CERCATORI DELL’ASSOLUTO
Tutti viandanti incamminati perché questo mondo così com’è non basta a nessuno.
Tutti testimoni di un qualcosa che ci unisce al di là della forma, della forma delle fedi.
Siamo anche noi così, pellegrini senza strada, non si vede la strada del pellegrino dell’assoluto.
- Pubblicità -
Giovanni della Croce dice:
“Siamo senza strada,
ma tenacemente in cammino perché Dio è sempre oltre.
- Pubblicità -
In Dio si scoprono nuovi mari quanto più si naviga”.
Dio è oltre le parole,
oltre i pensieri,
oltre i dogmi,
oltre la Chiesa.
Dio non è ciò che penso di Lui, non è ciò che dico di Lui.
Le nostre parole sono come uccellini in gabbia che sbattono contro le pareti, continuano a tentare di volare via o di dire poco più del nulla che sappiamo di lui.
Sbattiamo contro la gabbia dei limiti perché noi tutti stiamo camminando ai bordi del mistero, rimaniamo ai confini della galassia, Dio è oltre.
Harbard diceva: “Dio è l’infinitamente altro che viene nella storia perché la storia diventi infinitamente altra da ciò che è, viene per alterare la nostra vita.”
Apre davanti all’uomo e alla donna la diversità di una vita vissuta secondo la diversità di Dio.
Nel trattato logico filosofico di Wittgenstein c’è una bellissima immagine, dice così: l’uomo è come un’isola, la vita ti conduce a conoscere tutta l’isola, esplorarne il litorale, le baie, i promontori, le spiagge e quando hai terminato il giro dell’ isola, torni al punto di partenza e ti pare di conoscerla bene la tua isola.
Ma la fede ci mostra che a quel punto, proprio dove l’ isola e la terra finiscono, lì inizia l’oceano infinito e profondo e che la spiaggia è il luogo dove si incontrano la sabbia della piccola isola e le onde del mare infinito, che dove l’uomo finisce, inizia Dio.
Ognuno è il punto di contatto con l’infinito, su questa pelle viene a sbattere l’onda dell’infinito.
Allora la vita, tutta la vita è dentro l’infinito e l’infinito è dentro la vita.
L’istante si apre sull’eterno e l’eterno si insinua nell’istante, cioè l’uomo confina con Dio ma Dio è oltre.
Noi nella fede affermiamo che il nostro segreto non è in noi, è oltre noi.
Allora nasce una fede nomade, incamminata, mai installata per sempre, non a suo agio nel chiuso.
Don Benedetto Calati dice che Gesù é Dio caduto sulla terra come un bacio, un bacio ti deve sorprendere, é più della parola.
Devi andare vicino, devi toccare, non si accarezza da lontano.
Nel bacio
i confini tra i due mondi
si toccano,
si sfiorano,
si disarmano, custodiscono scintille,
un brivido.
In Gesù possiamo sentire il brivido di Dio.
Per gentile concessione di p. Ermes, fonte.