p. Ermes Ronchi – Commento al Vangelo di martedì 22 aprile 2025

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L’Alfabeto dell’Amore: Croce e Risurrezione

Il video di Ermes Ronchi esplora la Pasqua attraverso il Cantico dei Cantici, focalizzandosi sull’incontro di Gesù risorto con Maria Maddalena.

L'alfabeto dell'amore

Il primo sguardo di Gesù è rivolto al dolore di Maria, non al suo peccato, evidenziando la compassione divina. Le ferite di Cristo risorto non scompaiono, ma diventano un “alfabeto dell’amore”, testimoniando il sacrificio.

Questa prospettiva suggerisce che anche le sofferenze umane possono trasformarsi in fonti di luce, come afferma Leonard Cohen.

Il commento sottolinea l’importanza di tenere insieme la croce e la risurrezione: la croce dà senso alla Pasqua, e la Pasqua dà significato alla croce. Infine, cita un poeta che vede nella risurrezione, iniziando dalla gioia del sepolcro vuoto, una prospettiva che illumina anche la croce.

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RACCOGLITORE DI LACRIME É ANCHE IL CRISTIANO, A SUA IMMAGINE

Giovanni 20, 11-18

Maria di Magdala
esce di casa
quando è buio nel cielo
e buio nel cuore,
in quell’ora,
tra la notte e il giorno,
quando le cose
non si vedono
ma supplisce il cuore.

Maria va, sola,
“non ha paura
lei che è donna,
mentre hanno paura
gli uomini,
perché lei gli apparteneva
e il suo cuore era presso di lui, dove era lui
era anche il cuore di lei, perciò non aveva paura” (Meister Eckart).

Quell’uomo
che sapeva di cielo,
che aveva spalancato
per lei orizzonti infiniti,
è ora chiuso in un buco
nella roccia.
Tutto finito.

E invece no:
vide che la pietra era stata tolta…

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Il sepolcro è spalancato,
vuoto e risplendente,
nel fresco dell’alba.

E fuori è primavera.
Il sepolcro è aperto
come il guscio di un seme.
Come un grembo
che ha partorito.

Gesù le parla:
Donna, perché piangi?
É lo stile inconfondibile di Gesù.

Riprende a fare
ciò che ha sempre fatto.
L’ha fatto nell’ultima ora
del venerdì, occupandosi
della paura di un ladro giustiziato con lui,
lo fa nella prima ora
di Pasqua,
quando si dimentica
dentro le lacrime
e il dolore di Maria.

Non dice: guarda me;
non si impone,
non abbaglia.
Trema insieme al tremante cuore della sua amica.
È lui, non ti puoi sbagliare.

Nella prima luce vede per primo un volto solcato di lacrime:
il mondo è
un immenso pianto;
il nostro,
un pianeta di tombe.

Come nei Vangeli,
così anche nel giardino
il primo sguardo di Gesù
si posa sempre sul dolore, sempre sulla povertà dell’uomo,
e mai sul peccato.

Non può impedire le lacrime,
ma “le raccoglie
ad una ad una
nel suo otre,
le scrive nel suo libro”
(Salmo 54,9).

Chino su di me,
perché neppure una
vada perduta.
E infine asciugherà
le lacrime di ogni volto.

Lavoro eterno di Dio.
Raccoglitore di lacrime
è anche il cristiano,
a Sua immagine.

Per continuare a scrivere, insieme, una delle verità più grandi dell’umanesimo, biblico e universale:
Il bene è più profondo del male.

Ecco il cuore della pasqua.

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