HomeVangelo del Giornop. Ermes Ronchi - Commento al Vangelo di sabato 9 Novembre 2024

p. Ermes Ronchi – Commento al Vangelo di sabato 9 Novembre 2024

Commento al brano del Vangelo di: Gv 2,13-22

NELLA CHIESA FUORI I MERCANTI E DENTRO I POVERI

In tutto il mondo i cattolici celebrano oggi la dedicazione della cattedrale di Roma, San Giovanni in Laterano, come se fosse la loro chiesa, radice di comunione da un angolo all’altro della terra

Non celebriamo quindi un tempio di pietre, ma la casa grande di un Dio che per sua dimora ha scelto il libero vento di sempre, e si รจ fatto dell’uomo la sua casa, e della terra intera la sua chiesa.

Nel Vangelo, Gesรน con una frusta in mano

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Il Gesรน che non ti aspetti, il coraggioso il cui parlare รจ si si, no no. 

Il maestro appassionato che usa gesti e parole con combattiva tenerezza (Eg 85). 

Gesรน mai passivo, mai disamorato, non si rassegna alle cose come stanno: lui vuole cambiare la fede, e con la fede cambiare il mondo

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E lo fa con gesti profetici, non con un generico buonismo.

Probabilmente giร  un’ora dopo i mercanti, recuperate colombe e monete, avevano rioccupato le loro posizioni. 

Tutto come prima, allora? No, il gesto di Gesรน รจ arrivato fino a noi, profezia che scuote i custodi dei templi, e anche me, dal rischio di fare mercato della fede.

Gesรน caccia i mercanti, perchรฉ la fede รจ stata monetizzata, Dio รจ diventato oggetto di compravendita. 

I furbi lo usano per guadagnarci, i pii e i devoti per ingraziarselo:

io ti do orazioni, tu in cambio mi dai grazie; io ti do sacrifici,  tu mi dai salvezza.

Caccia gli animali delle offerte anticipando il capovolgimento di fondo che porterร  con la croce:  Dio non chiede piรน sacrifici a noi, ma sacrifica se stesso per noi

Non pretende nulla, dona tutto.

Fuori i mercanti, allora. La Chiesa diventerร  bella e santa non se accresce il patrimonio e i mezzi economici, ma se compie le due azioni di Gesรน nel cortile del tempio: fuori i mercanti, dentro i poveri

Se si farร  ยซChiesa con il grembiuleยป (Tonino Bello).

Egli parlava del tempio del suo corpo. Il tempio del corpo…, tempio di Dio siamo noi, รจ la carne dell’uomo

Tutto il resto รจ decorativo

Tempio santo di Dio รจ il povero, davanti al quale ยซdovremmo toglierci i calzariยป come Mosรจ davanti al roveto ardente ยซperchรฉ รจ terra santaยป, dimora di Dio.

Dei nostri templi magnifici non resterร  pietra su pietra, ma noi resteremo, casa di Dio per sempre

C’รจ grazia, presenza di Dio in ogni essere. Passiamo allora dalla grazia dei muri alla grazia dei volti, alla santitร  dei volti.

Se noi potessimo imparare a camminare nella vita, nelle strade delle nostre cittร , dentro le nostre case e, delicatamente, nella vita degli altri, con venerazione per la vita dimora di Dio, togliendoci i calzari come Mosรจ al roveto, allora ci accorgeremmo che stiamo camminando dentro un’unica, immensa cattedrale

Che tutto il mondo รจ cielo, cielo di un solo Dio.

Per gentile concessione di p. Ermes, fonte.

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