SOTTERRANEO MISTEROย
Santi innocenti.
Mistero del male. La liturgia innalza il grido del dolore innocente, un dolore che ci fa pensosi.
ร il Natale che continua, il Figlio di Dio percorre fino in fondo il destino dell’uomo:
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straniero tra gli stranieri,
esule in Egitto,
perseguitato in patria.
ร il cammino dell’umanitร .
Vita: mistero di festa e dolore.
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Dio entra in un fiume di lacrime…
Una scia di sangue e di dolore accompagna da sempre l’incarnazione: tre giorni dopo Natale,ย al Gloria degli angeli risponde il pianto delle madri.ย
Il Bambino vuole respirare vita e attorno a lui i potenti emanano morte.
Il Verbo non solo si รจ fatto fragile carne di bambino, ma carne minacciata, aggredita, esposta a tutte le forze cieche che angosciano la vita degli uomini:
Dio percorre fino in fondo il destino dell’uomo, nella carne dell’insicurezza, nel buio dell’angoscia, nel rosso del sangue.
Il Natale non รจ sentimentale, รจ drammatico: affiora il mistero dell’iniquitร .
Misterium iniquitatis da dove ha origine?
Non lo sappiamo. Ma esiste anche il sotterraneo mistero della bontร .
La strage degli innocenti accade ancora oggi. Si nutre continuamente di guerre, tragedie, dolore innocente, naufragi.
Erode vuole eliminare ogni pretendente al trono, uccide i suoi figli nel sospetto e nella paura, nel tentativo di sottrarsi alla morte che lo insegue in ogni sua azione.
Non consultarti mai con le tue paure, con le tue rabbie, ma con i tuoi sogni (cf. Giovanni XXIII)
ยซRachele piange i suoi figliยป (Ger 31,15): รจ il mondo, รจ Dio stesso che piange i suoi figli straziati.
E non c’รจ consolazione per le madri del mondo, solo la comunione nel pianto.
Un racconto rabbinico dice che nel giorno dell’esodo dall’Egitto, quando l’esercito del faraone fu sommerso nel Mar Rosso, una scia di dolore accompagnรฒ il canto della sorella di Mosรจ, quella Miriam del tamburello. Dio vietรฒ ai suoi angeli di far festa per la liberazione del popolo, lo vietรฒ perchรฉ in quello stesso giorno erano morti troppi altri suoi figli.
Cosรฌ a Betlemme. Cosรฌ oggi nel Mediterraneo, cimitero insaziabile, quanti piccoli martiri della speranza affogati nellโacqua fredda del mare e dellโindifferenza.
Quanti Erode tra noi, con le mani sporche di sangue…
Il dolore non vuole spiegazioni ma partecipazione, non domanda motivazioni (perchรฉ, perchรฉ a me, perchรฉ al mio bambino…) domanda condivisione.
Chiede a me di sentire mie le ferite di ogni ferita.
Scrive Berdjaev: ยซA loro, cioรจ ai buoni, alle vittime, non ai carnefici ma ad ogni Abele, l’ultimo giorno il Signore chiederร : che cosa hai fatto di tuo fratello Caino?
E allora, soltanto allora, quando la vittima saprร prendersi cura del carnefice, perdonando, quando l’agnello saprร farsi prossimo al lupo, solo allora il riscatto della terra sarร veramente compiutoยป.
Un sogno di Vangelo, che capovolga le nostre cronache amare in storie di salvezza.
Per gentile concessione di p. Ermes, fonte.