Lazzaro siamo noi. Risorgiamo perchรฉ amati
La bellezza struggente dellโumanitร di Gesรน: lo vediamo fremere, piangere, commuoversi, gridare. Un Dio umanissimo, quello che ogni uomo cerca: non un Dio da adorare e venerare nellโalto dei cieli, ma un Dio coinvolto e coinvolgente, che ride e piange, gioca con i suoi figli nei caldi giochi del sole e del mare.
Di Lazzaro sappiamo poche cose, quelle che contano: la sua casa รจ aperta, รจ amato da molti, รจ amico speciale di Gesรน: ospite, amico e fratello. Tre nomi per restare umani.
Se Tu fossi stato qui, nostro fratello non sarebbe morto. Le sorelle hanno visto le loro preghiere volare via come colombe, e nessuna che tornasse indietro a portare una risposta, una fogliolina di ulivo di risposta, come allora nellโarca. Ma Dio esaudisce le nostre preghiere? Sรฌ, esaudisce sempre; ma non le nostre richieste, bensรฌ le sue promesse.
โTuo fratello risorgerร โ. Lei la sente come una frase fatta, parole formali che tutti sanno dire: โso bene che risorgerร . Ma quel giorno รจ cosรฌ lontano da questo doloreโ. Lei parla al futuro, Gesรน al presente. E usa parole impressionanti: โIo sono la risurrezione e la vitaโ. Adesso. Prima la risurrezione e poi la vita. Prima la liberazione e poi la vita viva. [โฆ] Continua a leggere tutto il testo di questo commento su Avvenire
UNA GOCCIA PER VEDERE
Nel giorno delle lacrime, Dio sembra essere lontano. Il suo ritardo pesa. Eppure siamo noi il cielo di Dio. Lui รจ qui non come esenzione, ma come riscatto dentro la morte.
Quel giorno, a Betania, Gesรน si rivela piรน umano che mai. Lo vediamo fremere, piangere, gridare. Piange lโamico Lazzaro, piange un vuoto, duro come la pietra che chiude il sepolcro.
Lacrime riยญbelli le sue, stupenยญda arroganza di chi non accetta la morte. Amore arrogante fino al grido: vieยญni fuori!
Quando ama, lโuomo compie gesti divini; quando ama, Dio lo fa con gesti molto umani. Le lacrime dโamore sono una potente lente dโingrandimento sulla vita: ci guardi dentro e leggi ciรฒ che sui libri non troverai mai.
Ciascuno di noi รจ Lazzaro, e il pianto di Dio รจ la nostra salvezza.
Lรฌ attorno, i suoi amori. Maria รจ la donna dei piedi e degli abbracci. Marta, delle manie delle parole che, con la confidenza propria dellโamicizia, vanno dritte al cuore di Gesรน: se tu fossi stato qui egli non sarebยญbe morto.
E Gesรน va diritto al cuore delle cose: tuo fratello riยญsorgerร . Marta ribatte: lo so! Ma quel giorno รจ cosรฌ lonยญtano dal mio desiderio e dal mio dolore.
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Marta parla al futuro, Gesรน, al presente. E incide parole che per il vangelo saranno di fuoco: io soยญno la risurrezione e la vita.
La ribellione di Gesรน scardina la morte scendendo i suoi tre gradini:
- Togliete la pietra. Via i macigni dal cuore, le macerie sotto cui vi seppellite da soli; via i sensi di colpa, il non saper perdonare noi e gli altri; via il male ricevuto, che vi inchioda ai vostri ergastoli interiori.
- Lazzaro, vieni: fuori cโรจ il sole! Esci dalla grotta nera dei rimpianti e delle delusioni, dal sentirti il centro delle cose. Vieni fuori, ripete alla farfalla che รจ in me, chiusa dentro il bruco che temo di essere.
- Lasciatelo andare! Scioglietevi tutti dallโidea che la morte sia la fine di tutto. E poi dategli una strada e amici con cui camminare, qualche lacrima, e una stella polare.
Una pietra si รจ mossa, รจ penetrata una fessura di primavera. Un grido dโamico ha scosso il silenzio, e lacrime hanno bagnato le bende. Tutto ciรฒ รจ accaduto per palesi e pubbliche ragioni dโamore.
Invidio Lazzaro, e non perchรฉ esce vivo dalยญla grotta, ma perchรฉ circondato da una folla che gli vuole bene, segno di una vita riuscita. La sua fortuna รจ lโamicizia, la sua sanยญtitร รจ lโaffetto che lo assedia.
E Lazzaro esce avvolto della suprema speranza: qualcosa, qualcuno รจ piรน forte della morte.
Ma nel giorno delle lacrime, Dio sembra essere lontano. Il suo ritardo pesa.
Quattro giorni pesรฒ su Marta e Maria. Eppure siamo noi il cielo di Dio. Lui รจ qui non come esenzione, ma come riscatto dentro la morte. Io lo credo, con la fede dellโanonimo che scriveva: credo nel sole, anche se non splende; e nellโamico anche se non lo sento; e in Dio, anche quando tace.
A risorgere siamo chiamati noi vivi, piรน che i morยญti: a svegliarci da tutte le vite imยญmobili, spente e iยญnutili. A fare viva la vita, sulla scia dellโamore dato e ricevuto.
AUTORE: p. Ermes Ronchi FONTE: Avvenire e PAGINA FACEBOOK