IL FILO ROSSO
Vangelo nel tempo della distanza
IL CAPITANO CORAGGIOSO DEL RE
Gv 4,44-54
Un funzionario del re si recò da Gesù per chiedergli di scendere a
Cafarnao, a guarire suo figlio che stava per morire. Signore, scendi prima
che il mio bambino muoia. Gesù gli rispose: va’, tuo figlio vive.
Leggo sempre con piacere il racconto di miracoli. Mi piacciono i malati che pregano, toccano, gridano; alle volte non dicono niente, mandano avanti degli amici. Mi piacciono i genitori-coraggio di bambini che stanno male: cercano Gesù, lo inseguono, lo fermano.
Alla scuola della strada, Gesù incontra maestri d’amore.
Voler bene, questo è il miracolo della vita.
E mi piace Gesù che prova dolore per il dolore dell’uomo, e amore per i loro amori: è il terreno dove il miracolo scende e si annida, come un seme nella terra, e ne germogliano pane, affetto, salute, abbracci.
E’ facile e giusto pregare quando il dolore ci artiglia, come in questi giorni durissimi: sono lacrime spremute dalle spine nel cuore. Ma, come il papà del vangelo, sta a noi coltivare il mondo degli affetti, il primo terreno di incontro con Dio.
Immagino la preghiera come un bambino che, quando vede mamma o papà, allarga le braccia e sorride, e ripete più volte, saltando sul letto, la sera: ciao, buonanotte, vi voglio bene, e una volta non basta e la ventesima è come la prima…
Se avremo questa fede, potremo guarire il cuore, e curare la vita.