DA UNA GEMMA IMPARATE IL FUTURO DI DIO CHE STA ALLA PORTA E BUSSA
Dalla pianta di fico imparate: quando ormai il suo ramo diventa tenero e spuntano le foglie, sapete che l’estate è vicina.
Gesù ci porta alla scuola delle piante,
del fico,
del germoglio,
perché le leggi dello spirito e le leggi profonde della creazione coincidono.
Così un albero e le sue gemme diventano personaggi di una rivelazione.
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“Ogni essere vivente, ogni cosa, perfino il granello di polvere è un messaggio di Dio” (Laudato si’).
Imparate dalla sapienza degli alberi: quando il ramo si fa tenero, l’intenerirsi del ramo lo puoi percepire toccando; l’ammorbidirsi per la linfa che riprende a gonfiare i suoi piccoli canali non è all’occhio che si rivela, ma al tatto: vai vicino, tocca con mano.
I sensi sono il nostro radar per addentrarci nella sapienza del mondo.
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Toccate. Guardate. Anzi: contemplate!
E spuntano le foglie: piccole gemme che l’albero spinge fuori, che erompono al sole e all’aria, come un minimo parto, da dentro a fuori.
Voi capite che l’estate è vicina. In realtà le gemme indicano la primavera, che però in Palestina è brevissima, pochi giorni ed è subito estate.
Così anche voi sappiate che egli è vicino, alle porte.
Da una gemma di fico imparate il futuro del mondo: “che non compiuto così com’è, ma è qualcosa che deve svilupparsi ancora oltre, e che deve essere inteso più in profondità. Il mondo è una realtà germinante” (R. Guardini), incamminata verso una pienezza profumata di frutti.
Da una gemma imparate il futuro di Dio: che sta alla porta, e bussa.
Viene non come un dito puntato, ma come un abbraccio; non portando un’accusa ma un germogliare di vita.
Per gentile concessione di p. Ermes, fonte.