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p. Ermes Ronchi – Commento al Vangelo di domenica 4 Agosto 2024

Domenica 4 Agosto 2024
Commento al brano del Vangelo di: Gv 6,24-35

PANE Dโ€™AZZURRO

Dopo il segno del pane, il lago si riempie di barche e di domande.

Da dove nascerร  un lungo scontro verbale, nella sinagoga di Cafarnao, duro fino ad una soglia di rottura, e non solo con occasionali ascoltatori, ma proprio con i suoi discepoli.

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Sarร  un dialogo tra sordi, che si articola allโ€™inizio attorno a tre domande:

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I. Quando sei venuto qua?

E Gesรน capisce che alla gente non interessa sapere il quando e il come, ma il perchรฉ. E risponde senza giri di parole: voi mi cercate perchรฉ avete mangiato, perchรฉ pensate di avere un tornaconto, per la pancia piena. Contesta la loro e la mia fede illusoria, โ€œeconomicaโ€: io amo Dio o i suoi favori? Amo il Donatore o i suoi doni? Cโ€™รจ il cuore da saziare, che รจ un abisso insondabile (salmo 64,7), e non il ventre.

II. Cosa dobbiamo fare per essere in sintonia con Dio?

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Mettersi in sintonia con Gesรน: credere, fidarsi, fondarsi, affidarsi. Al cuore della fede sta la tenace, dolcissima fiducia che lโ€™opera di Dio รจ Gesรน: volto alto e luminoso dellโ€™umano, libero come nessuno, guaritore del disamore del mondo. Volto vero di un Dio che viene non come un dito puntato, ma come un abbraccio, come le due ali aperte di una chioccia che protegge e custodisce i suoi pulcini (Lc 13,34), con tenerezza combattiva.

III. Tu, quale opera fai perchรฉ ti crediamo? Gesรน risponde con due parole immense: Dio dร .

Un verbo cosรฌ facile, cosรฌ chiaro: dare, che racchiude il cuore di Dio. Dio dร  vita. Siamo davanti a uno dei vertici del vangelo, a uno dei nomi piรน belli di Dio: Lui รจ nella vita, donatore di vita. Dalle sue mani la vita fluisce illimitata e inarrestabile.

Lโ€™opera di Dio รจ dare. Dio non prende, dona. Non esige, offre. Non pretende, colma. Non dร  pane in cambio di potere, neppure del potere sulle anime. Offre qualcosa che solo puรฒ colmare le profonditร  della vita: โ€œpane dal cieloโ€.

E qui scatta come una molla, come una freccia, la pretesa totale, perfino eccessiva di Gesรน: io sono il pane, io faccio vivere!

L’uomo nasce affamato, ed รจ la sua fortuna. Il bambino ha fame della madre, gli amanti hanno fame l’uno dell’altro e poi di un figlio che incarni il loro amore, come un balcone sul futuro. E quando una famiglia รจ completa, dovrebbe sentirsi appagata. E invece l’uomo sente la felicitร  sempre minacciata. Ed ha fame ed ha paura, desidera amici e teme tradimenti. Ha fame di corpi e poi di infinito; ha fame di cielo: cerca pane dโ€™azzurro.

Pane non รจ solo un pugno di farina e acqua, ma indica tutto ciรฒ che ci mantiene in vita. Amore. Pace. Dignitร . Energia. Libertร . Sogno. Fioritura piena del nostro essere. Felicitร .

Pane โ€˜dalโ€™ cielo, ma non solo: pane โ€˜diโ€™ cielo, composto di ciรฒ che compone il cielo, fatto della stessa materia di cui รจ fatto Dio.

Per gentile concessione di p. Ermes, fonte.

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