LE PORTE BELLE DELL’EDEN
Passione del Signore
Ricordati di me,
prega la paura del ladro in croce.
Oggi sarai con me, risponde l’attenzione di Gesù.
E si preoccupa dentro l’ultima agonia non della propria salvezza,
ma di quella di chi gli muore accanto.
Sarai con me,
e le braccia di Gesù distese,
inchiodate in un abbraccio
che non può annullarsi,
dicono che Dio è così:
un abbraccio lungo e senza rimpianti,
dove tuffarsi.
Quelle braccia sono le porte belle dell’Eden, aperte in un gesto così esagerato che sembrano spezzarsi.
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Senza di noi neanche Dio può stare solo.
A lui manca qualcosa,
manca l’ultima pecora,
manca il ladro in croce,
manco io,
manchi tu:
Dio è completo solo quando è abbracciato a te.
Noi nasciamo lì
come la creatura nasce dal cuore trafitto del suo Creatore, forte e sicura come ogni uomo e donna quando si sanno amati.
Sarai con me, in paradiso. Oggi!
E parla di uno spazio immenso e felice,
lui crocifisso come un brigante,
con solo il niente di un palo e tre chiodi e quel poco di legno e ferro sufficienti per patire la morte.
Ma perché lui,
il giusto di Dio,
è in croce?
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Per essere con me e come me.
Perché io possa essere con lui e come lui,
ed essere ciò che Dio deve all’uomo che è in croce:
Gesù entra nella morte perché lì entra ogni suo fratello,
che lui non sa abbandonare.
L’amore conosce molti doveri,
ma il primo e il più importante
è quello di essere insieme con l’amato.
Perché il dolore,
la croce,
la pena inumana?
Credimi: è così semplice, quando si ama! (Jan Twardowski)
E un carcerato mi spiegava la sua conversione:
ho scoperto che Dio è l’unico che non mi frega! L’ho capito dalla croce.
Se ci fermiamo un minuto davanti a un crocifisso,
lo capiremo anche noi:
non c’è inganno nella croce.
Per gentile concessione di p. Ermes. Fonte.