HomeVangelo del Giornop. Ermes Ronchi - Commento al Vangelo di venerdì 28 Marzo 2025

p. Ermes Ronchi – Commento al Vangelo di venerdì 28 Marzo 2025

Commento al brano del Vangelo di: Mc 12,28b-34

I DUE CUORI

Qual è, fra tutti, il più grande comandamento?
Aiutaci a ritornare al semplice, al principio di tutto…

Gesù lo fa, uscendo dagli schemi con una risposta che tra i comandamenti non c’è.
Che bella la libertà, l’intelligenza anti-conformista di Gesù, icona limpidissima della libertà e dell’immaginazione.

La risposta comincia con un verbo: tu amerai, al futuro, a indicare una storia in-finita, perché l’amore è il futuro del mondo, perché senza amore non c’è futuro per l’umanità.

Prima però del “più grande” Gesù evoca un comandamento zero:

shemà,
ascolta,
ricordati,
non dimenticare,
tienilo legato al polso,
mettilo come sigillo sul cuore,
come gioiello davanti agli occhi…

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Fa tenerezza un Dio che chiede: “Ascoltami, per favore!”

Ascoltare è amare.
Amerai con tutto il cuore, non da sottomesso, ma da innamorato.

Qualcuno ha proposto un’altra traduzione: amerai Dio con tutti i tuoi cuori.

Come a dire:
con il tuo cuore di luce e con il cuore d’ombra,
amalo con il cuore che crede e anche con il cuore che dubita.

Come puoi, come riesci, magari col fiatone,
quando splende il sole
e quando si fa buio,
e a occhi chiusi quando hai un po’ paura,
anche con le lacrime.

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Santa Teresa d’Avila in una visione riceve questa confidenza dal Signore: “Per un tuo ‘ti amo’ rifarei da capo l’universo”.

Con tutta la tua mente. Amore intelligente deve essere; che vuole conoscerlo, studiarlo, capirlo di più.

Parlare e cantare e scrivere di lui,
una preghiera,
una canzone,
una poesia d’amore al tuo amore…

In fondo, nulla di nuovo.
Le stesse parole le ripetono i mistici di tutte le religioni, i cercatori di Dio di tutte le fedi, da millenni.

La novità evangelica è nell’aggiunta inattesa di un secondo comandamento, che è simile al primo…

Il genio del cristianesimo dice: amerai l’uomo è simile all’amerai Dio.
Il prossimo è simile a Dio.
Il prossimo ha volto e voce, fame d’amore e bellezza, simili a Dio.

Cielo e terra non si oppongono, si abbracciano.

Vangelo strabico, verrebbe da dire: un occhio in alto, uno in basso, occhi nel cielo e piedi per terra.

Ma chi è il mio prossimo? Gli domanderà un altro dottore. Ho trovato una risposta che mi ha allargato il cuore, quella di Gandhi, un non cristiano: “il mio prossimo è tutto ciò che vive con me, su questa terra”,
le persone,
ma anche l’acqua,
il sole,
il fuoco,
le nuvole,
le piante,
gli animali.
Sorella madre terra e tutte le sue creature.

Il comandamento diventa: Ama la terra come ami te stesso, amala come l’ama Dio.

Vivere è convivere, esistere è coesistere.

Non già obbedire a comandamenti o celebrare liturgie,
ma semplicemente, meravigliosamente, felicemente: amare.

«Dio non fa altro che questo, tutto il giorno: sta sul lettuccio della partoriente e genera»
(M. Eckhart).

Che cosa genera?
Amore che è vita.

Per gentile concessione di p. Ermes, fonte.