p. Fernando Armellini โ€“ Commento al Vangelo del 1 Novembre 2023

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Padre Fernando Armellini, biblista Dehoniano, commenta il Vangelo di merdoledรฌ 1 novembre 2023.
Se sei interessato a tutti i sui commenti al Vangelo, puoi leggerli qui.

Festa di Tutti i Santi
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La festa della nostra famiglia

In passato i santi hanno goduto di una enorme popolaritร : le chiese erano piene delle loro statue e a loro si ricorreva forse piรน che a Dio. Cโ€™era il santo dei camionisti, quello degli studenti, quello che faceva ritrovare gli oggetti smarriti, quello per le malattie degli occhi, quello per il mal di golaโ€ฆ Erano considerati una specie di intermediari che avevano la funzione di โ€œammorbidireโ€ lโ€™impatto con un Dio considerato troppo grande e lontano, un poโ€™ inavvicinabile e piuttosto estraneo ai nostri problemi.

Oggi la tendenza di ricorrere al santo per chiedergli che presenti a Dio una raccomandazione si va affievolendo. Ci si rivolge sempre di piรน al Signore, direttamente, con la fiducia dei figli. I santi โ€“ anche Maria โ€“ vengono giustamente considerati sorelle e fratelli che, con la loro vita, indicano un cammino per seguire Cristo e invitano a pregare in ogni momento, insieme con loro, lโ€™unico Padre.

Il termine santo indica la presenza nelle persone di una forza divina e benefica che permette di distinguersi, di distanziarsi da ciรฒ che รจ imperfetto, debole, effimero.

Fra gli uomini apparsi in questo mondo, solo Cristo ha posseduto in pienezza questa forza di bene e solo lui puรฒ essere proclamato santo, come cantiamo nel Gloria: โ€œTu solo sei santoโ€.

Anche noi perรฒ possiamo elevarci verso di lui e divenire partecipi della sua santitร .

Egli รจ venuto nel mondo per accompagnarci verso la santitร  di Dio, verso quella meta irraggiungibile che ci ha indicato: โ€œSiate perfetti come il Padre vostro che sta nei cieliโ€ (Mt 5,48).

I primi suoi discepoli sono stati identificati con vari nomi. Sono stati chiamati โ€œgalileiโ€, โ€œnazareniโ€ e, ad Antiochia, โ€œcristianiโ€. Si trattava di designazioni spregiative: โ€œgalileiโ€ era sinonimo di โ€œrivoltosiโ€; โ€œnazareniโ€ si riferiva al villaggio disprezzato da cui proveniva il loro Maestro; โ€œcristianiโ€ significa โ€œuntiโ€, cioรจ seguaci di un sedicente โ€œunto del Signoreโ€ finito sul patibolo.

Non erano questi i titoli che impiegavano fra di loro. Essi si qualificavano come โ€œi fratelliโ€, โ€œi credentiโ€, โ€œi discepoli del Signoreโ€, โ€œi perfettiโ€, โ€œgli uomini della viaโ€ eโ€ฆ โ€œi santiโ€.

Paolo indirizzava le sue lettere โ€œa tutti i santi che vivono nella cittร  di Filippiโ€ฆโ€ (Fil 1,1); โ€œai santi che sono in Efesoโ€ฆโ€ (Ef 1,1); โ€œai santi e fedeli fratelli in Cristo che abitano in Colossiโ€ฆโ€ (Col 1,2); โ€œa tutti i santi dellโ€™intera Acaiaโ€ (2 Cor 1,1); โ€œa tutti voi prediletti di Dio che siete in Roma e che siete chiamati santiโ€ฆโ€ (Rm 1,7). Non scriveva ai santi del cielo, ma a persone concrete che abitavano a Filippi, Efeso, Corinto, Colossi, Roma. Erano loro i santi.

Santo รจ ogni discepolo: sia che si trovi giร  in cielo con Cristo o che viva ancora pellegrino su questa terra.

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Nei templi ortodossi i santi che sono in cielo sono dipinti lungo le pareti, ad altezza dโ€™uomo, in piedi, come i risorti di cui parla il veggente dellโ€™Apocalisse (Ap 7,9). รˆ il modo con cui si vuole rammentare a tutti i partecipanti alla celebrazione che i santi del cielo, benchรฉ possano essere contemplati solo con lo sguardo della fede, continuano a vivere accanto ai santi della terra. Sono parte della comunitร  convocata per rendere grazie al Signore.

Per interiorizzare il messaggio, oggi ripeteremo:
Santa รจ la tua famiglia, Signore, nei cieli e sulla terra.

Prima Lettura (Ap 7,2-4.9-14)

2 Vidi poi un altro angelo che saliva dallโ€™oriente e aveva il sigillo del Dio vivente. E gridรฒ a gran voce ai quattro angeli ai quali era stato concesso il potere di devastare la terra e il mare: 3โ€œNon devastate nรฉ la terra, nรฉ il mare, nรฉ le piante, finchรฉ non abbiamo impresso il sigillo del nostro Dio sulla fronte dei suoi serviโ€.
4 Poi udii il numero di coloro che furon segnati con il sigillo: centoquarantaquattromila, segnati da ogni tribรน dei figli dโ€™Israele.
9 Dopo ciรฒ, apparve una moltitudine immensa, che nessuno poteva contare, di ogni nazione, razza, popolo e lingua. Tutti stavano in piedi davanti al trono e davanti allโ€™Agnello, avvolti in vesti candide, e portavano palme nelle mani. 10 E gridavano a gran voce:
โ€œLa salvezza appartiene al nostro Dio seduto sul trono e allโ€™Agnelloโ€.
11 Allora tutti gli angeli che stavano intorno al trono e i vegliardi e i quattro esseri viventi, si inchinarono profondamente con la faccia davanti al trono e adorarono Dio dicendo:
12 โ€œAmen! Lode, gloria, sapienza, azione di grazie, onore, potenza e forza al nostro Dio nei secoli dei secoli. Amenโ€.
13 Uno dei vegliardi allora si rivolse a me e disse: โ€œQuelli che sono vestiti di bianco, chi sono e donde vengono?โ€.
14 Gli risposi: โ€œSignore mio, tu lo saiโ€.
E lui: โ€œEssi sono coloro che sono passati attraverso la grande tribolazione e hanno lavato le loro vesti rendendole candide col sangue dellโ€™Agnello.

Quanti dolori, quante lacrime, quante amarezze nella vita dellโ€™uomo! Perchรฉ tanti soprusi, violenze e ingiustizie nel mondo?

Quattro capitoli dellโ€™Apocalisse sono dedicati a questo angosciante problema (Ap 5-8). รˆ la sezione dei sette sigilli.

In mano al Signore assiso in trono โ€“ racconta il veggente โ€“ si trova il libro in cui รจ registrata la storia dellโ€™umanitร , con tutti i drammi che da sempre la affliggono. Vi รจ contenuta anche la risposta agli inquietanti enigmi del male e del dolore; ma purtroppo il libro รจ โ€œsigillato con sette sigilliโ€ che nessuno รจ in grado di spezzare.

Rimarranno dunque sempre velati i misteriosi disegni di Dio?

Al veggente dellโ€™Apocalisse che piange inconsolabile, un vegliardo si accosta e gli dice: โ€œSmetti di piangere; ha vinto il leone della tribรน di Giuda, il Germoglio di Davide. Egli aprirร  il libro e i suoi sette sigilliโ€.

Ecco infatti lโ€™Agnello immolato spezzare, uno ad uno, i sigilli e svelare gli enigmi.

Il nostro brano narra ciรฒ che accade dopo la rottura del sesto sigillo.

Quattro spiriti celesti, posti ai quattro angoli del mondo, stanno per liberare i venti che devasteranno la terra e il mare, quando un angelo, con in mano il sigillo del Dio vivente, sale dallโ€™oriente e ordina di fermarsi. Non tutti devono perire. Coloro sui quali egli avrร  impresso il marchio dei servi del Signore saranno risparmiati. (Ap 7,1-4).

Gli eletti, i salvati sono centoquarantaquattromila.

Si tratta di un numero simbolico. Risulta da 12x12x1000 e non indica โ€“ come qualcuno erroneamente ritiene โ€“ i santi del paradiso, ma tutto il popolo di Dio che vive su questa terra, i cristiani che, per il sigillo del Battesimo, sono annoverati nella schiera degli eletti.

Essi non sono dei privilegiati; non sono loro risparmiate le prove e le tribolazioni che affliggono gli altri uomini. Sono perรฒ sottratti al potere dellโ€™abisso, appartengono al Signore e si trovano in una condizione nuova, quella di chi รจ partecipe della santitร  di Dio.

Avendo compreso i disegni del Signore sul mondo, contemplano da una prospettiva diversa ciรฒ che accade sulla terra; osservano dallโ€™alto, dal cielo tutti gli eventi e li leggono con gli occhi di Dio.

Sono turbati, sรฌ, come tutti, dalle dure prove attraverso le quali devono passare, ma non sono sconvolti. La malattia, il dolore, i tradimenti per loro non sono sconfitte e assurditร , ma momenti di maturazione e di crescita e la morte non รจ una beffa, ma una nascita che segna lโ€™inizio della seconda parte della vita, la migliore.

รˆ lโ€™Agnello immolato che, con la sua vita stroncata dallโ€™odio, ma donata per amore, ha rivelato loro che Dio fa rientrare nel suo progetto di salvezza anche gli eventi piรน assurdi.

Dopo questa prima visione in cui รจ presentata la comunitร  dei santi che, su questa terra, รจ segno della cittร  celeste, ecco apparire una moltitudine immensa che nessuno puรฒ contare, gente di ogni razza, lingua, popolo e nazione. Stanno in piedi di fronte al trono dellโ€™Agnello, indossano vesti bianche e hanno palme nelle mani (v. 9).

Il vestito bianco รจ il simbolo della gioia e della vita nuova che in loro si rivela in pienezza, senza piรน macchia di peccato; le palme sono il segno della vittoria che hanno conseguito con la loro fedeltร  a Cristo. Chi sono?

Questa รจ la comunitร  dei santi del cielo, costituita da coloro che hanno concluso il pellegrinaggio sulla terra e sono entrati nella condizione dei beati.

Hanno sopportato tribolazioni e persecuzioni e, come lโ€™Agnello, hanno donato la vita per amore. Dagli uomini sono stati ritenuti degli sconfitti, ma Dio li ha proclamati vincitori e ha consegnato loro la palma (v. 14).

I versetti che seguono e che non sono riportati nella nostra lettura descrivono la sorte che li attende: non avranno piรน fame, nรฉ sete, non li colpirร  il sole nรฉ arsura di sorta, perchรฉ lโ€™Agnelloโ€ฆ sarร  il loro pastoreโ€ฆ e Dio tergerร  ogni lacrima dai loro occhi (vv. 16-17).

Cristo โ€“ lโ€™Agnello immolato โ€“ li riconoscerร  come agnelli del suo gregge perchรฉ si sono fidati di lui, lo hanno seguito nel dono della vita.

Questa pagina รจ stata scritta per infondere coraggio nei cristiani delle comunitร  dellโ€™Asia Minore che, alla fine del I secolo, erano tentati di rinnegare il loro Maestro a causa delle persecuzioni.

La prospettiva di condividere con lui la beatitudine del cielo doveva incitarli a mantenere salda la loro fede e a continuare a seguire, con pazienza e perseveranza, lโ€™Agnello immolato.

Seconda Lettura (1 Gv 3,1-3)

1 Quale grande amore ci ha dato il Padre per essere chiamati figli di Dio, e lo siamo realmente! La ragione per cui il mondo non ci conosce รจ perchรฉ non ha conosciuto lui.
2 Carissimi, noi fin dโ€™ora siamo figli di Dio, ma ciรฒ che saremo non รจ stato ancora rivelato. Sappiamo perรฒ che quando egli si sarร  manifestato, noi saremo simili a lui, perchรฉ lo vedremo cosรฌ come egli รจ.
3 Chiunque ha questa speranza in lui, purifica se stesso, come egli รจ puro.

La vita di Dio che il cristiano riceve nel battesimo รจ una realtร  spirituale, misteriosa.

Per descriverla, Gesรน, parlando con Nicodemo, impiega un paragone. รˆ come il vento โ€“ dice โ€“ non lo si vede, non si sa donde venga nรฉ dove vada; eppure sappiamo che esiste, lo si sente, ne notiamo gli effetti.

La vita divina nellโ€™uomo non puรฒ essere verificata con i sensi, tuttavia i segni della sua presenza sono inequivocabili. Chi lโ€™ha accolta diviene un uomo nuovo, guidato da uno spirito che non รจ piรน quello di questo mondo.

Il brano della lettera di Giovanni inizia con unโ€™esclamazione di gioia: Quale grande amore ci ha donato il Padre per essere chiamati figli di Dio, e lo siamo realmente! (v. 1).

Nella mentalitร  semitica, i figli non solo davano continuitร  alla vita biologica del padre, ma si riteneva che lo rendessero realmente presente. Per questo ci si attendeva che in loro fosse riconoscibile il genitore: per le sembianze esteriori e i tratti del viso, certo, ma soprattutto per lโ€™integritร  morale, per la fedeltร  a Dio, per gli aspetti piรน significativi del suo carattere.

Il cristiano autentico รจ, nel mondo, la presenza del divino e, come ogni figlio, riproduce le sembianze del Padre che sta nei cieli.

La conseguenza โ€“ spiega Giovanni โ€“ รจ che chi non conosce Dio, non puรฒ neppure riconoscere i figli che da lui sono stati generati (v. l). Questi fanno scelte in sintonia con i pensieri e i sentimenti del Padre, gli assomigliano, sono diversi dagli altri, sono โ€œsantiโ€. Non deve sorprendere quindi che non siano capiti da coloro che ripiegano i loro sguardi unicamente sulle realtร  della terra.

Questa veritร  รจ richiamata anche da Paolo ai cristiani di Corinto. I discepoli del Signore โ€“ dichiara โ€“ possiedono una sapienza, un modo di valutare questo mondo che รจ incompatibile con i criteri di giudizio degli uomini. Si tratta di โ€œuna sapienza divina, misteriosa che nessuno dei dominatori di questo mondo ha potuto conoscereโ€ฆ Lโ€™uomo naturale non comprende le cose dello Spirito di Dio; esse sono follia per lui, e non รจ capace di intenderleโ€ (1 Cor 2,6-14).

Dopo aver richiamato ai cristiani la dignitร  della loro figliolanza divina โ€“ Giร  fin dโ€™ora noi siamo figli di Dio โ€“ lโ€™autore della lettera li invita a contemplare il destino radioso che li attende: Ciรฒ che saremo non รจ ancora stato rivelato (v. 2).

La condizione attuale non รจ definitiva. Un velo, costituito dalla nostra realtร  mortale legata alla terra, impedisce di renderci conto di ciรฒ che realmente siamo. Un giorno questo velo sarร  tolto e allora contempleremo Dio cosรฌ come egli รจ e capiremo ciรฒ che giร  oggi siamo.

Nel grembo materno, il figlio riceve alimento e vita dalla madre, eppure, pur dipendendo completamente da lei, non รจ in grado di vedere il suo volto. Solo dopo la nascita puรฒ guardare e abbracciare teneramente colei che lโ€™ha generato.

In questo mondo lโ€™uomo vive la gestazione nellโ€™attesa del momento del parto. Si trova  nel grembo di Dio che รจ padre e madre. โ€œIn lui viviamo, ci muoviamo ed esistiamoโ€ โ€“ ricorda Paolo agli ateniesi (At 17,28), ma non possiamo vedere il suo volto. Sappiamo perรฒ che quando egli si sarร  manifestato, noi saremo simili a lui, perchรฉ lo vedremo cosรฌ come egli รจ (v. 2).

Vangelo โœ (Mt 5,1-12)

1 Vedendo le folle, Gesรน salรฌ sulla montagna e, messosi a sedere, gli si avvicinarono i suoi discepoli. 2 Prendendo allora la parola, li ammaestrava dicendo:
3 โ€œBeati i poveri in spirito,
perchรฉ di essi รจ il regno dei cieli.
4 Beati gli afflitti,
perchรฉ saranno consolati.
5 Beati i miti,
perchรฉ erediteranno la terra.
6 Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia,
perchรฉ saranno saziati.
7 Beati i misericordiosi,
perchรฉ troveranno misericordia.
8 Beati i puri di cuore,
perchรฉ vedranno Dio.
9 Beati gli operatori di pace,
perchรฉ saranno chiamati figli di Dio.
10 Beati i perseguitati per causa della giustizia,
perchรฉ di essi รจ il regno dei cieli.
11 Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia. 12 Rallegratevi ed esultate, perchรฉ grande รจ la vostra ricompensa nei cieli. Cosรฌ infatti hanno perseguitato i profeti prima di voi.

Lโ€™uomo ha sempre coltivato il desiderio di incontrare Dio, di interrogarlo, di conoscere i suoi pensieri, di scoprire i suoi disegni.

Come trovarlo? Dove fissare un appuntamento con lui?

Nei tempi antichi si riteneva che il luogo ideale fossero le vette dei monti. Tutti i popoli avevano la loro montagna sacra โ€“ luogo dโ€™incontro fra cielo e terra, dimora degli dรจi e meta dellโ€™ascesa umana โ€“ i greci lโ€™Olimpo, gli abitanti dellโ€™alta Mesopotamia lโ€™Ararat, a Ugarit lo Tzaphรฒn.

Anche Israele condivideva questa convinzione. Abramo, Mosรจ ed Elia hanno fatto le loro esperienze spirituali piรน forti sui monti, sul Moria, sullโ€™Oreb, sul Carmelo.

Matteo colloca il primo discorso di Gesรน sul monte.

La devozione cristiana ha identificato questo luogo con la collina che domina Cafarnao. Le suore che la custodiscono lโ€™hanno trasformata in unโ€™oasi di pace, di raccoglimento e di preghiera. Passeggiando sotto gli alberi maestosi, accolti dal fruscio delle foglie mosse dalla brezza che scende dalle vette innevate del Libano, contemplando dallโ€™alto il lago che tante volte รจ stato solcato dalla barca di Gesรน e dei discepoli, ci si sente quasi naturalmente indotti ad elevare lo sguardo al cielo e il pensiero a Dio.

Per quanto possa essere suggestiva questa esperienza, il monte cui fa riferimento Matteo non va inteso in senso geografico, ma nel suo significato teologico.

Piรน che un luogo reale, โ€œil monteโ€ nella Bibbia indica qualunque luogo o momento in cui ci si dispone ad incontrare il Signore e ad accogliere sua parola.

Possiamo visualizzare la scena. Gesรน si stacca dalla pianura, simbolo della societร  dove โ€“ per dirla con il Qoelet โ€“ โ€œogni fatica e tutta lโ€™abilitร  messe in atto non sono altro che invidia e competizione dellโ€™uno con lโ€™altroโ€ (Qo 4,4). Sale sul monte dove i criteri di giudizio e i modelli di vita proposti sono radicalmente diversi: sono quelli di Dio.

La scala di valori stabilita in pianura รจ, a grandi linee, la seguente: al primo posto la salute, poi la famiglia, il successo professionale, il conto in banca, gli amici. Anche Dio e i santi โ€“ certo โ€“ sono collocati in graduatoria, ma piuttosto in basso, come utili supporti dei valori precedenti che sono quelli che stanno realmente a cuore.

Sarร  un uomo riuscito colui che imposta la propria vita secondo questi ideali? Cosa ne pensa Dio?

Per non correre il rischio di puntare su obbiettivi deludenti e sprecare la propria esistenza รจ necessario confrontarsi con il suo giudizio.

Quale scala di valori รจ proposta sul monte?

Oggi la liturgia ci fa riflettere sulle proposte di beatitudine formulate da Gesรน. Sono quelle che i santi del cielo hanno messo in pratica e che i santi della terra, stimolati dal loro esempio, sono incoraggiati a seguire.

Beati i poveri in spirito

Difficile dire in quanti modi รจ stata interpretata questa beatitudine.

Qualcuno lโ€™ha riferita ai miserabili, ai mendicanti, agli sfruttati, quasi fossero loro le persone di cui Dio si compiace e che quindi andrebbero lasciate nella loro condizione, anzi, bisognerebbe far sรฌ che tutti diventassero come loro.

Si tratta, evidentemente, di unโ€™interpretazione assurda, deviante. Lโ€™umanitร  sognata da Dio non รจ quella in cui i suoi figli sono indigenti, ma quella in cui โ€œnessuno รจ poveroโ€ (At 4,34).

Altri ritengono che i โ€œpoveri in spiritoโ€ siano coloro che, pur mantenendo il possesso dei loro beni, non vi legano il cuore e sono generosi nellโ€™elargire offerte a chi รจ meno fortunato.

Ma lโ€™elemosina โ€“ pur raccomandata in alcuni (rari) testi biblici โ€“ non introduce nel mondo la โ€œnuova giustiziaโ€, non risolve alla radice il problema dellโ€™equa spartizione dei beni perchรฉ ritiene legittimo che sulla terra esistano ricchi e poveri.

Il principio โ€œa ciascuno il suoโ€ che fonda la nostra giustizia sembra saggio e sensato, invece nasce da una premessa falsa, deriva dal presupposto che qualcosa appartenga allโ€™uomo, mentre tutto รจ di Dio: โ€œDel Signore รจ la terra e quanto contiene, lโ€™universo e i suoi abitantiโ€ (Sl 24,1). Lโ€™uomo รจ solo un amministratore di beni non suoi e di questa amministrazione sarร  chiamato un giorno rendere conto.

รˆ dal rapporto falso con i beni di questo mondo, dallโ€™istinto maligno di impossessarsene, accumularli, impiegarli per sรฉ che derivano tutti i mali: le guerre, le violenze, i dissidi, le gelosie (1 Tm 6,10) e il mondo disumano che geme nel dolore e implora di essere rinnovato e redento (Rm 8,19-25).

Tutti gli aggettivi possessivi che usiamo esprimono una concezione erronea della realtร : se tutto รจ di Dio, non ha senso parlare di mio, di tuo e neppure di nostro perchรฉ tutto รจ del Creatore.

Lโ€™immagine biblica del mondo รจ quella della sala del banchetto cui il Signore invita ogni suo figlio dal momento in cui lo chiama alla vita.

Lโ€™uomo รจ un commensale che gioisce con i fratelli dei doni che gratuitamente il Padre mette a disposizione di tutti; chi li gestisce come sua proprietร  commette un furto. La stessa vita non appartiene allโ€™uomo, รจ di Dio, รจ un dono che deve essere offerto per amore.

Nei confronti dei beni Gesรน non ha mai assunto lโ€™atteggiamento di disprezzo che ha caratterizzato i filosofi cinici. Per lui anche la โ€œricchezza disonestaโ€ diviene buona quando รจ distribuita ai poveri (Lc 16,19). Tuttavia, benchรฉ non lโ€™abbia mai condannata, lโ€™ha considerata un pericolo, un ostacolo โ€“ insormontabile per molti โ€“ ad entrare nel regno dei cieli (Mt 19,23). Piรน una persona รจ favorita, piรน beni ha a disposizione, piรน รจ tentata di legarvi il cuore, trattenerli per sรฉ e impiegarli egoisticamente.

A chi lo vuole seguire โ€“ a chi vuole essere santo โ€“ Gesรน chiede il distacco totale: โ€œChiunque di voi non rinunzia a tutti i suoi averi, non puรฒ essere mio discepoloโ€ (Lc 14,33).

รˆ nel contesto di questa esigenza irrinunciabile alla condivisione di tutto ciรฒ che ci รจ messo a disposizione da Dio che va letta la beatitudine.

Gesรน non esalta la povertร  in quanto tale. Aggiungendo la specificazione in spirito, chiarisce che non tutti i poveri sono beati. Devono considerarsi tali solo coloro che, per libera scelta, si spogliano di tutto, gestiscono i beni secondo il disegno di Dio.

Poveri in spirito sono coloro che decidono di non possedere nulla per sรฉ e mettono a disposizione degli altri tutto ciรฒ che hanno ricevuto.

Si badi bene: povero secondo il vangelo non รจ colui che non possiede nulla, ma colui che non trattiene nulla per sรฉ.

Chi ha avuto di piรน, chi รจ stato favorito รจ ricco se diviene altezzoso, umilia i meno dotati, impiega le proprie capacitร  per primeggiare. Se invece si spende per gli altri, si mette a servizio di chi ha bisogno di lui รจ povero in spirito.

Anche chi รจ miserabile puรฒ non essere โ€œpovero in spiritoโ€. Non lo รจ se maledice se stesso e gli altri, se tenta di migliorare la propria condizione con la violenza e con lโ€™inganno, se pensa di liberarsi da solo disinteressandosi degli altri, se coltiva il sogno di conquistare un giorno la posizione prestigiosa dei ricchi.

La povertร  volontaria, la rinuncia allโ€™uso egoistico di tutti i beni che si possiedono non รจ qualcosa di facoltativo, non รจ un consiglio riservato ad alcuni che vogliono essere eroici o piรน perfetti degli altri. รˆ ciรฒ che contraddistingue il santo, cioรจ il cristiano.

La promessa che accompagna la beatitudine non rimanda a un futuro lontano, non assicura lโ€™entrata in paradiso dopo la morte, ma annuncia una gioia immediata: di essi รจ il regno dei cieli. Dal momento in cui si fa la scelta di essere e di rimanere poveri, si entra nel โ€œregno dei cieliโ€, si appartiene alla famiglia dei santi.

Questa beatitudine non รจ un messaggio di rassegnazione, ma di speranza: nessuno piรน sarร  bisognoso quando tutti diverranno โ€œpoveri in spiritoโ€, quando metteranno i doni che hanno ricevuto da Dio a servizio dei fratelli, come fa Dio, il Santo che, pur possedendo tutto, รจ infinitamente povero: non trattiene nulla, dona tutto, anche suo Figlio.

Beati coloro che soffrono

Per secoli nella chiesa รจ stato predicato unโ€™ascesi che esaltato il dolore come mezzo per unirsi piรน strettamente ai patimenti di Cristo. Ha suscitato schiere di santi e risvegliato preziose energie spirituali, ma ha anche diffuso lโ€™erronea convinzione che la sofferenza sia gradita a Dio.

Non รจ cosรฌ. Il dolore disumanizza e il Signore non puรฒ compiacersi di unโ€™offerta che sfigura il volto dei suoi figli. Gesรน โ€“ citando il profeta Osea โ€“ ha ricordato che Dio desidera lโ€™amore, non il sacrificio (Mt 9,13).

Che intende dire allora quando proclama beati gli โ€œafflittiโ€?

Il termine che impiega รจ ben noto a chi conosce la Bibbia.

Gli โ€œafflittiโ€ di cui si parla nel libro del profeta Isaia sono coloro che non hanno una casa in cui abitare, non hanno campi da coltivare perchรฉ lโ€™ereditร  dei loro padri รจ stata usurpata da estranei, si devono mettere a servizio di proprietari terrieri senza scrupoli, subiscono ingiustizie, soprusi, malversazioni, umiliazioni (Is 61,7).

A queste persone che hanno il cuore affranto, che siedono nella cenere e che vestono lโ€™abito da lutto (Is 61,3) il profeta rivolge un messaggio di speranza. Dio โ€“ assicura โ€“ sta per intervenire, capovolgerร  la situazione ed eliminare le cause del lutto: โ€œAllieterร  gli afflitti di Sion, darร  loro una corona invece della cenere, lโ€™olio di letizia invece dellโ€™abito di lutto, il canto di lode invece di un cuore mestoโ€ (Is 61,3).

Nella sinagoga di Nazareth Gesรน ha applicato a sรฉ questo oracolo. Ha proclamato di essere venuto per dare compimento a questa promessa di Dio (Lc 4,21).

Gli โ€œafflittiโ€ che il Cielo considera beati sono coloro che sono attenti e sensibili allโ€™immenso grido di dolore che sale dal mondo. โ€œPiangono con coloro che piangonoโ€ (Rm 12,15), ma non si rassegnano di fronte al male e alle sofferenze e si attendono da Dio e dalla sua parola la salvezza.

Saranno consolati: nel regno di Dio โ€“ di cui Gesรน, il Santo, ha posto le fondamenta e che santi collaborano a costruire โ€“ tutte le situazioni che sono causa di dolore e di lacrime saranno eliminate.

Beati i miti

Lโ€™aggettivo โ€œmiteโ€ richiama lโ€™idea della persona rassegnata che non reagisce alle provocazioni, che accetta passivamente e senza lamentarsi le ingiustizie.

รˆ questโ€™uomo che rifugge da ogni conflitto (ma che forse rivela anche una personalitร  debole) che viene proclamato beato?

Il termine โ€œmiteโ€ usato da Gesรน รจ ripreso dallโ€™Antico Testamento e, piรน precisamente, dal Salmo 37 dove sono chiamati โ€œmitiโ€ coloro che sono stati privati dei loro diritti, della loro libertร , dei loro beni. Sono poveri perchรฉ i potenti hanno sottratto loro il campo, la casa e prefino i figli e le figlie. Sono costretti a subire ingiustizie senza nemmeno poter protestare.

Non si rassegnano, ma si rifiutano di ricorrere alla violenza per ristabilire la giustizia. Non si lasciano guidare dallโ€™ira, non alimentano il rancore e il desiderio di vendetta. Confidano in Dio e attendono la venuta del suo regno.

La loro non รจ perรฒ unโ€™attesa passiva come quella di chi aspetta lโ€™autobus; รจ operosa, si traduce in impegno concreto.

Modello dellโ€™autentica mitezza รจ Gesรน (Mt 11,29; 21,5) che non รจ stato certo un debole, un timido, un pusillanime. Ha vissuto conflitti drammatici, ma li ha affrontati con le disposizioni di cuore che caratterizzano i โ€œmitiโ€. Ha ripudiato la violenza, ha amato chi lo avversava; paziente e tollerante si รจ fatto servo di tutti.

Santi sono coloro che coltivano i sogni di Dio sul mondo e, con Gesรน โ€“ il Santo โ€“ si impegnano a realizzarli, dando prova, nei confronti di chi si oppone loro, della stessa โ€œmitezzaโ€ del Maestro.

La promessa: erediteranno la terra. Riceveranno da Dio una terra nuova, costruiranno con lui un mondo nuovo, realmente umano.

Un sogno?

Sรฌ, ma di Dio e i santi non si lasciano persuadere dal maligno che tenta di convincere che le promesse del Signore non si avvereranno mai. Non si rassegnano di fronte alla realtร  spesso desolante in cui sono chiamati a operare e mantengono ferma quella speranza che Paolo qualifica con il termine greco hupomonรฉ, la caratteristica delle pietre dure che resistono a qualunque pressione (1 Ts 1,3).

Beati coloro che hanno fame e sete della giustizia

La fame e la sete sono i bisogni biologici piรน impellenti. รˆ con la stessa passione โ€“ raccomanda Gesรน โ€“ che i suoi discepoli devono bramare โ€œla giustiziaโ€.

Di che giustizia si tratta?

Quella degli uomini stabilisce che tutti siano trattati secondo ciรฒ che meritano: i buoni vanno premiati, i colpevoli puniti, gli innocenti rilasciati. โ€œGiustiziareโ€ รจ addirittura sinonimo di mandare al patibolo.

รˆ forse questa la giustizia di cui si deve aver fame e sete?

Lโ€™aggettivo โ€œgiustoโ€ puรฒ essere applicato a Dio, ma con molta cautela, perchรฉ si corre il rischio di trasformare il Signore in un esecutore di sentenze e nel garante della moralitร  con promesse di premi e minacce di castighi.

La Bibbia parla spesso della giustizia di Dio, ma sempre e solo come sinonimo di benevolenza, mai nel senso della nostra giustizia distributiva.

Dio รจ giusto, non perchรฉ retribuisce secondo i meriti, ma perchรฉ, con il suo amore, rende giusti coloro che sono malvagi. รˆ giusto perchรฉ โ€œvuole che tutti gli uomini siano salvati e giungano alla conoscenza della veritร โ€ (1 Tm 2,4).

Per noi giustizia รจ fatta significa che il colpevole รจ stato punito. Per Dio giustizia รจ fatta quando รจ riuscito a rendere giusto chi era empio, quando ha ricuperato un peccatore dallโ€™abisso della colpa.

Nessuno come Gesรน ha bramato tanto che nel mondo si instaurasse questa giustizia.

Ai discepoli che lo invitavano a mangiare ha risposto: โ€œMio cibo รจ portare a compimento lโ€™opera di colui che mi ha mandatoโ€ (Gv 4,34). Solo la giustizia di Dio poteva saziare la sua fame.

Annunciava la parola che rendeva giusti ed erano tante le persone bisognose di udirla che non gli rimaneva piรน il tempo neanche per mangiare (Mc 6,31).

Santi sono coloro che condividono con Gesรน la sua stessa fame e sete per la salvezza dei fratelli.

La promessa: saranno saziati. Sperimenteranno โ€“ giร  su questa terra โ€“ la gioia di Dio e degli angeli del cielo che fanno piรน festa per un peccatore che รจ reso giusto che per novantanove che non hanno bisogno di conversione (Lc 15,7).

Beati coloro che compiono opere di misericordia

Questa beatitudine sembra inserirsi nella contrapposizione fra magnanimitร  e desiderio di punire i colpevoli. Pare un invito a far prevalere sempre la compassione e il perdono.

Questo รจ certamente uno degli aspetti della โ€œmisericordiaโ€ e si accorda bene con la raccomandazione di Gesรน: โ€œSiate misericordiosi, come รจ misericordioso il Padre vostro. Non giudicate e non sarete giudicati; non condannate e non sarete condannati; perdonate e vi sarร  perdonatoโ€ (Lc 6,36-37). Ma non esaurisce la ricchezza di questo termine biblico.

Nella Bibbia la โ€œmisericordiaโ€, piรน che un sentimento di pietร , รจ unโ€™azione in favore di chi ha bisogno di aiuto. Lโ€™esempio piรน chiaro รจ quello del samaritano che โ€“ dice il testo greco โ€“ ha compiuto la misericordia nei confronti dellโ€™uomo aggredito dai banditi (Lc 10,37).

I rabbini del tempo di Gesรน insegnavano che Dio รจ misericordioso perchรฉ compie opere di misericordia e specificavano: โ€œDio vestรฌ gli ignudi โ€“ quando ricoprรฌ con foglie Adamo ed Eva; Gn 3,21 โ€“ cosรฌ voi dovete vestire gli ignudi. Egli visitรฒ i malati โ€“ difatti andรฒ a trovare Abramo quando soffriva per la circoncisione e visitรฒ la sterile Sara; Gn 18,1 โ€“ cosรฌ voi dovete visitare i malati. Egli confortรฒ coloro che erano in lutto โ€“ quando consolรฒ Isacco dopo la morte del padre; Gn 25,11 โ€“ cosรฌ voi dovete confortare coloro che sono in lutto. Egli seppellรฌ i morti โ€“ fu lui che seppellรฌ Mosรจ; Dt 34,6 โ€“ cosรฌ voi dovete seppellire i mortiโ€.

Misericordiosi sono i santi che, di fronte ai bisogni dellโ€™uomo, provano lโ€™emozione del cuore di Dio e intervengono compiendo opere di misericordia, come ha fatto Dio.

La promessa: troveranno misericordia. Nel mondo nuovo, nel regno di Dio, anchโ€™essi, quando avranno bisogno di aiuto, incontreranno sempre fratelli disposti a tendere loro la mano, anzi, a consegnare la loro vita per soccorrerli.

Beati i puri di cuore

La puritร  era una delle caratteristiche piรน marcate della religiositร  giudaica. Qualunque contatto con i culti pagani, con ciรฒ che in qualche modo richiamava la morte, con ciรฒ che era immondo doveva essere evitato.

Da questa esigenza di puritร  nascevano i divieti, le minuziose disposizioni dei rabbini che obbligavano a tenersi lontani da ciรฒ che era percepito come contrario alla santitร  di Dio. Siccome perรฒ le trasgressioni erano inevitabili, era necessario ricorrere ossessivamente a riti purificatori, abluzioni, sacrifici (Mc 7,3-4).

Non sono queste pratiche che interessano a Gesรน. รˆ la puritร  di cuore quella che egli esige. Non cโ€™รจ nulla di esterno allโ€™uomo che lo contamini. รˆ solo ciรฒ che esce dal cuore che puรฒ rendere immondi (Mt 15,17-20).

I puri di cuore sono coloro che hanno il cuore indiviso, coloro che non amano contemporaneamente Dio e gli idoli.

Non ha il cuore puro colui che serve due padroni, colui che ha una condotta che non si accorda con la fede che professa, colui che ama Dio, ma mantiene nel cuore il rancore verso il fratello, colui che non commette lโ€™azione cattiva, ma รจ adultero nel proprio cuore (Mt 5,28).

La promessa: vedranno Dio. Solo a loro รจ dato di fare lโ€™esperienza beata dellโ€™abbandono fiducioso fra le braccia di Dio.

Beati coloro che si impegnano per la pace

Fra le opere di misericordia raccomandate dai rabbini del tempo di Gesรน, la piรน meritoria era mettere pace, ricostruire lโ€™armonia fra le persone. Ogni azione tesa a riportare la pace โ€“ si diceva โ€“ attira le benedizioni di Dio.

Beato รจ certamente colui che, senza ricorrere alla violenza, impegna tutte le sue energie a porre fine alle guerre e ai conflitti; beato รจ chi si frappone fra i contendenti e tenta di convincerli al dialogo, alla concordia, alla pace.

Ma nella Bibbia la parola โ€œpaceโ€ (shalom) non significa solo assenza di guerre. Indica il benessere totale, implica lโ€™armonia con Dio, con gli altri e con se stessi, la prosperitร , la giustizia, la salute, la gioia.

โ€œOperatori di paceโ€ sono tutti coloro che si impegnano affinchรฉ questa vita colma di ogni bene sia possibile per ogni uomo.

A questi santi viene riservata la piรน bella delle promesse: Dio li considera suoi figli.

Beati i perseguitati per la giustizia

Ci sono sciagure che colpiscono in modo imprevisto: fatalitร , malattie e disgrazie possono capitare a chiunque. Altre sofferenze sono invece la conseguenza di comportamenti dissennati o immorali e queste ce le andiamo a cercare.

Cโ€™รจ un terzo tipo di tribolazioni: quelle che non vorremmo, ma che dobbiamo mettere in conto โ€“ perchรฉ sono un prezzo inevitabile da pagare โ€“ se scegliamo di seguire Cristo.

Gesรน non ha illuso i suoi discepoli; non ha promesso onori e successi, non ha assicurato lโ€™approvazione e il consenso degli uomini, ha ripetuto con insistenza e con chiarezza che lโ€™adesione a lui comporta persecuzioni: โ€œSe hanno chiamato Beelzebul il padrone di casa, quanto piรน i suoi familiari!โ€ (Mt 10,25). E ancora: โ€œMetteranno le mani su di voi e vi perseguiteranno, consegnandovi alle sinagoghe e alle prigioni, trascinandovi davanti a re e a governatori, a causa del mio nomeโ€ (Lc 21,12); โ€œQuando vi perseguiteranno in una cittร  fuggite in unโ€™altraโ€ (Mt 10,23); โ€œLa sapienza di Dio ha detto: Manderรฒ a loro profeti ed apostoli ed essi li uccideranno e perseguiteranno; perchรฉ sia chiesto conto a questa generazione del sangue di tutti i profeti, versato fin dallโ€™inizio del mondoโ€ (Lc 11,49-50).

La persecuzione รจ la divisa che contraddistingue il discepolo. Paolo รจ molto esplicito: โ€œTutti coloro che vogliono vivere piamente in Cristo Gesรน saranno perseguitatiโ€ (2 Tm 3,12).

Come mai? Ci aspetteremmo che il cristiano โ€“ messaggero di pace e di speranza โ€“ debba essere accolto a braccia aperte, con gioia e gratitudine.

Invece lโ€™annuncio del vangelo crea conflitti. La ragione รจ che mondo antico รจ incompatibile con il regno di Dio e non si arrende in modo pacifico, reagisce aggredendo coloro che lo vogliono far scomparire.

Cristo ha pagato con la vita la fedeltร  alla sua missione e i suoi discepoli non devono attendersi un trattamento diverso: โ€œUn servo non รจ piรน grande del suo padrone. Se hanno perseguitato me, perseguiteranno anche voiโ€ (Gv 15,20).

Della persecuzione dei giusti si parla spesso anche nellโ€™Antico Testamento. Nei Salmi il giusto chiede a Dio: โ€œLiberami dalla stretta dei miei persecutoriโ€ (Sl 7,2); โ€œQuando farai giustizia dei miei persecutori? A torto mi perseguitano: vieni in mio aiutoโ€ (Sl 119,84.86). Geremia รจ osteggiato, calunniato, rinchiuso in una cisterna.

Nellโ€™Antico Testamento perรฒ la persecuzione รจ considerata un male e lโ€™uomo che la subisce non puรฒ essere felice finchรฉ Dio non interviene per porvi fine.

Nel Nuovo Testamento la prospettiva cambia. Colui che soffre per la sua fedeltร  al Signore รจ proclamato beato nel momento e per il fatto stesso di essere perseguitato.

La persecuzione non รจ il segno del fallimento, ma del successo. รˆ un motivo di gioia perchรฉ costituisce la prova che si sta portando avanti la scelta giusta, quella secondo la โ€œsapienza di Dioโ€.

 รˆ inevitabile che coloro che propongono una societร  fondata sui principi insegnati โ€œsul monteโ€ siano perseguitati. Essi introducono nel mondo gli anticorpi del servizio che attaccano i virus del potere. A questi virus, anche se mimetizzati o nascosti sotto sacri paludamenti, non danno scampo.

Chi sente la propria posizione e il proprio prestigio minacciati dalla venuta del regno di Dio reagisce, con violenza se รจ necessario.

santi non hanno mai avuto vita facile: il loro destino รจ stato segnato dal momento in cui hanno accettato di comportarsi da agnelli.

Sottoposti a persecuzione, non hanno ceduto alla tentazione di comportarsi da lupi e non si sono allontanati dal comportamento suggerito dal Maestro: โ€œAmate i vostri nemici e pregate per i vostri persecutoriโ€ (Mt 5,44) e da Paolo: โ€œBenedite coloro che vi perseguitanoโ€ (Rm 12,14).

Per gentile concessione di Settimana News.