p. Ermes Ronchi โ€“ Commento al Vangelo di domenica 24 Luglio 2022

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Il Padre Nostro grammatica di Dio

Padre Ermes Ronchi commenta il brano del Vangelo di domenica 24 luglio 2022

Da sempre i cristiani hanno cercato di definire il contenuto essenziale della loro fede. Gesรน stesso ce lo consegna: lo fa con una preghiera, non con un dogma. Insegnaci a pregare, gli hanno chiesto. Non per domandare cose, ma per essere trasformati. Pregare รจ riattaccarci a Dio, come si attacca la bocca alla fontana; รจ aprire canali dove puรฒ scorrere cielo; รจ dare a Dio del padre, del papร  innamorato dei suoi figli, รจ chiamare vicino un Dio che sa di abbracci, e con lui custodire le poche cose indispensabili per vivere bene.

Ma custodirle da fratelli, dimenticando le parole โ€œio e mioโ€, perchรฉ fuori dalla grammatica di Dio, fuori dal Padre Nostro, dove mai si dice โ€œioโ€, mai โ€œmioโ€, ma sempre Tu, tuo e nostro. Parole che stanno lรฌ come braccia aperte: il tuo Nome, il nostro pane, Tu dona, Tu perdona.
La prima cosa da custodire: che il Tuo nome sia santificato. Il nome contiene, nella lingua della Bibbia, tutta la persona: รจ come chiedere Dio a Dio, chiedere che Dio ci doni Dio. E il nome di Dio รจ amore: che lโ€™amore sia santificato sulla terra, da tutti. Se cโ€™รจ qualcosa di santo e di eterno in noi, รจ la capacitร  di amare e di essere amati.

Venga il tuo Regno, nasca la terra nuova come tu la sogni, una nuova architettura del mondo e dei rapporti umani.

Dacci il pane nostro quotidiano. Il Padre Nostro mi vieta di chiedere solo per me: ยซil pane per me รจ un fatto materiale, il pane per mio fratello รจ un fatto spiritualeยป (N. Berdiaev). Dona a noi tutti ciรฒ che ci fa vivere, il pane e lโ€™amore, entrambi necessari, donaceli per oggi e per domani. [โ€ฆ]

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BUSSEREMO E TROVEREMO

Siamo cosรฌ: povera gente ricca solo di amici, che, per avere ciรฒ che fa vivere, trova il coraggio di uscire nel colmo della notte, di bussare a porte chiuse, di chiedere e tornare a chiedere. 

ยซSignore, insegnaci a pregareยป. E Gesรน racconta due parabole che cominciano cosรฌ: ยซSe uno di voi ha un amicoโ€ฆse un figlio chiede al padreโ€ฆยป.

Una storia dโ€™amicizia ci insegna come pregare, una vicenda di affetti รจ il segreto della preghiera. Amico, prestami tre pani. Non per me, ma per un amico.

Un uomo รจ uscito nella notte, ha camminato fino alla casa dellโ€™amico, bussa e non chiede per sรฉ, ma per un altro amico che a sua volta ha camminato nella notte, come in un girotondo.

Siamo cosรฌ: povera gente ricca solo di amici, che, per avere ciรฒ che fa vivere, trova il coraggio di uscire nel colmo della notte, di bussare a porte chiuse, di chiedere e tornare a chiedere. 

Il pane e gli amici sono necessari e sufficienti per vivere bene. E allora le notti del mondo si coprono di una rete di strade che ci portano di casa in casa, di cuore in cuore. Il mondo si copre di un fittissimo reticolo di fiducia per far circolare il pane dโ€™amicizia nelle sue vene piรน profonde. Pregare รจ instaurare in questa storia diffidente un tessuto di fiducia.

Donaci un pane che sia โ€œnostroโ€ e non solo โ€œmioโ€, pane condiviso, perchรฉ se uno รจ sazio e uno muore di fame, quello non รจ il pane tuo. E se il pane che ci attende sulla tavola รจ dono troppo grande, donaci buon seme per la nostra terra; e se un pane giร  pronto non รจ cosa da figli adulti, fornisci lievito buono per la dura pasta dei giorni.

Da duemila anni ripetiamo il Padre Nostro, ma non siamo diventati fratelli e il pane continua a mancare. Una domanda enorme corrode le nostre preghiere: Dio esaudisce?

Sรฌ, ma non le mie preghiere, bensรฌ le Sue promesse, perchรฉ egli si coinvolge, intreccia il suo respiro, mescola le sue lacrime con le mie. Dio vive con me, mi ama, e proprio per questo perdona i miei errori, toglie ciรฒ che mi pesa sul cuore e lo imbruttisce, ciรฒ che di me ha fatto male agli altri, ciรฒ che degli altri ha fatto male a me. Chiude le ferite che io ostinatamente mantengo aperte.

Il perdono non รจ un colpo di spugna sul passato, รจ un vento che spiana il futuro, insegna respiri. E noi che ora lo conosciamo, facciamo lo stesso con gli altri e con noi stessi, per tornare a vivere di pace.

Non abbandonarci alla tentazione. Non chiediamo lโ€™esenzione dalla prova, ma di non essere lasciati soli a lottare nel giorno del buio. E dalla sfiducia e dalla paura tiraci fuori; e da ogni caduta rialzaci. 

Tra i due amici della prima parabola sta in mezzo una porta chiusa. Anche nel percorso indicato da Gesรน cโ€™รจ una porta chiusa: ยซChiedete, cercate, bussateยป.

Anche se la porta รจ chiusa, anche se Dio sembra muto, anche se la fiducia si fa difficile, oltre la porta inizia il canto dellโ€™amicizia. Quella porta non รจ lontana, รจ alla latitudine del cuore.

p. Ermes Ronchi - Commento al Vangelo di domenica 24 Luglio 2022

AUTORE: p. Ermes Ronchi FONTE: Avvenire e PAGINA FACEBOOK