p. Ermes Ronchi โ€“ Commento al Vangelo di domenica 31 Dicembre 2023

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Lโ€™abbraccio di Anna e Simeone a Gesรน

Maria e Giuseppe portarono il Bambino a Gerusalemme per presentarlo al Signore. Il figlio รจ dato ai genitori, ma subito da loro รจ offerto ad un altro sogno, ad unโ€™altra strada che si apre per lui. I figli non sono nostri, appartengono a Dio, al mondo, ad una loro vocazione, ยซessi abitano case future che nemmeno in sogno potrete visitareยป (K. Gibran).

Salgono al tempio, ma ancora sulla soglia, altre braccia subito se lo contendono, quel bambino. E non sono braccia di sacerdoti o di leviti, ma quelle di due anziani, che non hanno ruolo nellโ€™istituzione ma sono due innamorati di Dio. Occhi velati dalla vecchiaia, ma ancora accesi dal desiderio. รˆ la vecchiaia del mondo che abbraccia lโ€™eterna giovinezza di Dio. Lโ€™alternativa vera per i credenti non รจ tra progressisti o conservatori, ma tra innamorati e abituati (papa Francesco), tra accesi e accomodati.

Gesรน non appartiene al tempio, appartiene allโ€™uomo, a chiunque ne sia assetato, รจ di quelli che sanno vedere oltre come Anna; รจ di quelli che non smettono di sognare, come Simeone, che sentono Dio come il loro futuro. Simeone prende in braccio Gesรน e benedice Dio. Compie un gesto sacerdotale, una autentica liturgia, possibile a tutti, un arte straordinaria.

Un anziano, diventato onda di speranza, una laica sotto lโ€™ala dello Spirito benedicono: la benedizione non รจ un ufficio dโ€™รฉlites, ma esubero di gioia che ciascuno puรฒ offrire a Dio (R. Virgili), che sta nelle case fuori dal tempio. รˆ Dio che si incarna nelle creature, nella vita che finisce e in quella che fiorisce. Anche Maria e Giuseppe sono benedetti, si comportano secondo le regole ma al tempo stesso accolgono lโ€™imprevisto, rassicurati dal rito e stupiti dai due profeti. Poi Simeone dice tre parole immense su Gesรน: egli รจ qui come caduta, risurrezione, come segno di contraddizione. Tre parole che danno respiro e movimento alla vita, con dentro il luminoso potere di far vedere che tutte le cose sono ormai abitate da un oltre.

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Altro commento di fra Ermes

LE TRE PAROLE

p. Ermes Ronchi - Commento al Vangelo di domenica 31 Dicembre 2023

Egli รจ qui, adesso, tra noi, rovina, risurrezione, contraddizione. E come potrebbe non esserlo? Piccolo gioiello di Dio, stella di carne scesa a scaldare quella stessa Betlemme che oggi si ritrova vuota e buia, senza un Gesรน piccolo che la spinga come i pastori ad alzare gli occhi a scrutare angeli.

Rovina, risurrezione, contraddizione. Tre parole profetiche scolpite nellโ€™anima, che perรฒ fanno respirare la vita, perchรฉ il dolore non vuole spiegazioni, ma condivisione.

Portarono il bambino a Gerusalemme, per offrirlo al Signore. Il figlio รจ loro, eppure non lo รจ.

Il figlio รจ dato ma subito รจ offerto ad un altro sogno, ad unโ€™altra strada; perchรฉ i figli non sono nostri, appartengono a Dio, al cosmo, alla storia; alla loro vocazione che noi non conosciamo. Devono realizzare non i nostri sogni, ma quelli di Dio. Questa รจ la santitร  della famiglia.

Nel tempio la coppia incontra due anziani carichi dโ€™anni, ma vivi come bambini; non chiusi custodi di ricordi, essi si rivelano profeti di futuro: Simeone guarda oltre, Anna parla agli altri. Vecchiaia aperta e sapiente, che vede ciรฒ che altri non vedono ancora.

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Lโ€™inverno del mondo abbraccia lโ€™eterna giovinezza di Dio. E la liturgia che si compie, in quel cortile aperto a tutti, รจ semplice, naturale e perciรฒ divina. Prendendo in braccio Gesรน, e benedicendo Dio, Simeone compie un autentico gesto sacerdotale, possibile a tutti. E dice tre parole immense a Maria, per spiegarle chi รจ suo Figlio: egli รจ qui per la rovina e la risurrezione di molti, segno di contraddizione.

Egli รจ qui, adesso, in mezzo a noi, rovina, risurrezione, contraddizione. E come potrebbe non esserlo? Piccolo gioiello di Dio, stella di carne scesa a scaldare quella stessa Betlemme che oggi si ritrova vuota e buia, fredda e senza stelle, senza piรน un Gesรน piccolo che la faccia sognare, che la spinga come i pastori ad alzare gli occhi a scrutare gli angeli.

Eโ€™ questa la contraddizione suprema dellโ€™uomo che, nei fatti, si crede Dio onnipotente.

Sii per me rovina e risurrezione, Signore. Non lasciarmi nellโ€™indifferenza e nella falsa pace. Contraddici i miei pensieri con i tuoi, e annega le sicurezze del Narciso che รจ in me. Contraddici lโ€™immagine distorta che ho di te, e questa guerra del mondo e del cuore. Sii mia risurrezione, quando ho il vuoto dentro e il buio davanti agli occhi. Sii risurrezione, vita che si dirama dopo il fallimento facile, dopo una fedeltร  mancata, dopo unโ€™umiliazione bruciante. E poi risorgi con le cose che credevo finite.

Rovina, risurrezione, contraddizione. Tre parole profetiche scolpite nellโ€™anima, che perรฒ fanno respirare la vita. Contraddizione nel cuore della logica umana, rovina di idoli e illusioni, risurrezione dei germi vitali ai quali non riusciamo a dare terreno.

Anche a te una spada, Maria: Simeone lega Maria non solo alla croce del figlio, ma a tutta la messe di lacrime e di contraddizioni del Vangelo e dellโ€™esistenza.

Anche a te, Maria. Non sei esente. La fede non produce lโ€™anestesia del vivere. La fede e la santitร  non sono, per lei come per noi, unโ€™assicurazione contro la sofferenza o i lutti. Anche a te, una spada. Il dolore ti legherร  a tanti, a tutti i tuoi figli trafitti dalla spada del fratello, perchรฉ il dolore non vuole spiegazioni, ma condivisione.

Fonte

Inciampare in una stella โ€“ Meditazioni sui vangeli dal 17 dicembre al 6 gennaio

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