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p. Ermes Ronchi – Commento al Vangelo di domenica 23 Marzo 2025

Domenica 23 Marzo 2025 - III DOMENICA DI QUARESIMA - ANNO C
Commento al brano del Vangelo di: Lc 13,1-9

IL TEMPO VERTICALE DELLโ€™ATTESA

Un vangelo di cronache sanguinose, disgrazie e stragi, contemporaneo allโ€™uomo di sempre.

La risposta di Gesรน รจ netta: non รจ Dio che fa cadere torri o palazzi, non รจ la mano di Dio ad architettare tragedie o guerre.

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E tuttavia nei giorni del dolore la prima domanda che brucia รจ unโ€™altra: perchรฉ, Dio? Dovโ€™eri quel giorno? Quando la mia bambina รจ stata investita da quellโ€™ubriaco, dovโ€™eri?

Dio era lรฌ, e moriva nella tua bambina; era lรฌ anche in quel giorno dellโ€™eccidio dei Galilei nel tempio; era lร  come il primo a subire violenza, il primo dei trafitti.

E non cโ€™รจ altra risposta al pianto del mondo che il primo vagito dellโ€™alleluia pasquale.

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Se non vi convertirete, perirete tutti. Non รจ una minaccia allโ€™umanitร , non cโ€™รจ nessuna scure calata alle radici dellโ€™albero.

รˆ un lamento, una supplica. Eโ€™ Dio che ci implora: convertitevi, invertite la direzione di marcia, ovunque voi siate. Nella politica del potere, nellโ€™economia che uccide, nellโ€™ecologia derisa, nella finanza padrona del mondo, nellโ€™investire in nuove armi.

Non รจ lโ€™uomo che si rivolge a Dio, qui รจ Dio che si rivolge allโ€™uomo e ci prega, ci implora: tornate umani!

Bellissima la poesia di J. Donne che ci ricorda: Non domandarti per chi suona la campana/ Essa suona sempre un poco anche per te.

Conversione รจ un termine austero, ma sulla bocca di Gesรน ha un altro suono; vuol dire essere freschi, essere rinnovabili; essere nuovi e incamminati. Vieni di qua, il cielo รจ piรน azzurro, lโ€™aria รจ piรน limpida. La vite, lโ€™ulivo, il fico sono pieni di frutti. Di qua รจ piรน bello!

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E il vangelo ci porta via dai campi della morte, per farci camminare nei campi della luce.

โ€œSono tre anni che vengo a cercare e in questo fico non ho trovato un solo frutto. Mi sono stancato, taglialo!โ€

No, padrone!

Il contadino sapiente che รจ Gesรน, dice: โ€œno, padrone; no alla misura breve del demolire, sรฌ alla misura lunga della pazienza e della cura. Sรฌ al tempo verticale che sa aspettare.

Proviamo ancora, un altro anno e poi vedremoโ€.

Lui ha fiducia in me: lโ€™albero dellโ€™umanitร  รจ sano e ha radici buone, tu non sei sterile e forse porterai frutto.

Il mio Dio ortolano lascia la scure e si appoggia, si aggrappa a un forse, a una parolina che ci fa sbirciare nel cuore di Dio. Un forse che profuma di speranza come fai a negarlo?

Il finale della piccola parabola resta aperto, non รจ detto cosa sarร  del frutto futuro. Ma รจ detto lโ€™atto di fede di Dio in me: tu puoi diffondere un gusto di bontร , la dolcezza di un piccolo fico. Tu puoi.

Signore, tu vedi in me il santo prima del peccatore, la luce prima del buio. E io spero in te perchรฉ tu speri in me, credo in te perchรฉ tu credi in me.

Per gentile concessione di p. Ermes, fonte.