pilato lo interrogรฒ: โ€œSei tu il re dei giudei?โ€. Ed egli rispose: โ€œTu lo diciโ€. 4 Pilato disse ai sommi sacerdoti e alla folla: โ€œNon trovo nessuna colpa in questโ€™uomoโ€. 5 Ma essi insistevano: โ€œCostui solleva il popolo, insegnando per tutta la Giudea, dopo aver cominciato dalla Galilea fino a quiโ€.
6 Udito ciรฒ, Pilato domandรฒ se era galileo 7 e, saputo che apparteneva alla giurisdizione di Erode, lo mandรฒ da Erode che in quei giorni si trovava anchโ€™egli a Gerusalemme.
8 Vedendo Gesรน, Erode si rallegrรฒ molto, perchรฉ da molto tempo desiderava vederlo per averne sentito parlare e sperava di vedere qualche miracolo fatto da lui. 9 Lo interrogรฒ con molte domande, ma Gesรน non gli rispose nulla. 10 Cโ€™erano lร  anche i sommi sacerdoti e gli scribi, e lo accusavano con insistenza. 11 Allora Erode, con i suoi soldati, lo insultรฒ e lo schernรฌ, poi lo rivestรฌ di una splendida veste e lo rimandรฒ a Pilato. 12 In quel giorno Erode e Pilato diventarono amici; prima infatti cโ€™era stata inimicizia tra loro.
13 Pilato, riuniti i sommi sacerdoti, le autoritร  e il popolo, 14 disse: โ€œMi avete portato questโ€™uomo come sobillatore del popolo; ecco, lโ€™ho esaminato davanti a voi, ma non ho trovato in lui nessuna colpa di quelle di cui lo accusate; 15 e neanche Erode, infatti ce lโ€™ha rimandato. Ecco, egli non ha fatto nulla che meriti la morte. 16 Perciรฒ, dopo averlo severamente castigato, lo rilascerรฒโ€. 17 . 18 Ma essi si misero a gridare tutti insieme: โ€œA morte costui! Dacci libero Barabba!โ€. 19 Questi era stato messo in carcere per una sommossa scoppiata in cittร  e per omicidio.
20 Pilato parlรฒ loro di nuovo, volendo rilasciare Gesรน. 21 Ma essi urlavano: โ€œCrocifiggilo, crocifiggilo!โ€. 22 Ed egli, per la terza volta, disse loro: โ€œMa che male ha fatto costui? Non ho trovato nulla in lui che meriti la morte. Lo castigherรฒ severamente e poi lo rilascerรฒโ€. 23 Essi perรฒ insistevano a gran voce, chiedendo che venisse crocifisso; e le loro grida crescevano. 24 Pilato allora decise che la loro richiesta fosse eseguita. 25 Rilasciรฒ colui che era stato messo in carcere per sommossa e omicidio e che essi richiedevano, e abbandonรฒ Gesรน alla loro volontร .
26 Mentre lo conducevano via, presero un certo Simone di Cirรจne che veniva dalla campagna e gli misero addosso la croce da portare dietro a Gesรน. 27 Lo seguiva una gran folla di popolo e di donne che si battevano il petto e facevano lamenti su di lui. 28 Ma Gesรน, voltandosi verso le donne, disse: โ€œFiglie di Gerusalemme, non piangete su di me, ma piangete su voi stesse e sui vostri figli. 29 Ecco, verranno giorni nei quali si dirร : Beate le sterili e i grembi che non hanno generato e le mammelle che non hanno allattato.
30 Allora cominceranno a dire ai monti: Cadete su di noi! e ai colli: Copriteci! 31 Perchรฉ se trattano cosรฌ il legno verde, che avverrร  del legno secco?โ€.
32 Venivano condotti insieme con lui anche due malfattori per essere giustiziati.
33 Quando giunsero al luogo detto Cranio, lร  crocifissero lui e i due malfattori, uno a destra e lโ€™altro a sinistra. 34 Gesรน diceva: โ€œPadre, perdonali, perchรฉ non sanno quello che fannoโ€.
Dopo essersi poi divise le sue vesti, le tirarono a sorte.
35 Il popolo stava a vedere, i capi invece lo schernivano dicendo: โ€œHa salvato gli altri, salvi se stesso, se รจ il Cristo di Dio, il suo elettoโ€. 36 Anche i soldati lo schernivano, e gli si accostavano per porgergli dellโ€™aceto, e dicevano: 37 โ€œSe tu sei il re dei giudei, salva te stessoโ€. 38 Cโ€™era anche una scritta, sopra il suo capo: Questi รจ il re dei giudei.
39 Uno dei malfattori appesi alla croce lo insultava: โ€œNon sei tu il Cristo? Salva te stesso e anche noi!โ€. 40 Ma lโ€™altro lo rimproverava: โ€œNeanche tu hai timore di Dio e sei dannato alla stessa pena? 41 Noi giustamente, perchรฉ riceviamo il giusto per le nostre azioni, egli invece non ha fatto nulla di maleโ€. 42 E aggiunse: โ€œGesรน, ricordati di me quando entrerai nel tuo regnoโ€. 43 Gli rispose: โ€œIn veritร  ti dico, oggi sarai con me nel paradisoโ€.
44 Era verso mezzogiorno, quando il sole si eclissรฒ e si fece buio su tutta la terra fino alle tre del pomeriggio. 45 Il velo del tempio si squarciรฒ nel mezzo. 46 Gesรน, gridando a gran voce, disse: โ€œPadre, nelle tue mani consegno il mio spiritoโ€. Detto questo spirรฒ.
47 Visto ciรฒ che era accaduto, il centurione glorificava Dio: โ€œVeramente questโ€™uomo era giustoโ€. 48 Anche tutte le folle che erano accorse a questo spettacolo, ripensando a quanto era accaduto, se ne tornavano percuotendosi il petto. 49 Tutti i suoi conoscenti assistevano da lontano e cosรฌ le donne che lo avevano seguito fin dalla Galilea, osservando questi avvenimenti.
50 Cโ€™era un uomo di nome Giuseppe, membro del sinedrio, persona buona e giusta. 51 Non aveva aderito alla decisione e allโ€™operato degli altri. Egli era di Arimatรจa, una cittร  dei giudei, e aspettava il regno di Dio. 52 Si presentรฒ a Pilato e chiese il corpo di Gesรน. 53 Lo calรฒ dalla croce, lo avvolse in un lenzuolo e lo depose in una tomba scavata nella roccia, nella quale nessuno era stato ancora deposto. 54 Era il giorno della parascรจve e giร  splendevano le luci del sabato. 55 Le donne che erano venute con Gesรน dalla Galilea seguivano Giuseppe; esse osservarono la tomba e come era stato deposto il corpo di Gesรน, 56 poi tornarono indietro e prepararono aromi e oli profumati. Il giorno di sabato osservarono il riposo secondo il comandamento.

Tutti gli evangelisti dedicano uno spazio considerevole al racconto della passione e morte di Gesรน. La traccia che seguono e i fatti sono fondamentalmente gli stessi, anche se vengono narrati in modo e secondo prospettive diverse. Ogni evangelista presenta perรฒ anche episodi, dettagli, sottolineature che gli sono propri. Questi rivelano lโ€™attenzione e lโ€™interesse per alcuni temi di catechesi ritenuti significativi e urgenti per le sue comunitร . La versione del racconto della passione che oggi ci viene proposta รจ quella secondo Luca. Nel nostro commento ci limiteremo a sottolinearne gli aspetti caratteristici.

Nel suo Vangelo Luca non si lascia mai sfuggire lโ€™occasione per mettere in risalto la bontร  e la misericordia di Gesรน. Lo fa anche durante la passione.

La reazione istintiva di fronte a un aggressore che vuole uccidere รจ lโ€™autodifesa.  Quando viene data la notizia che, durante una colluttazione, un mafioso ha avuto la peggio ed รจ rimasto ferito, molti gioiscono e cโ€™รจ anche chi si rattrista se qualcuno lo ha soccorso.

La reazione contro lโ€™aggressore รจ spontanea, comprensibile e, dal punto di vista umano, anche giustificabile: nellโ€™orto degli Ulivi, gli apostoli non esitano a porla in atto. Per impedire il sopruso, la violenza, lโ€™ingiustizia, la prima cosa che pensano di fare รจ mettere mano alla spada. La frase: Signore, dobbiamo colpire con la spada?, nel testo originale non si presenta come una domanda, ma come una decisione: โ€œSignore, noi adesso ricorriamo alla spada!โ€. E difatti, prima di attendere il parere del Maestro, uno di loro passa alle vie di fatto e stacca lโ€™orecchio destro al servo del sommo sacerdote (Lc 22,49-51).

Gesรน interviene e rimprovera severamente Pietro per il gesto inconsulto che ha compiuto. Poi โ€“ ed รจ questo il particolare che solo Luca riferisce โ€“ si prende cura del ferito e lo guarisce (Lc 22,51).

Il messaggio che lโ€™evangelista vuole dare รจ chiaro: il discepolo non solo non puรฒ aggredire nessuno, ma รจ sempre pronto a rimediare ai guai provocati da altri. Si prende cura anche di chi gli ha fatto e magari continua a volergli fare del male.

Il cristiano ha avversari, non puรฒ non averne perchรฉ, come il Maestro, deve confrontarsi โ€“ anche in modo duro โ€“ con chi fa scelte di morte, con chi deforma il volto di Dio, con chi porta avanti un progetto di uomo e di societร  inaccettabili. Ma il cristiano non ha nemici. Il nemico รจ colui che deve essere annientato, schiacciato, umiliato, eliminato. Lโ€™avversario non viene distrutto, ma affrontato per aiutarlo a crescere, a liberarsi dalle sue schiavitรน. Le armi vengono usate da chi ha nemici da sconfiggere, non da chi ha, come unica missione, quella di trasformare gli avversari in fratelli.

Poco piรน avanti troviamo un altro particolare toccante.

Come Marco e Matteo, anche Luca dice che, dopo aver rinnegato il Maestro nella casa del sommo sacerdote, Pietro uscรฌ e scoppiรฒ a piangere. Solo lui perรฒ nota che il Signore, voltatosi, guardรฒ Pietro (Lc 22,61-62) e il verbo greco che usa non รจ blepo (vedere), ma emblepo (guardare dentro).

Lo sguardo di Gesรน รจ commovente: non รจ un rimprovero, ma un gesto di comprensione per la debolezza del suo discepolo. Noi consideriamo lโ€™azione esteriore, il gesto codardo, le parole vili di Pietro. Gesรน, comโ€™รจ solito fare, guarda dentro, vede il cuore del suo discepolo e scopre che egli compie, sรฌ, un gesto pusillanime, ma in fondo gli vuole bene e gli rimane fedele.

Sottolineando questo sguardo, Luca indica ai cristiani di ogni tempo come devono essere considerate le fragilitร  proprie e dei fratelli: vanno guardate con gli occhi di Gesรน, occhi che infondono fiducia e ridonano speranza, occhi che scoprono, anche nel piรน grande peccatore, una scintilla di amore e lo aiutano a ripartire.

Durante la passione i discepoli non fanno una bella figura: Giuda tradisce, Pietro rinnega, tutti fuggono (Mc 14,50). Gli evangelisti sottolineano questo comportamento vile. Solo Luca cerca di attenuare la responsabilitร  degli apostoli: non accenna alla loro fuga, anzi, dice che, sul Calvario, โ€œtutti i suoi conoscenti assistevano da lontanoโ€ (Lc 23,49); non riferisce il rimprovero di Gesรน a Pietro: โ€œSimone dormi? Non sei riuscito a vegliare unโ€™ora sola?โ€ (Mc 14,37); trova una scusa per spiegare anche il loro sonno: โ€œDormivano per la tristezzaโ€ (Lc 22,45).

Luca รจ lโ€™esempio del pastore dโ€™anime che, pur non giustificando il peccato, lo sa capire, lo attribuisce allโ€™ignoranza, alla miseria umana che tutti ci accomuna. Non sottolinea lโ€™errore commesso, non lo rinfaccia perchรฉ sa che chi viene umiliato e svergognato, chi non si sente accolto e stimato malgrado le sue debolezze, finisce per ripiegarsi pericolosamente su se stesso e precludersi ogni via di recupero.

Ci sono stati martiri che sono morti disprezzando chi li uccideva e minacciando su di loro la vendetta del cielo. โ€œNon credere di andare impunito!โ€ โ€“ dice uno dei fratelli Maccabei al suo carnefice (2 Mac 7,19).

Il discepolo di Cristo non conosce questo linguaggio, non impreca, non maledice, non invoca castighi contro chi gli fa del male (Lc 6,27-36). Anche nei momenti piรน drammatici pronuncia solo parole di amore.

Questo atteggiamento รจ lโ€™unico compatibile con quello del Maestro. Egli โ€“ dice Pietro nella sua lettera ai cristiani perseguitati delle sue comunitร  โ€“ โ€œoltraggiato non rispondeva con oltraggi e soffrendo non minacciava vendettaโ€ (1 Pt 2,23).

Nel racconto della passione, Luca riferisce una frase che ogni discepolo deve tenere presente quando รจ chiamato a sopportare ingiustizie, soprusi, vessazioni.

Solo Luca ricorda che, pochi istanti prima di spirare sulla croce, Gesรน ha ancora la forza di dire: Padre, perdona loro perchรฉ non sanno quello che fanno (Lc 23,34). Non si riferiva ai soldati, intenti a dividersi le sue vesti, ma ai veri responsabili della sua morte: le autoritร  religiose del suo popolo. Gesรน non si รจ limitato a ordinare ai suoi di perdonare sempre e senza condizioni, ma ha dato lโ€™esempio. Sarร  imitato da Stefano, il primo martire che, piegate le ginocchia sotto i colpi delle pietre scagliate contro di lui, griderร  forte: โ€œSignore, non imputare loro questo peccato!โ€ (At 7,60).

Tutti conosciamo a memoria il racconto dellโ€™istituzione dellโ€™eucaristia: lo sentiamo ripetere durante ogni messa.

Forse non tutti sappiamo che soltanto Luca riferisce lโ€™ingiunzione del Signore: Fate questo in memoria di me (Lc 22,19).

Indubbiamente Gesรน ha voluto che il rito dello spezzar del pane e della condivisione del calice venisse ripetuto lungo i secoli dalle comunitร  cristiane, ma le sue parole non sono solo un invito a ripetere liturgicamente il suo gesto. Lo โ€œspezzar del paneโ€ per Gesรน ha un valore simbolico straordinario: in esso ha voluto che fosse riassunta e rappresentata tutta la sua vita, spezzata e donata agli uomini.

โ€œFate questo in memoria di meโ€ รจ un invito a fare propria questa sua scelta. Solo chi รจ entrato in questa logica del Maestro, solo chi, come lui, spezza la propria vita per gli altri puรฒ โ€œspezzare il pane eucaristicoโ€ con purezza di cuore. Altrimenti la ripetizione del gesto liturgico si riduce a un rito vuoto e, a volte, addirittura ipocrita.

Qual รจ la malattia, il cancro che distrugge le nostre comunitร ? รˆ la frenesia per occupare i primi posti, per essere superiori, per dominare, per imporsi agli altri, per ottenere privilegi e titoli onorifici. รˆ questa passione che provoca invidie, critiche, pettegolezzi meschini, divisioni, discordie fra cristiani.

Questa malattia non รจ di oggi. I Vangeli riferiscono vari episodi spiacevoli, frequenti e meschine discussioni fra gli apostoli desiderosi di definire le precedenze, di stabilire chi fra loro fosse il maggiore. Essi non volevano in alcun modo accettare la proposta del Maestro di farsi piccoli, di scendere allโ€™ultimo posto, di porsi a servizio dei piรน poveri, di divenire schiavi degli altri.

Come far comprendere ai cristiani che questo insegnamento di Gesรน รจ la legge fondamentale su cui si basa la comunitร ? Luca ha unโ€™idea: presentare questo tema durante lโ€™ultima cena (Lc 22,24-27). Collocate in questo contesto le parole del Maestro acquistano un valore massimo: diventano il suo testamento, la sua ultima richiesta, dunque devono essere considerate come sacre e inviolabili. Chi di noi avrebbe il coraggio di non compiere ciรฒ che il padre chiede prima di morire?

Dopo lโ€™istituzione dellโ€™eucaristia โ€“ dice Luca โ€“ gli apostoli cominciarono ad accapigliarsi perchรฉ ognuno di loro voleva essere il primo. Gesรน allora prese la parola e spiegรฒ che, nella nuova comunitร , lโ€™autoritร  non doveva essere intesa secondo i criteri di questo mondo. Cosa fanno i capi delle nazioni? Hanno il potere, comandano sugli altri, accumulano denaro, esigono maggiore rispetto, pretendono privilegi, aerei personali. Nella chiesa non puรฒ essere cosรฌ! In essa lโ€™autoritร  รจ solo servizio. Si badi bene: servire non vuol dire decidere in nome degli altri, imporre il proprio modo di pensare, obbligare a fare quello che si ritiene sia giusto. Questo รจ ancora dominare.

Servire vuol dire occupare davvero lโ€™ultimo posto, rispettare, dialogare, capire, trovare per ognuno un ministero da svolgere con gioia in favore dei fratelli.

Il termine agonia per noi indica gli ultimi momenti che precedono la morte. Il suo significato etimologico รจ perรฒ diverso, indica la lotta, la competizione degli atleti ed รจ in questo senso che viene usato nel racconto evangelico.

Fin dagli inizi della vita pubblica, Gesรน si รจ confrontato in combattimento con le forze del male โ€“ con satana โ€“ e ha vinto. Ma lโ€™agone non si รจ concluso dopo il primo scontro. Luca nota che โ€œdopo aver esaurito ogni specie di tentazione, il diavolo si allontanรฒ da lui per ritornare al tempo fissatoโ€ (Lc 4,13).

Ecco, infatti, che allโ€™inizio del racconto della passione ritorna il nemico per lโ€™ultimo assalto: โ€œSi avvicinava la festa degli Azzimiโ€ฆ Allora satana entrรฒ in Giudaโ€. Le forze del male si incarnano in uno dei dodici apostoli e scatenano lโ€™offensiva.

Gesรน, come ogni atleta prima della gara, si deve preparare e Luca โ€“ piรน degli altri evangelisti โ€“ sottolinea come egli si prepara: con la preghiera. Il racconto dellโ€™agonia inizia con la raccomandazione di Gesรน ai discepoli: โ€œPregate per non entrare in tentazioneโ€, poi continua: โ€œsi allontanรฒ e, inginocchiatosi, pregavaโ€ฆ Entrato in agonia, pregava piรน intensamenteโ€ฆ Poi rialzatosi dalla preghieraโ€ฆ E disse ai discepoli: Alzatevi e pregateโ€ (Lc 22,39-46). Unโ€™insistenza sulla preghiera che ha lโ€™obiettivo di indicare a tutti i cristiani come si ottiene la vittoria.

In questo contesto Luca introduce alcuni particolari significativi. Dice anzitutto che a Gesรน โ€œapparve un angelo dal cielo per rafforzarloโ€ (v.43). รˆ lโ€™effetto della preghiera. Quando nella Bibbia si parla di angeli non si deve immediatamente pensare a esseri spirituali che assumono sembianze umane. Essi indicano spesso una rivelazione di Dio avvenuta nellโ€™intimo dellโ€™uomo. Nel Getsemani Gesรน รจ stato tentato di fuggire e di scegliere cammini diversi da quelli tracciati dal Padre. La preghiera, il dialogo con il Padre, gli ha fatto comprendere il senso, il valore della sua morte. Egli ha chiesto al Padre di allontanare da lui il calice e la sua preghiera รจ stata esaudita: non gli รจ stata risparmiata la sofferenza, non รจ stato sottratto alla morte, ma รจ stato illuminato e, sostenuto dallo Spirito, ha dato la sua adesione incondizionata al Padre.

Luca vuol dire ad ogni discepolo che, per non essere sopraffatti dalla tentazione, per superare la debolezza e la fragilitร  umane, bisogna pregare โ€œintensamenteโ€, come il Maestro.

Sempre in questo contesto della preparazione di Gesรน allโ€™imminente prova, Luca, il medico, nota un altro particolare: โ€œEntrato in agonia, pregava piรน intensamente; e il suo sudore diventรฒ come gocce di sangue che cadevano a terraโ€ (v.44). Lโ€™interpretazione tradizionale spiegava questo fatto come un effetto dello sconforto di Gesรน. Ma questo non ha senso dopo la consolazione datagli dallโ€™angelo. Il fenomeno (ematoidrosi) โ€“ conosciuto nellโ€™antichitร  โ€“ assume per lโ€™evangelista un significato legato allโ€™agonismo sportivo: indica la tensione dellโ€™atleta in prossimitร  della gara. Vuole dirci che Gesรน รจ concentratissimo, suda, รจ colto da tremiti, sa che sta per affrontare โ€œun uomo forte e ben armatoโ€, ma sa anche di essere infinitamente piรน forte (Lc 11,21-22).

Cโ€™รจ un altro episodio che solo Luca riferisce: lโ€™incontro di Gesรน con Erode. Costui era il figlio del famoso Erode che, per timore di perdere il potere, aveva fatto uccidere i bambini di Betlemme (Mt 2,16). Non era nรฉ un abile politico nรฉ un maniaco come suo padre, era solo un debole, un corrotto, un uomo senza personalitร . Piรน volte aveva sentito parlare di Gesรน e dei prodigi da lui compiuti. Immaginava che fosse uno stregone, un indovino, un esperto in arti occulte. Quando, durante la passione, Pilato glielo invia per sentire il suo parere riguardo alle accuse che gli sono mosse, si rallegra immensamente. Spera di assistere a qualche miracolo. A lui perรฒ Gesรน non risponde nemmeno una parola. Come mai?

Sono significative le sottolineature degli stati dโ€™animo di Erode: dapprima prova una โ€œgrande gioiaโ€ (v.8), poi, dopo la delusione per non avere ottenuto ciรฒ che si attendeva (v.9), passa allโ€™insulto e infine allo scherno (v.11). Il verbo greco tradotto con insultare in realtร  vuol dire lo annientรฒ. Per Erode al quale interessavano solo i miracoli (Lc 9,9), Gesรน non conta piรน niente.

Luca vuole mettere in guardia coloro che cercano Gesรน solo come facitore di prodigi: non riceveranno alcuna risposta. Non troveranno ciรฒ che cercano perchรฉ egli non si presta a questo gioco. Il cristianesimo รจ il luogo dellโ€™ascolto della Parola, รจ la religione dellโ€™amore e del dono della vita per il fratello, non il mercato dove si comprano i prodigi. Gesรน chiama chi pensa in questo modo: โ€œgente perversa e senza fedeโ€ (Mt 16,4).

Luca รจ lโ€™evangelista che, piรน di ogni altro, parla delle donne che, durante la vita pubblica, accompagnavano il Maestro (Lc 8,1-3). Egli รจ anche lโ€™unico che dice che, lungo la via verso il Calvario, Gesรน incontra un gruppo di donne che piangono e si battono il petto (Lc 23,27-31). Esse non sono responsabili di quanto sta accadendo, piangono per colpe di altri.

Sottolineando questo particolare, Luca vuole, ancora una volta, prendere le difese dei deboli, di coloro che pagano le conseguenze dei peccati di altri. Sono gli uomini che, tante volte, combinano disastri, scatenano guerre, provocano violenze e chi ne porta le conseguenze, chi piange sono le donne.

Tutti gli evangelisti dicono che Gesรน fu crocifisso assieme a due banditi. Non si trattava di ladruncoli, ma di criminali che avevano ucciso persone.

Matteo e Marco riferiscono che ambedue insultavano Gesรน. Luca invece narra il fatto in modo diverso. Dice che uno lo oltraggiava, ma lโ€™altro no, anzi, rimproverava il suo compagno e, chiamando Gesรน per nome, gli chiese: โ€œGesรน ricordati di me quando entrerai nel tuo regnoโ€. Il Signore morente gli rispose: โ€œOggi sarai con me in paradisoโ€.

Allโ€™inizio del Vangelo di Luca Gesรน compare fra pastori: gli ultimi, le persone disprezzate, gli impuri di Israele.

Poi trascorre la sua vita pubblica in mezzo ai pubblicani, ai peccatori, alle prostitute.

Alla fine con chi muore: non con i santi. Anche alla fine โ€“ cโ€™era da aspettarselo โ€“ si trova fra coloro che piรน ha amato: i peccatori. Sulla croce ha al fianco due poveri infelici che hanno sbagliato tutto nella vita. รˆ venuto da Dio, ha compiuto il suo pellegrinaggio su questa terra e ora torna al Padre. Torna con uno che rappresenta tutti gli uomini: un peccatore recuperato dal suo amore.


AUTORE: p. Fernando ArmelliniFONTE: per gentile concessione di Settimana News