p. Ermes Ronchi – Commento al Vangelo di domenica 9 Luglio 2023

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Nel cuore di Dio l’alfabeto della vita

✝️ Commento al brano del Vangelo di:  ✝ Mt 11,25-30

Il Vangelo registra uno di quegli slanci improvvisi che accendevano di stupore le parole di Gesù: i piccoli, i bambini, le donne, i poveri lo capiscono subito. In tutta la Bibbia l’economia della piccolezza esce diretta del cuore di Dio e attraversa come uno spartiacque la nostra storia: Dio scommette su coloro sui quali il mondo non scommette.

E Gesù ne è felice. Nonostante il brutto momento: Giovanni il Battista è arrestato, i capi religiosi e politici lo braccano, i villaggi attorno al lago, dopo la prima ondata di entusiasmo, si sono allontanati. Ed ecco che in quell’aria di sconfitta, Gesù, anziché deprimersi, si stupisce, si incanta di Dio: una meraviglia.Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro: le sue mani, dove appoggiare la stanchezza e riprendere il fiato del coraggio.Imparate da me… Andare da Gesù è andare a scuola di vita. Quest’uomo senza poteri ma regale, libero come il vento, che nessuno ha mai potuto comprare o asservire e fonte di libere vite, insegna a vivere bene.

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Imparate da me che sono mite e umile di cuore…Il maestro è il cuore. Andare tutti a scuola di cuore! Tutti a imparare il cuore di Dio! Dove c’è l’alfabeto della vita. Dio stesso non è un concetto, ma il cuore dolce e forte della vita. Imparate da me, dal mio modo, delicato, senza violenza e senza arroganza. Il mio giogo è dolce e il mio peso è leggero. […] Continua a leggere tutto il testo di questo commento su Avvenire


Altro commento di fra Ermes

QUESTIONI DI LEGGEREZZA

Il posto vuoto dei grandi lo riempiono pescatori, poveri, malati, vedove, bambini, pubblicani. I preferiti di Dio. I piccoli a cui si è rivelato. 

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Il Battista è in carcere, in Galilea crescono rifiuto e ostilità, i miracoli di Cafarnao e di Betsaida non convertono nessuno, eppure, nel pieno della crisi, Gesù benedice il Padre, fermandosi improvvisamente come incantato davanti ai suoi, ai piccoli.

In quell’aria di sconfitta, si apre uno squarcio inatteso che lo riempie di gioia: Padre, ti benedico, ti rendo lode, ti ringrazio, perché ti sei rivelato ai piccoli. Gesù non se l’aspettava e si stupisce della novità; la meraviglia lo invade e lo senti felice.

I piccoli sono coloro che ce la fanno a vivere solo se qualcuno si prende cura di loro. Dio è vicino a ciò che è piccolo, ama ciò che è spezzato. Quando gli uomini dicono: “perduto”, egli dice: “trovato”, quando dicono: “condannato”, egli dice: “salvato!” (Bonhoeffer). Il posto vuoto dei grandi lo riempiono pescatori, poveri, malati, vedove, bambini, pubblicani. I preferiti di Dio. E per entrare pienamente nel mistero Suo vale più un’ora passata dentro il mondo di uno di questi piccoli, che anni di studi di teologia.

Ti voglio bene, mio Dio, perché hai rivelate queste cose ai piccoli… di quali cose si tratta?

Un piccolo, un bambino capisce subito l’essenziale: se gli vuoi bene o no. In fondo è questo il segreto della vita buona, e non ce n’è un altro. Voi valete più di molti passeri, ha detto l’altra domenica, voi avete il nido nelle sue mani. Allora venite a me, voi stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro.

La pace si sceglie. La pie­nezza della vita si impara. E a vivere si impara, sceglien­do il cuore di Dio, alla cui scuola andava la vita di Gesù; quest’uomo senza poteri, li­bero come il vento, leggero come la luce, dignitoso e nobile, che nulla e nessuno ha mai potuto piegare.

Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro. Non un nuovo sistema di pensiero, ma il ristoro, il conforto del vivere. Le nostre prediche, i nostri tanti incontri devono raccontare la speranza, altrimenti sono la tomba della domanda dell’uomo e della risposta di Dio. Invece là dove le domande dell’uomo e la bellezza del Dio di Gesù si incontrano, lì esplode la vita.

Il mio giogo è dolce e il mio peso è leggero: il giogo, nella Bibbia, indica la Legge, e la legge di Gesù è l’amore. Prendetelo su di voi! L’amore è un re leggero, un tiranno amabile, instancabile nel generare, curare, rimettere in cammino.

Non è difficile Dio: sta al fianco di chi non ce la fa, porta quel pane d’amore di cui ha bisogno ogni cuore. Io non amerò un Dio generico, amerò il Padre di Gesù Cri­sto, l’Abbà, e lo amerò come figlio, come uno dei piccoli a cui si è rivelato. E poi non farò altro, perché: “attraverso il riposo e la pace del vostro cuore, in migliaia attorno a voi saranno salvati, e troveranno ristoro” (A. Louf).