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p. Ermes Ronchi – Commento al Vangelo di domenica 28 Luglio 2024

Domenica 28 Luglio 2024
Commento al brano del Vangelo di: Gv 6, 1-15

PRIMA DEL PANE, IL LIEVITO

Domenica del pane che trabocca dalle mani, dalle ceste, che sembra non finire mai.

E mentre lo distribuivano, non veniva a mancare; e mentre passava di mano in mano, restava in ogni mano.

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Quello del pane รจ lโ€™unico segno riferito da tutti e quattro i Vangeli. Marco e Matteo ne riportano addirittura due redazioni. Si tratta, evidentemente, di un evento decisivo per capire la vita e il messaggio di Gesรน.

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Con il segno del pane, piรน che davanti ad un eclatante miracolo siamo di fronte ad una fessura di mistero.

Il racconto รจ pieno di simboli bellissimi: รจ ormai primavera; cโ€™รจ molta erba che richiama i pascoli e il Salmo del buon pastore; cโ€™รจ il monte grande simbolo della casa di Dio; รจ vicina la Pasqua; ci sono i numeri: cinque pani e due pesci che compongono il sette, simbolo della pienezza; cโ€™รจ il pane dโ€™orzo, pane di primizia perchรฉ lโ€™orzo รจ il primo dei cereali che matura, primo pane nuovo; e cโ€™รจ un ragazzo, neppure un uomo adulto, una primizia dโ€™uomo.

Un Vangelo pieno dโ€™inizi e di gemme che fioriscono, per grazia.

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Modello del discepolo oggi รจ un ragazzo senza nome nรฉ volto, che dona ciรฒ che ha, senza pensarci, e cosรฌ innesca la spirale della condivisione, il miracolo del dono.

Il problema del nostro mondo non รจ la penuria di pane, ma la povertร  di quel lievito che incalza e spinge a condividere, a fare di ciรฒ che hai un sacramento di comunione.

โ€œAl mondo, il cristiano non fornisce pane, fornisce lievitoโ€ (Miguel de Unamuno).

โ€œCredo sia piรน facile moltiplicare il pane che non distribuirlo. Cโ€™รจ tanto di quel pane sulla terra che a condividerlo basterebbe per tuttiโ€ (D. M. Turoldo).

Prese i pani, ringraziรฒ, diede.

โ€œRicevimi, donami, donandomi mi otterrai di nuovoโ€ (Rig Veda). L’uomo puรฒ solo ricevere, la vita, il creato, le persone che sono il suo pane. Puรฒ solo ringraziare, benedire, donare. E basteranno le briciole a riempire dodici ceste.

Noi siamo ricchi solo di ciรฒ che abbiamo donato alla fame dโ€™altri.

Gesรน, sapendo che venivano a prenderlo per farlo re, si ritirรฒ sul monte, lui da solo. Rifiuta di essere fatto re, ma non rifiuta lโ€™acclamazione a profeta.

La profezia gli si addice: lui รจ bocca di Dio e bocca dei poveri. Ma dal potere, da tutto ciรฒ che circonda il nome di re, fugge lontano.

La folla รจ religiosa solo in apparenza: cerca un Dio fornitore di pane a buon mercato, che plachi le fatiche, i pianti, le paure che popolano il cuore.

Gesรน non vuole regnare su nessuno, ma porre vita nelle nostre mani. La sua. E guidarci dalla fame di pane alla fame di Dio.

Noi siamo fatti per la felicitร , ma in questa furia di vivere che ci prende tutti, non ci preoccupiamo di moltiplicare dentro di noi le sorgenti che, sole, danno la felicitร : saper accogliere, benedire, donare.

Per gentile concessione di p. Ermes, fonte.

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