HAI TROVATO IL BAMBINO?
Epifania, festa dei cercatori di Dio, dei lontani, che si sono messi in cammino dietro a un loro profeta interiore, a parole come quelle di Isaia “Alza il capo e guarda”.
Due verbi bellissimi:
alza, solleva gli occhi, guarda in alto e attorno, apri le finestre di casa al grande respiro del mondo.
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E guarda,
cerca un pertugio,
un angolo di cielo,
una stella polare,
e da lassù interpreta la vita, a partire da obiettivi alti.
Il vangelo racconta la ricerca di Dio come un viaggio, al ritmo della carovana, al passo di una piccola comunità:
camminano insieme, attenti alle stelle e attenti l’uno all’altro.
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Fissando il cielo e insieme gli occhi di chi cammina a fianco, rallentando il passo sulla misura dell’altro, di chi fa più fatica.
Poi il momento più sorprendente: il cammino dei magi è pieno di errori: perdono la stella,
trovano la grande città anziché il piccolo villaggio.
Chiedono del bambino a un assassino di bambini, cercano una reggia e troveranno una povera casa. Ma hanno l’infinita pazienza di ricominciare.
Il nostro dramma non è cadere, ma arrenderci alle cadute.
Ed ecco: videro il bambino in braccio alla madre, si prostrarono e offrirono doni.
Il dono più prezioso che i Magi portano non è l’oro, è il loro stesso viaggio.
Il dono impagabile sono i mesi trascorsi in ricerca, andare e ancora andare dietro ad un desiderio più forte di deserti e fatiche.
Dio desidera che abbiamo desiderio di Lui.
Dio ha sete della nostra sete: il nostro regalo più grande.
Entrati, videro il Bambino e sua madre e lo adorarono.
Adorano un bambino. Lezione misteriosa:
non l’uomo della Croce
né il Risorto glorioso,
non un uomo saggio dalle parole di luce
né un giovane nel pieno del vigore,
semplicemente un bambino.
Non solo a Natale Dio è come noi, non solo è il Dio-con-noi, ma è un Dio piccolo fra noi.
E di lui non puoi avere paura, e da un bambino che ami non ce la fai ad allontanarti.
Informatevi con cura del Bambino e poi fatemelo sapere perché venga anch’io ad adorarlo!
Erode è l’uccisore di sogni ancora in fasce,
è dentro di noi,
è quel cinismo,
quel disprezzo
che distruggono sogni e speranze.
Vorrei riscattare queste parole dalla loro profezia di morte e ripeterle all’amico, al teologo, all’artista, al poeta, allo scienziato, all’uomo della strada, a chiunque: hai trovato il Bambino?
Ti prego, cerca ancora, accuratamente, nella storia, nei libri, nel cuore delle cose, nel Vangelo e nelle persone
Cerca ancora con cura, fissando gli abissi del cielo e gli abissi del cuore,
e poi raccontamelo come si racconta una storia d’amore, perché venga anch’io ad adorarlo, con i miei sogni salvati da tutti gli Erodi della storia e del cuore.
Per gentile concessione di p. Ermes, fonte.