IL TEMPO VERTICALE DELLโATTESA
Un vangelo di cronache sanguinose, disgrazie e stragi, contemporaneo allโuomo di sempre.
La risposta di Gesรน รจ netta: non รจ Dio che fa cadere torri o palazzi, non รจ la mano di Dio ad architettare tragedie o guerre.
Ascolta “p. Ermes Ronchi – Commento al Vangelo di domenica 23 Marzo 2025” su Spreaker.E tuttavia nei giorni del dolore la prima domanda che brucia รจ unโaltra: perchรฉ, Dio? Dovโeri quel giorno? Quando la mia bambina รจ stata investita da quellโubriaco, dovโeri?
Dio era lรฌ, e moriva nella tua bambina; era lรฌ anche in quel giorno dellโeccidio dei Galilei nel tempio; era lร come il primo a subire violenza, il primo dei trafitti.
E non cโรจ altra risposta al pianto del mondo che il primo vagito dellโalleluia pasquale.
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Se non vi convertirete, perirete tutti. Non รจ una minaccia allโumanitร , non cโรจ nessuna scure calata alle radici dellโalbero.
ร un lamento, una supplica. Eโ Dio che ci implora: convertitevi, invertite la direzione di marcia, ovunque voi siate. Nella politica del potere, nellโeconomia che uccide, nellโecologia derisa, nella finanza padrona del mondo, nellโinvestire in nuove armi.
Non รจ lโuomo che si rivolge a Dio, qui รจ Dio che si rivolge allโuomo e ci prega, ci implora: tornate umani!
Bellissima la poesia di J. Donne che ci ricorda: Non domandarti per chi suona la campana/ Essa suona sempre un poco anche per te.
Conversione รจ un termine austero, ma sulla bocca di Gesรน ha un altro suono; vuol dire essere freschi, essere rinnovabili; essere nuovi e incamminati. Vieni di qua, il cielo รจ piรน azzurro, lโaria รจ piรน limpida. La vite, lโulivo, il fico sono pieni di frutti. Di qua รจ piรน bello!
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E il vangelo ci porta via dai campi della morte, per farci camminare nei campi della luce.
โSono tre anni che vengo a cercare e in questo fico non ho trovato un solo frutto. Mi sono stancato, taglialo!โ
No, padrone!
Il contadino sapiente che รจ Gesรน, dice: โno, padrone; no alla misura breve del demolire, sรฌ alla misura lunga della pazienza e della cura. Sรฌ al tempo verticale che sa aspettare.
Proviamo ancora, un altro anno e poi vedremoโ.
Lui ha fiducia in me: lโalbero dellโumanitร รจ sano e ha radici buone, tu non sei sterile e forse porterai frutto.
Il mio Dio ortolano lascia la scure e si appoggia, si aggrappa a un forse, a una parolina che ci fa sbirciare nel cuore di Dio. Un forse che profuma di speranza come fai a negarlo?
Il finale della piccola parabola resta aperto, non รจ detto cosa sarร del frutto futuro. Ma รจ detto lโatto di fede di Dio in me: tu puoi diffondere un gusto di bontร , la dolcezza di un piccolo fico. Tu puoi.
Signore, tu vedi in me il santo prima del peccatore, la luce prima del buio. E io spero in te perchรฉ tu speri in me, credo in te perchรฉ tu credi in me.
Per gentile concessione di p. Ermes, fonte.