VANGELO DI SENSI IN ASCOLTO
Ancora un miracolo. Uno dei tanti.
Portano da Gesรน un uomo prigioniero del silenzio, mentre la parola era murata dentro di lui.
Una vita senza musica e senza voce, un sordomuto come noi che non ci si capisce, che non si sa ascoltare, sordi come lui.
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Siamo invasi da social che ci fanno comunicare con tutti, anche quando nessuno ci ascolta; ci piace essere conosciuti da un mucchio di sconosciuti.
Quel sordomuto รจ fortunato e non per la guarigione, ma perchรฉ attorniato da amici che si prendono cura di lui: e lo condussero da Gesรน.
La guarigione inizia quando nel volto di qualcuno vediamo spuntare un germoglio di amore compassionevole.
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โE lo pregarono di imporgli la manoโ. Ma Gesรน fa molto di piรน: lo prende in disparte, lontano dalla folla: Io e te soli, per questo tempo niente conta piรน di te.
Non importa se รจ santo o peccatore. Soffre e basta.
E noi? Quando invece di dire: sei malato, sei nevrotico, si dirร : vieni a cena da me, al riparo della mia amicizia?
Li immagino occhi negli occhi, con Gesรน che prende quel volto fra le mani, con poche parole e gesti molto intimi.
Lo tocca, e pone le dita sugli orecchi del sordo. Come lo scultore sulla creta che sta plasmando, come in una carezza. A parlare รจ la tenerezza dei gesti.
Poi con la saliva toccรฒ la sua lingua. Spirito e parola condensati, in un vangelo di contatti, di odori, di sapori.
Gesรน opera la guarigione dei sensi, e per farlo li usa tutti; mani, occhi, orecchi, bocca, per ricondurci allโessenza della vita, perchรฉ รจ attraverso i sensi che percepiamo il mondo.
Guardando verso il cielo, emise un sospiro, e gli disse: Effatร ! In aramaico, nel dialetto di casa, nella lingua della madre, ripartendo dalle radici.
Apriti e non โapriteviโ, si rivolge cosรฌ allโuomo intero, e non ai suoi orecchi. Apriti, come si apre una porta allโospite, come le braccia allโamore.
Apriti agli altri e a Dio, anche con le tue ferite, attraverso le quali vita esce e vita entra.
Una vita guarita รจ quella che si apre sul mondo: e subito gli si aprirono gli orecchi, si sciolse il nodo della sua lingua e parlava correttamente. In realtร non รจ lโorgano fisico dellโorecchio, in realtร รจ scritto che si aprirono โgli ascoltiโ. Si aprรฌ la comprensione, non gli orecchi.
Se non sai ascoltare, perdi la parola. E sa parlare solo chi sa ascoltare. Dono da chiedere instancabilmente, per il sordomuto che รจ in noi:
donaci, Signore, un cuore che ascolta (cfr 1Re 3,9).
Allora nasceranno pensieri e parole che ci faranno uscire dallโassurdo di parole non dette e non ascoltate, dallโassurdo che รจ lโuomo chiuso.
Che lโunica nostra parola sia: โapritiโ.
Se apri la tua porta, vita viene (Jaki Petrovic).
Per gentile concessione di p. Ermes, fonte.